Non nati 4/5

Durata lettura: corta

Il ragazzo che Simone ha consigliato ad Elia si chiamava Lorenzo.
Questo era un altro “non nato” avente la stessa età di Simone, quindi per loro è stato abbastanza facile parlargli della proposta che il direttore dell’orfanotrofio ha fatto ad Elia e Samuel.
Lorenzo non era un gran amico di quei due. Non li conosceva quasi per niente, sebbene delle volte vedesse Simone passeggiare per il cortile dell’orfanotrofio. Lui passava la maggior parte del suo tempo con una ristretta cerchia di amici, e da quando è diventato maggiorenne è stato più tempo fuori dall’orfanotrofio che dentro.
Malgrado ciò Simone lo conosceva. Lui conosceva tutti lì dentro.
Lorenzo era lo stereotipo vivente dei “non nati”: fisico scolpito, voti eccellenti, imbattibile negli sport, estremamente competitivo e determinato … il ragazzo ideale per andare in un centro di studio esclusivo come quello della DTC.
Lo hanno trovato nella palestra dell’orfanotrofio, luogo dove passa il suo tempo libero.
Da quando è nato a quel momento Lorenzo si è prodigato in diversi sport: calistenia, parkour, atletica, corsa libera, karate, tricking, jiu jitsu, grabbling e infine arti marziali miste. Prima di diventare maggiorenne questa sua passione per lo sport lo rendevano un ragazzo estremamente competitivo, ma una volta uscito dall’orfanotrofio ha capito che non poteva prendere parte a nessun tipo di competizione ufficiale e quindi ha spostato i suoi interessi altrove: quando Elia e Simone sono andati a parlargli i suoi piani per il futuro erano quelli di diventare un fisioterapista.
Ha ascoltato Elia e Simone in silenzio, e anche se inizialmente non sembrava interessato quando gli è stato detto che un certo “Samuel” avrebbe partecipato ha subito accettato. Quei due erano diventati amici a quanto pare.
Simone ha così terminato di fare la sua parte, per ora. Ha presentato Elia sia a Lorenzo che a Samuel, e si è congedato.
Ora spostiamo la nostra attenzione su Elia e i suoi due “nuovi amici”. Dopo che si sono conosciuti sono subito andati a parlare con il direttore dell’orfanotrofio, un uomo sulla sessantina.
Aveva un aspetto colto e saggio, dovuto probabilmente dalla barba e gli occhiali da vista.
I “non nati” non lo conoscevano molto bene. Il direttore se ne stava sempre per le sue nell’ultimo piano dell’edificio, dove c’era anche il suo ufficio. Nessuno entrava lì, né per essere sgridato né per essere premiato. La porta del suo ufficio era sempre chiusa, e a quanto pare non c’erano neanche delle finestre lassù … e neanche una maniglia. Era del tutto sigillata, accessibile solo a lui.
Quel giorno il direttore ha incontrato Elia e gli altri due ragazzi nell’atrio dell’orfanotrofio e ha risposto a tutte le loro domande.
<<Tra un mese ci saranno gli esami d’ammissione.>> ha detto alla fine <<Ci penserò io a inviare i vostri documenti, farò tutto io. Voi fatevi solo trovare pronti, perché verranno a prendervi in macchina.>>
<<Non sappiamo neanche di che esami si tratta.>> ha commentato Lorenzo.
<<Nessuno lo sa. Ciò che viene detto è molto poco, e quelli che già hanno fatto gli esami precedenti sono costretti a mantenere il segreto da un contratto.>>
<<Caspita … quindi non possiamo neanche prepararci o studiare qualcosa in anticipo.>>
<<No. Credo che sia stato fatto apposta per impedire imbrogli o robe del genere.>>
<<Capisco.>>
<<Comunque>> il direttore si è voltato verso Elia al termine del loro discorso <<abbiamo preparato una stanza per te piccolino. Così potrai stare qui fino a quando non ti verranno a prendere. Ovviamente potrai uscire e stare fuori anche tutta la notte … se lo vorrai.>>
<<Non … non sarebbe meglio mettermi nei dormitori insieme agli altri?>> ha risposto il ragazzo <<Sono ancora minorenne alla fine.>>
Il direttore è rimasto in silenzio per un attimo, poi si è voltato <<Fai come vuoi.>> ha sentenziato alla fine <<Se avete altre domande, fatemi chiamare dalla segretaria.>>
In quel mese di attesa non è successo nulla di speciale.
Samuel e Lorenzo sono stati totalmente esonerati dagli obblighi didattici che tutti gli altri ospiti dell’orfanotrofio dovevano rispettare, in più hanno anche abbandonato il loro lavoro. Hanno sfruttato tutto questo tempo libero passandolo in palestra oppure fuori a divertirsi.
Elia delle volte si univa a loro, e delle volte no. Non gli dispiaceva farsi qualche giro in centro di giorno, ma rifiutava ogni proposta di uscita notturna. Discoteche, aperitivi, cene fuori, cinema serali … tutte queste cose non lo attiravano per nulla.
In quel mese i ragazzi hanno anche fatto delle ricerche sul centro di studio in cui sarebbero dovuti andare.
Hanno scoperto che era stato costruito su un’isola, e che poteva ospitare un massimo di 25mila persone. Non esistevano immagini o video che mostravano il centro, neanche dalla lontananza. In compenso c’erano le testimonianze di tutti quelli che lo hanno frequentato e che lo stanno ancora frequentando.
Ogni anno il centro ammetteva solo 5 mila studenti che poi sarebbero rimasti lì solo per cinque anni, e per iscriversi era necessario non avere meno di 15 anni o più di 25.
In quel momento il centro godeva di ben 15 mila studenti.
I giorni prima dell’esame d’ammissione sono stati molto nervosi e ansiosi per i ragazzi. Il problema era che non sapevano cosa fare. Non avevano un reale obiettivo.
Cosa dovevano studiare per le prove scritte e orali? Storia? Economia? Letteratura?
E cosa dovevano allenare per superare le prove fisiche? La forza? La resistenza? La muscolatura?
Non avevano la più pallida idea di come prepararsi a quell’esame, e alla fine hanno deciso di non farlo.
La mattina dell’esame, quando la macchina promessa dal direttore era venuta a prenderli, si sentivano tanto pronti quanto impreparati.
I ragazzi a prendervi parte erano molteplici, ma fortunatamente ognuno di loro era stato numerato antecedentemente dai gestori degli esami, quindi tutti loro sapevano l’orario in cui si sarebbero dovuti presentare.
Samuel Lorenzo ed Elia avevano numeri diversi e lontani tra di loro, cosa che ha portato uno a doversi presentare di mattina e gli altri invece di pomeriggio. Questa informazione ha sollevato il morale dei tre inizialmente, pensavano di poter chiedere a chi già avesse fatto l’esame qualche consiglio e dritta, ma presto si sono resi conto del loro sbaglio.
Nessuno parlava dell’esame dalla DTC dopo averlo fatto.
E quando toccò a loro capirono il perché.