Non nati 2/5

Durata lettura: molto corta

La riconciliazione tra i due ragazzi non è stata troppo calorosa o emozionante. Simone conosceva Elia, ma non ha mai passato molto tempo assieme a lui. Erano amici, ma non molto stretti. E quando Elia è stato adottato si sono salutati con un bellissimo abbraccio e un semplice “buona fortuna”.
Il motivo di ciò era semplice: l’età. Elia aveva cinque anni in meno di Simone, cosa che ha impedito ai due di legare molto. Avevano amicizie diverse, lezioni diverse e corsi diversi, così come passioni e interessi diversi. Però dormivano assieme, nella stessa stanza, nello stesso letto a castello … e questo li ha portati a conoscersi e parlarsi un po’ nel corso del tempo.
<<Quindi?>> domanda Simone dopo i convenevoli <<Che ci fai qui? Non è un po’ troppo tardi per venire a prendere qualcosa che ti sei dimenticato?>>
<<Eh?>> è la risposta leggermente distratta del ragazzo.
<<Era una battuta.>> spiega subito Simone <<Alcuni tornano dopo uno o due giorni … per prendere delle cose, sai …>>
<<Sì. Sì, capisco.>> annuisce Elia; ha un volto tetro e un aspetto leggermente nervoso, cosa che spinge Simone a diventare molto più serio.
<<Che … succede? Perché sei qui?>>
Elia lancia uno sguardo strano al suo vecchio amico <<Tu …>> esita un attimo prima di continuare <<non sei stato adottato … eh?>>
A Simone sfugge un mezzo sorriso <<Sono stato fortunato. E poi comunque ero troppo vecchio. Quando te ne sei andato avevo diciassette anni. Che senso avrebbe avuto adottarmi?>>
<<Beato te.>>
<<A te è andata male?>> domanda a questo punto Simone <<Famiglia di merda?>>
<<No, anzi … mi è andata benissimo …>>
Simone abbozza un altro mezzo sorriso <<Ti ho visto sui social. Sei diventato famoso … più o meno.>>
<<Già.>>
<<E sei anche migliorato con il piano.>>
<<Un po’>> ammette Elia <<non abbiamo un vero piano a casa. Una pianola sì però. Suono quella.>>
<<Figo.>>
Cala un leggero silenzio imbarazzante, che Elia tenta immediatamente di rompere.
<<Quindi … ehm … Bea?>>
<<Andata pure lei.>>
<<Cazzo.>>
Simone fa una mezza risata <<Due anni dopo di te.>>
<<Scommetto che Giacomo se ne è approfittato, eh?>>
<<Nah. Quando sei andato via lei e Giacomo non si sono più parlati. Hanno litigato credo.>>
<<Gli sta bene a quel coglione.>> commenta Elia <<Cioè … no. Non è un coglione. Ma gli sta comunque bene.>>
Simone ride di nuovo <<Lui è ancora qui.>>
<<Ah sì?>>
<<Sì. Non è stato adottato. Tra due anni sarà maggiorenne e inizierà a lavorare.>>
<<A proposito, tu lavori giusto?>>
<<Sì. Da un po’. E visto che vivo qui metto i soldi da parte per comprarmi casa non appena esco.>>
<<E quanto tempo hai? Per uscire intendo.>>
<<Ho tempo fino a 25 anni. Non oltre. Per allora spero di avere abbastanza soldi per comprarmi almeno una baracca. Se non li spendo tutti in alcol.>>
<<Bevi?>>
Lui sorride <<Un po’ …>> dice con un sorrisetto colpevole.
Cade nuovamente un leggero silenzio, molto meno imbarazzante di quello di prima.
<<È stato bello rivederti, comunque.>> dice alla fine Simone, facendo capire al ragazzo che sta per dileguarsi.
<<Già. Ehm … mi avevi chiesto il perché fossi qui, no?>>
Simone si blocca un attimo, guardandolo dritto negli occhi <<Me lo vuoi dire?>>
<<F … forse.>>
Simone annuisce con aria comprensiva <<Vuoi … che ci sediamo? Al solito posto?>>
<<Sarà occupato.>>
<<Allora andiamo in camera mia.>>
<<Camera tua? Hai una camera?>>
<<Ti ricordi le stanze chiuse a chiave all’ultimo piano?>> domanda Simone con un mezzo sorriso <<Sono stanze private per i maggiorenni! E io ne ho una!>>
<<Figata!>>
<<Già.>>
<<Dai>> Simone fa cenno di seguirlo <<andiamo.>>
Prima di seguirlo Elia si lancia uno sguardo nervoso e preoccupato intorno, come se stesse aspettando qualcosa … o qualcuno.
Dopodiché avanza verso l’interno dell’orfanotrofio.