Bianco – 1/5

Durata lettura: corta

N° 2 
L’umano apre gli occhi.
La prima cosa che vede è un soffitto bianco e candido. Non essendoci molto altro da vedere i suoi occhi non mettono a fuoco nulla, e per un po’ rimangono fissi sul soffitto senza muoversi.
Ci vogliono alcuni secondi prima che l’umano inizi a muovere braccia e gambe. Le trova sorprendemente leggere, a quanto pare non è abituato ad essere così reattivo quando si sveglia.
Ma non si tratta solo di reattività, ciò che prova è puro e semplice benessere. Le palpebre non sono pesanti, non ha né fame né sete, né freddo né caldo, non si sente né scomodo né stanco … sta bene. E non è mai stato così bene prima d’ora.
Il suo cervello non vanta lo stesso livello di benessere però. È confuso e stranito. Non solo non si è mai sentito così carico di energia dopo una lunga dormita, ma non ha neanche mai visto il soffitto bianco che ora sta guardando.
È talmente bianco da sembrare finto. E non c’è neanche l’ombra di una lampadina lì sopra.
Anzi, non c’è nessun tipo di ombra a dire il vero. Da dove viene la luce?
Si tira su. Il suo corpo è leggero, rilassato. Si sente come se avesse passato un intero giorno in un centro massaggi, ma questo non fa altro che farlo stranire ancora di più, specie perché adesso che si è messo seduto nota che non è solo il soffitto ad essere innaturalmente bianco … tutta la stanza lo è.
Stanza priva di qualsivoglia oggetto. Non ci sono mobili, finestre, lampadine, letti … non c’è nulla. Nulla.
Il cuore dell’umano inizia a battere più forte. La sua mente sta elaborando diverse domande e formulando altrettante ipotesi. “Sto sognando?” si domanda, ma sa già la risposta dato che il suo cervello è sicuro che questo non sia un sogno, neanche un sogno lucido.
I suoi livelli di stress aumentano. C’è un’altra cosa che lo sta spaventando infatti, ovvero la mancanza di vestiti. È completamente nudo, ma lui non va mai a dormire nudo, quindi non capisce come questo sia possibile. Inoltre sta cercando di ricordarsi cosa sia avvenuto la notte precedente, ma la sua mente non è in grado di generare nessun ricordo … c’è un vuoto surreale all’interno dei suoi pensieri.
Non si ricorda cosa ha fatto il giorno precedente, e neanche quello prima. Non si ricorda né con chi ha parlato né cosa ha mangiato. E continuando a pensarci su si rende conto di non ricordarsi neanche quando è stata l’ultima volta che è uscito o entrato in casa.
“Uhm … quale casa?”
Il cuore batte ancora più forte, il respiro si fa affannoso, quindi si mette velocemente in piedi.
Non si stupisce della facilità con cui si mette in piedi. Ha un corpo veramente atletico, per anni è stato invidiato dai coetanei per la sua costituzione e la definizione dei suoi muscoli, e si ricorda perfettamente anche il perché è in quelle condizioni atletiche: pratica nuoto a livello agonistico, e in passato ha frequentato con un certo successo anche dei corsi di karate.
Eppure non ricorda né i nomi né i volti dei suoi compagni di allenamento. Non ricorda i nomi e i volti dei compagni di scuola. Non ricorda i nomi e i volti dei genitori o delle ragazze con cui è riuscito a fidanzarsi nel corso della sua adolescenza. A dire il vero non ricorda neanche il suo di volto o nome.
Si guarda intorno cercando un appiglio a cui aggrapparsi: ci dovrà essere una fonte di luce da qualche parte, oppure un buco da cui entra l’aria. Giusto? Ci dovrà essere una porta, altrimenti come è riuscito ad entrare?
Inizia a studiare la stanza.