Predatore 3/7

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Breve riepilogo del terzo anno di vita del soggetto sperimentale OgIT.
La creatura riesce finalmente a comunicare con noi in modo efficiente. Parla come un cucciolo di sapiens normale, sebbene molti termini ancora non li comprenda. Fa molte domande, è molto curioso, e per ora sembra avere una buona memoria e una buona capacità di apprendimento cinestetico.
Abbiamo iniziato il processo di sviluppo mentale adesso: gli stiamo insegnando a leggere e contare, e come previsto la sua velocità di apprendimento è ben oltre la norma.
Quest’anno abbiamo anche iniziato l’allenamento sensoriale. Gli abbiamo fatto passare dei periodi senza uno dei suoi sensi, così da portare il suo corpo a sviluppare meglio gli altri.
I primi due mesi lo abbiamo privato della vista. Inibirgli gli occhi è stato semplice, e per la creatura è stata una tragedia. Ha rilasciato un’enorme quantità di feromoni d’allarme, e quando ha notato che non servivano a niente ha anche iniziato a urlare e chiedere aiuto vocalmente. Ciò non gli ha ridato la vista ovviamente, quindi si è costretta ad abituarsi alla nuova situazione.
L’abbiamo fatta muovere costantemente da cieca. Abbiamo iniziato con il testare la sua memoria e il suo equilibrio facendola salire su piattaforme instabili e semoventi, e andando avanti abbiamo testato la sua capacità di sfruttare gli altri sensi per sopravvivere e adattarsi ad ambienti sempre più ostili e punitivi.
È in questo periodo che il suo corpo ha eseguito le più alte e complesse forme di adattamento.
La cute ha sviluppato in pochi giorni dei ricettori in grado di percepire sia gli odori che i sapori. All’inizio era una cosa molto leggera, ma più i giorni passavano più la cute diventava precisa in quel lavoro.
Non sappiamo se la pelle registri il sapore dei cibi come le papille gustative della lingua, né sappiamo se un cibo toccato da una mano abbia lo stesso sapore di quando è toccato dalla lingua, fatto sta che la creatura da allora è in grado di capire se qualcosa è dolce, aspro o salato semplicemente toccandolo.
I ricettori olfattivi che ha sulla pelle sono estremamente potenti, riescono a percepire addirittura i feromoni lasciati da altre specie animali, sapiens in primis, e hanno raggiunto un raggio d’azione superiore a quello degli orsi e degli squali.
Da quando il corpo ha sviluppato questi due metodi per acquisire le informazioni che gli occhi non gli davano più, la mancanza della vista non è stata più un problema per la creatura.
Dopo i primi due mesi e mezzo gli abbiamo ridato la vista e gli abbiamo tolto l’udito. La creatura ha reagito in maniera più contenuta questa volta … ha fatto meno domande di prima e dopo pochi giorni si è anche comportata come se in realtà non avesse mai perso l’uso delle orecchie.
La verità è che la sua pelle era diventava ipersensibile alle vibrazioni dell’aria. Ora un sussurro che prima non era percepibile dalle sue orecchie viene percepito dal corpo, il che significa che la disattivazione dei timpani non ha provocato nessuna reale deprivazione sensoriale: sentiva comunque, semplicemente lo faceva tramite un’altra parte del corpo.
Grazie a questo periodo di sordità ciò che prima non poteva sentire ora gli è perfettamente udibile. Ad esempio lo abbiamo visto indicare una zanzara distante diversi metri da lui, zanzara che udiva volare quando le sue badanti neanche riuscivano a vederla con la vista.
Durante quei due mesi ha iniziato a sviluppare un proprio sistema di ecolocalizzazione. Schioccava le dita o la lingua, e ciò gli permetteva di capire la distanza e la forma degli oggetti intorno a lui. Abbiamo dunque iniziato ad allenarlo anche sotto questo punto di vista.
Lo bendavamo e portavamo dentro una stanza, e lì gli chiedevamo di nominare gli oggetti presenti senza doverli vedere o toccare. Inizialmente non ci riusciva, ma ora è in grado di identificare molte cose semplici, come ad esempio bicchieri o bottiglie.
Inizialmente eravamo preoccupati che il suo corpo stesse esagerando, rendere l’intera cute un enorme orecchio poteva provocare dei fastidi relativi all’udito, ma a quanto pare lui può controllare la sensibilità della sua pelle. Se è in un luogo rumoroso porta la sensibilità intorno allo zero, mentre se è in un luogo silenzioso la aumenta.
Volendo è anche in grado di abbassare la sensibilità solo di una parte di corpo e aumentarla nell’altra. Ad esempio gli abbiamo fatto appoggiare la mano destra sul petto di una curatrice per sentirne il cuore, e quella sinistra gliela abbiamo appoggiata sopra uno stereo messo a tutto volume.
Per sentire il suono del cuore della curatrice la creatura ha abbassato il livello di sensibilità alle vibrazioni in tutto il corpo (così da risultare pressoché sordo) mantenendolo alto solo sul palmo della mano appoggiata sul petto, e così facendo è stato in grado di sentire il battito cardiaco ma non la musica che usciva dallo stereo.
Ridato l’udito (ormai superfluo) lo abbiamo privato dell’olfatto per i successivi due mesi e mezzo, inibendo anche le capacità olfattive della sua cute per vedere se il suo corpo si sarebbe inventato un altro modo per adattarsi a questa nuova situazione.
A questo giro la creatura ha dimostrato di avere dei limiti perché non solo ha sofferto di più rispetto a quando gli abbiamo tolto l’udito, ma non ha sviluppato nessun sistema di adattamento particolare, cosa che ha reso quel periodo dell’anno molto sofferente per lui.
Si è adattato come farebbe un sapiens qualsiasi. Ha compensato la mancanza dell’olfatto con il senso del gusto, cosa che ha fatto all’inverso nei due mesi successivi, quando gli abbiamo ridato l’olfatto ma tolto il gusto.
Mi ricordo che la disattivazione delle papille gustative (sia quelle sulla lingua che quelle sulla pelle) lo ha fatto piangere per la prima volta nella sua intera esistenza. Il mangiare senza poter sentire il sapore delle cose che mangiava lo ha fatto passare interi giorni con le lacrime agli occhi. Non urlava né si lamentava, lacrimava e basta, e alla domanda “perché piangi?” lui rispondeva “ho fame ma non riesco a mangiare”.
In realtà poteva nutrirsi senza nessun problema, ma il non sentire il sapore del cibo lo disorientava così tanto che credeva di non star mangiando. In quel periodo ha anche passato molte ore a digiuno. Ha smesso di masticare i giocattoli, ha smesso di mettersi in bocca i sassi, ha smesso di dare la caccia agli insetti o agli animaletti che trovava in giro, ha anche smesso di leccare gli oggetti che li venivano dati (cosa che faceva per capire se ne valeva la pena di mangiarseli o no).
Finalmente abbiamo capito come punirlo in caso di trasgressione o delusione. Privarlo del gusto è l’unica cosa che gli ha davvero portato sofferenza, tanto da arrivare ad uno stadio simile alla depressione dopo il primo mese e mezzo di privazione; passava la maggior parte del suo tempo libero dormendo, e questo era dovuto dal fatto che mangiava sempre di meno e con sempre meno voglia.
Per la prima volta abbiamo dovuto imboccarlo per farlo mangiare, è stato veramente strano, le curatrici quasi non ci credevano.
La sua felicità è aumentata arrivati a due mesi di privazione però. È come se sapesse che di lì a poco il gusto gli sarebbe tornato, ormai si era abituato a questi cicli di deprivazione sensoriale, e anche se non gli avevamo mai detto cosa gli stava succedendo ha intuito che il prossimo senso perso sarebbe stato il tatto.
E così fu.
I giorni prima di perderlo si guardava le mani con preoccupazione, sapeva cosa stava per succedere, ma dopo averlo perso ha reagito molto bene.
È diventato quasi del tutto sordo, senza la possibilità di elaborare le vibrazioni dell’aria doveva affidarsi solo ai timpani per sentire il mondo che lo circondava, quindi ha perso l’utilizzo dell’ecolocalizzazione ma anche la possibilità di capire se qualcosa era calda oppure fredda.
La cosa che più lo ha fatto soffrire è stata la perdita dei ricettori del piacere. Carezze e pizzicotti non avevano più effetto su di lui, neanche baci o massaggi. Però poteva mangiare, e questo gli ha fatto tornare il sorriso. La prima cosa che si è divorato è stato un cesto pieno di fragole, ed era così affamato che si è anche mangiato il cesto … cosa che nei giorni precedenti alla deprivazione del gusto non stava più succedendo (specie perché la plastica non viene utilizzata dal suo corpo, quindi tende a ignorarla).
Terminato l’anno gli abbiamo ridato tutti i sensi. È stato un anno decisamente produttivo, perché abbiamo spinto il suo corpo a sviluppare in modo eccezionale la sua pelle, che ha adesso ha un’utilità ben maggiore di prima. Ha un super udito e un super olfatto, inoltre può finalmente godersi il sapore delle cose senza doversele mettere in bocca.
Rigirandosi per le mani una caramella ha infatti la possibilità di godere della sua dolcezza all’infinito, perché lo zucchero non si scioglie nella saliva. Molto spesso lo vediamo con in mano cose che vorrebbe mangiare, ma che non mangia: se le fa passare per tutte le dita, poi sulle braccia e anche sulla fronte e il busto. Praticamente le assaggia con il suo intero corpo, cosa che spesso risulta poco igienica.
Dobbiamo cercare di educarlo sotto questo punto di vista, non possiamo permetterci che vada in giro a fare scenate del genere.
Comunque a partire dal prossimo anno procederemo con una deprivazione sensoriale doppia. Gli toglieremo due sensi per volta. Sono curioso di sapere come reagirà, e se il suo corpo si evolverà ancora oppure se ha già raggiunto il suo limite.