Quarto giorno

Durata lettura: media

Da quando Nadia è entrata in casa i cani sono tornati allegri e attivi. Anche l’umore di Lorenzo si è alzato di tanto. La donna parlava molto, e anche se palesemente sconvolta da tutti gli avvenimenti accaduti dava vita all’ambiente silenzioso e tetro in cui il ragazzo si era rinchiuso.
Nadia aveva anche cucinato qualcosa di decente, e solo in quel momento lui si è reso conto di quanto fosse affamato.
Nadia era arrivata con delle pessime notizie però. Lei non sapeva che fine avessero fatto i suoi genitori, non aveva più neanche un telefono perché lo aveva perso quando quelle strane ombre l’hanno attaccata.
Ha raccontato di come sono stati quasi uccisi il primo giorno. Nessuno di loro si aspettava qualcosa del genere, quindi sono stati presi alla sprovvista. Le ombre sono state abbattute da lei e il figlio, che era a casa in quel momento … ma il marito è rimasto gravemente ferito. Il figlio a quel punto si è comportato come Lorenzo, ha barricato la casa e si è proposto di portare di persona il padre all’ospedale dato che nessuna ambulanza veniva a soccorrerli.
Lei aveva la scelta di seguirlo fin lì o aspettare la figlia a casa, e ha scelto la seconda opzione. Aveva la pistola del marito con sé e tutte le entrate, finestre comprese, erano state chiuse. Si sentiva sicura in casa propria e non voleva che la figlia tornasse trovandola vuota e desolata.
<<Ho promesso a Marco di raggiungerlo all’ospedale con Beatrice.>> ha detto lei, con voce triste <<Ma Beatrice non riesce a venire perché le strade sono tutte bloccate dal traffico, quindi sono rimasta lì a casa a lungo ad aspettarla … e poi sono stata attaccata di nuovo. Quella cosa nera era in casa mia, non sapevo come, era tutto chiuso! Ho raggiunto la pistola e le ho sparato prima che potesse strozzarmi. Ma in tutto quel casino mi si è rotto il telefono. Ora non so che fine abbia fatto Marco, né Bea … quindi sono uscita e vedendo che c’erano le luci accese qui sono venuta a vedere se stavi bene. Tua madre probabilmente è bloccata nel traffico come Bea. L’ultima volta che l’ho sentita era ancora in centro, mi ha chiesto di venire a vedere come stavi se faceva troppo tardi.>>
Lorenzo ha sentito la sua storia in silenzio. Per quanto mangiare e avere qualcuno con cui parlare gli ha fatto molto piacere, quelle parole non lo hanno rincuorato affatto. Lei non sapeva che fine avessero fatto i genitori, anzi era venuta a dire che probabilmente sono rimasti bloccati nel traffico. Da due giorni.
<<Comunque … c-come hai fatto a rinchiudere quella cosa dentro allo sgabuzzino?>> gli ha domandato dopo un po’ Nadia.
<<Non lo so, ci è entrata da sola.>> è stata la risposta <<N … non so come abbia fatto. Non lo so.>>
Nadia allora si è fatta sospettosa. Anche a lei le ombre sono apparse in casa quando era completamente barricata. Si è domandata il come facessero a farlo, e Lorenzo gli ha detto che non ne aveva alcuna idea.
<<Hai cercato su internet? Magari lì qualcuno sa qualcosa …>>
Lorenzo ha scosso la testa con desolazione.
<<Non c’è un cazzo su internet …>> ha risposto con tono stanco e spento <<nessuno sa niente. So solo che la gente sta morendo e basta. In tutto il mondo.>>
<<Oddio … ma è l’Apocalisse questa. Non c’è altra spiegazione.>>
<<Forse.>> è stata la risposta di Lorenzo <<Speriamo solo che non duri troppo a lungo.>>
Nadia fa passare qualche attimo di silenzio, poi con un sospiro riprende a parlare.
<<Pensi che … ritornerà?>>
<<Chi?>>
<<Il sole. Ritornerà?>>
A quel punto il ragazzo si è lasciato sfuggire un pallidissimo sorriso. Il sole … non ci aveva proprio pensato al fatto che il sole non ci fosse più. Con tutto quello che stava succedendo aveva rimosso questo “piccolo” dettaglio dal cervello.
Ancora una volta ha scosso la testa <<Non lo so.>>
Nadia ha pulito i piatti dopo averlo fatto mangiare. Il lavandino era pieno di piatti, Lorenzo non li ha lavati negli ultimi giorni, e non pensava che Nadia si sarebbe messo a farlo in una situazione simile. Però era lì, in piedi davanti al lavandino a fare le faccende di casa, con i cani ai suoi piedi alla ricerca di qualche avanzo … come se quella fosse una notte normale.
A Lorenzo gli si è stretto il cuore. Gli ha ricordato la madre. Quand’è stata l’ultima volta che la ha ringraziata per aver sempre pensato alle faccende al posto suo? Quando è stata l’ultima volta che l’ha aiutata a cucinare, così come oggi è rimasto in cucina ad aiutare Nadia?
Più stanco e triste di prima si è alzato dal tavolo per andare a buttarsi sul letto, ma nell’uscire dalla cucina le urla dell’ombra sono tornate a farsi forti. Anche prima le sentiva, ma erano in cucina sembravano semplice rumore di sottofondo … sul corridoio erano più limpide invece, difficili da ignorare.
Forti brividi lo hanno scosso, e forse per coraggio o perché ormai si sentiva svuotato e non aveva più voglia di combattere, si è nuovamente avvicinato allo sgabuzzino e davanti a quella porta sbattente si è fermato.
<<Ehi>> ha detto dopo un po’ <<come ti chiami?>>
<<Come ti chiami?>> ha risposto subito l’ombra.
<<L’ho chiesto io a te.>>
<<Io a te!>> ha ribattuto l’ombra.
<<Va bene …>> ha sospirato il ragazzo <<mi chiamo Lorenzo. Tu?>>
<<Lorenzo.>>
<<Lorenzo anche tu?>>
<<Sì.>>
<<Va bene.>>
<<Lorenzo io ammazzo anche te. Capito?>> ha detto a quel punto l’ombra, facendo rabbrividire il ragazzo.
<<Ma perché?>>
<<Perché sì!>>
Lui a questo punto ha sospirato con esasperazione <<Va bene. Ma prima dimmi una cosa. Hai detto che hai ucciso i miei amici.>>
<<Sì!>>
<<E anche mia madre?>>
<<Anche mia madre!>>
<<Anche … la tua?>>
<<La tua! Anche tua madre!>>
A quel punto il ragazzo ha aggrottato la fronte con sospetto. Questa ombra parla in maniera strana. L’aveva capito fin da subito ovviamente, è difficile da ignorare lo strano modo di parlare dell’ombra, ma più ci parlava più si rendeva conto di alcuni dettagli particolari.
<<Lorenzo!>> la voce di Nadia lo aveva raggiunto dal corridoio; era andata a vedere dove fosse finito <<Che fai? Allontanati da lì! È pericoloso!>>
Lorenzo l’ha guardata con un misto di noncuranza e stanchezza <<Tanto da qui non esce.>>
<<LORENZO IO AMMAZZO ANCHE TE!>> ha urlato a questo punto l’ombra.
<<Zitto, brutto … mostro!>> ha urlato di rimando Nadia, ma l’ombra l’ha ignorata e ha continuato a urlare contro al ragazzo, senza mai smettere di battere alla porta che pian piano stava mostrando segni di cedimento e crepe.
<<Hai detto che hai la pistola, giusto?>> ha parlato Lorenzo a quel punto <<Forse conviene sparargli. Che dici?>>
Nadia ha guardato il ragazzo con un misto di indecisione e paura per qualche secondo, poi però ha annuito <<Hai ragione.>> ha detto <<Vado … vado a prenderla! Aspetta!>> e asciugandosi le mani ancora bagnate la donna si è messa a correre verso il salotto, posto dove aveva lasciato tutte le sue cose.
<<Hai la pistola, giusto? Ammazzo anche te!>> ha detto l’ombra a quel punto, ma il ragazzo l’ha ignorata. Era così stanco che anche prestarle attenzione era faticoso.
Nadia è tornata poco dopo con l’arma in mano. Hanno deciso che a sparare sarebbe stata lei, per sicurezza, quindi Lorenzo ha tirato fuori dalla tasca le chiavi dello sgabuzzino e ha sussurrato a Nadia di mettersi nella direzione opposta alla sua.
Il piano era molto semplice. Lorenzo avrebbe aperto la serratura e si sarebbe allontanato. L’ombra allora avrebbe abbassato la maniglia, avrebbe aperto la porta, sarebbe uscita e si sarebbe avventata su di lui, così come faceva sempre. A quel punto Nadia avrebbe dovuto sparargli.
La donna era terrorizzata dall’idea di dover sparare nella stessa direzione di Lorenzo, ma alla fine è stata convinta e il piano è stato messo in azione.
Tutto è andato liscio come l’olio. L’ombra si è comportata proprio come previsto. Ma questa volta c’era qualcosa di diverso nell’aggressore … quando è uscito da lì si è buttato addosso a Lorenzo con qualcosa nella mano … qualcosa di lungo e nero come il resto del suo corpo.
Quella strana protuberanza era affilata, affilatissima anzi. E anche se Lorenzo non se n’è accorto subito, quando è stato attaccato si è reso conto dei movimenti insoliti dell’ombra.
Non voleva prenderlo a pugni come il giorno precedente, né ha provato a strangolarlo come quello ancora prima.
L’ombra stava provando ad accoltellarlo. Quella protuberanza affilata era un coltello.
Ma prima che potesse usarlo, Nadia ha sparato.