Luna piena 3/3

Durata lettura: medio-corta

Samuel è su una barella. A spingerlo è un uomo alto, non riesce a vederlo bene, indossa degli abiti scuri e cammina molto lentamente.
Ottimo. Ha tutto il tempo di leggere.
Apre il libretto, che questa volta inizia subito a raccontare la sua storia, senza preamboli.
Racconta di un giovane Samuel dato via dai genitori ad un orfanotrofio, che lo ha venduto ad un dottore. Il dottore in questione faceva cose orribili ai bambini, specie se erano delle bimbe, ma Samuel era un maschietto e quindi a lui toccavano gli esperimenti.
Gli è stato aperto il cervello. Il dottore ci ha giocato un po’ usando droghe pesanti e scariche elettriche. Quando aveva finito Samuel aveva il cervello completamente a pezzi e i suoi cinque sensi erano stati mischiati tra di loro.
Vedeva con il naso, udiva con la bocca, odorava con le mani … un casino. La vita di Samuel era diventata orribile, invivibile. Voleva morire. Chiedeva ogni giorno di morire. Il dottore era sadico e diceva di no però.
Registrava tutto e inviava dei filmati a una compagnia medica. Il suo era solo un esperimento. Lavorava con o per quella compagnia.
Samuel allora è stato costretto ad adattarsi a quella sua triste condizione, ma col tempo si è reso conto che i cinque sensi mischiandosi tra di loro avevano generato un senso in più. Il “sesto senso”.
Il dottore era felice. Batteva le mani. Ora Samuel aveva il sesto senso e quindi l’esperimento aveva avuto successo. Peccato che a quel punto Samuel non era più utile e pertanto doveva morire. Ma con l’aiuto del suo nuovo sesto senso, il ragazzo si è difeso dal dottore. Non è riuscito a vendicarsi però, l’uomo è scappato, ma Samuel ha giurato di riprenderlo.
Per cercarlo ha sfruttato il suo sesto senso per entrare in politica, e poi, una volta presi i poteri … la storia si ripete. Lui diventa immenso. I popoli vengono schiacciati. Il loro sangue viene usato per colorare la luna.
Ma questa volta non c’è nessuno a interrompere il sogno, quindi prosegue.
Samuel è sulla luna. Sta piangendo sangue. È triste perché aveva giurato vendetta, ma non è riuscito ad averla. I maestri di arte del primo sogno … spariti. Gli uomini del governo del secondo sogno … andati. Il medico di questo sogno? Scomparso anche lui. Eppure Samuel ha ucciso tutti gli esseri umani del pianeta Terra. Perché loro non apparivano tra la lista delle vittime?
Con orrore, Samuel si rende conto di una cosa. Per tutto questo tempo aveva dato la caccia a qualcuno che umano non era. E ora di umano ne rimaneva solo uno, da solo e sulla luna.
Si siede su di essa, poiché adesso quella è il suo regno. E da lì sopra osserva le forme di vita che stanno sotto. Le osserva alla ricerca degli uomini che lo hanno fatto soffrire ed è sicuro di trovarle perché pensa di essere nel punto più alto del cielo, crede che nessun altro sia più in alto di lui.
Ma si sbaglia. E la storia finisce con la triste consapevolezza che Samuel non deve guardare sotto, ma sopra, se vuole trovare chi cerca.
La storia finisce … ma il sogno no.
Il vero Samuel sta visualizzando questa storia tramite delle immagini, come se stesse vedendo un film, e l’ultima immagine che vede è una luna rossa, vigile e attenta sul mondo degli uomini come un occhio alla ricerca di qualcosa, alla ricerca di vendetta.
Appare una scritta in quel momento. “Installazione completata”.
Samuel quindi chiude il libro sapendo che non c’era altro da vedere, e alza lo sguardo verso l’uomo che sta portando la sua barella. Lo riconosce: è lo stesso che guidava la macchina al posto del padre, è lo stesso che stava disegnando alla lavagna al posto del professore.
<<Chi sei?>> domanda il ragazzo impaurito dal fatto che non può muoversi, è come paralizzato.
<<Noi non abbiamo un nome.>> risponde; ha un tono di voce immenso, sicuramente non normale, sicuramente non umano … è maschile però, almeno questo è riconoscibile <<Noi siamo ciò che facciamo.>>
<<E … tu cosa fai?>>
<<Io porto la civiltà ai popoli inferiori. Scrivo la storia usando il sangue dei perdenti.>> è la sua risposta <<E tu sei la mia nuova casa.>>
<<N … nuova casa? Che intendi dire?>>
<<Non allarmarti. Sarò un ospite silente. Di me non oderai mai parola, né se richiesta né se necessaria, e ciò è una promessa. Tuo è il compito di mantenermi al sicuro. Se mi perdi, cercherò una nuova dimora.>>
Samuel vorrebbe svenire … peccato che è già svenuto tecnicamente.
Non sa cosa fare. Non sa come scappare da quella situazione.
Ora pensa che sia davvero un demone. Pensa che lo voglia davvero possedere.
<<Sei … sei tu quello che … che scrive nel libro, vero?>>
<<Il libro era la mia vecchia dimora, brutta e angusta. Tu sei di gran lunga migliore, un’ottima penna con cui poter scrivere. Perderò alcuni privilegi in seguito a questo passaggio, ma con te son tornato a sentir gli odori e i sapori, e cedo volentieri l’onniscienza per il piacere di tornare a schiacciare a mani nude la debolezza altrui.>>
<<C-cosa?>>
Ma Samuel non riceve risposta, e la sua barella va avanti fino a quando il ragazzo non si sveglia.