Seconda notte – 2/3

Durata lettura: corta

La paura mi sta paralizzando. Non so cosa fare. Intorno a me le persone stanno lottando per la loro sopravvivenza mentre io sono ferma dietro al bancone del bar a guardare la scena senza riuscire ad aiutare nessuno.
Il mio telefono sta squillando, ma non gli sto prestando molta attenzione.
Le sagome stanno entrando, una dopo l’altra. La cosa che più fa paura è che non esitano quando si muovono, né fiatono. Agiscono con una fluidità disarmante e sembrano instancabili.
Le prime sagome ad entrare sono state bloccate da Lorenzo e i suoi amici, ma quando sono arrivate anche le altre la situazione si è fatta più complicata. Una sagoma femminile ha preso per i capelli una donna, l’ha sbattuta a terra e ora la sta prendendo ripetutamente a pugni sulla testa.
Una sagoma maschile sta cercando di strangolare un uomo, mentre una delle donne che si occupava delle provviste sta tirando i capelli alla sagoma che ha preso di mira lei.
Inizio a notare una cosa però. Ogni sagoma prende di mira la persona a cui assomiglia. La sagoma di Lorenzo sta combattendo con lui ad esempio, e … wow. Stanno davvero combattendo. Quelli che vedo volare da parte della sagoma e del ragazzo sono ganci perfetti e calci rotanti. Il loro sembra uno scontro di arti marziali miste, privo di regole e protezioni però.
Una bottiglia si rompe. Mi volto verso la direzione del rumore e noto che …
O mio Dio. La sagoma dell’uomo che si era fatto dare la bottiglia sembra averne una a sua volta, una tutta nera però, ed è quella la bottiglia che si è rotta. L’uomo contro cui stavo lottando è per terra, privo di sensi.
La sagoma non perde un secondo di tempo, si china verso di lui e inizia a colpirlo sulla tempia con la parte più affilata della bottiglia. Dopo pochi colpi il cranio cede e il sangue inizia ad uscire.
Il mio corpo … non risponde. Non so cosa fare. Mi sento ancora più paralizzata di prima, ma ho il cuore che sta battendo così forte che mi sembra voglia esplodere.
<<A-aiuto!>> la seconda donna che si occupava delle razioni, un pochino più anziana dell’altra, corre dietro al bancone proprio dove sono io e sguscia dietro di me per nascondersi nella stanzina dove erano contenute le riserve di cibo.
La sua sagoma la segue poco dopo, solo che tra lei e il suo bersaglio ci sono io.
<<Oh … Dio.>> mormoro non appena mi rendo conto di cosa sta succedendo. Quella donna sta cercando protezione da me, ma io sinceramente non so proprio come dargliela. Fatto sta che dietro al bancone non c’è molto spazio, quindi la sagoma deve per forza togliermi di mezzo se vuole arrivare a lei.
Potrei scansarmi così da lasciarla passare volendo … ma se lo facessi la sagoma potrebbe comunque colpirmi e io sarei completamente indifesa.
No. Devo per forza difendermi. Ma come? Con cosa?
La sagoma ha i lineamenti della signora che mi è corsa dietro. È veramente difficile capire che forma abbia però, sembra davvero una semplice macchia nera certe volte, e la sua immagine non ha profondità a causa della mancanza di differenze di colore tra una parte e l’altra del corpo.
Corre verso di me. Non so dove siano le sue mani, posso solo intuirlo. Ciò che vedo è una macchia nera, bidimensionale e priva di sfumature venirmi incontro con preoccupante velocità.
Prima ancora di rendermene conto sto urlando, e l’urlo si fa ancora più forte quando la sagoma entra in contatto con il mio corpo. Sembra davvero di toccare una persona, la sensazione è quella, solo che è … fredda. Terribilmente fredda.
La sagoma usa la sua carica per provare a scansarmi con la forza. Questa sua azione mi prende alla sprovvista per due motivi: prima di tutto pensavo che mi stesse saltando addosso ed ero pronta a coprirmi la faccia e la testa; e poi non capisco dove siano le sue braccia, si confondono con il resto del corpo ogni volta che la prospettiva sovrappone i due elementi.
Non mi lascio scansare facilmente però. Non sembra avere molta forza questa sagoma. Mi prende alla sprovvista e rischia di farmi cadere di lato, ma riesco a spingerla all’indietro facendo cadere lei.
La sagola si blocca mezzo secondo, poi si rialza il più rapidamente che può e a giudicare dalla postura che ha sta ancora mirando alla signora.
Mi sta ignorando. Potrei ignorarla a mia volta. Potrei lasciarla passare, non mi farebbe del male. Sarei salva e al sicuro. La sagoma vuole la vecchia, non me.
Mi assottiglio per lasciarla passare, ma non appena sfrutta la mia mossa per provare a raggiungere il suo bersaglio io la spingo nuovamente contro il muro, questa volta però non la faccio cadere a terra ma provo a tenerla ferma lì tentando allo stesso tempo di mettergli le mani intorno al collo.
La sagoma combatte per liberarsi, ma come sospettavo non è molto forte.
La sto contenendo, ma non so per quanto riuscirò a resistere. Non sono neanche certa di quello che sto facendo. Le mie mani stanno stringendo quello che dovrebbe essere un collo, ma anche se la sensazione che ho è proprio quella di star strangolando qualcuno, non ne sono molto certa.
Questa sagoma non emette nessun tipo di rumore. Non parla neanche. Semplicemente si agita e …
Aaah!
La lascio andare portandomi subito le mani all’occhio sinistro. Dio che male! Mi ha infilato un dito in un occhio! Oddio, oddio, oddio che male!
Non finisce qui però.
Sento i miei capelli venir tirati all’indietro con così tanta forza da farmi perdere l’equilibrio, e un attimo a dopo sbatto la testa prima contro il muro e poi per terra.
Vedo di striscio un’ombra nera scendere verso il mio volto e subito dopo sento il peso di quello che dovrebbe essere un pugno sullo zigomo destro. Continuando a urlare mi rannicchio su me stessa e mi copro la testa con le braccia per proteggermi dai colpi in arrivo, ma quelli smettono di arrivarmi verso la testa e iniziano a farlo sul corpo.
In pancia, poi sui fianchi, sulle costole. Non sono forti né esageratamente dolorosi, ma tra l’occhio sinistro che non ci vede più e la testa che mi pulsa di dolore, non riesco a rialzarmi o reagire. Rimango ferma a farmi pestare.
<<BASTA!>> questa è la voce della signora delle razioni, e subito dopo averla sentita i colpi cessano.
Riesco ad alzare la testa e a guardare con l’occhio destro cosa sta succedendo, e noto che la vecchia è venuta in mio soccorso. La sagoma si è subito rigirata su di lei però, e ora sta provando a strangolarla proprio come stavo facendo io poco prima, solo che lei sembra riuscirci dato che la signora apre la bocca senza però emettere nessun tipo di urlo.
Sta morendo.
Devo … fare qualcosa …
Oppure … volendo potrei anche-
Qualcosa mi prende per i capelli e mi tira verso di sé. Urlo di nuovo a causa del dolore improvviso, ma vengo zittita da una serie di violenti colpi miranti al volto. Mi stanno nuovamente pestando, ma questa volta non è la sagola della signora a farlo.
Questo significa che-
Aaah! La mano che sto usando per coprirmi la testa viene colpita con così tanta violenza che sembra quasi che si sia bucata. A questo punto, spaventata dall’idea di star per morire, uso tutte le forze che mi rimangono per provare ad alzarmi da terra.
Ma non ci riesco. La sagoma che mi sta trattenendo lì è più forte di quella della signora, e sembra davvero intenzionata ad uccidermi. Mi sta colpendo sulla schiena, sulla nuca, sulle ginocchia, sta cercando tutti i punti scoperti più dolorosi possibili.
All’improvviso i colpi cessano. Il peso che ho sopra di me scompare.
Qualcuno mi ha salvata? Devono essere stati i ragazzi.
Sposto la mano dal volto per provare a vedere che fine ha fatto la sagoma ma ciò che vedo rischia di bloccarmi il cuore: sopra di me c’è un ombra nera enorme. Non capisco quanto sia distante, ma so che è davvero grande.
Pochi attimi dopo, quella macchia nera si schianta su di me, mirando al volto.