Primo giorno – 4/4

Durata lettura: molto corta

Questa stazione non è proprio il miglior posto in cui sostare. Ci sono un paio di bar, delle macchinette da cui poter comprare da mangiare, delle panchine in cui potersi sedere … ma poi non c’è nient’altro.
L’uscita della stazione da su un parcheggio enorme e aperto, apparentemente isolato da qualsiasi centro abitativo. Non vedo palazzi in lontananza, e neanche tante luci. Il parcheggio stesso non sembra munito di molti lampioni, quindi lì fuori è tutto molto scuro e cupo.
Spero che il nostro secondo treno arrivi in fretta … ma non credo accadrà, specie perché il primo è ancora fermo sul posto. Non si è mosso da lì, ma almeno le porte sono ancora aperte. Volendo potrei risalire e provare a dormire un po’ …
Però è meglio non fare cose stupide. Se proprio devo dormire preferisco farlo in un posto dove c’è altra gente, così almeno sono sicura che non mi succeda niente. E poi adesso non credo di potermi davvero addormentare. Certo, sono stanchissima, ma sono anche troppo nervosa. E non vorrei dormire mentre il secondo treno passa, rischierei di perdermelo e rimanere qui da sola come un’idiota.
<<Taxi! TAXI! Fermati!>> la voce di un uomo all’inseguimento di uno dei taxi della stazione ha preso la mia attenzione; quel poveretto sta inseguendo un taxi che a quanto pare non ha alcuna intenzione di fermarsi. E come biasimarlo? Chi avrebbe voglia di mettersi a guidare in questo momento?
Beh in realtà ora si potrebbe guidare abbastanza con calma. Le strade sono illuminate un po’ dai lampioni e un po’ dai fari, quindi è un po’ come guidare di notte, anche se … questa notte è molto più scura del normale. E poi c’è il cielo.
È da un paio d’ore che gli lancio sguardi impauriti e fugaci. Non ho il coraggio di guardarlo più a lungo di qualche secondo, mi sembra di star guardando il fondale marino di notte … e la cosa è spaventosa.
La notte in genere non mi fa paura, mi piace anzi. Il cielo non è maì così opprimente, si capisce che è “lontano” … questo cielo qui è diverso invece. È così buio che sembra sia un soffitto a pochi metri di distanza che un pozzo senza fondo. Guardarlo mi fa quasi venire le vertigini. Ho paura di poter iniziare a cadere là sopra per poi non fermarmi più.
Sembra davvero di star guardando il fondale marino.
E poi … come ho detto c’è qualcosa di strano lassù. Ogni volta che alzo lo sguardo al cielo il mio corpo vibra e inizia a salirmi l’ansia e il nervosismo. Quel cielo … è troppo strano. Non fa propriamente paura, ma mette un’angoscia incredibile addosso.
Prima ho provato a guardarlo per più di cinque secondi. Sembrava che si stesse avvicinando. Strano a dirsi ma è così, ho avuto come l’impressione che il cielo si stesse avvicinando a me.
O che io mi stessi avvicinando a lui.
Probabilmente è dovuto dalla totale assenza di luce. Guardare il fondale marino fa lo stesso effetto … credo.
Sbadiglio. Che stanchezza.
Forse … forse mi conviene riposarmi un po’. So che non dovrei. Non voglio perdermi il ritorno del sole, né vorrei essere derubata delle mie cose mentre dormo, ma in una situazione del genere non credo che qualcuno si metta a rubare le valige di qualcun altro.
Ho bisogno di chiudere gli occhi e far riposare la mente, anche solo per dieci minuti. Altrimenti rischio davvero di svenire.
Vado a cercare un posto in cui poterlo fare. Magari non troppo isolato, magari non troppo buio.