Il bambino

Il video sembra essere stato registrato con una telecamera semi professionale; la qualità delle immagini è molto alta, ma è chiaro che i filmati non siano stati in alcun modo editati; colori e inquadrature sono tutt’altro che pensati.
Il video inizia mostrando quella che sembra una spiaggia, ma a farlo è qualcuno che è pare essere sopra un’imbarcazione.
<<Ragazzi …>> dice la giovane voce di una ragazza <<vedete quella lì? Avete la più pallida idea di dove ci troviamo?>> l’inquadratura cambia e ora mostra il volto di una ragazza dai capelli scuri <<Io non lo so! Teoricamente qui non dovrebbe esserci niente! Ma lasciate che vi spieghi. Prima di tutto … è vero, non dovrei fare video in questo momento, sono in vacanza. Ma questo vlog è d’obbligo. Sono insieme a degli amici e stavamo facendo un giro in barca quando all’improvviso Mirco ci chiede di cambiare rotta. Lo abbiamo fatto perché ha insistito parecchio, e ci siamo allontanati dal molo e dalla terraferma. E poi …>> l’inquadratura torna a mostrare la spiaggia <<l’abbiamo vista! Quest’isola. Cioè … non so se è davvero un’isola, ma credo di sì. Fatto sta che qui non dovrebbe esserci della terraferma. Nelle cartine nautiche non c’è segnato nulla, e neanche nel navigatore della barca c’è niente. Internet non funziona purtroppo, quindi per ora è impossibile fare delle ricerche.>> l’inquadratura torna sul volto della ragazza <<Stefano, Mirco e Silvia sono scesi. Ora scendo anch’io. Voglio farvi vedere questo posto, è assurdo!>>
Detto ciò il video ci mostra il percorso che la ragazza segue per scendere dalla barca, che sembra più una piccola nave.
Raggiunge i suoi amici, che si trovano su quello che pare un piccolo molo munito di faro.
<<Guardate!>> dice la ragazza con tono emozionato <<È tutto bianco qui!>> e in effetti il molo in cui si trova è fatto di legno bianco, bianco quanto il faro e la sabbia della spiaggia <<Incredibile vero? È accecante!>>
Il video prosegue con i quattro ragazzi che camminano sul molo lasciandosi la loro imbarcazione alle spalle.
La prima cosa che fanno è dare un’occhiata al faro, ma il suo ingresso è chiuso e l’edificio sembra vuoto; non c’è anima viva in giro.
<<Attenti ragazzi>> dice uno dei presenti una volta arrivati al punto in cui devono per forza mettere i piedi sulla sabbia <<sarà bollente. Avete le ciabatte?>>
A quel punto una ragazza si china per toccare la sabbia con le mani per saggiarne la temperatura <<Oddio!>> esclama poi <<Ma … non è caldo.>>
<<Come no?>>
Uno dei ragazzi ci appoggia con paura un piede sopra, pronto a ritrarlo al primo cenno di calore, ma ciò non avviene; l’inquadratura si sposta sul volto del giovane, che sta ridendo con incredulità.
<<Cazzo.>> dice <<Ma è … morbidissima!>>
<<E non è calda?>>
<<No, è tiepida, ha una temperatura perfetta! Ed è super morbida!>> detto ciò ci salta dentro e ridendo inizia a rotolarci <<Ragazzi! Non sembra sabbia! Che roba è?>>
A quel punto tutti, compresa la ragazza che sta facendo il video, si tuffano nella sabbia. Tutti ridono al contatto con la sabbia, e sembrano piacevolmente colpiti dalla sua consistenza.
<<Sapete cosa sembra?>> dice la ragazza che sta facendo il video <<Sabbia cinetica. Avete presente quella che usano dei video ASMR?>>
<<Quella per i bambini?>> domanda l’altra ragazza.
<<Esatto, quella!>>
<<Oddio! È vero!>> esclama un altro <<Che figata!>>
<<Ma com’è possibile? Non è naturale quella sabbia.>>
<<No infatti. Non può essere sabbia cinetica. C’è n’è troppa!>>
<<Questa sembra sabbia normalissima in realtà. Però … non lo so, è troppo morbida, troppo figa!>>
<<È così strana …>>
I ragazzi iniziano così a giocare sulla sabbia.
Uno di loro si avvicina al mare, e toccando l’acqua chiama gli altri dicendogli che anche quella è “strana”. Avvicinandosi a lui gli altri hanno la stessa identica reazione, e iniziano a ridere e a tuffarsi tra le calme acque del mare.
<<Allora ragazzi>> parla dopo un po’ quella che regge la telecamera, rivolgendosi a coloro che dovranno vedere il video <<per farvi capire … questa sabbia è morbidissima. Ma proprio … SUPER morbida. Non sembra a prima vista, ma lo è. Ed è piacevole toccarla, capito? Camminarci sopra, schiacciarla con le mani … è bello. Soddisfacente. E lo stesso vale per l’acqua! È fredda, ma il freddo non ti da fastidio. Ti piace. È … strano. Strano ma bello. Ed è difficile da spiegare, dovreste stare qui per capire. Questa qui non sembra normale acqua di mare, è più … morbida. Sì, anche l’acqua del mare è morbida. Che strano, eh? So che non capirete, neanche io capirei, ma fidatevi che è così! Sembra … sembra di star nuotando in una nuvola. In un acqua super leggera e delicata. È incredibile.>>
Alla fine i ragazzi decidono di avventurarsi oltre la spiaggia, e dopo una breve salita si ritrovano su quella che pare una pianura infinita.
Davanti a loro c’è solo un piano coperto da dell’erba bassissima, un deserto verde perfettamente lineare e privo di qualsiasi cosa; il cielo è blu, il terreno è verde, e non c’è altro da vedere.
<<Che … cazzo …?>>
<<Siamo finiti in Paradiso?>> domanda uno dei ragazzi in tono scherzoso.
<<Forse. Chi lo sa, magari siamo affogati in mare e questa qui è l’Oltretomba.>>
<<Oddio, spero di no.>>
<<Beh non è male se ci pensi bene.>>
<<Ma non c’è niente!>>
<<Sì ma … senti l’erba. Sentila!>> esclama il ragazzo che sta parlando, iniziando a saltare <<Sembra un tappeto. Il terreno è morbidissimo!>>
<<Tutto è “morbido” qui.>> dice la ragazza che regge la telecamera avanzando lentamente all’interno della pianura <<Anche l’aria.>>
<<Eh?>>
<<Ci avete fatto caso?>> domanda lei <<Da quando siamo qui nessuno si è lamentato del caldo. Fino a poco fa stavamo morendo però.>>
<<Oddio, è vero!>> esclama l’altra ragazza alzando lo sguardo al cielo <<Il sole è lì … proprio lì! Ma non ci sta colpendo. Non troppo forte per lo meno.>>
<<Ci sta illuminando senza scaldarci. Per questo la sabbia è così fredda! Il sole non la sta scaldando!>>
<<Ma come cazzo è possibile?>>
<<Ci deve essere una sorta di protezione invisibile. Un vetro.>> dice a questo punto uno dei ragazzi <<Se ci fate caso qui non c’è neanche il vento.>> e poi indica il mare <<Vedete? L’acqua è ferma … non ci sono onde.>>
<<Impossibile …>>
<<Questo dev’essere un posto chiuso.>> continua quel ragazzo.
<<Che figata!>> esclama l’altro con visibile emozione in volto.
<<Sì, figo, ma non c’è niente qui purtroppo.>> è il commento dell’altra ragazza.
<<Secondo me questa è un’isola artificiale. Mi ricordo di averne sentito parlare su internet. È un’isola che si muove da sola, completamente artificiale. Ma è un luogo privato. Non dovremmo essere qui. Dovremmo tornare indietro.>>
<<E se invece andassimo lì?>> il ragazzo emozionato indica l’orizzonte.
<<Lì a fare cosa? Non c’è niente.>>
<<Come, non lo vedi?>>
<<Cosa?>>
<<Quella cosa lì.>>
<<Ma cosa?>>
<<Guarda!>>
I ragazzi si allontanano dalla spiaggia e si avvicinano ancora un po’ nella zona indicata dal loro amico, dopodiché i loro occhi iniziano a vedere ciò che sta venendo indicato.
<<Oddio, è vero! C’è qualcosa lì!>>
<<Sembra …>>
<<Puoi fare uno zoom con la telecamera?>>
<<Lo sto facendo, ma non si vede bene.>>
<<Dobbiamo avvicinarci per vedere meglio.>>
<<Dobbiamo per forza?>>
<<Perché no?>>
<<Perché noi neanche dovremmo essere qui.>>
<<Ha ragione. Dovremmo tornare indietro. Qui non c’è nemmeno internet.>>
<<Sì infatti. Dai, torniamo sulla nave. Tanto ormai sappiamo dov’è questo posto. Quindi per ora torniamo indietro, che ho fame, e se proprio ci va torneremo qui più tardi.>>
<<Stasera?>>
<<No, col cazzo che vengo qui di notte!>> esclama un ragazzo ridendo <<Domani al massimo. Se proprio dobbiamo.>>
<<Sì, è meglio domani. Di mattina presto. Portiamo anche gli altri, che dite?>>
<<Sì! Faremo una giga escursione! Saremo tipo degli esploratori alla scoperta del nuovo mondo! Che dite?>>
<<Non sembra male come idea.>>
<<E se domani l’isola non ci fosse più? Hai detto che si muove da sola, no?>>
<<Sì ma è troppo grossa per sparire nell’arco di un giorno. Non ha dei motori o qualcosa del genere. Semplicemente galleggia, e quindi si muove … ma lo fa lentamente.>>
<<E va bene. Torniamo indietro, chiamiamo gli altri e … tu stai facendo il video fin dalla barca, giusto?>>
<<Sì.>>
<<Perfetto. Se l’isola scompare avremo quello come prova. Possiamo anche caricarlo sul tuo canale. Anche senza editing. Che dici?>>
<<Si potrebbe fare, ma …se davvero è un posto in cui non dovrebbero essere forse è meglio di no. Qualcuno potrebbe fare storie.>>
<<Vabbè intanto torniamo, che stare qui mi sta mettendo ansia. Poi ne parliamo. Va bene?>> interrompe la discussione l’altra ragazza.
<<Va bene, andiamo. Torniamo in barca.>>
I ragazzi iniziano la loro discesa, ma nel farlo notano che uno di loro è rimasto sopra: sta guardando il minuscolo puntino all’orizzonte.
<<Mirco?>> lo chiama la ragazza che sta registrando il video.
<<Sì … arrivo.>> dice lui <<È solo che … secondo me dovremmo andare là subito. È un presentimento.>>
<<Tu sei pazzo.>>
<<Non lo so, ho questa sensazione.>>
<<Motivo in più per non andarci!>> dice l’altro ragazzo poco prima di prenderlo per la vita e tirarlo giù di peso; ridendo, urlando e azzuffandosi i due amici rolotano sulla sabbia di nuovo verso il mare.

Il video riprende all’interno dell’imbarcazione.
I ragazzi sembrano un po’ agitati adesso, ma non si riesce a vedere chi parla.
<<Dai, che palle!>>
<<E che cazzo vuoi da me? Non è colpa mia!>>
<<Sapevo che dovevi spegnerla prima di scendere.>>
<<Che cazzi dici? Ma ci sei mai salito qui sopra? L’hai mai guidata?>>
<<No, però so che se lasci accese le cose->>
<<Ma stai zitto, che è meglio!>>
<<Ragazzi, calma. Non è successo nulla di grave. Sarà stato un malfunzionamento del sistema.>>
<<Bene. E chi lo sistema?>>
<<Non lo so, prova a chiamare->>
<<Non c’è linea! Non possiamo chiamare nessuno! Neanche la radio funziona!>>
A questo punto l’inquadratura si sposta fino a farci vedere il volto della ragazza a cui appartiene la telecamera; è un po’ teso, ma non troppo; guarda l’obbiettivo della telecamera e alza gli occhi al cielo.
<<Stanno litigando.>> dice <<A quanto pare Stefano ha lasciato la barca accesa e ora la batteria si è scaricata.>> spiega <<Da quello che so questa barca è un modello nuovissimo, una di quelle che si guida da sola. È completamente automatica. Quindi c’è la possibilità che il problema sia soltanto digitale. Forse il computer ha avuto un problema o … EHI RAGAZZI! CALMATEVI! State calmi. Non c’è bisogno di urlare.>>
<<È lui che mi fa incazzare.>>
<<Ah, io?>>
<<Sì. Dici stronzate.>>
<<Vabbè, fanculo. Aggiustatela voi questa merda. Io vado a farmi un bagno.>>
<<Mirco!>>
<<Vado con lui. Tanto non sono d’aiuto qui.>>
Sulla barca a quanto pare rimangono solo la telecameraman e il ragazzo di nome Stefano, che pare essere il proprietario dell’imbarcazione; la telecameraman si avvicina a lui inquadrando il pannello di controllo della nave, che però è acceso.
<<Quindi …?>> chiede.
Stefano sospira con nervosismo <<Quindi cosa?>>
<<Andiamo?>>
<<Dove?>> esclama lui con frustrazione.
<<A farci un bagno. Stare qui a guardare questi schermi non cambierà nulla.>>
Lui lancia un sonoro sospiro <<Devo capire che è successo. Non si è spenta, capito? È accesa. Il motore è acceso. È tutto funzionante. Semplicemente->>
<<Non parte.>>
<<Esatto! Si è bloccata e non so il perché.>>
<<Forse dirò una cosa stupida ma … che ne dici di spegnerla e riaccenderla?>>
Stefano sbuffa con fastidio, ma alla fine gli sfugge un sorriso divertito <<Sì Giulia, è stupida come cosa.>> commenta <<Comunque no … non si vuole neanche spegnere.>>
<<Quindi è proprio bloccata. Completamente.>>
<<Già. Non risponde più ai comandi. A nessun comando.>>
Giulia a questo punto porta la telecamera ad una finestra, dove è possibile vedere Mirco e l’altra ragazza nuotare in mare.
<<Quei due si stanno divertendo senza di noi.>>
<<E lasciali fare. Io … devo sistemare quest’affare. Non voglio restare qui per troppo tempo.>>
<<Ma è bellissimo qui.>>
<<Giulia …>> Stefano pare avere un tono di voce molto preoccupato <<questo posto … quest’isola …>>
<<Lo so. È privata.>>
<<Esatto.>>
<<Se il proprietario ci becca gli diremo che siamo finiti qui per caso. Ho anche il video che lo dimostra. Perché ti preoccupi tanto?>>
<<Ho paura che questa sia l’isola fantasma.>>
<<L’isola fantasma?>>
<<Sì … quella dove spariscono le persone.>>
Giulia si mette a ridere <<Davvero? È per questo che sei così preoccupato?>>
<<Sì.>> ammette lui.
<<Oh, ma dai. Non ho mai sentito parlare di un’isola fantasma io.>>
<<Tu non navighi mai, io sì.>> è la sua risposta <<E comunque ho fame, quindi>>
<<Capito. Non ti stressare troppo però. Rilassiamoci un po’ … questo posto è magico, sarebbe un peccato abbandonarlo così di fretta. Godiamo ancora un po’ la spiaggia, poi vediamo di risolvere questo problema. È tutto acceso dopotutto, quindi probabilmente il computer della nave si è solo bloccato un attimo … il mio computer lo fa sempre. Tornerà a funzionare, dagli solo un po’ di tempo.>>
Detto ciò i due ragazzi si scambiano un bacetto, dopodiché Giulia interrompe la registrazione.

Quando il video riprende, la situazione è cambiata. Drasticamente.
La luminosità è bassissima e la voce di Giulia è palesemente tesa; si sentono i pianti sommessi di una ragazza, e la voce delicata di Mirco che cerca di consolare l’amica.
<<Ehi ragazzi>> parla Giulia alla telecamera, a bassa voce <<si è fatta notte. E no, Stefano non ha risolto il problema. Ancora non siamo riusciti a far ripartire la nave. Vista la situazione volevamo passare la notte in spiaggia a vedere le stelle ma …>> l’inquadratura cambia e si sposta verso una finestra <<visto? Forse da qui non si vede bene, quindi vi porto un attimo fuori …>>
<<Ehi, dove vai?>>
<<Faccio subito.>>
<<No, no! Che cazzo fai?>>
<<Calmo. Esco ed entro. Davvero. Tanto non c’è nessuno lì fuori.>>
<<E tu che ne sai?>>
<<Anche se ci fosse già ci avrebbe visto, quindi che importa?>>
Detto ciò Giulia esce dal ponte di comando della nave, e una volta fuori mostra una cosa sconcertante.
<<Visto?>> chiede <<Strano è? Sembra di essere dentro una scatola, vero? Non si vede niente! Secondo voi cosa sto inquadrando ora?>> domanda mentre lo schermo è totalmente nero <<Qui dovrebbe esserci la spiaggia. Mentre qui … il cielo. E qui c’è il mare. Lo sentite? No, vero? Perché non c’è vento e l’acqua non si muove. Sembra di essere nello spazio, sospesi nel nulla più assoluto.>>
Giulia ha ragione. Non si vede assolutamente niente. È così buio che lo spostamento dell’inquadratura è a malapena percettibile, e molte volte neanche si nota.
<<Solo la nostra barca è visibile.>> aggiunge Giulia, tornando a inquadrare sé stessa <<Ma solo perché dentro la luce funziona ancora. Ma per il resto … sembra che sia scomparso tutto.>>
<<Giulia, entra. Dai, su.>> le dice Stefano a questo punto, e lei sospirando lo accontenta.
<<Va bene.>>
Una volta tornata all’interno del piccolo ponte di comando Giulia inquadra l’altra ragazza del gruppo e Mirco, che la sta abbracciando; il ragazzo fa un’espressione palesemente scocciata nel vedere la telecamera però, quindi l’inquadratura si sposta subito.
<<Dai …>> dice lui.
<<Che c’è?>>
<<È spaventata.>>
<<Lo sono anche io.>>
<<E allora smettila di giocare con quell’affare. Tanto non c’è un cazzo da vedere.>>
A questo punto Giulia se ne torna seduta al suo posto e torna a guardare l’obbiettivo della telecamera.
<<Beh … questa è la situazione. Mirco ha ragione. Non c’è niente da vedere qui. Non ci sono stelle, non c’è la luna … È tutto buio. Forse Stefano ha davvero ragione. Forse questa è un’isola fantasma e ora è scomparsa, chissà.>>
<<Ragazzi, domani mattina all’alba andremo via qui.>> annuncia Stefano ad alta voce all’improvviso <<Useremo le scialuppe.>>
<<Ma sei scemo?>> ribatte subito Mirco.
<<Hai idee migliori?>>
<<Sì, aggiustare la tua cazzo di barca, cosa che già avresti dovuto fare.>>
<<Beh, non posso. Quindi useremo le scialuppe, tanto la terraferma non è lontana.>>
<<E chi ci dice che le scialuppe non si fermeranno a metà strada?>>
<<Se succede useremo i remi. Non è un problema.>>
<<Ma non voglio remare!>>
<<E allora nuoterai.>>
<<Eccoli che ricominciano.>> parla Giulia alzando lo sguardo al cielo <<Non preoccupatevi, non sono seri. Fanno sempre così. Comunque … questa è la situazione. Ed è una brutta situazione. Silvia ha paura del buio, e lì fuori di buio c’è n’è tanto. Per questo sta piangendo. Dice di sentire delle voci provenire da lì. Delle urla, suoni di passi e catene … cose così. Credo sia traumatizzata.>> la ragazza sospira <<Comunque ora sono stanca. Vado a dormire.>>

Quando il video riparte non c’è nessuna presentazione.
La telecamera viene subito puntata verso la spiaggia, in particolar modo verso una figura lontana che sembra avanzare in modo lento.
<<Zoomma ancora.>> si sente dire Stefano.
<<È il massimo questo.>> risponde Giulia.
<<Cazzo.>>
<<Non è Mirco!>> dice la voce di Silvia, chiaramente immersa nel panico <<Non è … non è …>>
<<Calma, calma.>> cerca di tranquillizzarla Stefano <<Si sta avvicinando. Forse sa dov’è finito Mirco.>>
<<Chi è?>> domanda a questo punto Silvia.
<<Non lo so, ma è basso.>> dice Giulia con voce nervosa <<Di sicuro non è Mirco.>>
La telecamera viene lasciata sul posto e i ragazzi si allontanano.
La figura si avvicina sempre di più al molo nel frattempo.
Dopo diversi minuti Giulia torna a riprendere la telecamera.
<<Ragazzi …>> dice con voce chiaramente preoccupata <<non so che sta succedendo. Giuro che questo non è uno scherzo. Mirco è scomparso. Quando ci siamo svegliati non c’era. Lo abbiamo aspettato tutta la mattina ma non è tornato. E ora … c’è questo tizio che si sta avvicinando …>> nel mentre che parla Giulia scende di corsa sul ponte del molo, e una volta a terra punta la telecamera contro la figura che si sta avvicinando; ormai è così vicina che è possibile notare che in mano ha qualcosa, una borsa forse. O una palla.
<<Giulia … spegni.>> le dice Stefano, che è lì vicino.
<<Perché?>>
<<Te l’ho detto, questa è un’isola privata. Se scoprono che stiamo facendo delle registrazioni potreb->>
L’urlo di puro terrore di Silvia interrompe la loro discussione.
<<Ma cos- … ODDIO!>>
La telecamera cade dalle mani di Giulia rischiando di cadere in acqua; nel frattempo i ragazzi, tra urla e imprecazioni, sembrano risalire di corsa sulla nave per poi non uscire più. Dato che la telecamera è rivolta verso il mare aperto non è possibile comprendere cos’è che li abbia spaventati così tanto.
Passa del tempo.
Il video inizia leggermente a vibrare in modo ritmico, sintomo del fatto che la persona avvistava prima si è finalmente avvicinata abbastanza da far tremare il terreno.
Dopo un po’ i passi di quella persona diventano udibili; si avvicina lentamente senza mai fermarsi o rallentare; si ferma proprio davanti alla telecamera, ma è impossibile vederla da questa angolatura.
Qualcosa viene appoggiato a terra, qualcosa di pesante, dopodiché la telecamera viene prese e sollevata, ruotata verso l’alto e infine verso il basso.
<<Oh … ecco cos’è. Figo.>> dice una voce infantile; l’inquadratura ora viene ruotata fino a quando non riprende il volto di un bambino.
A giudicare dalla giovinezza del viso sembra un bambino che va dagli 8 ai 12 anni, maschio, pelle bianca, capelli ramati e chiari occhi grigi.
<<Ciao.>> dice, rivolto alla telecamera <<Parlo con la persona che un giorno guarderà questo video. Non so chi sei. Ma voglio che vedi una cosa.>>
Detto ciò sposta l’inquadratura in modo che riprenda il suo braccio sinistro, braccio che presenta un’insolita quantità di muscoli altamente definiti.
<<BOOM!>> dice poi il bambino, flettendo il braccio e gonfiando un bicipite dalla robustezza inaspettata; dopo aver rigirato il braccio un paio di volte il bambino abbassa l’inquadratura sul petto, mostrando dei pettorali altrettanto eccezionali, e poi sull’addome mostrando addominali raffinatamente scolpiti.
Il bambino sembra essere nudo, totalmente. E mentre che l’inquadratura scende per mostrare i muscoli incredibilmente allenati delle gambe, è possibile notare una cosa: sull’addome c’è un evidente, sebbene sfuggente, mancanza.
Questo bambino non ha l’ombelico.
Dopo aver mostrato le gambe il bambino torna a inquadrare la sua faccia <<Scommetto che ti è piaciuto.>> dice, dopodiché allontana la telecamera per cercare di riprendersi in modo completo; a giudicare dal suo sguardo sembra che si stia godendo lo spettacolo che lui stesso sta dando.
Grazie ai suoi movimenti è possibile capire il motivo per cui i ragazzi si sono messi a urlare e scappare.
Ai piedi del bambino c’è l’oggetto che stava reggendo in mano quando si stava avvicinando. Non è una borsa però. Né una palla.
È la testa di Mirco.

Il bambino sembra essersi affezionato alla telecamera. Dopo aver posato davanti ad essa per ben venti minuti di fila la sta ora usando per registrare la nave di Stefano.
Cammina lungo il molo inquadrando la nave, e quando finalmente nota i ragazzi che lo stanno guardando dalle finestre del ponte di comando lui usa lo zoom verso di loro.
<<Guarda quanto sono belle.>> dice il bambino alla telecamera <<Ti piacciono? Sono le mie prede.>> e detto ciò scatta all’improvviso verso la nave, e in un paio di salti atleticamente impressionanti si ritrova sopra l’imbarcazione.
A questo punto si sente l’urlo terrorizzato di Silvia provenire dal ponte di comando.
<<L’hai sentito?>> domanda il bambino inquadrando l’origine dell’urlo <<Mi stanno chiamando.>> detto ciò avanza ed entra senza troppa difficoltà nella stanza dove sono nascosti i ragazzi.
La prima cosa che si ode è la voce tanto spaventata quanto minacciosa di Stefano.
<<FERMO!>> intima al bambino; è in piedi davanti alle ragazze, mani aperte e messe davanti <<Fermati.>> ripete lui a voce alta, mentre dietro di lui sia Silvia che Giulia sono visibilmente nel panico e stanno facendo fatica a trattenere le urla <<Non so cosa>>
<<In ginocchio.>>
Queste parole dette con fermezza e tranquillità fanno calare il silenzio.
<<C … come?>> domanda dopo un po’ Stefano, evidentemente confuso.
<<In ginocchio.>> ripete il bambino.
<<P-perch-?>>
<<Fallo!>> urla Silvia, buttandosi a terra e con le mani in alto; sta tremando.
<<Ste …>> parla Giulia, con più calma; anche lei si sta abbassando <<fallo. Non sappiamo chi è né … né che sta succedendo.>>
<<Appunto!>> esclama Stefano con rabbia alla ragazza <<Perché dovrei mettermi in ginocchio?>> poi torna a guardare il bambino <<Chi sei tu, eh? E che cosa hai fatto a Mirco?>>
<<Mirco?>>
<<Sì, Mirco! MIRCO! Il mio amico! Quello che … quello che ti stavi portando dietro!>>
<<Dici l’uomo di cui avevo la testa?>>
<<Sì, lui!>> esclama Stefano con rabbia e tono crescente <<Che …>> la voce gli si incrina nel mentre il suo sguardo si abbassa un attimo, ma poi lo rialza e si concentra nuovamente sul bambino <<che gli è successo?>>
<<Si è rifiutato di obbedire, quindi l’ho punito.>> è la risposta del bambino <<Ora tocca a te obbedire. Mettiti in ginocchio. Voglio che mi baci.>>
Stefano rimane interdetto nuovamente <<C … cosa?>>
<<Mi hai capito. Ti do cinque secondi per obbedire.>>
Stefano a questo punto urla di rabbia e carica contro il bambino, che risponde con rapidità e prontezza; la telecamera purtroppo si è mossa con lui, quindi non è possibile capire che cosa esattamente ha colpito Stefano, ma deve essere stato un colpo abbastanza forte da avergli rotto la mascella perché quando la telecamera torna ad essere stabile lui è per terra, con la bocca storta in modo innaturale.
Le due ragazze urlano dalla paura, mentre il bambino avanza verso il corpo inerme di Stefano.
Lui è ancora sveglio, ma non riesce a muoversi.
Il bambino appoggia uno dei suoi piedi sopra al suo petto, dopodiché si filma nel mentre flette i muscoli in quella posizione di forza; il volto non lascia trapelare molte emozioni, ma è chiaro che si stia divertendo, a dircelo è il suo organo genitale.
Questo bambino sembra essere nell’età prepuberale, eppure il suo pene ha una dimensione abbastanza notevole, specie ora che si è gonfiato e indurito.
Dopo aver flettuto i bicipiti il bambino avvicina l’inquadratura al volto dell’uomo, ora deformato.
<<Bello, vero?>> dice rivolto alla telecamera mentre con la mano libera lo prende per la mascella e cerca di aprirgli la bocca a forza.
<<Lascialo in pace!>>
La voce di Giulia interrompe le azioni del bambino che si ferma e sposta la sua attenzione verso le ragazze; da questa angolazione è impossibile vedere né i volti nell’uno né quello delle altre.
<<Tu.>> dice il bambino alla fine <<Questa telecamera la reggevi tu. Sento anche il tuo odore qui sopra.>>
<<S … sì.>> risponde Giulia con un filo di voce.
<<Vieni qua.>> dice il bambino puntando contro di lei l’inquadratura della telecamera, ma Giulia non parla né si muove <<Mi hai sentito?>> continua il bambino <<Ti do cinque secondi. Poi vengo io da te.>>
Giulia ha un’espressione scioccata e sconvolta in volto, ed è rannicchiata in un angolo della stanza affianco alla sua amica. Dopo l’ultima minaccia decide però di muoversi, sebbene l’esitazione sia evidente.
<<Giulia, no …>> sussurra Silvia, ma è una supplica rivolta più a sé stessa che all’amica.
La ragazza si avvicina al bambino gattonando, continuando a fissare lui e la telecamera con terrore; il suo sguardo si ferma spesso in mezzo però, presumibilmente nel punto in cui c’è l’organo genitale del bambino.
<<Avvicinati ancora.>> dice il bambino, e quando la ragazza è praticamente sotto di lui la inquadra dall’alto verso l’alto <<Perché mi guardi il pisello? Ti piace?>>
Giulia scuote la testa in modo quasi impercettibile; sta tremando di paura, e sempre dalla paura è parzialmente paralizzata.
<<Sì che ti piace, non mentire. Alle ragazze piacciono i piselli, quindi anche a te deve piacere. Toccalo.>>
Giulia esita per qualche secondo, poi però decide di obbedire; la sua mano trema quando la allunga verso l’organo genitale del bambino.
Lo tocca con un semplice singolo dito.
<<E-ecco fatto …>> dice lei <<l’ho … toccato.>>
<<Muovilo..>>
<<C … cosa?>>
<<Piegalo.>>
Lei deglutisce, quindi ci prova; la forza che sta usando per soddisfare la richiesta del bambino è evidente, eppure l’organo genitale non si muove.
Giulia decide di provarci con due dita, dopodiché tenta di farlo prendendolo con l’intera mano, ma così facendo riesce solo a piegarlo leggermente e in modo quasi del tutto impercettibile; quell’organo genitale sembra possedere una resistenza fuori dal normale.
<<Sei debole.>> sentenzia il bambino <<Non ti meriti di toccarmi. Abbassa le mani.>>
Lei obbedisce subito, più sconvolta di quanto lo fosse poco fa.
<<Ora dimmi il perché stavi registrando prima.>> gli domanda il bambino.
<<In-in che senso?>>
<<Tu avevi la telecamera. Mi stavi facendo un video quando stavo venendo.>>
<<Sì …>>
<<Perché?>>
<<I-io … io sono una youtuber … faccio video di … di tante cose … quindi … io … stavo solo …>>
<<Fai video di tante cose, ma quali cose?>>
<<Beh, ecco … capelli. Smalto per le unghie. Trucco. Faccio video che parlano di quello.>>
Il bambino sembra confuso <<Capelli? Stavi facendo un video ai miei capelli?>>
<<N-no! No io stavo … io stavo solo registrando.>>
<<Ma perché?>>
<<N …>> la ragazza esita, poi scuote la testa <<non lo so.>> ma nel dire ciò viene colpita da un pugno sul volto.
<<Le persone non fanno le cose senza sapere il perché. Voi sapete sempre il perché. Quindi ora pensaci e dimmelo. Oppure ti tolgo i denti uno alla volta.>> dice il bambino indicando il pavimento, dove un dente appartenente a Giulia è chiaramente visibile <<Rispondi ora.>>
Lei torna a guardarlo; ha la bocca che sta sanguinando e uno sguardo perso.
<<Giulia …>> mormora Silvia da lontano, ma non aggiunge altro; ha uno sguardo completamente perso nel vuoto.
<<Io … stavo registrando perché volevo caricare questo video nel mio canale.>> risponde infine Giulia.
<<Canale?>>
<<Un canale youtube, sì. Te l’ho detto, sono una youtuber.>>
Il bambino rimane in silenzio per qualche secondo <<Ah … ora ho capito.>> dice alla fine <<E chi li guarda i tuoi video?>>
Giulia deglutisce <<Tante persone. Ho ventimila iscritti. Significa che almeno ventimila persone li guardano.>>
<<Ventimila?>> esclama il bambino <<Wow … sono davvero tante. Quindi tu sei brava a fare i video.>>
<<N … no … non lo so. Forse.>>
<<Allora prendi.>> il bambino le allunga la telecamera.
Lei esita inizialmente, ma alla fine la telecamera passa nelle sue mani.
<<C-che … che devo … farci?>>
<<Tu da ora sei la mia nuova telecamera.>> dice il bambino, dopodiché qualcosa di improvviso accade: la telecamera cade a terra, e sia Giulia che Silvia urlano a gran voce; Silvia dalla paura, Giulia dal dolore.
<<P … perché?>> dice Giulia dopo aver urlato per un po’.
<<Perché non ti serve.>> è la risposta del bambino <<Per usare la telecamera hai bisogno solo di un occhio. Quindi questo me lo prendo io.>>
<<S … sei … sei PAZZO!>>
<<E tu sei la mia nuova telecamera. Una telecamera umana. Quindi ora vieni qui e fai il tuo lavoro.>>
<<NO!>>
<<Obbedisci. Altrimenti ti staccherò tutti i denti. E poi le unghie. E poi i capelli. Capito?>>
<<N … no, ti prego, n->>
<<Allora obbedisci. E fallo in silenzio.>>
Passa del tempo, ma alla fine la telecamera viene nuovamente sollevata.
Ad averla in mano è Giulia perché il bambino è la persona che viene subito inquadrata.
Ora che è possibile vedere il suo corpo per intero è difficile non rimanere ammaliati dalla sua figura; il suo corpo è un elegantissimo e sublime ammasso di muscoli, accompagnato da un volto giovane e apparentemente innocente.
Malgrado i muscoli siano così definiti da fare paura la costituzione del corpo non è anormale, è snella come quella di ogni altro bambino, e ogni sua parte è perfettamente proporzionata, cosa che dona a quel bambino un’immensa, seppur surreale, bellezza.
Oltre alla bellezza, il bambino esprime un opprimente e pericoloso senso di potere. Il suo piede è ancora sopra al corpo dell’inerte Stefano, permettendo a lui di troneggiare con una posa tanto dominante quanto regale, mentre tra le dita di una sua mano sgocciola un bulbo oculare umano.
Sembra un piccolo ma spietato principe alla conquista di popoli deboli e indifesi, un bellissimo mostro in cerca di vittime ignare … e in tutto ciò il suo organo genitale è ancora duro, gonfio e perfettamente dritto.
<<Da questo momento avrai un solo occhio.>> dice il bambino <<E quell’occhio lo userai per guardare solo me tramite quella telecamera. E ogni volta che sarai troppo debole per fare il tuo lavoro, o per stanchezza o per altri motivi, verrai punita.>> e detto ciò porta con eleganza l’occhio che tiene in mano alla bocca e poi … lo ingoia <<Ti mangerò una parte di corpo diversa ogni volta che sarai punita.>> dice tornando a guardare Giulia <<Quindi ti conviene fare la brava.>>

Il video continua mostrando il bambino avanzare verso Silvia, rannicchiata in un angolo della stanza.
<<NO!>> urla lei <<NO TI PREGO, NO! NON AVVICINARTI! GIULIA! FAI QUALCOSA!>>
L’unica cosa che Giulia fa, però, è il continuare a registrare nel mentre che il bambino si ferma davanti alla sua nuova vittima.
<<Non stare ferma.>> parla lui <<Devi mostrare il mio corpo in tutta la sua grandezza. Devi mostrare ogni parte di me, e se non puoi devi mostrare le parti migliori di me. Quindi alzati e avvicinati, o dovrò punirti fin da subito.>>
Con palese sofferenza Giulia si alza da terra e si avvicina a quei due per riprendere meglio la scena.
<<G-giulia …>> dice Silvia guardando la sua amica <<c … cosa …?>>
<<Mi dispiace …>> mormora Giulia cercando di trattenere le lacrime.
<<Giulia …>>
<<Mi dispiace tanto.>> piange la ragazza <<Io->>
<<Giulia scappa.>> esclama a questo punto SIlvia <<SCAPPA!>> e detto ciò salta addosso al bambino <<SCAPPA! IO LO TENGO QUI!>>
Silvia viene sottomessa con estrema facilità però, e vedere la scena per intero lascia ben intendere la forza che il bambino è in grado di sprigionare … una forza chiaramente disumana.
Con le gambe il piccoletto immobilizza la ragazza a terra e le impedisce di usare le braccia, dopodiché … urina? La cosa più interessante di questo evento è il fatto che è possibile vedere il suo organo genitale muoversi da solo; fino a questo momento ha mantenuto un angolo di 90°, ma per urinare addosso alla ragazza si è abbassato da solo, muovendosi con la stessa rigidità che avrebbe il cannone di una nave.
Tutto ciò che Silvia può fare è girare la testa a destra e sinistra per evitare che l’urina gli entri nel naso, e anche in questo caso è possibile notare come l’organo genitale del bambino si muova da solo e in perfetta sincronia con la testa della ragazza; a quanto pare sta davvero mirando al suo naso.
<<Smettila di muoverti. Voglio solo farti la pipì dentro.>> dice il bambino dopo un po’ <<Se non vuoi che passi dal naso apri la bocca, sarà più facile e veloce.>>
La ragazza non si arrende, ma la sua è una battaglia persa; inizia a tossire, poi alla fine è costretta ad aprire la bocca per tornare a respirare.
Il bambino alza lo sguardo verso la telecamera con palese soddisfazione nel volto, quindi flette entrambe le braccia gonfiando i bicipiti e mettendo in bella mostra il suo fisico divino.
Quando il bambino termina di urinare anche Silvia si calma; ha smesso di agitarsi e non sta più urlando, ma ha uno sguardo sconvolto e completamente fuori fuoco.
<<G … giulia …>> riesce a mormorare dopo un po’ <<p … perché … sei ancora qui?>>
<<Silvia …>>
<<Scappa …>>
<<Nessuno scappa.>> dice il bambino tornando a concentrarsi su Silvia <<E ora guardami. Mi piacciono i tuoi occhi. Guardami.>>
Silvia mantiene lo sguardo sulla sua amica per qualche secondo, poi lo sposta verso il bambino.
<<Mi piacciono le tue lacrime.>> continua lui <<E mi piace anche il modo in cui mi guardi.>> si porta le mani dietro alla nuca <<Continua a guardarmi così. Continua. Mi fa sentire benissimo.>>
Silvia continua a guardarlo con inerzia mentre il respiro del bambino si fa più forte e intenso; dopo qualche secondo è possibile vedere il suo organo genitale iniziare a vibrare leggermente.
<<Brava. Guardami e piangi. Mi piace da morire. Se continui … ti darò un regalo.>> dice il bambino chiudendogli occhi <<Eccolo che arriva. Apri la bocca. È tutto per te.>> detto ciò dal suo organo genitale inizia a fuoriuscire quello che a tutti gli effetti sembra liquido seminale <<Tutto per te …>> ripete il bambino con un sospiro di piacere.
Silvia a questo punto decide di combattere e cerca disperatamente di evitare quella sorte, tornando ad agitare la faccia e a urlare.
<<Fai silenzio.>> dice il bambino <<E continua a guardarmi.>>
<<NO!>>
<<Devi. O ti strappo le palpebre.>>
<<Lasciami! TI PREGO!>>
Il bambino a questo punto tiene ferma la sua faccia con le mani e usando le dita scopre completamente un occhio impedendo alla sua palpebra di richiudersi, dopodiché il suo organo genitale prende la mira in modo automatico e sommerge l’occhio della ragazza in un fiume di bianchissimo sperma.
Lei urla dal dolore, ma le urla sembrano far vibrare il suo pene di più, che risponde con altre dosi di liquido seminale.
Quando il primo occhio è completamente sommerso il bambino passa al secondo, dopodiché guarda la telecamera con soddisfazione e torna a flettere i suoi muscoli mentre il suo pene continua a eiaculare senza controllo.
Come ogni altra cosa di lui, la quantità di liquido seminale che produce è esagerata; più lei urla e più lui ne tira fuori, e alla fine non solo gli occhi ma l’intero volto della ragazza viene coperto da una cremosa maschera biancastra.
Alla fine di quel disturbante evento l’organo genitale del bambino si affloscia e si ritira nell’arco di pochi secondi, mentre Silvia si arrende completamente al suo destino smettendo totalmente di muoversi.
<<Wow.>> dice il bambino alzandosi in piedi <<È stato bello. Mi è piaciuto un sacco. Mi divertirò tanto con voi.>> detto ciò il piccoletto avanza verso Stefano, lo prende per una caviglia e lo trascina fuori dal ponte di comando.
Giulia lo segue, e lo riprende mentre il bambino lancia di peso Stefano sul molo, come se fosse un sacco dell’immondizia.
<<Rimani qui.>> ordina il bambino a Giulia, quindi rientra nella nave e dopo pochi attimi esce fuori di lì con Silvia tre le mani; lancia anche lei sul molo, che a differenza di Stefano tossisce a causa della caduta e della botta subita <<Ora tocca a te scendere.>> dice il bambino a Giulia.
<<I-io … uso le scale.>>
<<Va bene.>> e detto ciò il bambino salta dalla nave dritto sul molo, atterrando in piedi con elegante noncuranza; il rumore prodotto dal suo atterraggio e l’incrinatura che i suoi piedi hanno lasciato sulle assi del molo lasciano intendere che il suo peso è superiore a quello dei ragazzi lanciati prima <<Scendi veloce.>> dice da laggiù rivolto a Giulia.
<<S … sì!>>
La ragazza scende normalmente dalla nave, e nel mentre lo fa è possibile notare una cosa interessante: la testa di Mirco, che era stata lasciata sul molo, è scomparsa.
Qualcuno deve averla presa.
<<Tu porti lei.>> dice il bambino a Giulia una volta che lo raggiunge; sta indicando Silvia <<Può camminare benissimo, però non può più vedere. Quindi falla alzare da terra e prendila per mano, la guiderai tu. Se si ribella o ti crea altri problemi dimmelo, la farò stare buona.>>
<<V … va bene.>>
<<Io invece porto lui.>> il bambino prende nuovamente Stefano per una caviglia <<E ora andiamo. Casa è lontana ma c’è una macchina che ci aspetta.>> e detto ciò inizia a trascinarlo verso la spiaggia.
Giulia inizialmente rimane ferma, poi si china su Silvia per cercare di convincerla a rimettersi in piedi e nel farlo si rende conto di una cosa … la nave si sta muovendo. È tornata in funzione.
A questo punto Giulia prende una decisione.
<<Ragazzi>> sussurra al microfono della telecamera <<questo non è uno scherzo. Veniteci a prendere. Vi prego. Non conosco le coordinate del posto, ma sul computer della nave vengono segnati tutti i movimenti che fa. Seguiteli. E venite. Vi prego. Fate veloce.>>
Detto ciò il video si interrompe per l’ultima volta.
Considerando che il video è stato ritrovato a bordo di una nave abbandonata, ipotizziamo che dopo aver interrotto la registrazione Giulia abbia tirato fuori il nastro con dentro il video e lo abbia lanciato sopra la nave prima che essa si allontanasse.
Purtroppo da lei e i suoi amici non sono più arrivate notizie.