Predatore 4/7

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Breve riepilogo del quarto anno di vita del soggetto sperimentale OgIT.
La creatura ha reagito molto bene ai periodi di deprivazione sensoriale, ma dal momento che non ha sviluppato nessun nuovo sistema di adattamento abbiamo deciso di spostare le nostre attenzioni su altre questioni.
Abbiamo notato che vedendo una ballerina eseguire una piroetta in un film, la creatura è stata in grado di replicare quelle esatte mosse alla perfezione senza il bisogno di un istruttore.
Incuriositi da ciò lo abbiamo messo dinanzi a diversi video di danza, e abbiamo notato che non ha problemi nel copiare perfettamente i movimenti che vede sullo schermo.
Nel corso dell’anno abbiamo esposto la creatura alla visione di molti sport, e il risultato è stato eccezionale. Il suo controllo del corpo supera ogni aspettativa preventivata dalla compagnia, ma vedendolo in azione ho avuto un piccolo dubbio.
Ho sottoposto il soggetto a un piccolo test per valutare il suo livello di comprensione dei movimenti che fa, e gli ho chiesto di farmi una capriola. Lui l’ha eseguita. Quindi gli ho chiesto di farmi una capriola diversa, una che non aveva mai visto ma che gli avrebbe permesso di superare un semplice ostacolo. Lui non è riuscita a farla.
Questo ha confermato i miei sospetti.
La creatura non capisce il significato né la funzione dei movimenti che fa, si limita ad imitarli esattamente come imitava le nostre parole quando ancora non sapeva parlare. Le capriole che faceva non erano sue, le aveva semplicemente copiate.
La creatura è in grado di camminare, correre e saltare in modo autonomo e personale però. Per anni l’abbiamo fatta muovere su piattaforme instabili e mobili, per anni è in uno stato di quasi costante movimento, quindi in realtà può creare dei movimenti in modo autonomo … bisogna solo spingerla a farlo.
Ho così creato una serie di nuovi esercizi a cui sottoporla, esercizi che per essere completati correttamente devono per forza di cose prevedere movimenti che lei non ha mai visto fare, come capriole un po’ più allungate oppure salti leggermente più creativi. Fallendo tali esercizi la creatura viene punita con la rimozione del senso del gusto per alcune ore, cosa che la terrorizza, molto più degli incubi notturni in cui poi la intrappolavamo.
A lungo andare questi esercizi hanno migliorato il suo livello di comprensione riguardante l’utilizzo del corpo umano, e una volta migliorato in ciò siamo tornati a concentrate le nostre attenzioni sugli sport, in particolar modo quelli da combattimento.
La prima fase è stata molto facile. Gli ho mostrato dal vivo tutte le tecniche di lotta fisica pensate dai sapiens grazie all’aiuto di diversi istruttori e maestri di arti marziali, e con il solo guardarle la creatura è stata in grado di ripeterle alla perfezione.
Abbiamo iniziato da pugni e calci, poi siamo andati avanti con calci volanti, ginocchiate, gomitate, testate, proiezioni e prese di sottomissione. Ci è voluto a malapena un giorno per insegnargliele tutte.
La seconda fase è stata molto più difficile della prima però. Lei sapeva dare calci rotanti, ma non sapeva quando farlo. Sapeva dare dei montanti, ma non sapeva né quando né il perché concatenare i colpi. La tecnica la possedeva, gli mancava il resto però.
Gli ho fatto eseguire decine di scontri con i suoi istruttori, ma lei non combatteva sul serio, seguiva un “copione”. Ho bisogno di farla combattere invece, di fargli usare l’istinto, la creatività e l’intuizione, e credo di sapere come. Per il prossimo anno ho in serbo tante belle sorprese per lei.
Ho rimandato al prossimo anno questo argomento perché il suo terzo paio di arti è finalmente entrato in funzione: le ali si sono schiuse, e la creatura può finalmente usarle. Gli ci sono voluti quattro anni di sviluppo, ma ora è in grado di tirarle fuori dalla schiena a comando.
C’è un piccolo problema ovviamente: non sa usarle.
Andiamo con ordine però.
Non appena mi è stato possibile le ho fatte analizzare. Sono ali riconducibili a quelle dei coleotteri, molto fragili a prima vista e decisamente taglienti ai bordi. Le ali le tiene ripiegate sotto le scapole, che per la maggior parte del tempo sembrano attaccate al corpo ma in realtà possiedono un’apertura a coperchio.
Le ali hanno le estremità affilate e taglienti come già detto, fatte di una lega metallica molto leggera (probabilmente la composizione dei bordi delle ali cambia in base alla dieta della creatura).
Le nervature delle ali sono molto robuste, e la creatura sembra molto sensibile a queste ultime, tanto che è visibilmente nervosa durante le ispezioni: odia quando qualcuno gliele tocca e solo la curatrice anziana, la sua preferita, può farlo.
Abbiamo passato gran parte degli ultimi mesi dell’anno a cercare un modo per insegnargli a usare le ali. Ora come ora è in grado di sbatterle, ma non abbastanza forte da prendere il volo. Lo abbiamo anche sottoposto alla visione di innumerevoli insetti volanti, ma non sembra aiutarlo più di tanto.
È anche vero che la deprivazione sensoriale doppia ha influito negativamente sui suoi tempi di apprendimento. Per il prossimo anno era prevista quella tripla, ma considerando l’eccezionalità della creatura ho deciso di interrompere qui gli esercizi sensoriali.
Dal prossimo anno inizieremo a concentrarci principalmente sull’uso delle ali e lo sfruttamento del corpo per andare a caccia. Abbiamo solo cinque anni prima della consegna, quindi non possiamo rallentare.
Dobbiamo andare veloci.