L’ospite

Sento i suoi passi nel corridoio, e solo questo basta a far accelerare il mio battito cardiaco.
Lo sento entrare nel salotto, dopodiché mi volto verso di lui solo per vederlo sedersi sul divano, affianco a me; appoggia i piedi sul tavolino di fronte a noi, poi indica la televisione.
<<Accendi la console. E portami il pad.>>
Io non fiato nemmeno, obbedisco e basta.
<<Ho lasciato una birra in frigo. Portamela.>>
Ancora una volta decido di non parlare e mi metto semplicemente a lavoro.
Lui è il fidanzato di mia sorella, e ormai lo conosco da qualche mese. Ancora non mi capacito di come sia stato in grado di ridurmi in questo stato mentale, ma … eccomi qua.
Già dalla prima volta che lo vidi le cose sono andate male per me. Ricordo perfettamente quel giorno.
Come al solito stavo litigando con mia sorella. Io avevo pagato la mia parte dell’affitto, lei invece ancora doveva pagare la sua … però i soldi per fare feste e vacanze li aveva, e questa cosa mi faceva davvero arrabbiare.
Abbiamo litigato alzando la voce e sbattendo le porte di casa, ma era una cosa normale per noi. Ciò che non era normale però era il fatto che quel giorno in casa ci fosse anche un’altra persona, il suo nuovo fidanzato.
Io non lo avevo visto inizialmente perché era in camera sua. Pensavo che in casa ci fosse solo lei, così l’ho attaccata non appena l’ho vista in cucina e abbiamo iniziato a discutere ed urlare.
A un certo punto il suo fidanzato si è fatto vedere però. Ricordo ancora il colpo al cuore che ho subito nel ritrovarmi davanti quel gigante … mi sono bloccato di colpo, paralizzato da un senso di paura e sorpresa. Il ragazzo che avevo di fronte era più alto di me (io gli arrivo al petto) e decisamente più grosso e allenato, ed era anche mezzo nudo: indossava solo i boxer, cosa che mi ha permesso di ammirare con terrore la sua muscolatura.
Moro, alto, muscoloso … era un adone, così dannatamente bello che mi si sono contorte le budella; mi stava guardando dall’alto in basso con un’espressione piuttosto dura, ma quegli occhi non mi facevano solo paura, stavano anche facendo indurire il mio organo genitale.
<<Non so chi sei>> ha detto con pericolosa calma <<né mi interessa. Ma nessuno parla così alla mia ragazza. Chiedile scusa.>>
<<I … io … io … lei è mia sorella.>>
<<Ho detto che non mi interessa sapere chi sei. Chiedile scusa e basta.>>
A quel punto ricordo di essermi riscosso dalla sorpresa; avevo un’erezione, ma ero troppo arrabbiato per farci caso e quindi mi sono opposto con forza alle sue pretese: mia sorella era chiaramente in errore, e non avevo intenzione di chiedere scusa per uno sbaglio che aveva fatto lei.
<<No!>> è stata la mia risposta <<È lei che deve chiedere scusa a me! Io>> ma sono stato zittito da uno schiaffo.
La violenza di quel colpo è stata tale che ricordo di aver perso l’equilibrio e l’abilità di vedere, eppure quel ragazzo mi aveva schiaffeggiato con un movimento leggero e svogliato.
<<Te lo chiederò solo un’altra volta. Chiedile scusa.>>
A malapena riuscivo a metterlo a fuoco, ma mi sono comunque rifiutato.
<<Come vuoi.>>
Mi ha preso per il retro del collo ed ha iniziato a stringere. Il dolore che provavo era straziante, così tanto che neanche riuscivo ad urlare; ho provato a ribellarmi in modo scoordinato, ma sono finito in ginocchio quasi subito, e con le lacrime agli occhi ho deciso di arrendermi e fare quello che voleva, non potevo continuare a sopportare quel dolore.
<<Scusa! Scusa! Chiedo scusa!>>
<<Troppo facile così.>> ha detto lui <<Baciargli i piedi. Dimostra che ti dispiace davvero.>>
Mia sorella era chiaramente divertita da tutto ciò, e ha allungato senza problemi uno dei suoi piedi; gliel’ho baciato senza alcuna esitazione, volevo solo che l’agonia sparisse.
A quel punto lui ha spinto la mia faccia sul pavimento, premendo con estrema forza.
<<Ora, con calma, mi spieghi qual è il tuo problema.>> ha detto.
<<Oggi scade l’affitto … dobbiamo pagare. Io ho dato la mia parte ma lei no!>>
<<Quanti soldi hai nella tua carta?>>
<<H … ho solo seicento sterline!>>
<<Quanto manca per completare l’affitto?>>
<<Settecento sterline.>>
<<Bene. Lei ha cento sterline. Tu seicento. Potete pagarlo. Dov’è il problema?>>
<<I-il problema è che io ho già pagato settecento sterline!>>
<<E quindi? Tu sei un fallito che passa il tempo a giocare ai videogame, e spendi tutti i tuoi soldi per comprare cibo da asporto perché non hai idea di come si cucini. Quindi impara a cucinare e vedi che quei soldi non ti servono.>>
Con le lacrime agli occhi ho piagnucolato che non fosse vero, ma lui ha insistito, ricordandomi di come a me mancasse un’effettiva vita sociale. Aveva ragione. Non uscivo con nessuno e i miei soldi o li mettevo nel mio fondo d’investimento o li utilizzavo per comprare da mangiare … niente di più.
Dopo un po’ lui ha sollevato il mio volto da terra per portarlo di fronte al suo; il suo alito mi entrava direttamente nelle narici mentre parlava, e per quanto stessi odiando quella situazione sentivo che il mio pene stava per esplodere dal piacere … non ero mai stato così vicino ad un uomo così bello prima d’ora, e quella dimostrazione di forza mi stava eccitando molto più del dovuto.
<<Ora tu prendi il telefono, paghi l’affitto, e chiudiamo la questione qui.>> ricordo di avergli sentito dire.
Io mi sono messo a piangere che non lo volerlo fare, ma quel ragazzo non ha voluto saperne.
Alla fine ho preso il telefono davanti ai suoi occhi e ho fatto il bonifico al nostro affittuario, prosciugando completamente la mia carta … e solo a quel punto sono stato lasciato andare.
<<Bravo.>> ha detto <<Lei pagherà il resto più tardi.>>
Detto ciò quei due sono andati in camera e … beh, hanno fatto sesso. Le urla sono andate avanti per ore.

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