Prodigio

Sono più di dieci anni che frequento questa palestra. Non ho saltato nessuna lezione, mi vedo costantemente dei video online e ho fatto tutto quello che mi dicevano i coach … e dopo così tanto tempo, finalmente, ho ottenuto la mia cintura marrone.
La soddisfazione che ho provato quel giorno ancora me la ricordo. Mi sono sentito davvero realizzato perché era da tanti anni che aspettavo di raggiungere questo livello, e devo ammettere che mi sono ben goduto i mesi successivi a quella promozione.
Certo, non è una cintura nera, però non ne abbiamo di cinture nere in questa palestra e io sono considerato come una delle persone più abili e forti presenti qui dentro; ho partecipato a diverse competizioni assicurandomi molti secondi e primi posti, e in passato ho battuto molte persone con delle cinture superiori alla mia, cinture nere comprese.
Non mi lamento affatto del grado che ho raggiunto, e negli ultimi mesi ho anche iniziato ad ignorarlo a dire il vero. Ma tutto è cambiato quando quel tipo si è fatto vivo, Alex.
Sembrava un ragazzo normale le prime volte che lo abbiamo visto; gli è stata data una cintura bianca, gli sono state spiegate le basi di questo sport, lo si è fatto allenare insieme agli altri … ma già dopo alcuni giorni ho iniziato a sentire le prime storie su di lui.
“Quel piccoletto è davvero forte”.
“Guarda che tecnica che ha”.
“Dice di aver fatto karate in passato, forse per questo è così bravo”.
Un giorno, spinto dalla curiosità, ho deciso di seguire da vicino alcuni dei suoi scontri e anch’io sono rimasto impressionato dai suoi movimenti: erano precisi e impeccabili, e sembravano accompagnati da una forza sorprendente; tutti i ragazzi che si allenavano con Alex venivano letteralmente travolti, non c’era spazio per nessun tipo di competizione tra lui e le altre cinture bianche, gli era esageratamente superiore sia in forza che in tecnica e non si tratteneva dal mostrarlo.
Il giorno in cui sono rimasto davvero stupito è stato quando Alex venne accoppiato a una cintura viola per gli allenamenti; quell’uomo non era solo diversi gradi superiori al suo, ma era anche più grande e pesante … eppure il ragazzo lo ha distrutto con apparente facilità, maneggiandolo come se fosse poco più di una marionetta.
È stato uno spettacolo quasi agghiacciante. Alex è poco più di un ragazzino, non avrà neanche vent’anni, forse è ancora minorenne; la cintura viola che ha demolito ha quasi trent’anni.
Non avevo mai visto in tutti i miei anni di Jiujitsu qualcuno di così talentuoso a quella giovane età … forse Alex ha praticato questo sport fin da piccolo e sta facendo finta di essere un novizio solo per divertirsi un po’ e prenderci in giro. In effetti sembra il ragazzo a cui piace prendere in giro le persone, spesso va in giro per la palestra con un sorrisetto arrogante e il petto gonfio di sicurezza, però dubito che praticasse il jiujitsu a livello ufficiale in passato perché il ragazzo ci ha spiegato che prima di venire qui aveva ottenuto una cintura nera di karate.
<<Ora voglio quella di jiujitsu, poi andrò a prendermi quella di judo.>> ha aggiunto quel giorno.
Noi però abbiamo riso e gli abbiamo spiegato che per prendere la cintura nera ci vogliono un sacco di anni. Il ragazzo ha chiesto se non fosse possibile velocizzare il processo visto le sue abilità, ma la risposta è stata di no. Il massimo che poteva raggiungere “in poco tempo” era la cintura blu, e anche in quel caso gli abbiamo detto che avrebbe dovuto aspettare mesi se non un anno.
Il ragazzo non l’ha presa benissimo. Per alcuni giorni non si è più fatto vedere, dopodiché ha iniziato a presentarsi solo durante gli allenamenti sul tappeto, saltando totalmente le parti teoriche.
Con quelli di grado basso (cinture bianche e blu) si allenava in modo molto calmo, li dominava con fermezza ma senza fretta; rotolava con loro sul tappeto per molti minuti senza mai dargli occasione di rispondere ma senza neanche portarli alla sottomissione … sembrava di star vedere un gatto giocare con dei gomitoli di lana.
Con quelli di grado più alto era spietato invece, ci andava giù così pesante che gli è stato addirittura chiesto di metterci meno forza durante gli scontri perché alla fine si trattava solo di allenamento e non di reali competizioni.
Malgrado ciò era un tipo che tendeva a star simpatico alle persone. Sorrideva spesso e cercava di parlare con tutti dopo gli allenamenti, e un giorno ha deciso di parlare a me.
Ero nello spogliatoio pronto ad andarmene quando mi ha approcciato.
<<Ehi>> ha detto <<sei l’unica cintura marrone a cui non ho ancora fatto il culo. Ti va di rimediare domani?>>
Io ricordo di avergli lanciato uno sguardo piuttosto infastidito; non mi è piaciuto per niente il tono con cui si è rivolto a me.
<<Se proprio vuoi …>> è stata la mia risposta, data con finto disinteresse.
<<Perfetto. Come ti chiami?>>
<<Perché lo chiedi?>>
Lui ha fatto spallucce <<Beh, tu sai il mio nome, no?>>
<<No.>> ho mentito.
<<Mi chiamo Alex.>> si è presentato lui a quel punto.
Io ho sospirato, e dato che avevo finito di vestirmi mi sono limitato a prendere le mie cose e a voltarmi verso l’uscita <<Allora ci si vede, Alex.>> gli ho detto, andando via.
So di essere stato poco educato, però dopo il modo in cui si era presentato non mi sono per niente sentito in colpa, anzi avergli negato le attezioni che cercava mi è piaciuto … forse più di quanto mi sarebbe dovuto piacere.
Il giorno dopo il ragazzo ha espressamente chiesto di allenarsi con me infatti, ma io ho rifiutato e l’ho ignorato totalmente; negli spogliatoi Alex mi ha di nuovo approcciato, questa volta in modo diverso però.
<<Ehi bello, qualcosa non va?>> mi ha chiesto.
<<Eh?>> io gli ho lanciato uno sguardo distratto <<Che succede?>>
<<Volevo allenarmi con te oggi, e avevi detto di sì ieri.>>
<<Guarda che non ci sei solo tu in questa palestra.>> gli ho risposto io <<E ieri neanche mi ricordo di averti parlato se devo essere sincero.>>
Alex inizialmente sembrava essersela presa, però la sua espressione si è rapidamente alleggerita e ha sospirato <<Va bene … Possiamo allenarci domani allora?>> ha chiesto con molta più educazione della volta scorsa.
Nel sentire quelle parole e quel suo tono pacato mi sarei dovuto alleggerire anche io … però per qualche strano motivo non l’ho fatto. C’era qualcosa in quel ragazzino che non mi piaceva.
<<Forse.>>
<<Hai paura di farti male? Non ho mai ferito nessuno io. Non devi preoccuparti.>>
A quel punto mi sono bloccato e l’ho guardato: morivo dalla voglia di dargli una lezione e metterlo al suo posto sebbene sapessi di non esserne in grado … però la sua espressione mi ha calmato un po’. Non era strafottente o arrogante, era seria. Le sue parole, per quanto fastidiose, non le stava dicendo con l’intenzione di provocarmi.
<<Non ho paura di farmi male.>> ho risposto alla fine.
<<E allora perché non vuoi combattere con me?>>
<<Perché dovrei?>> è stata la mia risposta <<Non ci guadagno nulla.>>
<<In che senso?>>
<<Quelli che si allenano con te non imparano nulla, combatti come se ti avessero ucciso la famiglia e non gli lasci il tempo di provare o capire niente.>>
<<Se questo è il problema lo posso risolvere facilmente. Starò la maggior parte del tempo sulla difensiva. Ti darò il tempo di provare delle cose. E non ti finirò. Lascerò decidere a te quando arrenderti.>>
Quelle parole dette con così tanta noncuranza hanno riempito il mio petto di rabbia, però ho cercato di non farlo notare <<Preferisco allenarmi con una cintura bianca piuttosto.>> è stata la mia risposta.
<<Io sono una cintura bianca.>>
<<Una vera cintura bianca.>> ho specificato <<Tu sei solo strano. Dove hai imparato il jiujitsu?>>
<<Uh … l’ho imparato qui.>>
<<Qui?>>
<<Sì.>>
Ho fatto una smorfia <<Dai, fai il serio. Qualcuno ti ha insegnato a casa tua, giusto?>>
<<Sì.>> ha ammesso alla fine.
<<Tuo padre?>>
<<I miei fratelli.>>
<<Ah … loro praticano il jiujitsu?>>
<<Sì. Fanno judo, mma, grappling, wrestling …>>
<<Davvero? Siete una famiglia di lottatori.>>
<<Ci piace, sì.>>
Io ho esitato un attimo, poi alla fine ho sospirato e ho deciso di mettere da parte tutti i sentimenti di astio che provavo nei suoi confronti <<Mi chiamo Sam.>> gli ho detto, presentandomi a lui per la prima volta.
<<Va bene Sam. Domani posso farti il culo?>>
<<P … perché ci tieni così tanto?>>
Lui ha fatto spallucce <<Voglio solo farlo.>>
<<E se fossi io a fare il culo a te?>>
A lui è sfuggito un sorrisetto <<Nah … non credo. Ma ti lascerò provare.>>
A quel punto ho annuito <<Va bene. Se proprio ci tieni lo faremo.>> è stata la mia risposta <<A domani Alex.>>

Nell’aria circola uno strano profumo … è frizzante, piacevole, fresco. Proviene da Alex, che è in piedi davanti a me pronto a combattere.
Quel ragazzo è strano. Stranissimo anzi. Tutti quelli che hanno combattuto contro di lui lo dicono, ma ho sempre creduto che questa sua stranezza derivasse dalla sua bravura sul tappeto … beh, mi sbagliavo. C’è qualcos’altro di strano in lui, a partire dai suoi occhi.
Sono scuri, eppure quando non si guardano in modo diretto sembrano cambiare colore e diventare rossi. È un effetto stranissimo, molto sfuggente, una sorta di illusione ottica a malapena notabile ma allo stesso tempo impossibile da ignorare.
È strano da spiegare.
Prima di iniziare lo scontro lo studio attentamente, da capo a piedi.
Lui è un ragazzo snello, ed è più basso di me. A prima vista direi che sono più pesante oltreché più grande, quindi dovrei essere in grado di sprigionare una forza maggiore della sua … però non ne sono molto sicuro; ho visto Alex fare cose tremende alle altre cinture marroni, ed erano tutte più grosse di lui.
Alla fine il mio sguardo torna a incrociare il suo, e lo scontro ha inizio.
Alex sta mantenendo la sua promessa, si sta mantenendo sulla difensiva e attacca solo quando sono io quello che temporeggia, così da farmi reagire e invogliarmi ad essere aggressivo.
Per ora mi pare uno scontro abbastanza normale comunque, e Alex non sembra diverso dai ragazzi con cui mi alleno di solito, sebbene mi renda conto che questa sia solo un’illusione; la sua difesa è incredibile, non riesco né a intrappolarlo né ad assumere posizioni di controllo, e cercare di farlo mi sta dando le stesse sensazioni che mi darebbe tentare di arrampicarmi su uno specchio.
Il ragazzo si muove in maniera ritmica, matematica, precisa, e cercare un’apertura nella sua difesa mi fa sentire come se fossi alle prese con un cubo di rubik dotato di vita propria. Trovare l’apertura adatta non porta mai a nessun risultato comunque, perché Alex è sfuggente, rapidissimo nei movimenti, agile e flessibile come pochi; da sotto di me riesce facilmente a svicolare e arrivarmi sopra con una velocità impressionante, portandomi nuovamente nella situazione iniziale.
I primi minuti passano così. Potrebbe sembrare uno scontro quasi combattuto se visto da fuori, ma io so che non è così; Alex non solo non sta attaccando, ma la sua difesa è anche impenetrabile; la mia unica reale speranza di vittoria sarebbe farlo stancare fino a quando non commette un errore, peccato però che quello a essere stanco sia io e non lui.
In genere per stancare un avversario che pesa meno di me provo a metterlo in posizioni scomode da cui è difficile respirare correttamente, ma con lui non ci riesco, provarci è come tentare di tenere stretta un’anguilla tra le mani … è troppo sfuggente, troppo veloce, e quello a stancarsi sono io.
Forse anche lui è affaticato, ma non lo mostra affatto. Il suo volto non è cambiato di una virgola, e neanche il suo respiro; io invece sto iniziando ad avere il fiatone, e ho le guance accaldate.
Devo cambiare strategia, quindi decido di essere io quello in difesa; spero di poter risparmiare un po’ di energie e riprendere del fiato.
Alex ci mette alcuni secondi a rendersi conto che sto temporeggiando, quindi torna ad attaccarmi con la chiara intenzione di farmi tornare aggressivo nei suoi confronti, ma io mi limito alla difesa e gli faccio capire che da quel momento è il suo turno di attaccare.
Mi pento subito di questa decisione.
Alex in attacco è meglio che in difesa, e al posto di farmi risparmiare energie me le fa bruciare ancora di più; spesso mi trovo con le sue ginocchia che mi premono sulla milza, altre volte riesce a minacciare sottomissioni che richiedono un enorme sforzo energetico per essere evitate, e alla fine la pressione che esercita mi porta a dover respirare con la bocca aperta, affannato e sudato, quando lui ha ancora la stessa espressione di prima.
Qualcosa è cambiato in lui però. I suoi occhi, spesso neri e ogni tanto rossi, mi stanno letteralmente divorando. Il suo non è quello di un combattente, è più simile allo sguardo di un predatore … il mio cuore inizia a battere forte.
Gli attacchi di Alex iniziano ad essere più intensi. Forse sono io che mi sto facendo più lento, però diventa sempre più difficile allontanarlo da me e allontanarsi da lui, e per qualche motivo i miei movimenti iniziano ad essere frenetici, impanicati … spaventati.
Mi sento come quando rimango intrappolato in una paralisi nel sonno e tento di fare ogni movimento possibile per liberarmi.
Forse sono io che sto diventando più debole, però ora le braccia di Alex sembrano dure quanto il metallo, le sue prese sono molto più solide, il suo corpo pare molto più pesante, e riuscire anche solo a spostarlo è diventato difficilissimo.
Ho sempre meno forze. Sono esausto.
Quanto è durato lo scontro? In genere resisto più a lungo di così.
Alex alla fine mi appiccica a terra e si siede praticamente sopra il mio petto mentre si sistema la cintura sulla vita; sono così stanco che non riesco a fare molto a riguardo se non agitare debolmente le braccia per provare a scrollarmelo da sopra.
Lui si prende il suo tempo per aggiustarsi la cintura, dopodiché abbassa lo sguardo verso di me ed esalando un sospiro soddisfatto mi prende per il colletto e inizia a rotolare; provo ad oppormi, ma mi sento lento e pesante e per tanto non riesco a reagire; vengo spostato, sollevato e manipolato a suo piacimento, sono letteralmente un peso morto … non mi sono mai sentito più impotente di così in vita mia.
Alla fine la stanchezza è troppa, non riesco più a resistere, e vomito dalla fatica; lo scontro si blocca.
Alex si alza in piedi con un espressione compiaciuta, mentre dei ragazzi vengono in mio soccorso.
Credo di essere l’unico ad aver mai vomitato sul tappeto di questa palestra.

Alex non viene in palestra da un bel po’ di tempo … credo che abbia completamente abbandonato il corso.
L’ultima volta che l’ho visto stava nuovamente chiedendo una possibilità per ottenere una cintura di alto grado in poco tempo, ma le risposte non sono cambiate per lui, indipendentemente dalla sua bravura ci sono delle regole da rispettare; il massimo che potevamo fare era dargli la cintura blu con un po’ più di anticipo del solito.
Dopo quel giorno non l’ho più visto.
Non so se esserne triste oppure no, ma una cosa è certa: ora sono ancora più invogliato di prima a migliorarmi e a raggiungere la cintura nera. Quella marrone ormai non mi basta più, e dopo essere stato umiliato da quel ragazzino non mi sono mai sentito più invogliato di così a prendere parte a competizioni di alto livello.
L’ho cercato sui social comunque. Non è stato troppo difficile trovarlo perché a quanto pare lavora come fotomodello, pubblicizza le scarpe vendute dalla DBC. Ho avuto la tentazione di scrivergli se sarebbe mai tornato ad allenarsi con noi, ma la voglia mi è passata in fretta. Era una domanda stupida.
Non credo lo vedrò più.