Quinto giorno

Durata lettura: medio-lungo

Non credeva che lo avrebbe mai pensato, ma Lorenzo si sentiva come se stesse vivendo un’apocalisse zombie. Mentre si vestiva e si preparava per la partenza la sua testa si riempiva di immagini relative a film, telefilm e videogiochi riguardanti proprio quell’argomento.
Facendo un ultimo salto su internet si è reso conto che ormai quasi nessuno pubblicava più video, specie perché non c’era più nessuno a guardarli. Quanti giorni erano passati da quando il sole era scomparso? Cinque? Sei? Eppure persone sembravano scomparse del tutto, l’umanità sembrava già estinta.
Internet era vuoto, più silenzioso di un cimitero.
<<Dio santo, che freddo!>> ha commentato Nadia entrando nella camera di Lorenzo con il suo zaino <<Allora, sei pronto?>>
<<Sì.>>
<<Ti sei vestito bene? Fuori fa un freddo cane. E meno male che era estate!>>
<<Non c’è il sole.>> le ha ricordato Lorenzo <<Quindi fa freddo.>>
<<Oh … è vero.>> la donna a quel punto si è avvicinata al ragazzo <<Trovato qualcosa?>>
<<No. Sono tutti morti.>>
<<Tutti morti?>> ha esclamato lei, preoccupata.
<<Nel senso che nessuno è più online. Nessuno pubblica più niente o scrive più niente. I social sono morti, sono tutti spariti.>>
<<Oh mamma mia …>>
<<Però c’è ancora qualcuno in giro, ci sono post cinesi, arabi … insomma c’è ancora gente che fa cose. Ma la maggior parte delle persone sarà nelle nostre stesse condizioni, chiusi in una casa a combattere le ombre.>>
Nadia è rimasta in silenzio un attimo, poi ha spostato la sua attenzione sui pantaloni da ginnastica che indossava <<Comunque tua madre è troppo secca. Non mi sta bene niente.>>
<<Stai usando i suoi vestiti?>> ha esclamato Lorenzo.
<<I miei sono tutti a casa mia!>> si è difesa lei <<Poi glieli ridò.>>
Il ragazzo ha sospirato <<Cerca di coprirti bene anche tu.>> si limita a dire <<Ho acceso il riscaldamento e fa comunque freddo. Fuori sarà peggio.>>
Quando è arrivato il mezzogiorno i due hanno pranzato con le poche cose rimaste nella dispensa e si sono preparati definitivamente per partire. Nadia con sé aveva zaino e pistola, ed era vestita come se fosse pieno inverno; anche Lorenzo si portava dietro uno zaino, ma i suoi vestiti erano più leggeri.
Le loro ombre erano ancora rinchiuse nello sgabuzzino nel frattempo, non sembravano potersi muovere ma comunque non demordevano: continuavano a colpire la porta con forza e costanza, senza fermarsi mai.
<<Che facciamo, le lasciamo qui?>> ha domandato Nadia.
<<Facciamo una prova prima.>> ha invece proposto Lorenzo.
<<In che senso?>>
<<Spegnamo le luci in camera mia e poi chiudiamo la porta e aspettiamo. Se si teletrasportano lì allora vuol dire che … che dobbiamo sparargli. Oppure là fuori ci inseguiranno all’infinito.>>
Nadia ha prima deglutito e poi annuito <<Va bene. E se non si teletrasportano?>>
<<Allora vuol dire che possiamo uscire senza problemi. Rimarranno bloccate in quella stanza per sempre, e se mai usciranno non ci troveranno mai.>>
I due hanno così fatto la prova. Hanno lasciato gli zaini nella stanza della madre e hanno lasciato la stanza di Lorenzo nel buio più totale e chiusa a chiave, dopodiché si sono messi in attesa.
Ma non hanno dovuto attendere a lungo. Pochi secondi dopo la chiusura della serratura la maniglia si è abbassata.
Lorenzo e Nadia si sono lanciati sguardi preoccupati. Non pensavano davvero che le due ombre si potessero teletrasportare, ma a quanto pare è vero. Possono farlo. È così che sono entrate in casa i primi giorni, ed è così che sono state intrappolate nello sgabuzzino.
<<Ma se possono teletrasportarsi perché non lo hanno fatto subito?>> sussurra Nadia con nervosismo crescente.
<<Solo nelle zone buie possono farlo, ricordi?>>
<<Fuori è buio! Potevano teletrasportarsi fuori e cercare di entrare da lì.>>
<<Beh ma non sono intelligenti. Forse appaiono solo nei posti bui più vicini a noi.>>
<<Oh cavolo … E ora?>> ha sussurrato Nadia.
<<Tira fuori la pistola. Spara appena escono.>>
<<Ma la porta è chiusa, non possono uscire!>>
<<La prenderanno a pugni, fanno sempre così.>>
<<E riusciranno a buttarla giù?>>
<<Forse.>> Lorenzo non sembrava molto sicuro delle sue parole <<Se non ci riescono gli apro io, come ho fatto l’altra volta. Apro la porta e tu spari, va bene?>>
<<Questa volta sono in due però.>> ha detto Nadia con voce nervosissima <<Non ho una buona mira io. Non ho mai sparato prima d’ora. L’ultima volta ho avuto fortuna, le volte prima mi sono anche fatta male al polso e->>
<<Tranquilla, tranquilla.>> ha provato a calmarla Lorenzo <<Devi solo mirare la pistola davanti a te e sparare. Sono vicini tanto, non devi prendere la mira. Non puoi sbagliare da qui.>>
<<N-non lo so …>>
<<Fidati di me.>>
<<P-però …>> Nadia si è bloccata un attimo a guardare la porta <<sei sicuro che siano lì?>>
<<Eh?>> Lorenzo ha seguito lo sguardo della donna e ha notato che in effetti la porta non stava venendo colpita da calci o spintoni <<Beh … dovrebbero.>>
<<Io non li sento però.>>
<<Sono tornati nello sgabuzzino forse.>>
<<Forse. O fo->> le parole le sono morte in bocca; mentre parlava la serratura ha prodotto un rumore forte e violento.
<<Che … succede?>>
Quando quel rumore si è sentito di nuovo la serratura è caduta a pezzi, come se qualcuno l’avesse colpita con qualcosa. Nadia è rimasta paralizzata dalla paura mentre sia Lorenzo che i cani stavano già scattando nella camera affianco.
<<Corri!>> le urla il ragazzo non appena se ne accorge, quindi lei si scongela e inizia a scappare. Entrando nella stanza inciampa urla e cade a terra, mentre Lorenzo chiude la porta a chiave dietro di loro e inizia a cercare qualcosa da mettere lì davanti. Una sedia, un tavolo … ma non c’era niente dentro quella stanza, solo il letto matrimoniale, un comodino e gli armadi.
<<L-Lory …>>
<<Nadia, alzati, aiutami!>>
<<Lory …>> nel sentire la sua voce sofferente il ragazzo si ferma a guardarla; lei è ancora per terra e i cani le sono attorno e stanno annusando uno strano liquido rosso che le sta gocciolando dai vestiti.
<<N … Nadia?>>
I due si sono guardati negli occhi. Nadia stava chiaramente soffrendo, è stata colpita da qualcosa. Ma da cosa? Si è fatta male mentre inciampava?
<<Cosa è-?>>
<<Apri la porta.>> ha detto lei a quel punto, pistola alla mano <<Da qui non posso mancarli.>>
<<Nadia?>>
<<Apri …>> ripete lei con il poco fiato che le rimaneva in corpo <<dai …>>
Gelato ma ancora un po’ lucido, Lorenzo non controbatte. Sblocca la serratura e si allontana dall’ingresso della stanza. Nadia stava reggendo la pistola con mano tremante, faceva fatica a tenere alzato il braccio.
Lorenzo la guardava senza riuscire a pensare a nulla di concreto. Nel suo cervello c’era solo paura e confusione, la lucidità stava velocemente svanendo.
Quando i cani hanno iniziato ad abbaiare la porta si è aperta di colpo. Dall’altra parte c’era una macchia nera alta e familiare, quella che da la caccia a Lorenzo. I muscoli del ragazzo si sono irrigiditi di colpo e il suo corpo si è istintivamente preparato al combattimento.
L’ombra si è scaraventata su di lui immediatamente, senza neanche pensarci, senza neanche cercarlo con lo sguardo. Era veloce, rapida, e un braccio aveva una protuberanza affilata.
Lorenzo non ha avuto il tempo di tirare fuori il coltello, ha semplicemente tentato di tenerla ferma per permettere a Nadia di prendere la mira e sparare. Ma Nadia non sparava, stava sudando e stringendo i denti, fatica a muovere il braccio armato, stava trattenendo il respiro troppo a lungo.
I cani si sono avventati sull’ombra di lorenzo con furia, ma come al solito non facevano molto. L’ombra non sembrava provare dolore né soffriva di rallentamento. L’unica cosa che potevano fare era deviare alcuni dei suoi colpi, o provare a tenergli fermo il braccio armato con i denti, ma i cani mordevano completamente a caso e quindi non erano molto efficaci.
<<Nadia!>> ha urlato Lorenzo quando si è reso conto di star perdendo lo scontro; l’ombra era particolarmente forte, quasi più forte delle volte scorse <<Spara!>>
Lei non ha risposto, però si è sentito il rumore di qualcosa di solido colpire il terreno.
La pistola.
Nadia aveva lasciato cadere la pistola.
Consapevole di ciò che significava Lorenzo ha provato a dare il tutto per tutto per uscire da quella situazione. Con un urlo ha spinto la sua ombra il più lontano possibile da lui, facendola inciampare e poi cadere sul letto. A quel punto si è buttato sull’arma da fuoco della vicina di casa, l’ha presa al volo e puntandola al suo aggressore, che era di nuovo pronto a saltargli addosso, ha sparato.
Il contraccolpo l’ha preso alla sprovvista, la pistola gli è quasi volata via dalla mano e il suono assordante dello sparo è stato più forte del previsto … Ma la sua ombra era scomparsa, l’aveva presa in pieno.
Ha lanciato uno sguardo trionfante a Nadia, che però gli ha risposto con uno sguardo eloquente: non era ancora finita. I cani stavano abbaiando e l’ombra di Nadia era apparsa davanti alla porta.
Lorenzo si è voltato di colpo per sparare anche a essa, ma ciò che ha visto lo ha paralizzato per un attimo: l’ombra di Nadia non aveva solo la stessa sagoma della donna, ma dall’angolazione da cui la guardava poteva vedere chiaramente che stava mirando a Nadia con quella che sembrava una pistola nera tanto quanto il resto del suo corpo.
Non l’avrebbe vista la pistola se fosse stato davanti all’ombra, così come le braccia si sarebbe confusa con il busto. Ma di lato è impossibile non vedere il braccio allungato dell’ombra e puntato contro Nadia.
Quella visione l’ha fatto esitare per un secondo, ma poi ha preso la mira contro la parte più larga della sua forma e ha sparato un colpo anche a lei. L’ombra non è scomparsa subito però, ha semplicemente vibrato un po’, quindi ha sparato un altro colpo e a quel punto la sagoma nera è scomparsa.
Dopo gli spari, la stanza sembrava vibrare. Il suono che avevano prodotto aveva lasciato una sorta di eco … o forse era solo Lorenzo che se lo stava immaginando? Fatto sta che il silenzio era assordante, e c’era uno strano odore nell’aria, probabilmente quello della polvere da sparo.
Il polso con cui Lorenzo aveva retto l’arma era dolorante, e la mano stava stringendo così forte la pistola che anche il palmo gli faceva un po’ male. Anche la testa ha iniziato a fargli male, e poi ci si sono messi i polmoni, che all’improvviso si sono resi conto di avere una carenza d’ossigeno.
Il ragazzo, esausto, si accascia lentamente a terra per riprendere le energie. Ma era contento. Era la prima volta che sparava, e dei tre colpi che ha dato non ne aveva mancato neanche uno. Non poteva che sentirsi orgoglioso.
Il cane più giovane e grosso si è complimentato con lui leccandogli prima la mano poi il collo, quello più vecchio e minuto era da Nadia invece … che era ferma sul pavimento. Nel vederla in quel modo Lorenzo si è ricordato che la sua vicina stava sanguinando, quindi si è subito lanciato sul suo corpo per chiamarla e vedere la sua situazione.
Ma ciò che ha visto lo ha quasi fatto svenire.
Nadia aveva un buco in testa. Il buco di un proiettile.