Primo giorno – 3/4

Durata lettura: corta

La situazione si è calmata dentro al vagone. Quasi tutti hanno smesso di urlare o piangere, rimane solo una bambina che continua a fare domande alla madre, una signora che sta singhiozzando e un uomo che sembra disperato perché la moglie non gli risponde al telefono.
Il treno procede abbastanza spedito, ma sono tesissima: ho paura di fare un incidente, ho paura che il treno non si fermi più e ci porti direttamente all’altro mondo, ho paura di quello che potrei vedere una volta scesa da qui.
Chissà dove saranno i miei amici ora. Chissà cosa stanno facendo i miei genitori. Dovrebbero venirmi a prendere nella stazione ma non so se con questa situazione possono farlo. Le strade saranno super intasate, posso solo immaginare la quantità di incidenti che le macchine hanno fatto.
Oddio … Mi sento come quando ho le farfalle nello stomaco, ma considerando la situazione direi che sono più delle vespe incattivite.
Accendo nuovamente lo schermo del telefono per controllare i nuovi messaggi: a parte mamma che mi chiede se sta andando tutto bene non ne ho molti altri. Su internet è pieno di video e foto spaventosi però, e probabilmente sarei in uno di quei video se non fossi su questo treno.
Quello che più mi ha inquietato e intristito è stato il video ripreso da una persona che si stava godendo il panorama che la sua stanza gli concedeva sul mare. Stava riprendendo le persone in spiaggia quando il sole è scomparso, e ciò che è successo è stato terribile: la spiaggia, la città intera anzi, è sprofondata nel buio più totale.
I lampioni, i fari delle macchine così come la maggior parte delle luci dei palazzi erano spenti inizialmente, quindi le uniche fonti di luce erano i telefoni … e il risultato è stato ovvio: gente che urlava nel buio e nessuno che ci capiva niente.
Chi ha fatto quel video si è anche lasciato cadere il telefono per terra inizialmente, è corso ad accendere la luce della sua stanza e poi è tornato sul balcone per riprendere il cellulare e filmare la situazione: il cielo era nero, ma la cosa più preoccupante è che anche la spiaggia era completamente nera. Salvo qualche lucina data dagli schermi e le torce dei telefoni, non vedevo nulla. Però sentivo le urla, sentivo le macchine che si schiantarono tra di loro e sui palazzi, sentivo la paura nella voce del registratore del video.
Ma quindi è vero. Non sono io che sto sognando. Il sole se n’è andato. Si è spento. O peggio. Magari è esploso.
Oddio, ancora non ci credo. Non ci posso credere. Non voglio crederci.
Che sta succedendo? È come dice quella signora? È la fine del mondo?
Magari è un eclissi. Una super eclissi. Forse il sole tornerà a breve.
Cerco dei video rassicuranti su internet, ma non trovo niente. Oltre a video di gente che va nel panico più totale non trovo nessuno che parla a mente lucida della cosa. Per ora non ci sono né informazioni né speculazioni.
Il treno rallenta. All’inizio non ci faccio troppo caso, ma poi il rallentamento inizia a diventare una frenata vera e propria, cosa che durante questa corsa non sarebbe dovuto accadere più di una volta, e fermata già l’abbiamo fatta.
Che succede ora?
<<Siamo arrivati?>> domanda la bambina che ho sentito prima, ma la risposta, per quanto data a bassa voce, pare essere negativa.
Ma allora perché c’è questo rallentamento?
Quando le porte del vagone si aprono abbiamo la nostra risposta: dobbiamo scendere.
<<NO!>> esclama a quel punto un ragazzo <<Io non scendo! Ve lo scordate! Rimango qui finché non riparte!>>
Non è l’unico a protestare questa decisione, ma chissà perché me lo aspettavo che sarebbe successo.
Guardo l’applicazione satellitare del mio telefono e noto che siamo in una stazione a metà tra il nostro punto di partenza e quello d’arrivo. Qui teoricamente non c’è una fermata per questo tipo di treno, ma non credo che nessuno avrà da ridire data la situazione.
Non ci stanno facendo scendere in un posto completamente isolato almeno.
Svogliata e con gli altri passeggeri che si lamentano, mi alzo in piedi e prendo la mia valigia: non vorrei scendere ma a quanto pare non ho scelta, e poi qualcuno è entrato nel vagone dicendoci che un altro treno verrà a prenderci non appena la situazione si sarà calmata, e che questo non poteva proseguire per problemi tecnici.
Spero sia vero perché non ho molti soldi con me.
Sono una dei primi a scendere dal vagone, e ho avuto la sensazione di starlo facendo di notte. Tutte le luci della stazione sono accese, e sopra di me non c’è il cielo fortunatamente, bensì un soffitto abbastanza … carino. Ondulato.
Non mi soffermo a studiare l’architettura della zona però, sono troppo nervosa, troppo ansiosa … e troppo stanca; intorno a me ci sono altre persone visibilmente spaesate e spaventate, e l’idea di dover aspettare un altro treno non mi piace per niente perché ho come la sensazione che finché non tornerà il sole quel treno non verrà mai.
E non so se il sole tornerà. Questa non è un eclissi.