Luna piena 1/3

Durata lettura: corta

Samuel apre gli occhi. È in una macchina, quella di suo padre. C’è una luna rossa nel cielo, ed è decisamente più grande del normale.
Si stanno muovendo, ma non è il padre a guidare. Non sa chi è. Non l’ha mai visto. E non lo farà.
Tira fuori il libretto dalla tasca e lo apre.
Dentro vede molte cose. Si muovono. È la prima volta che vede le lettere e le immagini muoversi. Lui le guarda immobile. Non può distogliere lo sguardo.
Le immagini formano delle scritte.
“Mente o Corpo?”
Sa che deve compiere una scelta, e sceglie la prima opzione.
Le scritte cambiano, e iniziano un racconto. Un racconto che parte dalla sua nascita.
Raccontano di come sia stato abbandonato dai genitori a un gruppo di artisti e mecenati che lo hanno “adottato” pagando. E con essi lui si è duramente allenato fin dall’età di un anno nell’uso di strumenti musicali e artistici.
La storia prosegue raccontando i suoi successi, è molto rapida ma Samuel la vive tutta … e vede come e dove ha imparato a disegnare, scrivere, suonare il flauto, il violino, a cucinare … ogni singola arte che esiste è stata appresa. E una volta raggiunto il picco massimo di perfezione artistica … un colpo di scena.
Esce fuori che Samuel era stato abusato dai maestri d’arte che lo avevano cresciuto, quindi ha cercato vendetta una volta adulto, ma non è riuscito a trovare i suoi vecchi maestri, erano scappati, e così è entrato in politica e ha preso il potere. Diventa prima un autarca, poi un dittatore vero e proprio, ma la gente lo adorava. Strisciava ai suoi piedi come avrebbero fatto con un dio.
Lui li ha schiacciati però. Ha schiacciato i popoli umani come formiche, trasformato le loro grida di dolore in cori celestiali, usato il loro sangue come inchiostro, i loro corpi come strumenti musicali, le loro città come tele da pittura … ha trasformato l’arte in morte e la morte in arte, e con tutto quel potere ha dato vita alla sua ultima grande opera.
<<Samuel?>>
Il ragazzo si sveglia con un colpo e lancia uno sguardo spaventato verso suo padre, che è al volante <<E-eh?>>
<<Stavi dormendo?>>
Lui si strofina gli occhi <<Forse.>>
<<Dai, vai. Siamo arrivati.>>
<<Sì. Grazie pa’, ci vediamo dopo.>>
Samuel esce fuori dalla macchina assonnato e stanco come non mai. Ed è anche deluso da sé stesso perché si era ripromesso di non addormentarsi prima di arrivare a scuola, einvece non appena si è messo in macchina è crollato.
Il sogno che ha fatto lo inqueta però. Da una rapida occhiata al libretto rosso, e nota che è vuoto e senza titolo, proprio come la prima volta che lo ha preso. Fa così perché è pieno di ragazzi qui in giro? Allora è davvero timido.
In classe Samuel non si ha avuto molte occasioni per dormire, però si è reso conto di molte cose … sospette.
La prima cosa è la sua scrittura. Scrivere appunti, così come stare attenti alla lezione, non è stato mai più facile e naturale di così. La mano si muove con una leggerezza incredibile, fa esattamente ciò che deve fare, la sua calligrafia è diventata così precisa da sembrare la scrittura di un computer.
Alla lavagna Samuel ha scritto altre cose, e notando la naturalezza con cui agitava il braccio ha deciso di osare di più … ha deciso di disegnare. E il risultato è stato incredibile. Ha disegnato esattamente ciò che si era immaginato, il braccio sembrava quasi muoversi da solo.
Inutile dire che la professoressa che lo aveva messo alla lavagna è rimasta stupita, ma a Samuel non importava molto dei complimenti, ne riceveva a decine ogni giorno sia dal vivo che sui social.
Era più interessato a capire il quando avesse imparato a disegnare e scrivere così bene. Se lo è chiesto, e nella sua memoria è apparso un ricordo … un ricordo palesemente falso, un ricordo di una realtà che non è mai esista, un ricordo che raccontava di come lui, da piccolo, si fosse allenato nell’uso di tutti gli strumenti artistici, dal pennarello al pianoforte.
Un ricordo falso che il suo cervello considerava vero però.