Nel nulla 2/5

Durata lettura: corta

Ho tirato fuori diversi fogli. Elia è ancora seduto davanti a me, pronto a rispondere alle mie domande. Ricordarsi quegli eventi lo sta rendendo nervoso, molto più del previsto. Sarà colpa del fatto che tutti i suoi conoscenti hanno cercato di farglieli dimenticare.
<<Dunque, quel pulcino … potresti descriverlo?>>
<<Beh, era un pulcino. Un normalissimo pulcino. Forse aveva il pelo un po’ più giallo del normale … era un colore molto forte il suo. Ma nulla di più.>>
Io annuisco <<E quand’è che avete iniziato a chiamarlo in quel modo? Quando lo avete soprannominato “Fenny”?>>
<<Un po’ di giorni dopo. Quando le cose hanno iniziato a farsi realmente strane.>>
<<Prima di allora era successo qualcosa di particolare?>>
Elia alza gli occhi in alto nel mentre ci pensa <<Uhm … vediamo … sono successe un po’ di ncose, tipo quando abbiamo cercato di dare da mangiare a Fenny.>>
<<Cioè?>>
<<Il primo giorno l’abbiamo lasciata a casa. Noi siamo stati fuori tutto il tempo e siamo tornati tardi, quindi non ci abbiamo pensato. Fenny non aveva mangiato …>> Elia si gratta la testa <<comunque noi non ci abbiamo perso molto tempo, Brigitte ha provato a dargli qualcosa ma poi la stanchezza ha preso il sopravvento e siamo andati tutti a dormire.>>
<<E Fenny dormiva con voi?>>
<<Ehm …>> Elia cerca di ricordarselo <<n … no.>>
<<Con i genitori di Marco allora?>>
<<Neanche … non ricordo dove dormisse. Credo che dormisse in camera con me e Marco ma … non ricordo bene.>>
<<Capito. Vai avanti.>>
<<Allora, il giorno dopo Brigitte ha provato a dare da mangiare a Fenny con più insistenza, non voleva che morisse di fame così a caso. Aveva cercato su internet l’alimentazione dei pulcini ma Fenny non voleva mangiare quella roba, anche perché molte delle cose descritte lì noi non le avevamo, e le poche cose disponibili non piacevano a Fenny.>>
<<Che voleva mangiare di preciso?>>
<<Carne.>>
<<Carne?>>
<<Sì. Lo abbiamo scoperto per caso. Abbiamo provato di tutto e poi per scherzo Marco gli ha messo davanti un pezzettino di prosciutto. Non pensavamo lo avrebbe davvero fatto, ma Fenny se lo è mangiato.>>
<<Gli piace il prosciutto quindi.>>
<<Sì. Gli abbiamo dato una fetta intera di prosciutto e lei se l’è mangiata tutta. Aveva fame.>>
<<E perché questo evento sarebbe strano?>> domando io.
<<Beh … prima di tutto i pulcini non mangiano il prosciutto. E poi dopo aver mangiato Fenny ha iniziato a … fumare.>>
<<Fumare?>>
<<Sì. Dalla bocca. Poco però, all’inizio non ce ne siamo accorti.>>
<<E quando ve ne siete accorti cosa avete fatto?>>
<<È stata Brigitte a rendersene conto. L’ha subito portata sul lavandino per farle bere dell’acqua, ma Fenny è saltata via e sono stato io a recuperarla. Mi ero spaventato tantissimo, pensavo si fosse fatta male. Era caldissima, come se …>> Elia fa un mezzo sorriso <<in quel momento ho pensato che avesse preso la febbre per colpa della botta che si era presa.>>
<<Un pulcino con la febbre?>>
<<Sì, lo so, che stronzata, ma è la prima cosa che mi è venuta in mente.>> dice il ragazzo sorridendo.
<<Va bene … ma quindi lei aveva paura dell’acqua?>>
<<Sì. Non si faceva proprio lavare. La odiava. Era una sporcacciona.>>
<<Ma Brigitte l’aveva lavata il giorno prima, o sbaglio?>>
<<S … sì. Tecnicamente lo aveva fatto. Comunque quella mattina non ci siamo riusciti. Fenny non ne voleva sapere. Peggio di un gatto. Ed era caldissima, tenerla in mano troppo a lungo era quasi impossibile, quindi l’abbiamo lasciata perdere.>>
<<Poi?>>
<<Poi … niente di particolare. Il padre di Marco era ancora arrabbiato per la scatola, quei due hanno litigato un’altra volta, e il padre alla fine è uscito dicendo di dover andare a parlare col mercante arabo, quello che gli ha venduto la scatola.>>
<<Sai dove si trovava questo mercant ?>>
<<No. Però … ecco, qui è successa un’altra cosa strana. Il padre ha preso le chiavi della macchina e l’ha accesa. Abbiamo sentito il motore noi, e abbiamo sentito la macchina allontanarsi. A pranzo lui ancora non era tornato e tutti noi abbiamo pranzato in salone, poi siamo usciti per andare in spiaggia.>>
<<Eh …?>>
Elia scuote la testa <<La macchina era lì.>>
<<Il papà era tornato?>>
<<Noi abbiamo subito pensato che fosse tornato, sì. Siamo andati in spiaggia senza farci troppe domande. C’era tipo una festa quella sera, avevamo programmato di andarci.>>
<<Ma …?>>
<<Ma non era tornato. Perché quella notte ci ha chiamato e ci ha detto che avrebbe fatto tardi.>>
<<E voi non vi siete preoccupati?>>
A Elia sfugge un sorriso <<Marco era totalmente ubriaco. Brigitte stava flirtando con uno e io con un’altra. Non eravamo connessi con la testa. E poi Tommy non ha chiamato noi, ha chiamato Sara. È stata lei a dirci che Tommy avrebbe fatto tardi. E lo ha detto perché era furiosa … non so il perché però. Cioè alla fine noi neanche eravamo a casa, quindi non ce ne fregava nulla giustamente. A lei ha dato fastidio però. Se n’è tornata a casa da sola in fretta e furia e ci ha lasciati da soli alla festa … non che ci dispiacesse.>>
<<E voi quando siete tornati quel giorno?>>
<<Tardi. Cioè … siamo tornati il giorno dopo. Era piena di gente quella festa e saranno state le cinque quando finalmente le cose si sono calmate. Abbiamo pensato di tornare, ma Marco voleva rimanere fuori a vedere l’alba quindi siamo rimasti in spiaggia per vederla. Poi ci siamo addormentati però. Quindi …>>
<<Capito. Cos’è successo quando siete tornati?>>
<<Oddio … allora ci siamo svegliati lì, abbiamo pranzato perché ci siamo svegliati all’ora di pranzo praticamente, e siamo tornati verso le tre o quattro. A casa le cose erano tranquille. Io e Marco siamo andati in camera nostra, Brigitte è andata a occuparsi di Fenny e … poi ci ha chiamati perché aveva bisogno d’aiuto con il pulcino e raggiungendola ci ha detto che il prosciutto era finito e non sapeva cosa dargli. Marco era infastidito, non gliene fregava niente di quel pulcino. Però Brigitte non voleva lasciarlo senza mangiare, e così ci siamo messi a provare diversi cibi. Abbiamo provato col salame, e gli è piaciuto. Se lo mangiava. Ha mangiato pochissimo però, molto meno del giorno prima. E mentre mangiava è anche arrivato Tommy che ci ha detto che non avremmo dovuto riempire Fenny di cibo, specie perché si era già finito tutto il prosciutto. Oltre a ciò non è successo molto quel giorno. Ma a ripensarci bene … c’erano tante cose che non andavano. Un sacco. Solo che noi non le notavamo. Eravamo tutti distratti. >>
<<Tipo?>>
<<Tipo il fatto che Fenny si era finita tutto il prosciutto. Però noi non glielo avevamo dato. E neanche Tommy, perché non gli avevamo detto che Fenny mangiava carne. E invece quando siamo tornati Tommy lo sapeva. Ed è strano perché neanche Sara lo sapeva. Quindi come lo ha scoperto? Quando? Ma la cosa più strana è stata quando abbiamo cenato insieme quella sera. Marco e Tommy stavano parlando e scherzando tra di loro, perché alla fine quei due si volevano bene. Brigitte e Sara giocavano col pulcino. E io ho sentito Tommy dire a Marco: “basta, non mangio più di tanto che a pranzo ci siamo ingozzati come maiali”.>>
<<E Marco cosa gli ha risposto?>>
<<Gli ha dato ragione.>> dice Elia <<E il discorso è cambiato subito. Niente di strano, no? Giorni dopo ho capito che quando Tommy ha detto “ci siamo” non intendeva solo lui e Sara … ma anche Marco. Pensava di aver mangiato con suo figlio.>>
<<Quando invece Marco non aveva mangiato a casa, aveva mangiato con voi.>>
<<Esatto.>>