Prodigio

Sono più di dieci anni che frequento questa palestra. Non ho saltato nessuna lezione, mi vedo costantemente dei video online e ho fatto tutto quello che mi dicevano i coach … e dopo così tanto tempo, finalmente, ho ottenuto la mia cintura marrone.
La soddisfazione che ho provato quel giorno ancora me la ricordo. Mi sono sentito davvero realizzato perché era da tanti anni che aspettavo di raggiungere questo livello, e devo ammettere che mi sono ben goduto i mesi successivi a quella promozione.
Certo, non è una cintura nera, però non ne abbiamo di cinture nere in questa palestra e io sono considerato come una delle persone più abili e forti presenti qui dentro; ho partecipato a diverse competizioni assicurandomi molti secondi e primi posti, e in passato ho battuto molte persone con delle cinture superiori alla mia, cinture nere comprese.
Non mi lamento affatto del grado che ho raggiunto, e negli ultimi mesi ho anche iniziato ad ignorarlo a dire il vero. Ma tutto è cambiato quando quel tipo si è fatto vivo, Daniele.
Sembrava un ragazzo normale le prime volte che lo abbiamo visto; gli è stata data una cintura bianca, gli sono state spiegate le basi di questo sport, lo si è fatto allenare insieme agli altri … ma già dopo alcuni giorni ho iniziato a sentire le prime storie su di lui.
“Quel tipo è troppo forte”.
“Ha una tecnica perfetta”.
“Dice di non aver mai fatto sport di combattimento in passato, ma è impossibile, è davvero troppo bravo”.
Un giorno, spinto dalla curiosità, ho deciso di seguire da vicino alcuni dei suoi scontri e anch’io sono rimasto impressionato dai suoi movimenti: erano precisi e impeccabili, e sembravano accompagnati da una forza sorprendente; tutti i ragazzi che si allenavano con Daniele venivano letteralmente schiacciati, non c’era spazio per nessun tipo di competizione tra lui e le altre cinture bianche, gli era esageratamente superiore sia in forza che in tecnica e non si tratteneva dal mostrarlo.
La sua era pura e semplice supremazia, e io sono rimasto folgorato dalla bellezza e la brutalità con cui Daniele dominava ogni scontro. I suoi movimenti erano talmente belli che ad un certo punto mi sono anche messo a fare dei video solo per potermeli riguardare a casa con calma.
Il giorno in cui sono rimasto davvero stupito è stato quando Daniele venne accoppiato a una cintura viola per gli allenamenti; quell’uomo non era solo diversi gradi superiori al suo, ma era anche più grande e pesante … eppure il ragazzo lo ha distrutto con apparente facilità, maneggiandolo come se fosse poco più di una marionetta, umiliandolo in una maniera spietata.
Daniele è poco più di un ragazzino, non avrà neanche vent’anni, forse è ancora minorenne; la cintura viola che ha demolito ha quasi trent’anni invece. Quello è stato uno spettacolo agghiacciante … ma anche eccitante.
Daniele mi ha ricordato il motivo per cui mi sono appassionato al jiujitsu, ovvero la dolce sensazione di dominare in modo assoluto e totale il corpo di un’altra persona con il proprio … e lui sapeva farlo dannatamente bene.
Non avevo mai visto in tutti i miei anni di allenamento qualcuno di così talentuoso a quella giovane età … forse Daniele ha praticato questo sport fin da piccolo e sta facendo finta di essere un novizio solo per divertirsi un po’ e prenderci in giro, chi lo sa. In effetti sembra il ragazzo a cui piace prendere per i fondelli le persone, spesso va in giro per la palestra con un sorrisetto arrogante e il petto gonfio di sicurezza, però dubito che praticasse il jiujitsu a livello ufficiale in passato perché il ragazzo ci ha spiegato che lui si è iscritto alla nostra palestra solo per diventare una cintura nera e poi andarsene a fare qualche altra arte marziale.
Noi però abbiamo riso, e gli abbiamo spiegato che per prendere la cintura nera ci vogliono un sacco di anni. Il ragazzo ha chiesto se non fosse possibile velocizzare il processo visto le sue abilità, ma la risposta è stata di no: il massimo che poteva raggiungere “in poco tempo” era la cintura blu, e anche in quel caso gli abbiamo detto che avrebbe dovuto aspettare mesi se non un anno.
Il ragazzo non l’ha presa benissimo, e non si era più fatto vedere inizialmente.
Quell’evento mi aveva devastato. Daniele aveva risvegliato in me la mia vecchia e sopita passione per la dominazione. Ormai il jiujitsu normale, fatto da lunghe competizioni quasi alla pari, non mi piaceva più. Volevo il suo tipo di jiujitsu, caratterizzato da brutalità, spietatezza, supremazia e indiscussa superiorità.
Daniele mi mancava così tanto che alla fine l’ho cercato personalmente, e frugando tra i dati della palestra ho recuperato il suo numero di telefono e gli ho mandato un messaggio in cui gli spiegavo che mi sarebbe davvero piaciuto riaverlo lì dentro.
Lui non mi ha risposto.
Ho insistito, facendogli promesse impossibili (come il ricevere la cintura nera in poco tempo) e diventando sempre più disperato e patetico, fino a quando un giorno non ho ricevuto la risposta.
“Torno, ma non voglio pagare. Partecipo gratis o non partecipo.”
Io ovviamente gli ho detto di sì, che uno forte come lui si meritava l’iscrizione gratuita alla palestra … ma c’era un problema. Non ero io a fare le regole.
“Mi hanno detto che non posso partecipare agli allenamenti gratis. Quindi non vengo.”
Quando ho ricevuto quel messaggio gli ho subito risposto che avrei pensato io alla sua iscrizione, che avrei pagato io al posto suo … e sono sincero, mi aspettavo un grazie da lui, invece ha scritto: “Comprami anche il gi. Il mio l’ho venduto.”
“Oh … okay. Nessun problema.”
“Hai la macchina?”
“Sì. Perché?”
“Perché la palestra è lontana da casa mia. Mi accompagni tu.”
Quell’ultima richiesta mi sembrava un po’ troppo, specie perché fatta con tono perentorio e autoritario … ma ho comunque accettato.
E così lui è tornato ad allenarsi con noi … più feroce di prima.
Se avessi saputo cosa mi aspettava, però … forse non lo sarei andato a cercare.
Forse.

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