Nel nulla 1/5

Durata lettura: corta

Entro in stanza.
Il ragazzo è seduto nervosamente sulla sua sedia. Ha le braccia sul tavolo e si sta letteralmente girando i pollici. Non appena si accorge che sono entrato mi lancia uno sguardo tra l’impaziente e il preoccupato.
<<Salve.>> mi saluta.
<<Ciao.>> è la mia risposta mentre avanzo e mi accomodo sulla mia di sedia <<Dunque … Elia, giusto?>> il ragazzo annuisce nel mentre io prendo la mia penna e il mio taccuino <<Sei qui per un interrogatorio speciale. La nostra conversazione verrà registrata, te l’hanno già detto, no?>>
<<Sì.>>
<<Bene. Hai mangiato, bevuto …?>>
<<Ho fatto tutto, grazie.>>
<<Iniziamo subito allora, non perdiamo tempo.>>
Appoggio sul tavolo il dossier che ho su di lui ed estrapolo con attenzione la prima pagina.
<<Dunque … Elia Gumiero.>>
<<Sì.>>
<<Ed hai …?>>
<<Sedici anni.>>
Lo osservo rapidamente; il volto corrisponde alla descrizione che mi è stata data. Capelli neri, occhi scuri, alto e magro.
<<Iniziamo dall’inizio. Raccontami un po’ cosa ci facevate voi in Grecia.>>
Il ragazzo fa spallucce <<Niente di speciale, eravamo in vacanza. C’era questo mio amico, Marco, che aveva una villetta delle vacanze su una spiaggia. Era piccola … però era figa. E mi ha invitato lì per un paio di settimane.>>
<<Marco Corsaro, giusto?>>
<<Sì.>>
<<Aveva fratelli?>>
<<Una sorella, Brigitte Corsaro.>>
<<Solo lei?>> domando guardarlo bene negli occhi.
<<Solo lei.>>
<<Uhm …>> abbasso lo sguardo sulla pagina <<Ha un nome nome interessante lei.>> noto io.
<<Ehm … il loro papà era inglese, forse per questo … Si chiamava Tommy.>>
<<E parlami di questo Tommy. Sembra che sia stato lui a iniziare tutto questo casino.>>
<<S … sì, più o meno.>> Elia si gratta la testa mentre tenta di ricordarsi l’accaduto <<Era tipo … cioè è tutto iniziato una mattina. C’era puzza di bruciato e Tommy urlava. Mi sono svegliato e sono corso in salone, dove c’erano lui e Marco che discutevano.>>
<<Litigavano?>>
<<Sempre.>>
<<Sai il perché?>>
<<No … cioè non litigano davvero loro. Il papà gli diceva che lui doveva studiare di più e che doveva dare il buon esempio … le solite cose da genitore. Niente di preoccupante.>>
<<Capito. E per cosa litigavano quella mattina?>>
<<Per una scatola.>>
<<Che scatola?>>
<<Una scatola di cartone. Era sul tavolo, ed era mezza bruciata. Dentro c’era della cenere e un pulcino.>>
<<Un pulcino, eh?>>
<<Sì. Fenny.>>
<<Capisco. E perché litigavano per questa scatola? Cos’era successo?>>
<<Tommy l’aveva comprata il giorno prima, o così diceva. L’aveva messa in salone la sera, ma di mattina l’ha trovata mezza bruciata.>>
<<E ha dato la colpa al figlio?>>
<<Esatto. Perché lui fumava. E Tommy odiava il fatto che fumasse. Quindi gli ha detto tipo: “sei stato tu, sei l’unico con l’accendino qui dentro!” e cose così. Stronzate ovviamente, cioè … alla fine se qualcuno voleva dare fuoco a qualcosa poteva prendere gli accendini che erano in cucina. Però il papà lo aggrediva ogni volta che poteva, ogni scusa era buona, quindi …>>
<<Quindi non era stato lui, vero?>>
<<No. Io e Marco abbiamo cazzeggiato tutta la notte, fino a tardi. Non è mai andato in salone. Quindi non era stato lui.>>
<<Sai dirmi qualcos’altro sulla scatola?>>
<<No.>>
<<E del pulcino? Perché c’era un pulcino dentro una scatola?>>
Elia ha fatto spallucce <<Non ne ho idea. Neanche Tommy lo sapeva. Lui diceva di aver comprato la scatola da un arabo. E dentro doveva esserci un verme. Un verme su della terra fresca. Invece ci abbiamo trovato un pulcino.>>
<<Uhm … Tommy ha comprato un verme quindi?>>
<<S …>> Elia si gratta nuovamente la testa <<cioè, non lo so. Lui ha detto così.>>
<<Se l’ha detto allora dev’essere successo.>>
<<Uhm … sì. E a quanto pare è stato fregato. Dentro il verme non c’era. C’era un pulcino.>>
<<Strano.>>
<<Sì, tanto. Anche perché io non l’ho visto uscire di casa il giorno prima. Capito? Lui non era uscito. Non poteva aver comprato quella scatola. È stato tutto il tempo a casa.>>
<<Tu eri con lui?>>
<<Ero con Marco e Brigitte.>>
<<E cosa facevate?>>
<<Eravamo sulla spiaggia, come al solito.>>
<<E non lo avete visto uscire.>>
<<No.>>
<<Potrebbe essere uscito quando voi non guardavate.>> propongo io.
<<Forse. Però Sara, sua moglie, ha detto che non è mai uscito. E lei è stato tutto il tempo con lui.>>
Io annuisco <<Capisco. Tornando a quella mattina … cosa avete fatto di preciso? Racconta.>>
<<Niente in realtà. Il papà ha detto di togliere di mezzo la scatola e la cenere, e noi l’abbiamo fatto. Brigitte ha pulito Fenny al bagno, perché era tutto sporco di genere … sporca anzi, è una femmina. E poi … niente. Abbiamo mangiato. Siamo usciti. Le solite cose.>>
<<Niente di strano?>>
<<No. Niente di strano. Brig ha fatto tante foto a Fenny però, mentre mangiavamo.>>
<<Foto? Posso vederle? A noi non sono arrivate.>>
<<Ecco … già … lei le aveva messe sul suo profilo. Le aveva postate. Però … in quel momento non ci stavo pensando, ma la notifica non mi è arrivata. Strano, lo so. Cioè io l’avevo messa tra i preferiti, quindi ogni volta che metteva una foto mi arrivava una notifica. Sempre. Ma quella volta non è arrivata. E neanche me ne sono accorto.>>
<<E poi …? Che è successo?>>
<<Niente. Non ho mai visto le foto di Fenny. Mai. Non sono mai apparse sul suo profilo. Neanche Marco le ha viste. Ora … cioè, ora la cosa mi sembra quasi “normale”. All’epoca non ci avevo neanche fatto caso invece.>>
<<E Brigitte? Cosa diceva di queste foto?>>
<<Ecco …>> Elia si gratta la testa con crescente nervosismo <<ha detto di non averle scattate. Però io l’ho vista mentre lo faceva. E anche Marco l’ha vista. Ne avrà fatte venti. Ha mangiato in ritardo per fare quelle stupide foto. Eppure lei ha detto di non averle mai scattate. Lo ha detto quando ormai le cose si stavano facendo strane però, quindi non ci abbiamo pensato più di tanto. Però, ora che ci penso … aveva ricevuto dei “mi piace” per quelle foto, l’ho visto dal suo telefono perché quando lo ha appoggiato sul tavolo vibrava e l’avvertiva dei “mi piace” in arrivo. Quindi qualcuno deve averle viste. Qualcuno le ha pure commentate. Forse qualche sua amica.>>
<<Capito…>>
<<Il resto del giorno è andato … normalmente diciamo. I casini veri sono iniziati dopo.>>