Luna rossa 1/4

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In ospedale a Samuel viene diagnosticata una condizione mentale rarissima: la sinestesia totale. Con essa i medici hanno tentato di spiegare sia i suoi strani sogni, che l’evento che lo ha portato allo svenimento.
I medici spiegano ai genitori che ora i sensi del ragazzo sono collegati. Sentendo una canzone Samuel sente anche un odore, un sapore e vede pure delle immagini … e più la canzone gli piace più l’odore che sente è buono, più il sapore che prova è squisito e più le immagini che vede sono belle … ma se la canzone non gli piace gli altri sensi ne soffrono tanto quanto quello dell’udito.
I medici ipotizzano che Samuel potrebbe impazzire o addirittura morire a causa di questa condizione, e consigliano ai genitori di rivolgersi a medici specializzati operanti in larga parte in un’azienda medica molto famosa, la stessa che ha curato con successo le malattie genetiche nell’ultima decade.
Samuel si è svegliato come se ci fosse nato con la sinestesia però.
Inizialmente il mondo era solo più confuso del normale. Ogni cosa era amplificata per cinque volte. Vedere una foto significa anche sentirla sulla pelle, odorarla col naso, assaporarla con la lingua e sentirla con le orecchie. Tutti questi sapori e odori, questi suoni e questi colori … sono tutte cose che lui non aveva mai sperimentato prima. Per questo era confuso.
Per la prima volta vedeva colori che non erano compresi in quelli dello spettro visibile umano. Per la prima volta sentiva suoni che le sue orecchie non potevano captare. E i sapori e gli odori? Stessa cosa.
Era stato catapultato in un mondo che un essere umano normale non avrebbe mai retto. Ma lui ci è riuscito, ed è uscito dall’ospedale solo dopo cinque giorni di ricovero.
Ora è in camera sua. Ha compiuto diciotto anni, e dal momento in cui è andato in ospedale non ha più fatto sogni strani, neanche uno. Incubi occasionali o paralisi del sonno ne ha avute, ma quelle erano cose normali.
Il libretto è tornato ad essere vuoto nel mentre. Ora è senza nome ed ha la copertina di colore nero anziché rossa. È risultato essere un semplice diario tascabile, niente di più e niente di meno.
Samuel lo ha buttato dopo poco tempo, ormai era inutile tanto.
C’è solo una cosa che ha preoccupato Samuel di quel libretto. Le pagine erano tutte numerate, ma erano troppo poche per un diario. Si fermavano al numero venticinque.
Per il resto, la sua vita fino a questo momento è stata tanto fantastica quanto … noiosa.
Samuel aveva già un fisico considerato ottimo dai pari, era un appassionato di fitness, ma da quando è uscito dall’ospedale ha portato il suo corpo ad un livello superiore. Invidia e ammirazione si sprecavano, specie perché quel corpo non era lì solo per bellezza, poteva farci di tutto.
Samuel può ballare infatti, ogni tipo di danza. Può suonare ogni strumento. Può giocare a qualsiasi sport. E in ogni campo competitivo in cui si prodiga lui si dimostra essere il migliore, superiore sotto ogni singolo punto di vista a tutti i suoi pari.
Non è troppo felice di ciò però. Prima di tutto gli manca la competizione, perché adesso le sfide sono troppo facili. E poi non va fiero delle sue vittorie perché non sa se dipendono realmente da lui o dal suo “ospite silente”.
Poteva fare carriera in qualsiasi ambito sportivo e artistico, poteva diventare ricco e famoso, ma ha scelto di non farlo. Non si esibisce più di tanto neanche sui suoi social, infatti ha un largo seguito ma è decisamente contenuto rispetto a quello dei “grandi influencer”.
Sta pensando di fare il comune personal trainer in realtà.
Però è da giorni riflette sulle storie che ha visto in sogno. E ci sta riflettendo perché ormai ha una memoria d’acciaio, non gli sfugge nulla, neanche il più minuscolo dei dettagli. E uno dei dettagli che non gli è sfuggito è il fatto che nell’ultima storia, quella del medico, lui ha visto l’indirizzo della sua casa.
Ha cercato quell’indirizzo … e l’ha trovato. La casa è identica a quella che ha visto nel sogno. Ed è uno studio medico privato, proprio come nella sua storia.
Più ci pensa, più gli batte forte il cuore.
Non di paura però.
<<Ehi, Sam.>> dice il padre entrando in stanza <<Ma quindi sei sicuro?>>
Il ragazzo annuisce <<Sì. Non ti preoccupare. Tornerò subito.>>
<<Ma ci vai da solo laggiù? Una vacanza solitaria non è una bella vacanza.>>
<<Voglio passare un po’ di tempo per conto mio.>>
Il padre sospira <<Va bene … beh, spero ti divertirai. Allora io vado. Ti compro il biglietto nel mentre che torno.>>
<<Ottimo. Grazie papà.>>
Il piano è semplice: andare nella casa del dottore e assicurarsi che ciò che ha sognato non sia reale.