Luna piena 2/3

Durata lettura: medio-corta

Samuel alza la testa dal banco. È ricreazione, tutti sono usciti fuori dalla classe tranne il professore, che sta disegnando sulla lavagna un gigantesco cerchio.
Samuel non riconosce quel professore ma non ci perde troppo tempo. Tira fuori il suo libretto segreto e lo apre. Le parole che trova scritte sono: “Corpo o sensi?”.
Un’altra scelta. Decide di optare per il corpo questa volta.
Le parole cambiano, e narrano di una storia macabra e triste. Da bambino Samuel è stato abbandonato in un orfanotrofio, era scoppiata la guerra, servivano soldati e servivano subito … e così degli uomini del governo erano venuti a prenderlo.
Gli hanno fatto cose tremende. Gli hanno slogato gli arti, lo hanno sottoposto a torture fisiche per aumentare la sua resistenza al dolore, gli facevano passare il tempo a meditare ed allenarsi: dopo un lungo allenamento fisico faceva riposare il corpo con la meditazione, finita quella tornava ad allenarsi, e così via per tutto il tempo.
Lo hanno fatto vivere per mesi e mesi al buio, così da fargli sviluppare il senso dell’udito; poi lo hanno fatto vivere per mesi e mesi con le orecchie coperte, così da affinargli il senso della vista. Gli hanno legato il braccio destro sulla schiena per costringerlo a imparare a scrivere con la mano sinistra; poi gli hanno legato una gamba, così da costringerlo a camminare solo con una e quindi a raffinare il suo equilibrio.
Lo hanno costretto ad uccidere animali piccoli, poi sempre più grandi fino a fargli uccidere la sua prima persona. Gli hanno insegnato ad usare ogni singola arma, e a trasformare ogni cosa in arma. Anche le cannucce potevano essere usate per scopi letali.
Da piccolo lo usavano come spia. Si infiltrava nelle basi militari nemiche, rubava informazioni, origliava discussioni segrete, assassinava generali disattenti … era un’ombra, il terrore notturno dei nemici della nazione.
Da adolescente lo mandavano sul campo. Non era armato solo di pistole o fucili, spesso usava anche altre armi, come i bastoni, le spade, i tirapugni … le armi cambiavano a ogni capitolo, lui comunque sapeva usarle tutte. Era un carroarmato, anzi di più, molto di più … valeva quanto un esercito intero.
Da adulto aveva raggiunto l’apice del controllo che un uomo può avere su di sé e ciò che lo circonda. Se da giovane era una perfetta macchina da guerra da adulto è diventato qualcosa di più … un angelo della morte.
Anche qui c’è un piccolo colpo di scena. Questo Samuel si è ribellato infatti, non voleva più servire il suo governo, ha così fatto un colpo di stato e ha preso il potere. I politici che lo avevano torturato erano scappati però, e così Samuel da inizio ad una lunga serie di rappresaglie e guerre per trovarli e stanarli.
La storia prosegue più o meno come la prima da qui in poi. Samuel, raggiunto il potere, schiavizza il mondo intero. Si fa adorare come un dio, le persone strisciano ai suoi piedi, e lui le schiaccia. Usa il loro sangue per fare qualcosa, una “grande opera”, e questa volta riusciamo a vedere quest’opera perché il sogno dura un po’ di più.
Il sangue viene portato sulla luna, e lì Samuel la colora personalmente di rosso.
<<FORTUNA!>>
Il ragazzo tira su la testa di scatto.
<<P-presente!>>
<<Sono contenta che tu sia presente, lo sarei di più se fossi anche sveglio però.>>
<<Ehm, sì, scusi, è che stanotte non ho dormito.>>
<<La prossima volta fallo allora. A scuola si viene per imparare, non per dormire.>>
Samuel si scusa ancora una volta e lascia che la lezioni continui. Ora che è sveglio e lucido è anche curioso. Il sogno che ha fatto … è davvero ciò che pensa che sia?
Prende in mano una penna e se la rigira tra le mani. Le dita si muovono seguendo uno schema che hanno fatto mille volte, e nel frattempo la penna rimbalza da una parte all’altra, sempre in bilico ma mai in pericolo. Samuel ha pieno controllo su quell’oggetto. Le probabilità che cada a terra per colpa sua sono dello 0.1%.
Prende un’altra penna, quella rossa, con la mano sinistra, e mentre con la destra continua a giocare con la penna nera con la sinistra inizia a disegnare.
Quanti minuti ci mette? Quattro? Cinque? Sul suo quaderno è appena apparsa una luna pressoché perfetta.
Ora è ambidestro.
<<Fra’…?>> il suo compagno di banco prende le sue attenzioni; ha un volto a metà preoccupato e a metà meravigliato <<Che ti succede oggi? Di che ti sei fatto?>>
<<Perché?>>
<<Da quando disegni? Con la sinistra poi.>>
<<Ehm …>> sentendo quella domanda a Samuel viene in mente la risposta più ovvia, ovvero il ricordo del momento in cui ha imparato a farlo … peccato però che quel ricordo è falso <<da piccolo.>> si limita a dire lui, confuso come non mai.
<<Ma che cazzo dici, fino a ieri neanche un cerchio sapevi fare!>> lo prende in giro l’amico con un sorriso <<Dai, che hai fatto? Ti sei preso gli steroidi per il cervello?>>
<<Ma tua madre ha gli steroidi. Io non ho preso niente.>>
<<E allora tutte queste cose come le spieghi?>> e l’amico indica il disegno iperrealistico della luna.
Talmente realistico da sembrare una foto.
Talmente realistico da sembrare fatto dal libro.
<<Io … non … non lo so.>>
L’amico allenta leggermente il sorriso <<Non sembri a posto fra’. Sicuro di stare bene?>>
Samuel lo mette bene a fuoco. Vede il suo amico … ma anche un possibile nemico. Che sia una spia? Un traditore? Un doppiogiochista? Non si può fidare.
Il suo sguardo evidenzia subito tutti i suoi punti scoperti. Occhi, mandibola, collo, petto … è troppo scoperto. Ed è anche troppo fragile, troppo magro, troppo debole. Potrebbe ucciderlo in 114 modi diversi e neutralizzarlo in 237. Ma perché ucciderlo? Potrebbe torchiarlo per ottenere una confessione e delle informazioni preziose. Ha delle penne e dei fogli a sua disposizione, con questi strumenti può portare il suo sistema nervoso al collasso totale.
<<N … no.>> Samuel inizia a provare nausea <<Non sto benissimo …>> si alza di colpo dalla sedia, traballando.
<<Fortuna?>> lo richiama la professoressa.
Samuel alza una mano in segno di scuse, con l’altra però si tiene la bocca.
Sente di star per vomitare.
Ha le vertigini.
Il mondo intorno a lui si fa sfumato mentre i ricordi del suo falso passato lo travolgono. I ricordi di un bambino soldato costretto ad allenamenti disumani, le torture che gli sono state inflitto e ha inflitto a sua volta, le urla dei suoi compagni e delle sue vittime, il sangue suo e di quelli intorno a sé, le lacrime, i combattimenti infiniti, l’odio ingiustificato, i massacri …
Il trauma della guerra lo colpisce in pieno, forte quanto pugno. E questo basta a fargli perdere coscienza.