Bianco – 2/5

Durata lettura: molto corta

N° 4 
Questo umano sta osservando con estrema attenzione il pavimento, per la precisione i suoi piedi. A differenza degli altri 9 soggetti, che stanno studiando la stanza avvicinandosi ai muri per capirne la forma, lui sta cercando di capire il perché il suo corpo non produca delle ombre.
Sotto ai piedi la ha l’ombra, ma è un’ombra innaturalmente precisa, come se la luce venisse perpendicolarmente dall’alto verso il basso. Ma guardando in alto non vede fonti di luce, così come non ne vede ai lati della stanza. Ma allora come mai è tutto così luminoso? Perché le pareti sono così bianche e lucenti?
“Strano” continua a ripetersi tra sé e sé. Lui è l’unico umano che sta facendo queste osservazioni, ma non mi stupisco. Era l’alunno migliore dell’istituto scientifico che ha frequentato, uno dei più svegli e dei più complimentati dai professori. Per questo non stupisce neanche il fatto che stia passando gran parte del suo tempo fermo e immobile al centro della stanza.
Non vuole solo capire da dove proviene la luce, ma avendo notato l’assenza di condotti d’ariazione ha ipotizzato la possibilità di morire a causa di mancanza d’ossigeno, quindi meno ne usa più tempo avrà per cercare di capire cosa sta succedendo.
Lui ,come tutti gli altri, ha paura. Non si ricorda nulla della sua vita, sebbene in realtà si ricorda di tutto. Il nome della scuola che ha frequentato? Non se lo ricorda. Ma sa perfettamente i voti con cui è uscito di lì. La città in cui ha passato gran parte dell’estate? Non se la ricorda, ma sa perfettamente di esserci stato. I volti e i nomi dei suoi amici? No … però si ricorda le loro sagome e i vestiti che indossavano.
Questa improvvisa assenza di memoria lo sta snervando e rischia di farlo andare nel panico. Com’è possibile dimenticare tutti quei dettagli? Nomi, volti, date … perché non si ricorda queste cose, ma si ricorda le forme e i colori? Non ricorda la faccia che aveva la sua fidanzata, ma ricorda perfettamente come si vestiva. Non ricorda il nome del suo cane, ma ricorda la morbidezza del suo pelo tra le dita.
“C’è qualcosa che non va …” dice, mentre il livello di panico aumenta “non sto sognando … sono certo che non sto sognando”.
Sa che dovrebbe continuare a stare fermo, sa che deve risparmiare energie e ossigeno, ma non ci riesce più. La mente sta perdendo lucidità a causa della paura, paura dell’ignoto, paura del non sapere cosa sta accadendo.
Prima ancora di rendersene conto sta avanzando velocemente verso un lato della stanza. Ha il fiatone e il cuore che batte a mille.
Non sa ancora in che modo, ma è certo di essere in pericolo.
Inizia a urlare.