Maledico il giorno in cui mi รจ venuto in mente di invitarlo a casa. Mai mi sarei aspettato di ritrovarmi in una situazione cosรฌ โฆ surreale. Se qualcuno me lo avesse detto non solo non ci avrei creduto, ma lo avrei anche preso per pazzo.
Gioele โฆ non so il come sia riuscito a ridurmi cosรฌ, ma รจ successo.
Tutto รจ iniziato un poโ di tempo fa. Gioele si era trasferito da poco nella nostra scuola, e fin da subito si รจ dimostrato un ragazzo interessante: dopo pochi giorni giร parlava con tutti, era facilmente entrato nel gruppetto dei fighetti della classe, e cambiava ragazza quasi ogni mese; era il tipico teppistello di strada che passa i fine settimana in discoteca, si vestiva come uno spacciatore e non dava particolare importanza allo studio.
Io in realtร non ero neanche interessato a conoscerlo. Avevo i miei amici con cui parlare, la mia ragazza con cui passare il tempo, e i miei problemi a cui pensare. Inizialmente infatti lโho ignorato, e a parte un saluto ogni tanto non ci scambiavamo molte parole. Perรฒ cโera qualcosa in lui che fin da subito mi aveva attratto.
Le scarpe.
Per quanto possa essere imbarazzante ammetterlo ho sempre avuto un fetish per le scarpe, ma fino a quel momento guardavo solo quelle indossate dalle ragazze. Lui perรฒ mi ha fatto capire che in realtร sono attratto dalle scarpe sportive in generale, e quelle che si metteva lui erano le migliori in circolazione: sempre pulite, sempre lucide, e sempre in bella mostra dato che Gioele appoggiava i piedi sul banco della scuola o sulle sedie non appena poteva; delle volte lo faceva anche in presenza dei professori.
Gioele si era trasferito da poco nella nostra cittร , quindi in pochi lo conoscevano allโinizio. Col tempo ha iniziato a farsi un nome perรฒ, perchรฉ รจ presto entrato a far parte di un gruppo di teppisti piuttosto conosciuto: andavano in giro a fare risse e altre stronzate, e lui ne usciva sempre con qualche bella storia da raccontare.
Ad un certo punto รจ circolato un video. Non รจ diventato virale per sua fortuna, ma nella scuola lo avevano visto tutti tranne i professori. In quel video lui pestava un uomo che aveva piรน del doppio della sua etร , un quarantenne โฆ lo ha preso a pugni, ginocchiate e calci, ma solo dopo averlo messo al tappeto รจ iniziata la parte piรน โฆ โinteressanteโ.
Gioele lo ha umiliato in svariati modi: si รจ fatto prima baciare e poi leccare le scarpe, dopodichรฉ ha costretto lโuomo a baciare le scarpe dei suoi amici, e infine lo hanno presoa calci e insulti, arrivando addirittura ad urinargli addosso.
Orribile, vero? Quel video mi aveva disgustato allโinizio, perรฒ non lo avevo rimosso dal mio cellulare, anzi lo avevo salvato nel mio computer e ogni tanto me lo riguardavo โฆ per qualche strano motivo. ร stato grazie a quel video che ho saputo che lui รจ un amante degli sport da combattimento: fa jiujitsu, muay thai e kickboxing, e dice di aver fatto per anni judo e karate.
Quel video ha avuto un effetto strano sulla sua popolaritร . Al posto di dipingerlo come un bullo da evitare, รจ improvvisamente diventato il ragazzo piรน figo della scuola; i suoi profili social sono passati da una media di 200-300 seguaci a una media di 3mila. Il motivo รจ semplice: lโuomo che รจ stato pestato era un quarantenne che da ubriaco ha allungato le mani su una ragazzina, quindi Gioele รจ diventato una sorta di โvigilanteโ agli occhi dei ragazzi.
Quel video ha avuto un effetto strano anche su di me. Malgrado mi avesse fatto schifo inizialmente, da quando lโho visto la mia ossessione per le sue scarpe รจ aumentata. In quel video lui camminava sopra alla sua vittima, lo prendeva a calci, gli saltava sulla schiena, e lo costringeva a baciare e leccare le sue scarpe โฆ e a me rivedere quelle scene piaceva. Un giorno ho addirittura sognato di essere picchiato e preso a calci da lui, ed รจ stato un sogno cosรฌ intenso e piacevole che mi ha fatto venire โฆ quella era la prima volta che venivo per un uomo e non una donna.
Non sapevo il cosa mi stesse prendendo. Piรน il tempo passava piรน il mio interesse per lui aumentava.
Dopo qualche settimana ho iniziato a parlargli. Lui รจ un tipo arrogante e un poโ fastidioso, perรฒ รจ socievole. Gli piace parlare con tutti, anche se non a tutti piace parlare con lui. Cosรฌ ho iniziato a salutarlo piรน spesso, ho iniziato a girargli un poโ a torno, e ho provato anche ad avere delle discussioni con lui โฆ ma niente da fare. A parte un saluto non mi degnava della minima attenzione, neanche di uno sguardo.
Era socievole, sรฌ, ma aveva sempre qualcuno di piรน interessante di me con cui parlare.
Cosรฌ un giorno mi รจ venuta in mente unโidea stupida. Io per andare a casa prendevo il treno, lui invece lโautobus. Volendo anche io potevo prendere lโautobus perรฒ; avrei allungato moltissimo la strada, ma avrei aumentato le mie possibilitร di avere delle discussioni con lui, e cosรฌ ho iniziato a prendere lโautobus a mia volta.
Purtroppo lui era circondato dai suoi amici anche lรฌ sopra, e quando qualcuno mancava occupava i sedili liberi intorno a lui o con il suo zaino o mettendedoci i piedi sopra; spesso lasciava i suoi piedi lรฌ sopra anche in presenza di persone che magari avrebbero preferito sedersi, e finchรฉ qualcuno non glielo chiedeva lui non li toglieva.
Quel comportamento strafottente, per qualche motivo, mi faceva ribollire la pancia โฆ ma non di rabbia, bensรฌ di qualcosa di piรน simile al piacere.
Un giorno sono stato fortunato comunque. Anche se forse dovrei dire sfortunato, considerando come รจ andata a finire.
Era una giornata un poโ buia e nuvolosa, a scuola mancavano quasi tutti, e di ritorno lโautobus era quasi del tutto vuoto cosรฌ mi sono seduto affianco a lui per la prima volta da quando lo conosco.
Lui aveva la testa chinata sul suo telefono; stava leggendo gli appunti di matematica.
<<Ehi, Gio. Ti โฆ ti serve una mano?>> gli ho chiesto.
Lui mi ha lanciato un rapido sguardo <<Sai fare questi esercizi?>>
<<Sรฌ, senza problemi. Sono quelli che la prof ti ha dato per recuperare lโultima verifica, giusto?>>
<<Sรฌ. Se li sai fare te li mando per telefono. Mi servono per domani, quindi rimandameli stasera o al massimo domani mattina.>>
A quelle parole ho esitato un attimo; mi stava letteralmente chiedendo di fargli i compiti โฆ anzi no, non era una richiesta quella, stava parlando come se mi fossi proposto di farglieli.
<<C โฆ certo, posso aiutarti โฆ se vuoi โฆ>> รจ stata la mia risposta poco convinta; non avevo alcuna intenzione di fargli i compiti, perรฒ allo stesso tempo non volevo apparire antipatico durante la nostra prima vera conversazione.
<<Perfetto.>> ha risposto lui <<Oggi devo allenarmi, non ho tempo per questa merda.>>
<<Va bene โฆ quindi โฆ ehm โฆ quanti sono?>>
<<Trenta esercizi, tra cui cinque problemi. Ma sono facili tranquillo.>>
Io ho sospirato. Trenta problemi โฆ ci avrei messo sรฌ e no 3 ore a farli tutti, forse anche di piรน, e sapere questa cosa mi stava rapidamente facendo passare la voglia di aiutarlo โฆma poi lโho sentito esclamare: <<Cazzo!>>
<<Che รจ successo?>> gli ho chiesto io.
<<Non posso mandarteli! Questa applicazione ha lโanti-cheat installato!>>
<<Tutte le app scolastiche hanno lโanti-cheat. Altrimenti sarebbe troppo facile fare i compiti, li faremmo tutti fare dalle A.I.>>
<<Che palle โฆ e ora? I compiti li devo per forza fare sulla mia app.>>
Io non ho risposto ma dentro di me mi sentivo sollevato e stavo ringraziando il cielo di quel colpo di fortuna โฆ la sola idea di passare tre o piรน ore a fare i compiti di qualcun altro mi dava il ribrezzo.
Mentre Gioele continuava a lamentarsi, io ho spostato la mia attenzione sulle sue scarpe. Aveva i piedi appoggiati sul sedile davanti al suo, incrociati; calzini corti e bianchi, scarpe sportive, pantaloni stretti alle caviglie โฆpenso di averli guardati ininterrottamente per ben venti minuti prima di farmi forza e decidere di fargli una foto di nascosto.
Ho preso il telefono in mano, ho fatto finta di star guardando un video mettendomi le cuffiette, e poi lโho scattata.
Il telefono perรฒ ha fatto il flash a causa della bassa luminositร di quella giornata nuvolosa.
Si dice che chi รจ in punto di morte rivede tutta la sua vita davanti agli occhi โฆ e penso che questa voce sia falsa, perchรฉ nei pochi istanti successivi al flash io mi sono sentito morire, ma lโunica cosa a cui ho pensato รจ stata lโimmensitร della mia idiozia.
Ho spostato lentamente lo sguardo verso Gioele aspettandomi una qualche reazione aggressiva o stranita, perรฒ lui aveva ancora la testa chinata sul suo telefono.
Io stavo trattenendo il fiato per la paura, ma alla fine non รจ successo nulla. Sembrava che Gioele non avesse notato il flash, anche se in cuor mio sapevo che non era cosรฌโฆ รจ stato praticamente un lampo improvviso a ciel sereno, impossibile da non notare โฆ eppure Gioele aveva completamente ignorato lโevento.
Quando finalmente รจ arrivato il mio momento di scendere dallโautobus mi sono alzato senza neanche salutare, troppo nervoso e spaventato per farlo, ma lui mi ha fermato immediatamente.
<<Dove vai?>> mi ha chiesto, lanciandomi uno sguardo quasi confuso.
<<Uhm โฆ i-io scendo qui. Devo prendere il treno per tornare a casa.>> gli ho spiegato.
<<Devi aiutarmi con i compiti. Siediti.>> รจ stata la sua risposta.
<<M โฆ ma hai detto che non puoi mandarmeli.>>
<<Infatti li fai sul mio telefono.>>
<<Ora?>>
<<Dopo. Mentre mi alleno.>>
<<D โฆ dopo?>>
<<Sรฌ. Ora mangio, poi mi alleno. E tu fai i compiti.>> detto ciรฒ รจ tornato a guardare lo schermo del suo cellulare, come se la discussione fosse terminata lรฌ; io ero cosรฌ stordito che sono rimasto in piedi per alcuni minuti senza sapere bene cosa dirgli.
Me ne potevo andare tranquillamente, perรฒ lui mi stava praticamente invitando a casa sua โฆ come potevo rifiutare?
Sono tornato seduto affianco a lui, sebbene con un poโ di incertezza.
Il resto del viaggio รจ stato silenzioso. Lui si รจ messo ad ascoltare la musica, mentre io mi sono messo a guardare dei video. Ogni tanto alzavo gli occhi verso le sue scarpe โฆ erano uno spettacolo bellissimo, lรฌ in bella vista sul sedile dellโautobus.
Le cose sono andate avanti cosรฌ fino a quando non siamo entrambi scesi dallโautobus.
<<Seguimi.>> mi ha detto lui una volta giรน, e senza dire altro mi ha fatto strada fino ad un locale che pareva un bar ma che in realtร vendeva anche dei primi e dei secondi piatti โฆ una sorta di tavola calda.
<<Mangiamo qui?>> gli ho chiesto io.
<<Io mangio qui.>> mi ha risposto lui, dopodichรฉ ha ordinato un vero e proprio pranzo, e io lo ho imitato perchรฉ non sapevo cosโaltro fare.
Anche in quel frangente non abbiamo parlato per niente. Lui mi ignorava, รจ stato sempre col telefono in mano, io invece ero perplesso e nervoso e non sapevo il cosa stessi facendo lรฌ e il come fossi finito in quellโassurda situazione.
Dopo aver mangiato si รจ lasciato andare in un rumoroso e soddisfatto rutto, dopodichรฉ ha preso la mia attenzione e ha indicato il cassiere con un cenno della testa <<Paghi tu.>> mi ha informato.
<<C โฆ cosa?>>
<<Non ho soldi con me.>>
<<N-neanche io!>>
<<Tu hai la carta. Paghi sempre con quella al bar della scuola.>> รจ stata la sua risposta.
<<Sรฌ ma โฆ non ho tanti soldi dentro.>>
<<Tu non eri quello con la piscina in casa?>>
<<Che โฆ che vuol dire?>>
<<Che i soldi dovresti averceli, no?>> detto ciรฒ รจ tornato a concentrarsi sul suo telefono.
Ero furioso, la sola idea di essere stato trattato cosรฌ mi faceva ribollire il sangue di rabbia. Prima mi dice di fargli i compiti, poi di pagare per il pranzo โฆ in quel momento stavo davvero pensando di rispondergli male.
Ma non lโho fatto perchรฉ ho spostato lo sguardo sulle sue scarpe ancora una volta: aveva un piede comodamente appoggiato sulla sedia affianco alla mia, e quella visione mi ha fatto riflettere sul fatto che andare a casa per fargli i compiti significava anche avere accesso alla sua collezione di scarpe sportive. Perchรฉ rovinare questa possibilitร per un pranzo? Aveva ragione, a me i soldi non mancavano quindi non me ne importava molto di pagare per luiโฆ era il suo modo di parlare che mi infastidiva, ma ho deciso di lasciar correre e di assecondarlo.
Quella era la prima volta che gli pagavo qualcosa โฆ e non sarebbe stata lโultima.
Lโabitazione di Gioele era vecchia, piccola e piuttosto spoglia; la porta dโingresso si apriva ancora con una chiave di metallo mentre le pareti esterne erano ingiallite e in decadimento. Lโinterno della casa era molto pulito e ordinato perรฒ, e ricordo che non appena Gioele ha aperto la porta mi ha intimato di non entrare.
<<Rimani qua>> mi ha detto <<o sporchi tutto.>> dopodichรฉ si รจ tolto rapidamente le scarpe ed รจ entrato, lasciandomi allโuscio per diversi minuti; sul pavimento erano rimaste le orme dei suoi piedi โฆ orme che sono rimasto a guardare come ipnotizzato fino al suo ritorno.
<<Ora vado ad allenarmi.>> mi ha detto una volta tornato; si era cambiato i vestiti e con sรฉ al posto dello zaino aveva un borsone.
<<E โฆ i compiti?>> gli ho chiesto.
<<Li fai mentre mi alleno.>>
<<In โฆ in palestra?>>
<<No. Ora vedi.>>
Mi ha fatto strada fino ad un parchetto del suo quartiere, che come il resto della zona sembrava abbandonato e in disuso; lโerba era troppa alta, i pochi alberi sembravano morti, le panchine erano quasi del tutto marce e le vecchie giostre erano arrugginite โฆ non cโera nessuno lรฌ, a parte un anziano con il suo cane.
Gioele mi ha portato in una zona del parco dedicata alla calistenia โฆ un vero peccato che non ci fosse nessuno a sfruttare quelle travi, a parte lui; in quella zona qualcuno ci ha anche attaccato un sacco da boxe, elemento che stonava con tutto il resto dato che sembrava piuttosto nuovo e comprato di recente.
<<Tu ti alleni qui?>> gli ho chiesto io <<Pensavo seguissi dei corsi di arti marziali.>>
<<Sรฌ, ma non ho gli allenamenti oggi. Nel tempo libero mi alleno qui.>>
<<Ah โฆ capisco. Quindi โฆ>>
<<Quindi siediti e inizia a lavorare.>>
<<Dove?>> ho chiesto guardandomi intorno; la panchina piรน vicina era dallโaltra parte del parco.
Gioele ha indicato un punto sul terreno vicino alle travi <<Mettiti lรฌ.>> dopodichรฉ mi ha dato il suo telefono, si รจ messo le cuffie bluetooth e ha iniziato ad allenarsi.
Come al solito, ero rimasto stordito. Mi stava trattando come una sorta di zerbino, e non sapevo bene il come reagire.
Alla fine perรฒ ho fatto come mi ha detto. Mi sono messo seduto tra le travi e ho aperto lโapplicazione scolastica sul suo cellulare, anche se la voglia di fare i compiti non l’avevo proprio.
Lui nel frattempo stava facendo skipping, correndo sul posto; si stava riscaldando.
Con un sonoro sospiro mi sono fatto forza e ho cercato di concentrarmi sul mio lavoro โฆ ricordo di essere riuscito a fare piรน o meno tre esercizi prima di perdere nuovamente la concentrazione; Gioele stava facendo dei pull-up nel frattempo.
Ad un certo punto il ragazzo si รจ tolto le scarpe e le ha lasciate proprio di fianco a me; quasi tutti i praticanti di calistenia si allenano scalzi, non capisco il perchรฉ ma forse se la praticassi lo capirei. Fatto sta che quellโevento ha completamente ucciso la mia voglia di fare i compiti โฆ le scarpe di Gioele erano a meno di un metro da me, e la loro presenza stava risucchiando tutta la mia attenzione.
Gioele si era tolto anche i calzini, che aveva lasciato nelle scarpe; una parte di me stava fantasticando sullโallungare le mani di nascosto, prenderne uno e poi โฆ annusarlo? Leccarlo? Succhiarlo? Non ne ho idea, non so cosa avrei fatto, non ero mai arrivato a fare pensieri simili prima di allora.
Gioele in quel momento mi stava anche dando le spalle e stava facendo una plank; avevo tutto il tempo del mondo per compiere il misfatto, e forse lo avrei anche fatto se non fossi stato distratto dalla vibrazione del telefono di Gio.
Un messaggio gli era appena arrivato.
Ho nuovamente abbassato lo sguardo sul suo telefono โฆ Gioele me lo aveva lasciato senza preoccuparsi del fatto che potessi leggere le conversazioni private coi suoi amici, e io purtroppo sono un tipo curioso cosรฌ sono โper sbaglioโ finito sulle sue chat.
Ne aveva tante. Troppe. Io a malapena ricevevo un messaggio al giorno della mia ragazza, e in genere ero io ad iniziare la conversazione, mentre lui aveva decine e decine di chat aperte: gruppi, amici, conoscenti, compagni di squadra, ragazze che gli mandavano foto nude โฆ aveva una marea di gente che lo riempiva di messaggi e notifiche, e quasi tutte quelle chat erano silenziate.
Il telefono aveva vibrato solo per il messaggio di una persona in particolare, una delle poche la cui chat non era stata silenziata.
Lโho stupidamente aperta solo per ritrovarmi davanti ad una conversione piuttosto โฆ inaspettata.
โQuindi come รจ andata con Sara? Te la sei fatta Sara alla fine?โ
โCerto fraโ, stava zoppicando quando ho finito hahahaha lโho distrutta.”
โHai fatto il video?โ
โSรฌ ma se lo fai vedere di nuovo al gruppo ti ammazzo. Giuro che te li faccio pagare a prezzo pieno.โ
โTranquillo. Manda.โ
Preso dalla curiositร ho aperto il video in questione โฆ fortunatamente il telefono non emetteva suoni di alcun tipo, quindi ho potuto iniziare a guardare quel video senza alcun problema.
Si trattava di un filmato pornografico ovviamente, che come protagonisti aveva Gioele e quella che a giudicare dallโaspetto potrebbe benissimo essere una fotomodella.
Il video era stato girato in una stanza dโhotel probabilmente, ed รจ iniziato con la ragazza che, sorridente, salutava la telecamera del telefono che era probabilmente stato messo su tavolo o qualcosa di simile.
Poi il video รจ proseguito con lei che toglieva la maglietta a Gioele, che era seduto sul letto dellโhotel, per poi mettersi ad accarezzare il suo petto e le sue spalle; solo in quel momento ho fatto caso alla definizione del suo corpo โฆ Gioele รจ un mostro, snello ma scolpito come una statua โฆ immagino che per una ragazza sia un sogno toccare qualcuno con un corpo simile.
Lei ha continuato con il baciargli il collo, scendendo sempre di piรน fino ad arrivare ai pantaloni.
<<Ehi bello.>> la voce di Gioele mi ha fatto alzare la testa dal telefono, e nel farlo ho visto che lui era in piedi davanti a me, petto nudo e sguardo piuttosto ostile <<Cosa cazzo fai?>>
Io mi sono gelato sul posto. Sono abbastanza certo che il mio cuore abbia perso un battito.
Mi stavo domandando il come avesse fatto Gioele a sapere che stessi ficcanasando nelle sue chat, ma guardandolo in faccia ho capito: lui aveva le cuffie bluetooth โฆ quindi in realtร i suoni del telefono stavano venendo riprodotti, e lui li stava sentendo.
Ho deglutito mentre il cuore ha iniziato a battere allโimpazzata <<S โฆ scusa โฆ>> ho provato a dirgli con un filo di voce.
Lui si รจ chinato silenziosamente davanti a me, mantenendo il contatto visivo per tutto il tempo, poi sempre in silenzio mi ha sfilato il telefono dalle mani e ha fatto qualcosa โฆ quando me lo ha ridato ho visto che sullo schermo era nuovamente apparsa la schermata dellโapplicazione scolastica.
<<Se dopo che mi sono allenato tu non hai finito tutti gli esercizi, ti appendo a una trave e ti uso come sacco da boxe.>> mi ha detto fissandomi dritto negli occhi <<Chiaro?>>
<<C-chiaro.>>
Lui quindi si รจ rialzato ed รจ tornato al suo allenamento.
In seguito a quellโevento ho fatto molti degli esercizi, e lโunica interruzione ricevuta รจ stata quando un gruppetto di ragazzi si รจ avvicinato a noi e si me รจ messo a parlare con lui.
Ho cercato di ignorarli perchรฉ a quanto pare erano amici di Gioele; si sono scambiati qualche battuta, hanno fumato qualche sigaretta, hanno fatto un poโ di sparring giocoso con lui, dopodichรฉ sono andati via.
Una decina di minuti dopo la loro partenza Gioele si รจ nuovamente avvicinato a me.
<<Alzati.>> mi ha detto; era sudato da capo a piedi.
<<H โฆ hai finito?>>
<<No.>> ha lasciato cadere sul pavimento due guantoni da pugilato <<Mettiteli e alzati.>>
<<C โฆ cosa?>>
<<Hai capito.>>
<<Perchรฉ? Sto facendo quello che mi hai detto, sto facendo tutti gli esercizi.>>
<<Ti do cinque minuti poi ti prendo a calci finchรฉ non alzi il culo da terra.>>
A quelle parole ho deciso di raccogliere i guantoni da terra e di alzarmi; aveva un tono piuttosto duro e ostile, probabilmente a causa della mia bravata precedente, e non avevo alcuna voglia di irritarlo ancora di piรน.
<<Di qua.>>
Siamo andati sul prato del parco, dopodichรฉ sia io che lui ci siamo messi i guantoni.
Giร sapevo cosa sarebbe successo e ricordo che stavo tremando dal nervosismo.
<<V โฆ vuoi picchiarmi?>> gli ho chiesto.
<<No. Ho solo voglia di prendere a pugni qualcosa che si muova. Mi sono annoiato col sacco.>>
<<Ma ti eri allenato con i tuoi amici prima.>>
<<Sรฌ ma dovevano andare via e abbiamo smesso subito. Io voglio continuare invece.>>
<<Ma io โฆ io non sono bravo.>>
Lui ha fatto spallucce <<Difenditi e resisti il piรน possibile. Non ti farรฒ male.>>
Ma stava mentendo.
Io non avevo la minima idea del come muovermi, lui invece mi saltava intorno e mi riempiva di colpi che per quanto leggeri mi facevano comunque un sacco male; sono finito a terra piรน volte, e piรน volte lui mi ha intimato di alzarmi minacciando di prendermi a calci in caso contrario.
Piรน andavamo avanti e peggio mi sentivo: ho iniziato a tremare dal dolore, i pensieri hanno iniziato ad essere piรน lenti e confusi, la vista ha iniziato ad appannarsi, gli arti hanno iniziato a non rispondere piรน ai miei comandi mentre dagli occhi hanno iniziato a uscire fuori un sacco di lacrime โฆ e infine mi รจ arrivato un calcio laterale che mi ha colpito allโaltezza del plesso solare, cosa che mi ha tolto completamente il fiato e mi ha fatto volare a terra; di quel momento ricordo solo il dolore e le urla che avrei fatto se solo avessi avuto un poโ di aria nei polmoni.
Sono rimasto a terra per non so quanto tempo, privo di vista o qualsiasi altro senso; ero come svenuto perchรฉ a parte il dolore non sentivo nientโaltro.
Quando finalmente mi รจ tornata la vista ho fatto in tempo solo a capire in che posizioni fossi cosรฌ da potermi girare e vomitare per terra.
<<Wow โฆ>> ha commentato Gioele, avvicinandosi; si รจ fermato proprio ad un passo da me, i suoi piedi erano lโunica cosa che potevo vedere da quella posizione <<ti ho ridotto proprio male, eh?>>
Inizialmente pensavo si stesse riferendo al vomito, ma non era solo quello: oltre ad aver vomitato stavo piangendo, perdevo muco dal naso, e cosa piรน importante mi sentivo i pantaloni stranamente caldi e umidi โฆ e quando ho capito cosโera successo ricordo solo di essere scoppiato a piangere.
Lacrime dagli occhi, muco dal naso, vomito dalla bocca e urina โฆ stavo perdendo fluidi da ogni parte del corpo.
Ho pianto per un bel poโ. Gioele รจ rimasto fermo a guardarmi per uno o due minuti, poi si รจ tolto i guantoni ed รจ tornato ad allenarsi col sacco da boxe.
Ricordo che sono rimasto lรฌ a terra fino a quando lui รจ tornato verso di me; aveva le scarpe ai piedi questa volta.
<<Alzati fighetta.>> ha detto, ma io ho scosso la testa; non volevo alzarmi e fargli vedere i miei pantaloni bagnati <<Ho detto alzati.>> ha ripetuto, ma io non mi sono messo; lui mi ha dato un leggero calcio ai fianchi, ma non ho reagito <<Se non ti alzi ti piscio in testa.>>
<<Lasciami in pace!>>
<<No. Ora ti alzi e vieni a casa con me. Devi finire i compiti.>>
<<No!>>
<<Sรฌ invece.>>
<<Vattene via! Sto male โฆ>>
<<Non me ne frega un cazzo di come stai. Alzati o ti piscio in testa, non sto scherzando.>>
<<Fottiti!>>
<<Va bene.>>
Dopo un breve attimo di silenzio sento un liquido cadermi dritto sui capelli; io mi agito subito pensando che Gioele stesse davvero urinando sopra di me, ma voltandomi e alzando lo sguardo noto che lui aveva in mano una bottiglietta dโacqua e che stava ridendo divertito.
<<Dai coglione, alzati. Guarda che so che ti sei pisciato addosso, non cโรจ bisogno che provi a nasconderlo.>>
<<C โฆ cosa?>>
<<Si vede, brutto idiota. Ma hai dei problemi alla vescica o qualcosa del genere? Sei la prima persona che vedo pisciarsi addosso dopo un calcio. In genere la gente vomita … o perde sangue. Ma non si piscia addosso. Che problemi hai?>>
Io ho esitato, non sapevo cosa dirgli perchรฉ neanche io capivo il come sia potuto accadere.
<<Comunque, qualunque sia il tuo problema non me ne importa nulla. Alzati. Ti porto a casa, ti fai la doccia e poi finisci i compiti. Altrimenti ti faccio una foto e dirรฒ a tutti che ti ho pestato cosรฌ forte che ti sei letteralmente pisciato sotto.>>
Avrei voluto urlare e insultarlo, ma mi sono limitato ad accontentarlo.
Mi faceva male ogni singola parte del corpo, dalla testa ai piedi, ma mi sono comunque alzato; lui mi ha squadrato, poi ha fatto un mezzo sorriso sfottente e ha indicato con la testa il suo borsone <<Prendilo e andiamo.>>
<<Io?>>
<<Sรฌ, tu. Oggi dovevi aiutarmi coi compiti ma non hai fatto un cazzo a parte segarti sui miei video e pisciarti nei pantaloni. Quindi ora fai qualcosa di utile e mi portami la borsa.>>
Non avevo nรฉ le forze nรฉ la voglia di rispondergli, e cosรฌ siamo tornati a casa sua alle sue condizioni; lui ha camminato davanti a me, telefono in mano e zero preoccupazioni, mentre io zoppicavo dietro di lui, con in mano il suo borsone e in spalla il mio zaino.
Quando siamo arrivati a casa di Gioele, ero fisicamente stremato. Non riuscivo piรน a camminare e a malapena riuscivo a stare in piedi; la testa mi faceva male da morire.
<<Togliti le scarpe.>> mi ha ordinato lui, e io ho obbedito senza neanche chiedermi il perchรฉ dovessi farlo: ero talmente esausto che anche il pensare era diventato troppo faticoso <<Le scarpe mettitele nello zaino. E seguimi.>>
Ho obbedito ancora una volta.
Lโinterno della casa di Gioele era modesto tanto quanto lโesterno; non cโerano tante cose, lโilluminazione si basava ancora su vecchie lampadine economiche e lโarredamente era piuttosto vecchio. A sorprendermi รจ stato lโordine perรฒ โฆ ogni cosa, ogni oggetto, ogni elemento era posizionato in modo geometricamente perfetto: quella casa sembrava un set cinematografico.
Mi ha portato nella sua cameretta, minuscola se confrontata con la mia; era addirittura piรน piccola del mio sgabuzzino, perรฒ era ordinata tanto quanto il resto della casa.
<<La borsa lasciala qui.>> mi ha detto, e io ho continuato ad obbedire; ho appoggiato il suo borsone in un angolo della stanza <<Ora seguimi.>> mi ha portato nel bagno della casa, dove ha indicato la doccia <<Adesso ti lavi. I vestiti li devi mettere dentro lo zaino perรฒ, non voglio che sporchi di piscio le mie cose. E ti do esattamente dieci minuti per farti la doccia, non di piรน. Capito?>>
<<Capito โฆ>>
<<Bene.>> lui ha preso in mano il suo telefono e ha avviato un timer <<Dieci minuti esatti.>> ha ripetuto guardandomi dritto negli occhi <<E non usare troppo sapone o ti appicco al muro e ti uso come poster.>>
<<Va bene.>>
Detto ciรฒ รจ uscito dal bagno.
Io mi sono lavato il piรน velocemente che potevo, ma una volta finito mi sono reso conto di non avere a portata di mano un asciugamano o un accappatoio; Gioele รจ rientrato nel bagno dopo dieci minuti esatti, e ha risolto il problema togliendosi la maglietta e dandomela.
<<Usa questa. Tanto lโavrei dovuta lavare lo stesso, รจ bella sudata.>>
<<N โฆ non posso usare un asciugamano normale?>>
<<Col cazzo che ti do i miei asciugamani. Usa quella e sbrigati, che hai ancora sette esercizi da fare.>>
Io ho deglutito e poi obbedito; fortunatamente la sua maglietta era asciutta sebbene un poโ umida, e non puzzava neanche di sudore โฆ non troppo almeno.
Una volta asciugato cโera ancora un problema da risolvere perรฒ; mi sono rimesso la maglietta che indossavo, perรฒ pantaloni e mutande erano inutilizzabili. Ho chiesto aiuto a Gioele ancora una volta sperando di poter ricevere in prestito qualche vestito da lui, ma la sua risposta non mi รจ piaciuta per niente.
<<Non ti servono i pantaloni per fare i compiti. Non fa neanche freddo qui dentro, quindi non so di cosa ti lamenti.>>
<<A-almeno delle mutande me le puoi dare?>>
<<Assolutamente no. Aspetti che si asciugano le tue e ti rimetti quelle.>>
<<Ma->>
<<Non me ne frega un cazzo se puzzano di piscio, le mie mutande non te le do. E ora esci dalla doccia che non abbiamo tutto il tempo del mondo.>>
Un poโ a disagio ho fatto come ha detto, ma poco prima di uscire dal bagno lui mi ha nuovamente fermato.
<<Aspetta>> ha detto <<mica hai finito. Non puoi uscire dal bagno senza aver ripulito il casino che hai fatto.>>
<<Casino? Dove?>>
<<Lรฌ.>> Gioele ha indicato lโinterno della doccia.
<<Che โฆ che stai dicendo? Non cโรจ niente lรฌ.>>
<<Ma sei stupido? Non la vedi tutta questa acqua?>>
<<E quindi? Lโacqua si asciuga da sola.>>
<<Se si asciuga da sola si creano delle macchie, brutto idiota. Prendi quello straccio lรฌ e asciuga la doccia.>>
Io a quel punto ho esitato un attimo <<Ma โฆ sei serio? ร solo acqua.>>
<<Sรฌ, e non voglio che si asciughi sulle pareti della mia doccia. Quindi prendi quello straccio e asciuga.>>
Non volendo perdere troppo tempo a discutere con lui ho deciso di accontentarlo; ho preso lo straccio che mi ha indicato e lโho utilizzato per asciugare ogni singola goccia dโacqua presente nella doccia.
<<E ora anche per terra. Vedi tutte queste gocce? Non ci devono essere, il pavimento deve essere lucido e asciutto.>>
<<Sรฌ โฆ>>
Mi sono messo in ginocchio e ho iniziato ad asciugare anche il pavimento. Eseguivo le mie azioni con lentezza, stanchezza e svogliatezza, e Gioele mi teneva sotto stretta osservazione; era sempre ad un passo da me, i suoi piedi sempre a un soffio dal mio volto e quasi sempre sotto al mio sguardo; quando mi spostavo si spostava anche lui, assicurandosi sempre di essere piรน o meno davanti a me.
Lo faceva apposta? Non saprei dirlo. Fatto sta che ho lucidato ogni angolo del pavimento con i piedi sudati di Gioele sempre a due passi dal mio naso.
<<Ho fatto.>> gli ho detto dopo aver terminato anche quel lavoro.
<<Aspetta qui.>> ha risposto lui a quel punto, quindi รจ andato verso il water, si รจ abbassato i pantaloni e si รจ svuotato la vescica; dopo che ha tirato lo sciacquone si รจ voltato verso di me e ha indicato la tazza <<Ci sono altre gocce da pulire qui.>>
<<Quelle le hai fatte tu.>> ho ribattuto.
<<Giร , e le pulisci tu. E visto che ti stai lamentando, laverai pure la maglietta che hai usato per asciugarti.>>
<<Eh? E come?>>
<<Con le mani, no?>>
<<Non hai una lavatrice?>>
<<No. ร giร tanto se ho un bidet, mica sono ricco come te.>>
<<Beh la lavatrice non รจ una cosa costosa โฆ>>
<<Compramela tu allora.>>
Io ho sospirato, scosso la testa e lasciato cadere la discussione; ho pulito il suo water come richiesto, e quando mi sono rimesso in piedi avevo le ginocchia che mi bruciavano dal dolore; Gioele nel frattempo mi stava guardando con un mezzo sorriso divertito.
<<Che vuoi?>> gli ho chiesto, leggermente stizzito da tutta quella situazione e dal suo sguardo sfottente.
<<Niente. Sto solo pensando che รจ bello avere una donna delle pulizie.>>
<<Ma stai zitto โฆ>>
Lui a quel punto ha indicato il lavandino con la testa <<Pulisci la mia maglietta e stendila alla finestra. E non lasciare gocce dโacqua in giro, capito?>>
Ho sospirato rumorosamente <<Capito.>>
<<Brava.>>
A quel punto รจ successo qualcosa di davvero strano. Mentre lavavo la sua maglietta al lavandino, Gioele si era messo dietro di me; la sua presenza alle mie spalle mi stava rendendo piuttosto nervoso, e delle volte lanciavo degli sguardi ansiosi allo specchio posto sopra al lavandino, da cui potevo vedere perfettamente Gio perchรฉ era un poโ piรน alto e grosso di me.
Aveva le mani nelle tasche dei pantaloni, un’espressione indecifrabile e gli occhi fissi sul mio corpoโฆ e per qualche strano motivo quella situazione stava facendo vibrare il mio organo genitale; sentivo che si muoveva, che si agitava, ma non riuscivo bene a capire il perchรฉ.
Una volta finito di lavare la sua maglietta lโho strizzata con forza sul lavandino, dopodichรฉ l’ho appesa esattamente dove mi aveva indicato.
<<Ecco fatto.>> gli ho detto a quel punto.
<<Bel lavoro.>> รจ stata la sua risposta.
<<Posso โฆ posso uscire ora?>>
Lui non ha risposto subito. Si รจ guardato intorno con paziente lentezza, dopodichรฉ ha abbassato lo sguardo ai suoi piedi e cogliendomi completamente di sorpresa mi ha detto: <<Abbassati e toglimi le calze.>>
Quelle parole furono talmente inaspettate che mi hanno lasciato stordito.
<<C โฆ cosa?>>
<<Abbassati>> ha ripetuto lui, con tono leggermente piรน duro <<e toglimi le calze.>>
<<P โฆ perchรฉ?>>
<<Perchรฉ sono sudate da questa mattina, e le devi lavare.>>
<<Eh? Ma dai!>> ho protestato io, ma lui si รจ limitato a fissarmi dritto negli occhi con un’espressione โฆ compiaciuta; non stava sorridendo, eppure aveva il volto di qualcuno che si stava davvero divertendo <<Aspetta, sei serio?>> ho continuato io.
<<Sรฌ. Ci sono problemi?>>
<<Sรฌ! Toglitele tu le calze!>> ho ribattuto io.
<<Fallo tu.>>
<<Ma perchรฉ?>>
<<Sei tu la donna delle pulizie.>> รจ stata la sua risposta.
<<Ma fottiti!>> gli ho detto a quel punto <<Non ti tolgo le calze, e non te le lavo neanche!>>
<<Sรฌ che lo fai invece, e se continui a lamentarti ti faccio pulire anche le mie scarpe.>> ha risposto lui, con lโabbozzo di un sorriso stampato sul volto.
Io ricordo che in quel momento stavo venendo attraversato da una marea di emozioni contrastanti: tutta quella situazione era assurda e irritante, mi stava davvero facendo infuriare, ma allo stesso tempo la trovavo anche โฆ eccitante.
Io ero intenzionato a non dargliela vinta perรฒ, e giuro che non avrei MAI accettato di togliergli le calze … se solo non avessi avuto un’erezione. Giร , perchรฉ l’espressione sicura di sรฉ di Gioele stava indurendo il mio organo genitale ad una velocitร spaventosa โฆ e piรน lui continuava a guardarmi in quel modo, piรน il mio pene diventava duro. E questo era un problema perchรฉ non avevo nรฉ mutande nรฉ pantaloni, quindi se si fosse gonfiato troppo lo avrebbe sicuramente notato โฆ ed รจ proprio questo fattore che mi ha convinto a cedere.
Controvoglia e a disagio, mi sono abbassato ancora una volta davanti a lui; era la prima volta che gli potevo osservare da cosรฌ vicino i piedi senza dover fare finta di non starli guardando โฆ perรฒ non cโerano scarpe di mezzo a questo giro, cโerano solo i suoi piedi coperti da dei calzini sporchi.
Non sono mai stato attratto dai piedi di una persona, ma quel giorno quelli di Gioele hanno scatenato in me stimoli che non pensavo di poter avere.
<<Ehi, non addormentarti bello. Toglimi le calze e datti una mossa.>> ha detto lui, notando che ero rimasto a guardargli i piedi per un poโ troppo tempo.
<<S โฆ sรฌ, scusa.>>
Toccargli i piedi per sfilargli i calzini ha reso completa la mia erezione; non sono stato piรน in grado di trattenerla, e stavo letteralmente tremando per la paura che potesse notarla โฆ ma รจ stato in quel momento che i suoi pantaloncini sono caduti, seguiti dalle mutande.
Io mi sono irrigidito di colpo, e trattenendo il fiato ho alzato lo sguardo verso un Gioele completamente nudo.
<<Ora vado a lavarmi>> ha detto lui <<quando esco dalla doccia voglio i miei vestiti puliti e appesi. Chiaro?>>
<<C โฆ chiaro.>> ho risposto io, intontito da tutto quello che stava accadendo.
<<E ti voglio vedere in questa esatta precisa posizione con in mano un asciugamano. Chiaro?>>
A quelle parole non avevo risposto perรฒ, cosa che ha spinto Giole a chinarsi davanti a me per guardarmi dritto negli occhi.
<<Voglio vederti in questa posizione con un asciugamano in mano.>> ha ripetuto, scandendo ogni parola <<Chiaro?>>
<<Chiaro.>>
A quel punto si รจ lasciato sfuggire un sorriso soddisfatto.
<<Brava.>> ha detto dandomi uno schiaffetto sulla guancia, dopodichรฉ si รจ alzato ed รจ entrato nella doccia lasciandomi sul pavimento con i suoi vestiti da lavare e un’erezione ormai incontrollabile.
Surreale. Questo รจ lโunico termine che mi viene in mente per descrivere la situazione in cui mi sono ritrovato quel giorno.
Dopo aver lavato e appeso alla finestra i vestiti di Gioele, ho recuperato dal suo armadio un grosso asciugamano bianco e con quello in mano ho atteso che il ragazzo uscisse dalla doccia.
Sono stati minuti di attesa molto โฆ particolari. A parte lโacqua che scendeva non si udiva nientโaltro, e da fuori la doccia non potevo neanche vedere il corpo di Gio, malgrado ciรฒ il mio organo genitale si ostinava a rimanere in uno stato di erezione permanente.
Ho atteso a lungo. Venti, forse Trenta minuti. Poi lโacqua si รจ fermata e il ragazzo ha aperto le porte della doccia; ricordo di aver trattenuto il fiato per lโemozione ed il nervosismo, dato che era completamente nudo.
<<Che ci fai in piedi?>> ha domandato lui <<Ti ho detto di rimanere nella stessa posizione.>>
<<C-che posizione?>>
<<In ginocchio.>>
Sarร stata la stanchezza o forse lโassurditร di tutta la situazione, perรฒ non ho esitato un attimo ed ho obbedito; mi sono messo in ginocchio ed ho addirittura abbassato la testa come se fossi davanti ad un re.
Lui a quel punto ha sospirato con un pizzico di impazienza <<Non posso uscire cosรฌ.>> mi ha detto <<Devi mettere un asciugamano anche sul pavimento.>>
<<Ah โฆ giusto, รจ vero! Scusa! Vado subito a prenderlo!>>
<<No.>> mi ha fermato lui <<Togliti la maglietta. Usa quella.>>
Questa volta ho esitato perรฒ; lโho guardato dritto negli occhi con un’espressione a metร tra lโimplorante e il perplesso, ma lui non si รจ scomposto e mi ha fatto capire che non aveva voglia nรฉ di ripetersi nรฉ di perdere tempo.
Con molta piรน esitazione di prima mi sono tolto la maglietta e lโho messa per terra proprio allโuscita della doccia, e lui ci รจ salito sopra subito dopo; a quel punto gli ho allungato lโasciugamano, ma lui ha detto: <<Non voglio abbassarmi.>> facendomi capire che i piedi e le gambe gliele avrei dovute asciugare io.
Ammetto che รจ stata un esperienza molto piรน intensa di quanto potrebbe sembrare; ero terrorizzato allโidea di fare una cosa del genere, eppure ho eseguito gli ordini senza fiatare.
Gli ho asciugato i piedi, maneggiandoli con la stessa delicatezza che userei per un gioiello; erano di una pulizia e una perfezione assoluti, dalle dimensioni delle dita al colore e la lunghezza delle unghie, tutto dei suoi piedi era magnifico.
Dopodichรฉ sono passato ai polpacci, tonici e squisitamente tondi; i muscoli delle sue gambe erano cosรฌ duri che per un attimo ho avuto lโimpressione di star asciugando una statua.
Non ho mai osato alzare troppo lo sguardo mentre lo asciugavo, e quando sono arrivato ai fianchi lui mi ha preceduto prendendomi dalle mani lโasciugamano.
<<Lucida di nuovo la doccia e le pareti.>> mi ha detto, ma io non me la sentivo di alzarmi da terra; ero completamente nudo e avevo un erezione impossibile da nascondere; finchรฉ ero in ginocchio un poโ si poteva ignorare, ma una volta in piedi lโavrebbe notato sicuramente <<Mi hai sentito? A lavoro.>> ha detto a quel punto lui, notando la mia lentezza nellโobbedire.
Io ho silenziosamente riflettuto sulle mie opzioni, ma non ne avevo molte, e poi probabilmente la mia erezione era giร stata notata quindi tantovaleva obbedire ancora una volta <<S โฆ sรฌ. Sรฌ va bene.>> gli ho detto, dopodichรฉ mi sono rimesso in piedi, anche se un poโ goffamente.
Lui ha completamente ignorato le mie parti basse perรฒ, ed รจ semplicemente uscito dal bagno subito dopo avermi detto: <<Ci vediamo in camera. E rimettiti la maglietta.>>
Ancora una volta ho obbedito ai suoi ordini: ho indossato la maglietta su cui si era asciugato i piedi e ho nuovamente asciugato e lucidato la doccia, facendola letteralmente risplendere; ho anche dato unโultima pulita al pavimento e al lavandino del bagno, lasciando anche quegli elementi in unโimpeccabile stato di pulizia.
Ero cosรฌ stanco che mi facevano male anche le dita mani, ma ero ben lontano dallโessermi liberato.
Tornato in stanza ho trovato Gioele seduto davanti alla sua scrivania; piedi sul tavolo e telefono in mano, mi stava aspettando.
Allโimprovviso sono tornato ad essere ansioso a causa della mia erezione: lui era seduto, io ero in piedi โฆ questa volta era impossibile che non la notasse, il suo sguardo doveva per forza passare da lรฌ.
<<Vieni.>> mi ha detto lui, e io mi sono avvicinato con un poโ di esitazione; aveva lo sguardo ancora abbassato sul suo telefono perรฒ, quindi ero ancora in tempo per coprirmi le parti basse con le mani โฆ e cosรฌ ho fatto.
Mi sono avvicinato a lui in quel modo, e come un soldato davanti al proprio comandante mi sono messo in attesa di ordini.
Gioele ha alzato lo sguardo dal telefono, e vedendo il dove fossero le mie mani si รจ lasciato sfuggire un mezzo sorriso divertito <<Che stai facendo?>> ha chiesto.
<<N โฆ niente.>>
<<Lo sai che hai un pisello cosรฌ piccolo che anche in erezioni non si vede, giusto? Non cโรจ bisogno che lo copri.>> ha continuato lui, allargando di poco il suo sorriso <<A proposito, quanto รจ lungo? Dodici centimetri? Di meno?>>
Io non ho risposto, ma quelle parole mi avevano fatto vibrare lโintero corpo โฆ non so di cosa perรฒ. Forse di rabbia โฆ forse no.
<<Quindi?>> ha incalzato lui <<Te lo sei mai misurato?>>
<<N โฆ no.>> รจ stata la mia risposta; ero cosรฌ nervoso che stavo cercando in tutti i modi di evitare il suo sguardo.
<<Misuriamolo adesso allora. Prendi il righello.>> e ha indicato una zona della sua scrivania in cui erano presenti diversi oggetti scolastici, tra cui anche un righello.
Io ho esitato โฆ non volevo assolutamente farlo.
<<Ehi? Sei diventato sordo?>>
<<P โฆ possiamo โฆ possiamo pensare ai compiti per favore? Voglio tornare a casa.>>
Lui si รจ lasciato sfuggire un sonoro e pesante sospiro <<Prendi il righello.>> ha ripetuto con piรน decisione e serietร , e a quel punto non ho piรน potuto resistere; ho preso il righello dal tavolo <<Misuralo.>> ha continuato lui, e notando la mia ennesima esitazione ha aggiunto: <<Vuoi che lo faccia io?>>
<<N โฆ no.>>
<<Allora misuralo. Ma togli le mani. Voglio assicurarmi che non bari.>>
Deglutendo ho obbedito nuovamente; ho appoggiato il righello alla base del mio organo genitale, dopodichรฉ ho provato a fare una misurazione precisa ma โฆ mi tremavano sia le mani che il pene, non ci riuscivo.
Gioele a quel punto ha sospirato <<Avvicinati, faccio io.>>
<<N-no, no! F-faccio io, sono โฆ ehm โฆ q โฆ quattordici โฆ>>
Gioele, spazientito, si รจ alzato dalla sedia peggiorando solo di piรน la mia situazione e facendo esplodere il mio nervosismo.
<<A-as โฆ as-aspetta!>> lโho implorato.
<<Calmati bello. Mica ti devo castrare.>> ha detto lui con un mezzo sorriso mentre si avvicinava <<Dammi qua.>> ha continuato a dire strappandomi il righello di mano <<Faccio io.>>
Ho nuovamente trattenuto il fiato quando Gioele si รจ accovacciato per prendere meglio le misure; le sue dita non hanno mai sfiorato una singola parte del mio corpo, eppure il mio organo genitale era talmente sollecitato che avevo paura di venirgli in faccia; il suo solo guardarmi il pene stava facendo piรน effetto di una sega fatta dalla mia fidanzata.
<<Uhm โฆ tredici e mezzo.>> ha detto lui alla fine <<Non male. Ti davo un centimetro e mezzo di meno.>> dopodichรฉ ha indicato la sedia da cui si รจ alzato <<Ora mettiti lรฌ. Devi finire i compiti, poi puoi andare. Forse.>>
<<F โฆ forse?>>
<<Potrebbe essermi utile una domestica per questa sera. Qualcuno che cucina e poi lava i piatti mentre io sono fuori โฆ>>
Io ho deglutito <<N โฆ non so cucinare.>>
E lui ha ridacchiato divertito <<Dai, mettiti a lavoro. Ma dammi il telefono prima.>>
<<Il โฆ il telefono?>>
<<Sรฌ, il tuo. Almeno faccio qualcosa, altrimenti mi annoio. Hai internet, no?>>
<<S-sรฌ โฆ>>
<<Bene.>>
Io mi sono messo seduto sulla scrivania pronto a fare i suoi compiti, lui invece รจ uscito un attimo dalla stanza per andare a recuperare una sedia dalla cucina della casa, e tornando si รจ messo seduto affianco a me โฆ appoggiando i suoi piedi sulla scrivania, proprio ad un soffio dalle mie braccia.
A quel punto il mio organo genitale รจ letteralmente impazzito, e non solo lui; non pensavo che due semplici piedi mi avrebbero mai scatenato tutte quelle emozioni in corpo, ma in quel momento fu davvero difficile per me non mettermi a salivare come un cane.
Ho fatto di tutto per ignorarlo ma โฆ รจ stato impossibile; le poche volte che ci riuscivo lui muoveva i piedi e le dita per riprendere la mia attenzione.
Non so come dirlo, e forse sembrerรฒ ripetitivo, ma โฆ erano bellissimi. Avevano una forma semplicemente divina, casellata tanto quanto il resto del suo corpo; unghie ben curate, dita geometricamente impeccabili, pianta liscia e dallโaspetto morbido, forma delicata ed elegante โฆ
<<Quanto ti manca?>> mi ha chiesto ad un certo punto lui <<Non ho tutta la sera, io devo uscire tra poco.>>
<<I โฆ io โฆ io โฆ>>
<<Allora?>>
Ho deglutito, cercando di tenere allโinterno della mia bocca la saliva <<Mi manca โฆ ancora un poโ.>>
<<โAncora un poโโ? Quanto cazzo sei lento?>>
<<S-scusa โฆ รจ che sono stanco. Davvero.>>
Lui ha sospirato <<Va bene. Vorrร dire che mangerรฒ prima di uscire, altrimenti farรฒ troppo tardi. Ordino col tuo telefono.>>
A quelle parole un brivido ha percorso il mio intero corpo <<C โฆ cosa?>>
<<Ho fame.>> ha detto lui <<Quindi ordino qualcosa.>>
<<C โฆ col mio telefono?>>
<<Sรฌ.>> ha confermato lui lanciandomi uno sguardo eloquente <<Ho voglia di sushi. E dato che sei stato lento a fare i compiti, per punizione offri tu.>>
Sarร che i prezzi la sera sono gonfiati, sarร che il ristorante di sushi era lontanissimo, ma ho dovuto pagare 100 euro solamente per la sua cena; ha ordinato sushi come se fosse in un โall you can eatโ, e io non ho avuto le forze per fermarlo.
E la cosa bella รจ che quel sushi se lo รจ mangiato quasi tutto lui.
Quando รจ arrivato ha detto a me di andare a ritirare lโordine โฆ e io ero talmente fritto che mi sono alzato e sono andato verso la porta senza considerare il fatto che fossi nudo; quando l’ho aperta il corriere ha fatto un salto per lo spavento e si รจ subito voltato.
<<Ma che cazzo-?>> ha esclamato, e solo in quel momento mi sono ricordato di essere senza vestiti; la temperatura della casa me lโaveva fatto quasi completamente dimenticare.
<<S-scusa!>> gli ho subito detto nascondendomi dietro la porte <<L-lascia pure per terra, prendo tutto io.>>
Lui ha fatto come gli ho detto e poi se ne รจ andato senza neanche voltarsi o salutare; probabilmente era o schifato o offeso โฆ o entrambi.
Ho portato dentro tutto quel sushi con le mie sole forze, e lโho lasciato sul tavolo della cucina; Gioele mi ha ordinato di portargliene un poโ perรฒ, e cosรฌ ho fatto.
Mi stavo abituando a quella situazione: avevo smesso da tempo di esitare e provare ad oppormi, e ormai reagivo ai suoi ordini in modo meccanico.
Mi sono rimesso seduto alla scrivania, ma non per fare i compiti bensรฌ per tornare a godermi i suoi piedi โฆ e la vista era migliorata considerando che ora Gioele stava pure mangiando, cosa che per qualche motivo rendeva la situazione molto piรน eccitante.
La cosa รจ andata avanti fino a quando il ragazzo, sazio, si รจ alzato e stiracchiandosi mi ha detto di darmi una mossa.
<<Ora devo uscire, quindi hai dieci minuti.>>
<<S โฆ solo dieci minuti?>>
<<Hai avuto ,lโintero giorno per farli.>> ha ribattuto lui <<E spero che siano corretti, perchรฉ se li hai fatti male giuro che ti uccido.>>
E cosรฌ, mentre lui si vestiva ho cercato di finire quellโinterminabile serie di compitiโฆ ma non ci sono riuscito. Il mio cervello si rifiutava di ragionare. Mi sentivo mentalmente inetto e impotente.
<<Allora? Hai fatto?>> ha incalzato Gioele dopo essersi messo calze e tuta.
<<E โฆ ecco โฆ io โฆ>>
Lui si รจ avvicinato, ha preso il suo telefono e ha controllato quanti esercizi mi mancassero โฆ poi lโho sentito emettere un forte sospiro <<Fraโ โฆ te ne mancano ancora cinque!>>
<<Scusa.>>
<<Ma hai qualche ritardo mentale? Quanto cazzo ci metti a fare questa roba? Se li facevo da solo facevo prima!>>
Non ho risposto, mi sono limitato a guardare un punto fisso del pavimento โฆ mi sentivo vuoto in quel momento, cosรฌ stanco da non riuscire neanche a generare delle emozioni.
<<Sei piรน utile come domestica che come secchione.>> mi ha detto <<Ora vestiti e vattene. Devo uscire.>>
Io ho lanciato uno sguardo al mio zaino, allโinterno del quale cโerano i miei pantaloni e le mutande, e lโidea di rimettermi quella roba addosso mi ha letteralmente rabbrividito.
<<P โฆ potresti prestarmi dei pantaloni? Per favore. Te li riporto domani.>>
<<No.>>
<<D-dai! Per favore.>>
<<No. La mia roba non la do a nessuno, specie a uno che si piscia addosso senza motivo.>>
<<Ti prego!>> lโho implorato io <<Non posso andare in giro con i miei pantaloni โฆ sono sporchi, puzzano e la macchia di pipรฌ si vede.>>
<<ร notte ormai, non la vede nessuno.>> ha risposto lui.
<<Cโรจ ancora un poโ di sole, e poi comunque puzzano.>>
<<Non รจ un mio problema.>>
<<Ti prego, Gio โฆ>>
Lui ha sospirato <<Va bene. Perรฒ me li ricompri.>>
<<Eh?>>
<<Io ti do dei pantaloni e delle mutande, ma non le rivoglio indietro. Me le devi ricomprare queste cose. Chiaro?>>
Io ho deglutito <<Va bene โฆ>>
<<Perfetto. Li compriamo adesso allora.>>
<<A โฆ adesso?>>
Lui mi mostra il mio telefono, che era ancora nelle sue mani <<Sรฌ. Li ordino con questo. Non cโรจ bisogno di aspettare, facciamolo subito.>>
<<M โฆ ma โฆ>>
<<Metto come destinazione della consegna il mio indirizzo, non ti preoccupare.>>
Io ho deglutito <<V โฆ va bene. Comprati dei pantaloni. E delle mutande. Ma prima di procedere con lโordine fammelo vedere.>>
<<Certo.>> lui si รจ avvicinato <<Anzi lo facciamo insieme questo ordine, cosรฌ vedi anche tu quello che mi compro. Scegliamo gli articoli insieme.>> e detto ciรฒ si รจ seduto sopra la scrivania proprio davanti a me; si รจ mosso con estrema naturalezza e noncuranza, perรฒ sono certo che sapeva quello che stava facendo.
Una volta seduto ha usato le mie cosce come poggiapiedi, e sebbene ormai non fossero piรน nudi bensรฌ coperti da dei calzini bianchi la sensazione di avere i suoi piedi a diretto contatto con la mia pelle mi ha bruciato le ultime cellule cerebrali funzionanti che mi erano rimaste.
Resistere alla tentazione di masturbarmi sul posto era cosรฌ difficile da crearmi dolore.
<<Allora โฆ>> ha detto lui << iniziamo con โฆ dei pantaloncini.>> e dicendo ciรฒ che abbassato lo schermo del telefono affinchรฉ potessi vederlo insieme a lui <<Che ne pensi di questi?>>
<<Ehm โฆ c โฆ carini โฆ>>
<<Perfetto. ne prendo โฆ due. Uno rosso e uno nero.>>
<<D-due?>>
<<Sรฌ, due. Poi dei boxer. Questi, sono perfetti. O preferisci questi? Tu che dici?>>
Io ho scosso la testa <<N โฆ non lo so โฆ>>
<<Questi dai. Due. Anzi no. Tre. Servono.>>
<< M โฆ ma io โฆ>>
<<Ora le infradito.>>
<<Eh? Infradito.>>
<<Tra poco รจ estate fraโ, mi servono.>> ha ribattuto lui.
<<M-ma โฆ>>
<<Poi โฆ mi prendo anche questo. E questo. Non costano tanto, non dovrebbe essere un problema, giusto?>>
<<N โฆ no โฆ>>
<<Guarda quanto sono fighi. Anche questo non รจ male. Me lo prendo, va bene?>>
<<A โฆ aspetta.>> ho iniziato a dire io, mentre lโaria iniziava a mancarmi <<A-aspetta un attimo โฆ>>
<<Uh, questo bracciale รจ figo. Me ne prendo uno per ogni colore.>>
<<A โฆ aspetta Gio, aspetta โฆ>>
Lui a quel punto ha alzato lo sguardo per incrociare il mio โฆ aveva le dita sullo schermo del telefono, pronte a digitare il nome del prossimo articolo da aggiungere al carrello <<Cosa cโรจ? Non ti piacciono?>>
<<I โฆ io โฆ io non โฆ>> le parole mi sono morte in gola, mentre gli occhi hanno iniziato a bagnarsi <<non so se โฆ cioรจ avevamo detto che dovevo ricomprare solo le mutande e i pantaloni, no?>>
Lui si รจ morso il labbro inferiore e ha sorriso leggermente, un sorriso sicuro di sรฉ, arrogante e terribilmente โฆ sexy.
<<Tranquillo>> mi ha detto piano <<tanto ne hai un sacco di soldi, no?>>
<<S โฆ sรฌ โฆ>>
<<E allora che problema cโรจ?>>
<<B โฆ beh โฆ io โฆ>>
<<Tranquillo.>> ha detto tornando a concentrarsi sullo schermo del telefono <<Guarda. Mi prendo anche queste โฆ va bene? Non male, eh?>> si trattava di due scarpe sportive nere e rosse โฆ due scarpe piuttosto costose.
<<I โฆ io โฆ non penso che โฆ>>
<<Ti do quelle vecchie.>>
<<Eh?>>
Lui con la testa ha indicato la zona dove ha lasciato le scarpe con cui si era allenato quel giorno, usurate e sporche di terriccio <<Ti do quelle. E tu mi compri queste. Che te ne pare?>>
Stavo tremando e lacrimando in quel momento.
Stavo cercando con tutto me stesso di dirgli di โnoโ, di mettere un freno a tutta quella pazzia. Perรฒ non ci sono riuscito. Il mio pene stava esplodendo, era tra i suoi due piedi e sebbene non li stesse toccando la loro presenza cosรฌ vicina lo stava facendo impazzire โฆ
<<Le aggiungo al carrello, va bene?>> ha continuato Gioele, parlando con voce leggermente piรน sottile e delicata โฆ come se mi stesse cercando di sedurre.
<<A โฆ aspetta โฆ>>
<<Shhh.>> lui mi ha asciugato una lacrima con delicatezza, poi mi ha fatto abbassare lo sguardo verso i suoi piedi <<Guarda โฆ come pensi che mi staranno?>>
A quel punto non ho piรน resistito e gli ho toccato i piedi; ero certo che sarei stato rimproverato, ma lui non mi ha detto nulla e mi ha lasciato fare.
Anche se non ho potuto stringerli del tutto, ciรฒ che ho provato รจ stato โฆ catartico. I suoi piedi erano caldi, morbidi, soffici โฆ perfetti.
<<Me le compro, va bene?>>
Ho avuto la forza solo di annuire; il mio cervello era troppo impegnato ad assaporare la consistenza dei suoi piedi per prestare attenzione alle sue parole.
<<Mi prendo anche โฆ questo. E questo.>>
Ma io ormai non lo stavo piรน seguendo, e lโunico pensiero che sono stato in grado di fare mi รจ uscito dalla bocca sotto forma di patetico balbettio <<P โฆ posso โฆ posso โฆ posso โฆ posso baciarteli?>> ho domandato a quel punto, con le lacrime agli occhi <<Per favore โฆ>>
<<No.>>
Quel โnoโ รจ stato detto con estrema tranquillitร , ma per me รจ stato violento tanto quanto uno dei suoi pugni.
<<T โฆ ti prego!>> ho insistito io con le lacrime agli occhi; stavo piangendo come una bambina in quel momento.
<<No.>> ha ripetuto lui con piรน calma <<Mi sono appena fatto la doccia, non voglio rifarmela.>>
<<M-ma โฆ รจ solo un bacio. Solo uno.>>
Lui si รจ strofinato il naso con soddisfazione <<No.>> ha ripetuto con piรน sicurezza <E ora guarda.>> mi ha mostrato lโordine completo; cโerano scarpe, polo, bracciali, berretti, cappellini da baseball, boxer, canottiere, occhiali da sole, tute sportive, giubbotto pluffer, pantaloncini, infradito, catenelle โฆ per un totale di poco piรน di 2000 euro.
2000.
Duemila.
<<Procedo? O vuoi aggiungere qualcosa?>> mi ha chiesto <<Magari โฆ non lo so. Un anello? Non mi stanno bene gli anelli. Forse delle cuffie nuove. Che dici? Mi prendo anche delle cuffie nuove?>>
Io non sapevo cosa dire; non stavo piรน capendo nulla.
Era tutto cosรฌ โฆ fuori dalla realtร .
<<Quanti soldi hai nella carta?>> mi ha domandato ad un certo punto Gio.
<<T โฆ tanti โฆ>>
<<Quanti di preciso?>>
<<Cinque โฆ>>
<<Cinque mila?>>
<<Sรฌ.>>
<<Perfetto. Allora mettiamoci anche le cuffie, okay? E โฆ aspetta! E se aggiungo anche uno smartwatch? Non uno costoso eh, uno tranquillo โฆ tipo questo. Non รจ un problema, no? Rientra nel budget. E se aggiungo anche questo tablet … sรฌ, rientriamo ancora โฆ giusto?>>
<<S โฆ sรฌ โฆ>>
<<Bene.>> mi ha dato il telefono in mano <<Vai. Procedi.>>
Ho lanciato unโultimo sguardo al totale da pagare โฆ
4879,56 euro.
Praticamente tutti i soldi che mio padre mi aveva messo a disposizione per quellโanno.
<<Ehi?>> mi ha detto Gioele ad un certo punto <<Ci sei?>>
Io lโho guardato <<G โฆ Gio โฆ io โฆ>>
<<Un bacio.>> ha detto a quel punto lui <<Quando mi arriverร la roba ti farรฒ dare un bacio. Un bacio alle mie nuove scarpe. Al nuovo smartwatch. Alle nuove calze โฆ e poi ti regalo le mie vecchie scarpe. Non male, eh?>>
<<Io โฆ>>
Gioele ha delicatamente appoggiato un suo dito sotto al mio mento, poi ha sollevato il mio volto affinchรฉ potessi guardarlo dritto negli occhi chiari.
<<E un bacio ai miei piedi. Subito dopo un mio allenamento. Vuoi darglielo?>>
Ho deglutito <<S โฆ sรฌ โฆ>>
<<Allora procedi con lโordine. Altrimenti te ne vai a casa nudo.>>
Puรฒ sembrare impensabile โฆ ma lโho fatto. Ho confermato lโacquisto, e ho pagato.
Abbiamo entrambi atteso che la conferma venisse spedita al mio conto, e non appena ho visto i soldi sparire mi sono sentito โฆ svuotato, drenato sia mentalmente che fisicamente.
<<Ah โฆ>> ha esclamato lui con evidente soddisfazione <<Perfetto. Sei una brava cagna, mi piaci. Potremmo diventare amici io e te, sai?>>
<<A โฆ amici?>>
<<Certo. I cani sono i migliori amici dellโuomo dopotutto.>> ha ridacchiato lui <<Comunque ora devi pulire.>> ha aggiunto, facendo cenno di guardare in basso.
Senza che me ne accorgessi ero venuto. Non so il come sia possibile โฆ ma ero venuto senza che niente toccasse il mio pene. Ho avuto un’eiaculazione spontanea.
<<S โฆ scusa โฆ>> ho detto con un filo di voce <<N โฆ non volevo, io โฆ non so โฆ non so cosa โฆ>>
<<Tranquilla.>> mi ha rassicurato lui, asciugandomi unโaltra lacrima <<La prima volta รจ sempre un casino. Imparerai a controllarti.>> ha aggiunto con un sorrisetto divertito <<Ora alzati e pulisci. Poi ti do il tuo premio.>>
Lentamente e stancamente ho obbedito.
Ero talmente stanco che delle volte mi sembrava di sentire i suoni in modo ovattato.
Gioele non ha avuto pietร comunque, perchรฉ dopo che ho pulito la sedia รจ riuscito a spingermi oltre: mi ha fatto lucidare anche la scrivania e poi lo stesso pavimento.
Questa volta non cโรจ stato nulla di eccitante perรฒ, lโho solamente trovato massacrante. Volevo smettere. Volevo andare via. Ma lui era lรฌ, sempre a un passo da me, sempre pronto a spronarmi a continuare; mi accarezzava la testa come avrebbe fatto con un cane, e continuava a ricordarmi che prima finivo il mio lavoro prima sarei potuto andare via.
Ogni tanto andava in cucina e tornava con del sushi โฆ me lo imboccava mentre io strofinavo il pavimento, e io silenziosamente mangiavo.
<<Brava>> mi diceva <<questi sono i tuoi primi bocconcini. Te li sei guadagnati.>>
Ho passato quasi unโaltra ora, circa quaranta minuti, a pulire la sua intera stanza. E una volta finito Gioele mi ha dato il โpremioโ, cioรจ le scarpe con cui era andato ad allenarsi quel giorno <<Puoi baciarle se ci tieni.>>
Io le ho guardate โฆ ma non avevo voglia di farci nulla, neanche toccarle.
Ho scosso la testa.
<<Va bene. Mettitele nello zaino, sono tue comunque. Un accordo รจ un accordo.>>
Ho obbedito per lโennesima volta, dopodichรฉ Gioele mi ha lanciato delle vecchie mutande e dei pantaloncini da spiaggia, dicendomi che era il massimo che poteva darmi per farmi tornare a casa.
Mi sono vestito senza protestare, tanto ormai mi sembrava tardi per quello, e poi mi ha accompagnato fino alla porta e lรฌ mi ha salutato.
<<ร stato bello.>> mi ha detto con un sorrisetto divertito stampato sul volto <<Potrei addomesticarti e tenerti in casa a tempo pieno. Che ne dici?>>
Io non gli ho risposto subito. Non stavo piรน capendo nulla. Mi sentivo come in un sogno, o come durante una sbronza โฆ e poi avevo sonno, ero fisicamente esausto e mentalmente stanco, pieno di dolori e carico di fatica โฆ e avevo anche fame.
Alla fine ciรฒ che รจ uscito dalla mia bocca รจ stato <<Posso avere un altro sushi?>>
<<Abbaia.>>
<< โฆ eh?>>
<<Se abbai te lo do.>>
Ho esitato, poi ho fatto il miglior โwoof!โ che potessi fare in quelle condizioni.
Lui ha riso divertito <<Aspetta qui>> รจ corso in cucina, ed รจ tornato con un piccolo pezzo di sashimi in mano <<Apri la bocca โฆ>> ha detto, e io mi sono fatto imboccare ancora una volta โฆ anzi, questa volta ho fatto di piรน perchรฉ lui si รจ fatto anche pulire le dita con la mia lingua, ridacchiando divertito <<va bene, basta. Non leccarmi per davvero.>> si รจ pulito le dita che gli avevo leccato sulla mia maglietta, dopodichรฉ mi ha dato una rapida pacca sulla spalla <<Ci vediamo domani. Non perderti per strada, mi servi per confermare lโarrivo del pacco.>>
<<C โฆ certo โฆ>>
<<A domani.>>
<<A โฆ a domani.>>
Quando Gioele ha chiuso la porta di casa, ho sentito qualcosa โฆ fermarsi. ร stato come quando si รจ cosรฌ abituati al rumore di sottofondo del proprio frigo che quando si spegne ci si domanda il come mai il โsilenzioโ sia diventato piรน silenzioso.
Mi sono sentito di colpo piรน leggero, come se finalmente lโaria fosse tornata ad essere respirabile.
Il viaggio di ritorno รจ stato lungo e pieno di rimpianti; mi ricordo di aver pianto nuovamente, di essermi maledetto, di essermi detto cose del tipo โnon ci devo mai piรน parlare!โ โฆ in quel momento in effetti la mia ossessione per Gioele si era trasformata in repulsione.
Non lo volevo piรน vedere. Mi sentivo umiliato, derubato, privato della mia dignitร โฆ stavo addirittura riflettendo ad un modo per โvendicarmiโ e per annullare lโordine. Forse potevo dire che qualcuno era entrato nel mio account senza che io lo volessi โฆ forse mi avrebbero creduto e avrebbero annullato il tutto.
Ma ho esitato per qualche motivo, e quando sono tornato a casa e ho aperto lo zaino ho rivisto le sue vecchie scarpe usate, quelle che fino a quel momento mi avevano tormentato.
Le ho prese in mano.
Le ho guardate da vicino, affascinato.
Le ho baciate, cercando di capire se mi piacesse davvero fare una cosa simile.
E infine lโordine non lo ho annullato.
I giorni successivi al mio primo vero contatto con Gioele furono talmente โnormaliโ da sembrare strani: mi alzavo la mattina, andavo a scuola, stavo con i miei amici, di pomeriggio o tornavo a casa o uscivo con la mia ragazza, ogni tanto studiavo, spesso giocavo ai videogiochi, e poi andavo a letto.
I primi giorni ho anche cercato di evitare Gioele, un poโ per paura e un poโ per vergogna, ma poi mi sono rapidamente reso conto che lui si stava comportando come se non fossi mai andato a casa sua โฆ mi ignorava, ma in modo del tutto naturale.
Le cose non erano tornate completamente alla normalitร perรฒ. Per prima cosa ho iniziato a rifiutare diverse proposte di uscite e serate con amici e la mia fidanzata, e questo perchรฉ non avevo i soldi per permettermelo e non volevo chiederli a mio padre.
A causa della mancanza dei miei 5k ho anche iniziato a mangiare diversamente, e in generale sono stato costretto a negarmi molti dei piccoli sfizi a cui ero abituato.
Ad aver cambiato la mia quotidianitร sono state anche le scarpe di Gioele; i primi giorni provavo ad ignorarle, ma giร dopo la prima settimana erano tornate come nuove โฆ e non perchรฉ le avessi pulite, ma perchรฉ le avevo leccate da cima a fondo, lucidandole con la mia saliva.
Ed infine, la mia fidanzata faticava ad eccitarmi. Neanche i porno riuscivano piรน a farlo. Per avere un erezione dovevo per forza pensare a Gioele, guardare le sue foto o riguardarmi il video che mi ero salvato.
La mia ossessione per lui era gravemente peggiorata, e come se non bastasse dopo la seconda settimana le cose hanno iniziato a cambiare.
Uno degli amici di Gioele, un tipo alto che puzza sempre di fumo ed erba, si รจ improvvisamente avvicinato a me e senza neanche salutarmi mi ha detto:
<<Lo compri anche a me un orologio?>>
Io lโho guardato stranito, cosรฌ come gran parte dei miei amici, e gli ho risposto dicendo:
<<C โฆ cosa?>>
<<A lui lโhai comprato.>> e il tipo ha indicato Gioele, che si era fatto vivo con le cuffie e lo smartwatch che aveva acquistato usando i miei soldi <<Dai, tanto i soldi li hai no? Dammene uno anche a me.>>
A me era gelato il sangue, mentre un paio dei miei amici ci stavano guardando con evidente perplessitร sul volto.
Gioele aveva raccontato a tutti quello che era successo โฆ
<<N โฆ non so di cosa stai parlando.>> ho provato a dire io <<In che senso devo comprarti un orologio?>>
<<In quel senso fraโ, in che senso sennรฒ? Comprami un orologio. Anche uno di merda, basta che sia figo.>> ha detto lui, ma io ho fatto finta di non capire e quindi lui ha continuato dicendo: <<Se ti faccio annusare i piedi me lo compri?>>
Una mia amica a quel punto รจ scoppiata a ridere, pensando che fosse una sorta di battuta <<Tu sei tutto scemo.>> gli ha detto, e le sue risate hanno contagiato un poโ tutti permettendomi cosรฌ di nascondere il nervosismo dietro a un sorriso.
<<Dai!>> ha insistito il tipo <<Ti faccio una foto ai piedi dopo, okay? Poi mi compri lโorologio.>>
<<Hai esagerato con lโerba.>> gli ho risposto io facendo finta di ridere, e fortunatamente il professore ha interrotto la discussione entrando in aula e dando inizio alla lezione.
Il resto della giornata รจ proseguito piรน o meno normalmente, ma da quel momento in poi la voce che io avessi comprato uno smartwatch super costoso a Gioele ha iniziato a circolare in tutta la scuola.
Qualche giorno dopo Gio si รจ presentato indossando una delle sue nuove polo, uno dei suoi nuovi cappellini, e i nuovi pantaloncini โฆ a quanto pare le cose che aveva comprato gli stavano arrivando, una dopo lโaltra, e tutti sapevano che ero stato io a comprargliele โฆ o almeno lo sospettavano, dal momento che io continuavo a negarlo.
Lui comunque continuava ad ignorarmi, e io non sapevo bene cosa fare per risolvere la questione. Avrei tanto voluto parlargli, ma come al solito era perennemente circondato dai suoi amici. Ho sperato in unโaltra giornata โfortunataโ dove lo avrei trovato da solo nellโautobus โฆ ma quella giornata non รจ mai arrivata.
Ad arrivare รจ stato un pacco inaspettato perรฒ, e aprendolo ci ho trovato dentro delle scarpe sportive di colore rosso e nero โฆ le scarpe che si era comprato Gio.
Erano stupende. Il solo guardarle mi faceva venire lโacquolina in bocca.
Ricordo di averle estratte dalla scatola per esaminarle una per una da vicino; il primo istinto che ho avuto รจ stato quello di leccarle, ma mi sono trattenuto. Erano nuove di zecca โฆ non mi sembrava il caso di farlo. Le ho annusate perรฒ, e ho anche riflettuto sulla possibilitร di indossarle ed utilizzarle ma erano troppo grandi per me.
Guardandole ho iniziato ad avere anche delle strane voglie โฆ ho iniziato a chiedermi il quanto fossero โdureโ, e il come avrebbero ridotto degli oggetti se messi sotto il loro peso.
Ho iniziato con mettere i miei vecchi giocattoli sotto le scarpe โฆ poi il mio cuscino; mi dava una certa soddisfazione tutto ciรฒ, ma cโera qualcosa che mancava, cioรจ il peso; dovevo trovare il modo di rendere quelle scarpe pesanti, e purtroppo lโunico modo per farlo era trovare qualcuno che potesse indossarle.
Il mio primo pensiero fu rivolto alla mia fidanzata, ma non gli sarebbero state bene โฆ poi, inevitabilmente, ho pensato a Gioele.
Fino a quel momento non mi era venuto in mente di dargliele. Le aveva comprate coi miei soldi dopotutto, quindi tecnicamente erano mie, e poi lโidea di non averle piรน a mia disposizione non mi piaceva per niente; le volevo tutte per me.
Perรฒ, come al solito, il pensiero di vedere i piedi perfetti di Gioele indossare quelle scarpe si stava rapidamente trasformando in un ossessione โฆ e poi quel ragazzo mi aveva promesso dei โbaciโ una volta ricevuta la sua roba, baci che, in fondo, avevo tutte le intenzioni di dare.
Non sapevo il come approcciarlo perรฒ. Come detto lui era sempre circondato dai suoi amici, sia a scuola che fuori, e non avendo il suo numero non potevo mandargli un messaggio privato; teoricamente faceva parte della chat di gruppo della classe, ma lโapplicazione di messaggistica che usavamo non rivelava i numeri privati dei suoi membri, e impediva la possibilitร di inviare loro dei messaggi privati se loro non lo consentivano.
Ho provato a scrivergli usando i social, ma lui non leggeva i messaggi; forse ne riceveva troppi considerando che il suo numero di seguaci era salito a 10mila, o forse mi stava deliberatamente ignorando.
Lโunica cosa che potevo fare era parlargli direttamente e in presenza dei suoi amici โฆ ma lโidea non mi piaceva per niente; avevo paura di quello che avrebbero detto e di come mi avrebbero guardato.
Lโossessione cresceva perรฒ, e cosรฌ ho deciso di fare una cosa da stalker: ho preso le scarpe, le ho messe dentro una busta, e le ho portate direttamente a casa sua una domenica mattina.
Ero nervosissimo e quasi sicuro di star per fare una brutta figura dinanzi ai suoi genitori, ma quando ho bussato non ho trovato loro dietro alla porta โฆ e neanche lui.
Ad aprirmi รจ stato un ragazzo che sembrava avere venti anni; aveva un cappellino simile a quelli che indossava sempre Gio, ed era stupidamente enorme se confrontato a me; non gli arrivavo al petto ed ogni singola parte del suo corpo era piรน robusta della mia controparte.
Braccia grosse e venose, bicipiti dalla rotonditร pazzesca, spalle larghe, petto poderoso, cosce e polpacci spaventosi โฆ il tutto condito con delle proporzioni assurdamente perfette.
Ricordo chiaramente che mi si รจ bloccato sia il cuore che il respiro che il cervello quando lโho visto; ciรฒ che avevo davanti era un concentrato estremo di virilitร e bellezza maschile, e io mi sono sentito piccolo e lurido come un insetto al suo cospetto; addirittura il suo volto era maestoso, gli donava una bellezza regale degna di un fotomodello.
Era un dio. Un dio che mi stava guardando con espressione annoiata e leggermente infastidita.
<<Parla.>> ha detto lui, e solo in quel momento mi sono reso conto di essere rimasto impalato a guardarlo con la bocca semiaperta come unโidiota per non so neanche quanto tempo.
Ma il mio corpo era paralizzato โฆ cercare di muovere anche solo le labbra sembrava unโimpresa titanica.
Ho iniziato a tremare.
Era la prima volta nella mia vita che mi sentivo cosรฌ; lo sguardo penetrante del ragazzo unito alla maestositร di quel corpo mi stavano friggendo il cervello.
Notando che continuavo a rimanere in silenzio, il ragazzo ha spostato lo sguardo dal mio volto a ciรฒ che avevo tra le mani, e allungando un braccio ha delicatamente ma con estrema decisione sottratto la busta dalle mie dita.
Sempre in paralisi, ho silenziosamente osservato quel gigante aprire la busta, tirare fuori la scatola delle scarpe, aprire anche quella e osservare con vago disinteresse il contenuto.
<<Carine.>> ha detto <<Non sono della mia taglia perรฒ.>>
A quel punto ho deciso di scongelarmi, e usando tutte le mie forze ho balbettato:
<<Q-q-quelle โฆ s โฆ sono โฆ sono โฆ sono per G-Gioele โฆ lo โฆ lo conosci?>>
Lui mi ha lanciato uno sguardo abbastanza eloquente <<Secondo te?>> ha risposto.
La mia era stata una domanda stupida in effetti, era ovvio che lo conoscesse, ma in quel momento facevo davvero fatica a pensare lucidamente.
Il ragazzo ha chiuso la scatola e lโha rimessa nella busta, dopodichรฉ mi ha squadrato per qualche secondo e infine ha detto: <<Tu sei il frocio che ha speso cinquemila euro per mio fratello, vero?>>
โFrocioโ โฆ? Io? Quelle parole non mi erano mai state dette da nessuno, e mai le avevo pensate. Ero fidanzato, e fino a quel momento solo le ragazze avevano attirato la mia attenzione. Come potevo essere โfrocioโ?
La mia attenzione si รจ rapidamente spostata sullโultima parte della sua frase perรฒ, โfratelloโ. Quel gigante fatto di muscoli era il fratello di Gioele a quanto pare.
<<Lo prendo per un sรฌ.>> ha continuato lui, notando il mio silenzio <<Gio mi ha detto che sei bravo come domestico, e che ti piace fare il cane. ร vero?>>
<<Eh โฆ ehm โฆ>>
Lui ha fatto un mezzo sospiro <<Togliti le scarpe ed entra.>> ha detto a quel punto, e nel sentire quelle parole in me รจ scattato qualcosa.
Io non sapevo cosa mi aspettava perรฒ.
Non avevo la piรน pallida idea di chi fosse davvero quel ragazzo. Ad averlo saputo sarei scappato senza mai voltarmi indietro, ma invece mi sono tolto le scarpe e sono entrato dentro casa.
Ricordo che nellโaria circolava un leggerissimo odore pizzicante โฆ era stuzzichevole e piacevole, perรฒ sfuggente.
Ancora non lo sapevo, ma quell’odore mi avrebbe causato una marea di problemi in futuro.
Mi sentivo strano. Tutto mi sembrava strano, anzi. Lโaria profumava di qualcosa di fresco e piccante, e sembrava in qualche modo piรน facile da respirare, piรน โฆ leggera forse? Non saprei come dirlo.
I colori erano diventati piรน accesi, piรน vivaci; guardarli mi dava un senso di โฆ tranquillitร ?
E poi cโera il fratello di Gioele. Descrivere ciรฒ che lui mi provocava e il modo in cui mi faceva sentire รจ veramente molto difficile. In pochi possono comprendere.
Iniziamo dallโinizio perรฒ: i suoi movimenti erano ritmici, precisi, calibrati in modo talmente perfetto da sembrare meccanicamente irreali; si muoveva come un orologio, ma senza alcuna interruzione; la sua meccanicitร era fluida e naturale.
Tutti quando si muovono hanno un ritmo, un โpassoโ, e quello del fratello di Gioele sembrava normale ma piรน lo guardavo piรน โฆ mi rilassavo. Il suo ritmo era soddisfacente, bello come un video ASMR; non eseguiva un singolo movimento inutile, sembrava un automa โฆ unโintelligenza artificiale dentro al corpo di un essere umano.
<<Mettiti lรฌ.>> mi ha detto lui una volta raggiunta la cameretta di Gio, e io ho fatto come diceva, mettendomi al centro della stanza <<Seduto.>> ha aggiunto lui mentre chiudeva la porta della camera; lโunica sedia presente era quella della scrivania quindi il mio primo pensiero รจ stato quello di andare lรฌ, ma il ragazzo mi ha appoggiato una mano sulla spalla e mi ha fermato <<A terra.>> ha specificato.
Io gli ho lanciato uno sguardo esitante <<A โฆ a terra?>>
<<Sรฌ. Sei un cane, no? I cani si siedono per terra.>>
<<M-ma โฆ ma io non โฆ non โฆ>>
A quel punto il ragazzo ha fatto un sonoro sospiro e mi ha guardato dritto negli occhi <<Perchรฉ sei qui?>> mi ha chiesto.
<<P โฆ per dare le scarpe a Gioele. S-sono โฆ sue.>> รจ stata la mia risposta.
<<Non รจ vero.>> ha perรฒ ribattuto lui <<Mio fratello mi ha raccontato quello che ti ha fatto. Ti ha fatto pulire il bagno e la stanza completamente nudo. Ti ha svuotato la carta di credito. E in cambio ti ha dato solo un paio di scarpe vecchie โฆ Una persona normale non sarebbe qui oggi.>>
Io ho subito distolto lo sguardo.
No โฆ una persona normale non sarebbe mai andata lรฌ in effetti. Una persona normale avrebbe denunciato Gioele e forse avrebbe anche cambiato scuola.
Ma io non ero normale, anche se a dirla tutta neanche io sapevo bene il motivo per cui fossi lรฌ. Perchรฉ avevo deciso di andare da Gioele quella domenica? Fino a quel momento non ci avevo davvero pensato, avevo solamente agito dโistinto provando a giustificare le mie azioni con mezze riflessioni fatte sul momento.
โCi vado per parlarciโ mi dicevo, ma non sapevo di cosa volevo davvero parlare.
โCi vado perchรฉ devo dargli le sue scarpeโ era unโaltra delle risposte, ma poi? Una volta dategli le scarpe cosa avrei fatto? Cosa gli avrei detto?
In realtร a queste cose non ho pensato perchรฉ non ci volevo pensare. Non volevo costringere la mia coscienza ad ammettere che il vero motivo per cui volessi andare lรฌ era un altro.
<<Quindi?>> ha incalzato il ragazzo <<Perchรฉ sei qui?>>
<<N โฆ non lo so.>> ho risposto nervosamente; stavo iniziando ad agitarmi.
<<Gio mi ha detto che ti aveva promesso di farti baciare tutte le nuove cose che si era comprato. Sei qui per quello? Per baciargli le mutande che gli hai pagato? Vuoi il tuo โฆ โregalinoโ?>>
Io avevo lo sguardo fisso sul muro e il fiato corto; non sapevo cosa rispondere. Ero lรฌ per quello? Per โฆ baciarlo? Mi aveva promesso che mi avrebbe fatto baciare tutte le cose che avevo comprato, a partire dalle nuove scarpe. Ero lรฌ per quel motivo?
<<No โฆ>> ho risposto piano.
<<No? Sicuro?>>
<<Sรฌ.>>
<<E allora perchรฉ sei qui?>>
Ho deglutito <<Io โฆ n โฆ non ne sono sicuro โฆ>>
<<Guardami in faccia quando ti parlo.>>
Quelle parole sono state date con cosรฌ tanta autorevolezza che lโidea di disobbedire non mi รจ neanche passata per la mente; ho alzato lo sguardo verso di lui, e ricordo di aver pensato che la sua espressione fosse indecifrabile โฆ aveva un volto a metร tra il severo, il disinteressato e lโannoiato.
<<Ti rifaccio la domanda. Voglio una risposta.>> mi ha detto guardandomi dritto negli occhi <<Perchรฉ sei qui?>>
Io ho deglutito nuovamente. Non avevo idea di cosa dirgli perchรฉ neanche io conoscevo la risposta, e cosรฌ ho aperto la bocca e ho lasciato parlare il mio istinto: le parole che uscirono da lรฌ sorprisero anche me.
<<Sono qui perchรฉ voglio essere il suo cane.>>
Mi resi conto della gravitร delle mie parole solo dopo averle dette ad alta voce, ed ormai era troppo tardi per rimangiarle, cosรฌ sono rimasto in silenzio e in attesa del suo giudizio.
Mi aspettavo una risata, una domanda confusa, un insulto, uno scatto di rabbia โฆ invece il ragazzo ha indicato la parte di pavimento subito affianco alla scrivania dicendo: <<Mettiti a cuccia lรฌ allora. I cani si siedono per terra.>>
A quel punto il mio intero corpo si รจ sciolto. Tutta la tensione, il nervosismo, la paura, lโansia โฆ tutto si รจ dissolto nel nulla, lasciando spazio ad una felice e rilassante sensazione di rassegnazione.
Il mio cervello ha finalmente deciso di smettere di negare e scappare dalla realtร , ha deciso di accettarla: io ero andato lรฌ quella domenica per uno e un solo semplice motivo, ovvero lโobbedire agli ordini di Gioele come un domestico, un cane da compagnia โฆ uno schiavo.
Ero lรฌ per quello. E quando il fratello mi ha dato quellโordine lโho finalmente capito ed accettato.
Ho obbedito, questa volta senza pensare, senza fare domande. Ero andato lรฌ per quello dopotutto.
Il ragazzo mi ha seguito con lo sguardo in silenzio; mi osservava con la stessa durezza di un sergente e io non capivo se fosse arrabbiato o meno.
Una volta a terra lui ha impartito un altro ordine.
<<Svuota le tasche.>>
Anche quella volta non ho riflettuto sulle mie azioni: ho preso tutto ciรฒ che avevo in tasca e lโho tirato fuori, allungandoglielo come farebbe un bambino.
Lui si รจ quindi chinato e ha osservato ciรฒ che avevo in mano: telefono, portafogli, qualche cartaccia, delle monete e le chiavi di casa.
La prima cosa che ha preso รจ stato il telefono; se lo รจ rigirato per le mani studiando rapidamente il modello, poi lโha buttato sul letto.
Ha continuato prendendo le chiavi e le monete, appoggiandole sulla scrivania.
Infine ha preso il portafogli, lo ha aperto, ha tolto le poche banconote che avevo e le ultime monetine che mi rimanevano, si รจ anche preso la mia carta, ed ha appoggiato il resto sulla scrivania.
<<Da ora fino a quando non te lo dirรฒ io, non voglio sentire una parola da te.>> mi ha detto a quel punto <<I cani non parlano. Capito?>>
<<Capit->> ho provato a rispondere, ma sono stato zittito da uno schiaffo che รจ arrivato con la stessa rapiditร e violenza di un fulmine.
Il mio sistema nervoso รจ andato completamente in tilt e ho perso ogni funzione sensoriale in un singolo istante; sono rimasto in uno stato di stordimento totale per alcuni attimi, poi piano piano ho iniziato a riprendere i sensi.
Avevo i suoni ovattati e la vista appannata, gli arti mi tremavano per lo spavento e lโimpatto improvviso, il mio cuore stava battendo allโimpazzata e la guancia destra sembrava che stesse andando a fuoco per quanto mi bruciava โฆ perรฒ quello schiaffo mi era piaciuto. Per qualche strano assurdo e malato motivo, il dolore che provavo mi stava piacendo.
Il ragazzo ha atteso che io mi riprendessi dal colpo, dopodichรฉ mi ha guardato dritto negli occhi e ha ripetuto con piรน fermezza le parole: <<I cani non parlano. Capito?>>
Ho annuito.
<<Bene.>> mi ha dato due pacche sulla testa, dopodichรฉ si รจ buttato sul letto di Gio prendendo con una mano il mio telefono e con lโaltra il suo: non parlava, non mi guardava, ma sapevo il cosa voleva fare โฆ voleva trasferire i suoi dati nel mio e viceversa, cosรฌ da scambiarci i telefoni.
Io sono rimasto in silenzio a guardarlo. Inizialmente avevo il cuore che batteva forte, lโidea di perdere il telefono non mi piaceva un granchรฉ, quellโaggeggio mi era costato quasi duemila euro โฆ se lโavessi perso papร se ne sarebbe accorto di sicuro e si sarebbe infuriato.
Poi perรฒ il mio sguardo si รจ abbassato sulle sue gambe stupidamente muscolose, e ancora piรน giรน, sui suoi piedi coperti da dei corti calzini neri โฆ e sono rimasto come incantato, rapito dalla bellezza di ciรฒ che vedevo.
Mi sono calmato, mi sono rilassato, e mi sono goduto il momento.
Sรฌ, stavo per perdere altri 2mila euro, ma che importava? Li avrei recuperati in un modo o nellโaltro, mentre quella visuale โฆ quella visuale era una cosa irrecuperabile. Neanche fare una foto avrebbe fatto giustizia a ciรฒ a cui stavo guardando.
Poco dopo ho sentito una porta lontana aprirsi e dei passi lungo il corridoio della casa; un attimo dopo anche la porta della stanza si รจ aperta, e voltandomi ho visto Gioele entrare in camera.
Era piรน elegante del solito: pantaloncini, camicetta bianca, occhiali da sole, calzini grigi โฆ
<<Fraโ>> ha detto Gio rivolto al fratello <<come sto?>>
Il fratello ha alzato leggermente lo sguardo verso di lui <<Bene.>> ha semplicemente detto, dopodichรฉ รจ tornato a guardare i due telefoni.
<<Tu sei sicuro di non voler venire?>>
<<Sรฌ.>>
<<Ci saranno quasi solo donne questa volta.>>
Lui ha fatto spallucce <<Tutte tue.>>
<<Che gay che sei. Cโรจ pure Silvia. Quella si fa pisciare in bocca.>>
<<Non mi va. Oggi volevo andare da Giacomo โฆ perรฒ mi sa che rimango a casa. Voglio giocare un poโ con lui.>> e mi ha indicato col mento.
Gioele a quel punto si รจ finalmente voltato verso di me <<Giร , a proposito โฆ che ci fa lรฌ quello?>>
<<ร il nostro nuovo cane.>> ha risposto il fratello.
<<Fraโ โฆ sta in classe mia lui.>>
<<E quindi?>>
<<Quindi non puรฒ stare qui.>>
<<Non lโho portato io qui, ha bussato lui alla porta. ร venuto a darti le scarpe.>>
Gioele ha mantenuto lo sguardo su di me per qualche secondo, poi ha fatto un mezzo sospiro <<Beh โฆ se non gli fai male mi va anche bene.>> ha detto <<Perรฒ deve tornare a casa sua questa sera.>>
<<Certo.>>
<<E dove sono le scarpe? Le provo subito.>>
<<Nah, non ti stanno bene con quel completo.>> gli ha perรฒ detto il fratello.
<<Dici?>> Gioele si รจ guardato, poi grattandosi la testa ha annuito <<Mi sa che hai ragione. Mi metto quelle bianche?>>
<<Meglio.>>
Mentre Gio finiva di vestirsi e continuava a parlare con il fratello, io sono rimasto seduto lรฌ a terra, a guardarli.
ร stata un esperienza strana quella.
Non capivo bene il cosa stesse succedendo e nรฉ potevo immaginare il come sarebbe finita la storia, perรฒ mi piaceva stare lรฌ, seduto per terra a guardare due dei ragazzi piรน fighi che avessi mai visto dal vivo, inoltre lโessere totalmente ignorato stava in qualche modo rendendo il tutto piรน eccitante.
Ho guardato i due fratelli avidamente mentre Gio si metteva gli accessori e si dava lโultima sistemata ai capelli e ai vestiti; parlavano tra di loro come se io non esistessi, dandomi la possibilitร di godermi i loro piedi e la loro presenza senza dovermi giustificare.
Alcune parti dei loro discorsi erano anche molto interessanti. Hanno parlato di ragazze e di come gli piaceva scoparsele; ho scoperto che a Gio piace tirargli i capelli e prendergli a schiaffi i seni, mentre al fratello piace legarle. Hanno parlato poi di comitive di amici con cui spesso escono e fanno a botte; ho capito che molto spesso cercano di istigare delle risse per pura noia. Hanno anche parlato di sport e di come โฆ non potessero farlo? Da quello che ho capito potevano prendere parte agli allenamenti senza problema, ma gli era vietato partecipare alle competizioni per qualche motivo.
E alla fine hanno anche parlato di me.
<<Ma quindi lui?>> ha chiesto Gioele una volta finito di vestirsi.
<<Lo addomestichiamo, no?>> รจ stata la risposta.
<<Non fargli male.>> si รจ assicurato di ripetergli Gio.
<<Tranquillo. So cosa fare.>>
<<Va bene. A dopo fraโ.>>
<<Ciao.>>
Quando Gioele ha chiuso la porta della stanza lasciandomi da solo col fratello, mi sono reso conto di una cosa: quando si sono messi a parlare di me il cuore ha iniziato a battere per lโemozione, e dopo che Gio si รจ chiuso la porta dietro lasciandomi in stanza tutta quellโemozione se ne รจ andata, lasciando spazio solo a un senso di vuoto e attesa โฆ
In quel momento ho capito cosa provano i cani.
Il fratello di Gioele era sdraiato sul letto; stava guardando un video al telefono e mi stava completamente ignorando da almeno unโora.
Io ero stanco. Stare seduto a gambe incrociate per cosรฌ tanto tempo si era rivelato parecchio faticoso. Avevo bisogno di muovermi, di stiracchiarmi, di riposizionarmi โฆ ma ogni volta che ci provavo il ragazzo mi fermava subito, ricordandomi che era lui a dovermi dare il permesso di muovermi.
ร stata unโora piuttosto sfiancate, e le uniche fonti di soddisfazione erano lโodore pizzicante che per qualche motivo si sentiva ancora, e guardare la gamba del ragazzo, lasciata fuori dal letto con le dita dei piedi che sfioravano il pavimento; quella gamba si muoveva su e giรน con ritmica lentezza, e mi sono sentito quasi ipnotizzato nel fissarla.
Quel ragazzo comunque aveva qualcosa di strano. Forse era la stanchezza, forse la noia, perรฒ delle volte mi lasciava delle impressioni quasi โฆ oniriche.
Nei sogni quando qualcuno ti guarda, tu te ne rendi conto anche se non lo vedi; sai di star venendo osservato perchรฉ, teoricamente, il sogno รจ fatto dal tuo cervello, che quindi ne conosce ogni dettaglio.
Delle volte, quando guardavo per troppo tempo il pavimento o il muro della stanza, sentivo lo sguardo del fratello di Gioele addosso; non era unโimpressione perรฒ, era una certezza assoluta; lo sguardo di quel ragazzo sembrava percepibile.
Anche i suoi occhi erano strani. Ogni tanto sembravano cambiare colore, ma solo quando li si guardava con la vista periferica.
Tutti questi dettagli non mi hanno impedito di annoiarmi a morte perรฒ; non avrei mai immaginato che il non fare nulla potesse essere cosรฌ stancante.
<<Fai il cane.>> ho sentito dire ad un certo punto dal fratello di Gioele.
Lโho guardato, un poโ stordito โฆ โfai il caneโ? Che significava? Dal mio punto di vista giร lo stavo facendo il cane, ero seduto a terra da piรน di unโora, ma riflettendoci un poโ ho capito cosa intendeva.
Ho iniziato a muovermi a quattro zampe, timidamente โฆ e notando che lui non mi stava dicendo nulla ho preso piรน coraggio e ho iniziato a gattonare in giro per la stanza, proprio come farebbe un cane.
Il fratello a quel punto si รจ tirato su e mi ha guardato <<I cani non si muovono cosรฌ.>> mi ha detto <<Abbassa quella testa. Il naso deve stare per terra. Devi annusare il pavimento ad ogni passo.>>
<<S-scu>>
<<E non parlare.>>
Ho provato a fare come diceva ma trovavo davvero difficile gattonare e avere la testa cosรฌ vicino al pavimento da poterlo annusare, anzi pensavo fosse impossibile fino a quando lui non รจ balzato giรน dal letto e si รจ chinato affianco a me.
<<Le braccia le devi mettere cosรฌ.>> mi ha detto prendendomele e poi tirandole in avanti, costringendomi cosรฌ a piegarmi <<E la testa deve stare qui.>> ha aggiunto mettendomi una mano sulla nuca e poi spingendo con forza verso il basso; il mio corpo ha istintivamente provato a reagire alla sua pressione, ma probabilmente lui non se ne รจ neanche accorto <<E ora apri un poโ le gambe. E i gomiti devono toccare terra. Esatto โฆ bravo. Ora prova a muoverti โฆ Sรฌ. Cosรฌ devi fare. Bravo.>>
Fatto ciรฒ รจ tornato sul letto.
Nella posizione in cui mi sono ritrovato ero incredibilmente scomodo; avevo la schiena terribilmente inarcata, le braccia per muoverle dovevo farle strisciare, e il collo mi faceva male da morire โฆ ma ho provato ad accontentarlo e a muovermi cosรฌ per un poโ intorno alla stanza.
<<Non ti sento annusare.>> ha detto lui ad un certo punto <<Annusa. I cani annusano tutto.>>
Ho iniziato ad annusare il pavimento, anche se cโรจ da dire che non cโera molto da annusare lรฌ; la stanza รจ splendidamente pulita, e il pavimento aveva un vaghissimo odore di sapone misto a qualcosa di piccante.
In alcune zone lโodore piccante era leggermente piรน intenso perรฒ, e cosรฌ ho iniziato a seguire quello; muovendomi, lโodore piccante diventava sempre piรน forte, fino a quando non mi ha portato esattamente davanti ai piedi del ragazzo, che era seduto sul letto ma teneva i piedi sul pavimento.
Erano piรน grandi di quelli di Gio โฆ un piede probabilmente mi copriva lโintero volto; la loro forma era egualmente elegante perรฒ, cosรฌ attraente da farmi venire voglia di annusare da piรน vicino.
Lโodore piccante si faceva piรน forte e intenso ad ogni centimetro di distanza che coprivo, e si miscelava allโodore piรน riconoscibile e normale di piedi sudati; le cose erano due, o i suoi calzini erano la fonte dellโodore piccante, oppure erano i suoi piedi.
Mi sono avvicinato ancora fino a quando il mio naso non ha sfiorato le sue dita.
Stavo impazzendo.
Il suo piede era la fonte di quellโodore โฆ anzi no, di quel profumo.
Un profumo pizzicante e invitante, un profumo che portava sia la gola che il naso a volerne assorbire di piรน, un poโ come le bibite gassate che stuzzicano la lingua e la gola affinchรฉ vengano bevute di nuovo.
Un profumo terribilmente buono e assuefante.
Un profumo terribilmente โฆ delizioso.
Ho iniziato a fare respiri sempre piรน grandi e lunghi, e ricordo perfettamente che mi รจ anche venuta lโacquolina alla bocca.
Lui a quel punto ha fatto qualcosa che mi ha fatto letteralmente impazzire; avendo la mia faccia ad un soffio da un suo piede, lui ha spostato quello libero sopra di me, appoggiandolo con pesantezza sulle mie spalle.
Il mio organo genitale รจ partito in quarta, e il mio cervello invece ha tirato il freno a mano; si erano dati il cambio, e da quel momento a comandare sarebbe stata la parte bassa del mio corpo.
La prima cosa che feci fu affondare la mia faccia sul suo piede perchรฉ volevo assorbire quanto piรน di quellโodore piccante possibile, e nel farlo qualcosa di incredibile ma anche inspiegabile รจ successo โฆ
Immaginatevi di toccare dellโacqua bollente, o dellโacido, con una mano. Si prova dolore, giusto? Ora immaginatevi che al posto di provare dolore si provi invece piacere. Immaginatevi di immergere una mano dentro dellโacqua bollente che al posto di bruciarvi dal dolore vi bruci dal piacere.
Strano, vero? Beh, รจ quello che รจ successo quando ho strisciato il mio volto sul piede del fratello di Gio; tutto ciรฒ che รจ entrato a diretto contatto con lui ha iniziato a โbruciare di piacereโ.
Quella รจ stata una sensazione che non ho mai provato in vita mia, che niente e nessuno mi aveva mai causato โฆ una sensazione impossibile da spiegare a voce, una sensazione che puรฒ essere solo vissuta.
Ho iniziato a strisciare con piรน forza la mia faccia sul mio piede, e piรน forza ci mettevo piรน il โbruciore di piacereโ aumentava; forti brividi partivano dalle parti a contatto con la sua pelle e percorrevano tutto il corpo, brividi simili a quelli che si hanno quando qualcuno ti fa dei grattini.
Mi sentivo in paradiso โฆ
Quel piacere non era sessuale comunque, era molto piรน simile alla sensazione di benessere che si prova quando si viene accarezzati โฆ ed รจ solo migliorato quando, spinto dalla foga, ho aperto la bocca e tirato fuori la lingua e lโho appoggiata sopra ad un suo dito.
Ho scoperto che lโodore piccante aveva anche un sapore altrettanto piccante โฆ perรฒ in genere il peperoncino crea dolore e fastidio, mentre il suo piede aveva creato una sensazione molto simile a quella del peperoncino, ma inversa: invece di darmi dolore mi dava altro piacere.
Stavo impazzendo.
Anzi, ero impazzito.
Ad un certo punto il suo piede si era trasformato in un ghiacciolo per me perchรฉ lo stavo leccando con tutte le mie forze; ero andato completamente fuori controllo, non stavo piรน ragionando, credo di aver anche perso la cognizione del tempo.
Leccargli il piede ha avuto lo stesso effetto che ha avuto annusarglielo; ogni leccata diventava sempre piรน lunga, e ogni volta provavo a tirare fuori sempre piรน lingua; volevo far in modo che ogni parte della mia lingua toccasse il mio piede, cosรฌ da poterla far bruciare di piacere come il resto del mio volto.
ร successo anche con le mani, toccandogli il piede anche quelle si erano messe a bruciare di piacere, ma la cosa peggiore (o forse migliore) รจ stata quando ho deciso di arrendermi ai miei impulsi e ho iniziato a mordere.
Leccarlo infatti non era piรน abbastanza per me. Volevo quella dolce sensazione dentro la mia bocca, sotto la lingua, infondo alle guance, e poi giรน nella gola e nello stomaco.
Sรฌ โฆ in quel momento volevo mangiarlo. In quel momento non stavo pensando, ero diventato un cavernicolo.
Perรฒ ricordo una cosa particolare: sebbene la pelle sotto alle sue calze sembrasse morbida e soffice, i miei denti non riuscivano ad andare di un singolo centimetro oltre; non importa la forza che immettevo nei miei morsi, non riuscivo minimamente ad affondare nella sua carne โฆ mi sembrava di star mordendo un pezzo di metallo.
A me non dispiaceva comunque. Sebbene il suo piede fosse innaturalmente duro, ai miei denti piaceva sbatterci contro. E cosรฌ ho iniziato a mordicchiarlo, e poi a leccarlo, e poi a mordicchiarlo di nuovo โฆ ero come un cane che tentava di mangiarsi un osso.
Non so per quanto tempo sono rimasto lรฌ โฆ ma se fosse stato per me probabilmente ci sarei rimasto per sempre.
Lui perรฒ si รจ stancato dopo un poโ, e ha tolto il suo piede da davanti alla mia faccia affiancandolo a quello che aveva sopra di me, rendendolo cosรฌ irraggiungibile.
A quel punto mi sono ritrovato con un peso davvero notevole sulla schiena, ma non ci ho fatto molto caso perchรฉ la mia attenzione รจ stata subito attirata da ciรฒ che il piede del ragazzo si era lasciato dietro, ovvero una gigantesca orma stampata sul pavimento e fatta dal suo sudore โฆ
Non potevo chiedere un regalo dโaddio migliore.
Ho avvicinato il mio naso allโorma fino a toccare il pavimento; lโodore era ancora presente, era ancora forte, ma era decisamente meno intenso di prima e molto meno soddisfacente; quel fattore, unito allโenorme voglia che avevo di ritornare a sbattere la mia faccia sul suo piede, mi ha portato a fare una cosa che mai avrei pensato di fare in vita mia: mi sono messo a leccare anche il pavimento.
Ho visto molto spesso i cani farlo โฆ li ho visti mangiare dei croccantini, magari dei pezzi di carne, e poi leccare il pavimento sul quale erano state appoggiate quelle cose.
Lโho sempre trovato stupido io. Non mi sono mai messo a leccare i piatti su cui ho mangiato, e non ho mai leccato neanche le posate a dire il vero โฆ ma in quel momento, ancora una volta, mi sono trovato a comprendere le decisioni dei cani.
Ho leccato ferocemente e avidamente ogni centimetro sul quale il piede del fratello di Gio si era appoggiato, e sono andato avanti a lungo, per minuti e minuti senza fermarmi, fino a quando il suo sapore non era svanito del tutto.
Io non ho mai fumato nรฉ bevuto alcolici, perรฒ a causa di quel momento so cosa significa soffrire di astinenza: i polmoni, il naso, il volto, la lingua, addirittura i denti โฆ tutte quelle cose stavano morendo dalla voglia di tornare a sbaciucchiare i piedi del ragazzo, e il non poterlo fare li stava facendo soffrire.
Il dolore era tornato a farsi sentire piรน forte che mai.
E parlando di dolore, i suoi piedi sopra la mia schiena stavano diventando insostenibili: la posizione che avevo era stata mantenuta per troppo tempo, forse anche piรน del dovuto, ed era decisamente scomoda โฆ perรฒ non riuscivo a muovermi; i suoi piedi erano davvero pesanti, e io non volevo fare cose che potessero dargli fastidio, il che mi ha portato a continuare a stare in quella posizione ancora per un poโ.
In breve tempo il mio corpo ha iniziato a tremare dal dolore perรฒ. Dovevo muovermi. Non potevo rimanere lรฌ sotto e in quella posizione ancora a lungo. Perรฒ cercavo di resistere, stavo cercando di rimandare quel momento il piรน lontano possibile, un poโ come quando si deve andare in bagno la notte ma non ci si vuole alzare dal letto โฆ e cosรฌ ho chiuso forte i pugni, ho stretto forte i denti, e ho resistito il piรน che potevo.
Ma non potevo resistere a lungo.
Quando le mie forze si sono esaurite mi sono completamente accasciato a terra, abbandonandomi al peso dei suoi piedi.
<<Da quando sei diventato un tappeto?>> ha domandato lui.
Io non ho risposto: non avevo lโaria per farlo.
<<Dai, torna su.>>
Non mi sono mosso, quindi lui ha tolto i piedi da sopra alla mia schiena e ha ripetuto lโordine.
<<Torna su.>> ha detto <<E guardami in faccia.>>
Lentamente, questa volta ho obbedito.
Mi sono tirato su con estrema fatica, e ho alzato lo sguardo verso di lui.
Lui ha appoggiato un suo dito sotto al mio mento mentre sorreggermi meglio il volto, e da quel semplice contatto รจ partito un altro brivido di piacere.
In un lampo di luciditร mi sono ricordato dello schiaffo che mi aveva dato prima; fu uno schiaffo piuttosto violento, cosรฌ forte che aveva mandato in tilt il mio sistema sensoriale, perรฒ non mi aveva fatto male โฆ non mi aveva causato dolore โฆ anzi, la guancia colpita stava bruciando di piacere.
Non รจ stato un caso quindi. A quanto pare, toccare quel ragazzo mi faceva questo effetto โฆ per qualche strano motivo.
<<Apri la bocca.>> mi ha detto, e io ho obbedito <<Di piรน.>> la ho aperta di piรน <<Ancora.>> ancora di piรน; stavo per rompere la mandibola <<La lingua fuori.>> lโho tirata fuori <<Di piรน.>> lโho spinta ancora piรน fuori <<Ancora un poโ.>> ho chiuso gli occhi e ho attinto ad ogni muscolo che potevo muovere pur di farla uscire ancora di qualche centimetro <<Apri gli occhi. Guardami.>> a fatica lโho fatto โฆ e ciรฒ che ho visto รจ stato tanto spaventoso quanto eccitante.
Si รจ, con molta calma e lentezza, preparato uno sputo gigantesco โฆ dopodichรฉ lo ha lentamente fatto calare sulla mia lingua.
Era โฆ piccante.
Lui mi ha preso la lingua con due dita, per tenerla ferma, dopodichรฉ ha iniziato a far scivolare lโenorme bile dentro la mia bocca, fino alla mia gola; ogni zona toccava dalla sua saliva esplodeva di felicitร e gioia.
<<Ingoia.>> mi ha detto alla fine, e non me le sono fatto ripetere due volte.
Ho ingoiato.
Ho sentito la sua saliva scivolare nella gola fino a raggiungere lo stomaco.
E una volta lรฌ โฆ ho continuato a sentirla.
<<Ho letto da qualche parte che se sputi in bocca ad una persona e quella ingoia come hai fatto tu โฆ non รจ piรน una persona, ma la tua cagna personale.>> ha detto a quel punto il ragazzo <<Vediamo se รจ vero.>>
Non ho la piรน pallida idea di cosa stesse succedendo โฆ ma mi stavo nuovamente eccitando.
Il ragazzo era uscito dalla stanza un attimo, e quando รจ tornato lo aveva fatto con in mano un borsone da palestra.
<<Mettiti al centro della stanza.>> mi ha ordinato <<E spogliati.>>
In passato avrei esitato nellโobbedire ad un ordine del genere considerando che avevo il pene duro ed eretto, il fratello di Gio non mi aveva mai visto nudo dopotutto, ma in quel momento non ci ho minimamente pensato; ho agito a cervello spento, togliendomi i vestiti il piรน rapidamente che potevo.
Il ragazzo ha tirato fuori dal borsone un pennarello nero grosso e metallico; conoscevo quello strumento, serviva a creare dei falsi tatuaggi. Lโinchiostro di quel pennarello รจ molto forte e si appiccica con violenza alla pelle; non puรฒ essere tolto usando della semplice acqua con del sapone, perรฒ non รจ permanente e dopo un poโ sparisce, in genere dopo un mese.
Non รจ un oggetto facile da trovare, lโho solo visto nelle mani dei tatuatori io; lo utilizzano per fare tatuaggi ai bambini oppure ad adolescenti che hanno voglia di โprovare nuovi stiliโ per un poโ. Non so il perchรฉ lui lo abbia, ma una volta preso si รจ avvicinato a me con quello in mano, e guardandomi mi ha subito fatto capire le sue intenzioni.
<<Stai fermo.>> ha detto mentre mi prendeva per una spalla con una mano.
La forza della sua presa era spaventosa; ho sentito un esplosione di piacere provenire dalle zone in cui la sua pelle รจ entrata in contatto con la mia, seguita perรฒ dalla forte pressione messa dalla sua mano; le sue dita erano andate in profonditร tra la mia carne, alcune hanno raggiunto le mie ossa con facilitร .
Tenendomi cosรฌ fermo, ha iniziato a โmarchiarmiโ partendo dal petto, appena sopra ai capezzoli; lโinchiostro inizialmente sembrava colla per quanto era forte ed irritante, ma la mia pelle si รจ abituata subito ed รจ diventato un poโ come avere addosso della cera asciutta.
Il suo marchio era in realtร una scritta: il nome di Gioele, preceduto dalla frase โProprietร Personale diโ e seguita dalla data di oggi.
Mentre lui scriveva io non potevo fare a meno che osservare i perfetti lineamenti delle sue braccia: robuste, muscolose, venose, terribilmente mascoline โฆ le mie braccia paragonate alle sue sembravano quelle di un bambino; ogni parte di lui esprimeva virilitร e superioritร fisica, addirittura le dita dato che erano il doppio piรน tozze delle mia.
<<Girati.>>
Io ho obbedito e lui si รจ messo a lavorare sulla mia schiena; ho provato a cercare di capire cosa stesse scrivendo, ma non sono riuscito a comprendere neanche una lettera. La mia schiena non รจ molto sensibile.
Quando ha finito di scrivere sulla mia schiena si รจ chinato e si รจ messo a scrivere sul mio sedere; quella cosa ha fatto impazzire di gioia il mio organo genitale, che ha iniziato a fare su e giรน dallโeccitamento, anche se alla fine non รจ successo nulla di particolare.
<<Credo che dovrรฒ sistemarti un poโ il pelo.>> ha detto lui ad un certo punto.
Quelle parole hanno bruscamente frenato il mio eccitamento: che intendeva dire con โsistemare un poโ il peloโ?
Beh lโho scoperto subito.
Ha tirato fuori dalla borsa una macchinetta da barbiere, e tornando verso di me si รจ letteralmente messo a tagliarmi i peli che avevo sul culo.
In quel momento non sapevo cosa pensare. Sentivo un viscerale senso di umiliazione percorrermi il ventre, perรฒ allo stesso tempo stavo fremendo dallโeccitazione โฆ essere umiliato in quel modo mi stava piacendo, forse troppo.
<<Girati.>>
Mi sono ancora una volta girato, e lui si รจ messo a tagliarmi i peli pubici senza neanche avvertirmi; per aiutarsi con il lavoro appoggiava la mano libera in diverse parti del mio corpo (tra le cosce, sui fianchi โฆ) ma evitava di toccarmi in posti troppo sensibili come le chiappe o i testicoli.
Una volta finito anche coi peli pubici ha recuperato il pennarello e ha scritto alla base del mio pene: โcolpisci quiโ con una freccetta che indicava verso il basso, presumibilmente i testicoli.
A quel punto ha chiuso con il tappo il pennarello e mi ha guardato con un’espressione soddisfatta sul volto, come quella che farebbe un artista al termine di una commissione โฆ poi perรฒ i suoi occhi si sono soffermati appena sopra il mio volto, sui miei capelli โฆ e ha ripreso in mano la macchinetta, accendendola.
<<N โฆ no, aspetta.>> ho esclamato a quel punto, facendo un esitante passo indietro.
Lui รจ rimasto quasi stordito dalla mia improvvisa e inaspettata protesta, e mi ha guardato con aria quasi perplessa <<Uh?>>
<<M โฆ mi vuoi tagliare i capelli?>>
<<Zitto e vieni qui. I cani non parlano.>>
<<N-non posso. I-io ho un matrimonio tra pochi giorni. Papร mi ha portato da un barbiere sp->> ma sono stato zittito da un rapido schiaffo.
<<Torna qui e fai silenzio.>>
Io ho esitato, ma poi ho scosso la testa <<N โฆ non posso โฆ>> ho detto con voce tremante e spaventata.
Lui a quel punto ha sospirato leggermente e ha fatto un passo verso di me <<E quindi che vorresti fare?>> ha chiesto fermandosi proprio ad un soffio da me.
<<In โฆ in che senso?>>
<<Ti voglio tagliare i capelli.>> ha detto mentre una sua mano si appoggiava delicatamente al mio volto, facendomi gemere dal piacere <<E voglio sapere come pensi di fermarmi.>> ha aggiunto mentre passava il pollice sulle mie labbra.
La sua mano emetteva lo stesso odore dei suoi piedi, solo in modo molto piรน leggero e โฆ โasciuttoโ, laddove lโodore dei piedi era piรน pesante ed umido.
Io ho deglutito mantenendo gli occhi fissi sui suoi: mi stava guardando con un’espressione indecifrabile ma decisamente determinata, mentre io stavo visibilmente tremando.
Ho sentito la macchinetta accendersi.
<<Ora io ti taglio i capelli.>> ha detto piano, quasi come un sussurro <<Tu cosa fai?>>
Sono rimasto in silenzio.
Non sapevo cosa rispondere.
Non volevo scappare, e neanche combattere. Volevo obbedire. Volevo abbassare la testa e fare quello che mi diceva.
Lui nel frattempo aveva portato la sua mano al mio collo, dopodichรฉ ha iniziato a stringere โฆ piano, poi sempre piรน forte, dal basso verso lโalto โฆ non stava cercando di soffocarmi, ma di sollevarmi.
Ho sentito il mio respioe diventare pesante e faticoso, il peso del mio corpo concentrarsi sul collo, i piedi perdere lโappoggio del terreno, la testa iniziare a pulsare dal dolore โฆ mi stava davvero sollevando da terra con una sola mano!
Istintivamente, seppur con esitazione e timidezza, mi sono aggrappato al suo avambraccio con le mie mani; da una parte cercavo di liberarmi, da unโaltra cercavo di bilanciare il peso affinchรฉ non ricadesse tutto quanto sul collo.
<<Quindi?>> ha sussurrato lui; per sentirlo bene ero stato costretto a concentrarmi sulle sue labbra โฆ perfette anche quella sia nella forma che nelle dimensioni, al pari se non meglio di quelle della mia ragazza <<Cosa vuoi fare?>>
Non ho risposto, e questa volta non potevo neanche farlo.
So solo che, ad un certo punto, il mio organo genitale si รจ scontrato con il suo corpo, per la precisione con il suo addome โฆ non potevo vedere, ma la sola idea di star toccando i suoi addominali con il pene (seppur dalla maglietta) mi stava friggendo i pochi neuroni rimasti accesi.
<<Non sono come mio fratello. Puoi toccarmi se vuoi. Anzi, fallo. Toccami.>> mi ha detto, dopodichรฉ ha iniziato a tagliarmi i capelli.
I suoi movimenti erano lenti ma precisi e determinanti; ogni passata buttava a terra una gran quantitร di capelli, e ogni volta che ciรฒ accadeva il mio pene si agitava e sbatteva con la cappella sullโaddome marmoreo del ragazzo, che si assicurava di tenermi abbastanza vicino da potersi far toccare.
Io non ho resistito piรน, e ho spostato le mie mani dal suo braccio al suo busto con la specifica intenzione di tirargli su la maglietta; avevo usato le gambe per aggrapparmi e avvicinarmi ancora di piรน a lui, e da quella posizione sono riuscito a liberare il passaggio al mio pene, cosรฌ da potergli far toccare i suoi addominali senza nulla in mezzo.
Ho iniziato a sbatterlo e strusciarlo sul suo addome, ed รจ inutile dire che il mio organo genitale stava andando a fuoco dal piacere; la pelle del ragazzo non aveva pietร neanche per il mio pene, ogni tocco rischiava di farmi venire, e a dire il vero non ho idea del come io abbia fatto a resistere per piรน di cinque secondi.
Ad un certo punto, sovraccaricato da tutte quelle sensazioni, ho iniziato a piangere.
<<Shhh โฆ>> ha fatto lui quando ha visto le lacrime <<Ho quasi finito.>> ha continuato a dire mordendosi il labbro inferiore e piegando il volto come se anche lui stesse godendo da quella situazione.
Io perรฒ non stavo piangendo per i capelli, stavo piangendo per la difficoltร che avevo nel non svenire โฆ tra la mancanza di ossigeno, la sua pelle a contatto con il mio pene, e lโintera situazione assurda io rischiavo davvero di svenire dallโeccitamento.
Durante quella che รจ stata lโultima passata della macchinetta ho sentito le palpebre vibrare intensamente mentre finalmente mi arrendevo a quel vortice di emozioni e sensazioni, poi ricordo solo che sono stato lasciato e sono caduto per terra.
Per un attimo ero rimasto stordito, come quando mi aveva dato uno schiaffo; non ci vedevo piรน bene, e tutto intorno a me si era fatto opaco.
Mi sentivo stanco, drenato da ogni energia, e ho tossito parecchio anche a causa della stretta che avevo ricevuto sul collo per cosรฌ tanto tempo โฆ ci ho messo un poโ prima di riprendermi e alzare lo sguardo verso il fratello di Gioele.
Lui aveva giร messo via la macchinetta da barbiere, e si era anche tolto la maglietta; il fisico che sfoggiava lรฌ sotto era esattamente quello che mi sarei aspettato di vedergli; lโaddome era sporco di sperma.
Abbassando lo sguardo sul pavimento ho trovato i miei pubici, e i miei capelli.
Cazzo โฆ papร per il taglio che mi ero fatto papร mi aveva portato allโestero; ci teneva davvero tanto a farmi fare bella figura in quel matrimonio โฆ lร per terra non cโerano solo capelli, cโerano migliaia di euro, e se papร li avesse visti probabilmente li avrebbe usati per strangolarmi sul posto.
Lui ha richiuso il borsone dopo aver rimesso al suo interno anche il pennarello, dopodichรฉ tornando verso di me mi ha detto: <<Pulisci. Poi rivestiti.>> e nel dirlo ha preso dalla scrivania la mia carta di credito <<Ti porto un poโ a spasso. Andiamo a comprare una nuova maglietta โฆ e anche un collare.>>
Ho trovato la macchina del fratello di Gio piuttosto vecchia e scomoda; era una di quelle elettriche con ancora il volante, perรฒ era pulita. Nรฉ dentro nรฉ fuori cโera un graffio. Sembrava quasi che venisse lavata ogni giorno.
Cโera qualcosa di affascinante nel vedere una persona alla guida di una vecchia autovettura comunque. Mi sono sentito nostalgico di un tempo che non ho vissuto. E poi devo dire che quel ragazzo era davvero sexy con la mano attaccata al volante, perchรฉ il suo bicipite era costantemente in bella mostra.
Quindi in passato si viaggiava davvero cosรฌ? Con le mani appiccicate costantemente ad una grossa ruota? La gente non si stancava? Io mi stancherei di certo โฆ
Il viaggio in macchina รจ stato breve e tranquillo comunque; nessuno dei due ha parlato, specie perchรฉ lui aveva gli auricolari e stava probabilmente immerso nella musica.
Una volta arrivati a destinazione ci siamo ritrovati in quello che era il parcheggio di un piccolissimo centro commerciale di periferia; lรฌ รจ dove i due fratelli facevano la loro spesa probabilmente.
<<Stammi dietro. Non parlare. E fai quello che ti dico.>> sono state le sue parole prima di scendere dalla macchina, e io mi sono limitato ad annuire per poi scendere a mia volta.
Il centro commerciale in cui mi ha portato era piccolino ma ben fornito: cโera un negozietto di chiavi, uno di scarpe, uno di vestiti, un supermercato, un bar, un negozio di videogiochi e uno di elettronica โฆ e il primo posto in cui siamo andati รจ stato il negozio di vestiti.
Giร sapevo che aveva intenzione di usare la mia carta per comprarsi una nuova maglietta, e lโidea mi spaventava ma eccitava al tempo stesso โฆ nel mio conto ormai era rimasta poca roba.
Lโho visto scrutinare i vestiti del negozio con calma e attenzione, dopodichรฉ ha iniziato a fare le sue scelte: non si stava limitando solo alla maglietta, voleva molto di piรน, e ogni volta che trovava qualcosa che gli interessava lo indicava schioccando le dita, facendomi capire che era giunto il momento di rendermi utile; a prendere i vestiti che voleva comprarsi ero io infatti, e una volta fatte le sue scelte mi ha portato fino alla stanzina in cui fare le prove.
<<Entra con me.>> ha detto, facendo battere il mio cuore piรน forte di prima; lโho seguito dentro al camerino, e una volta chiusi lรฌ mi ha fatto appoggiare tutti i vestiti per terra, prima di dire: <<In ginocchio.>>
Mi sono messo a terra davanti a lui, guardandolo come un cagnolino obbediente guarderebbe il padrone.
Lui si รจ goduto la scena per qualche secondo, osservandomi dallโalto verso il basso senza fare nulla se non mordersi il labbro inferiore, dopodichรฉ si รจ tolto la maglietta con un rapido gesto e lโha lasciata cadere dritta sulla mia faccia.
Il suo odore pizzicante impregnava ogni lembo di quella maglia e resistere alla tentazione di infilarmela in bocca o anche solo annusarla รจ stato davvero difficile.
<<Puoi farlo.>> ha detto lui a quel punto, cogliendomi alla sprovvista; ho alzato lo sguardo in sua direzione con un poโ di confusione, quindi lui ha continuato dicendo: <<Vuoi annusarla, no? Fallo. Sei il mio cane dopotutto, e i cani devono conoscere bene lโodore del padrone.>>
Nel sentire quelle parole mi sono sentito incredibilmente felice; ho fiondato la faccia nella sua maglietta prendendo il piรน lungo respiro di quella giornata, assaporando ogni fibra che potevo raggiungere.
Il suo odore piccante misto al leggero profumo di maglietta sudata era qualcosa di indescrivibile.
Quando sono tornato a guardarlo lui aveva un’espressione soddisfatta, quasi divertita, e si รจ indicato i pantaloni <<Continua tu.>> ha detto facendomi capire che ero io quello che doveva togliergli il resto dei vestiti.
Non ricordo esattamente cosa stavo provando in quel momento, ero in sovraccarico di emozioni e sensazioni probabilmente, ricordo solo di aver obbedito con delle mani che tremavano โฆ forse dalla paura, forse dallโeccitazione.
Ho iniziato dalle sue scarpe ovviamente. Erano bianche come la neve, sportive quanto eleganti, in perfetto contrasto con il colore dei calzini che invece erano neri; gliele ho sfilate dai piedi con cura e attenzione, godendomi ogni momento di quellโevento.
<<Puoi annusarle se vuoi. Ma non metterci troppo.>>
Non me lo sono fatto ripetere due volte e ho riempito i polmoni con lโaria che stava dentro la sua scarpa destra, facendo lo stesso poi con quella sinistra; lโodore questa volta era molto piรน pesante e intenso, quasi soffocante, perรฒ decisamente piacevole.
Sono poi passato ai pantaloni, neri e sportivi, facili da togliere; mi รจ bastato spingere verso il basso, rivelando delle gambe tremendamente muscolose e delle mutande che a malapena contenevano il suo organo genitale; il mio occhio si รจ soffermato sui quadricipiti e i polpacci piรน del dovuto โฆ e non cโera peluria lรฌ, la sua pelle era liscia e candida.
<<Ti piacciono?>> mi ha domandato lui, con il sorriso di chi giร sa la risposta.
Io ho alzato lo sguardo e ho violentemente annuito, allargando ancora di piรน il suo sorriso.
<<Toccale. Non avere paura.>>
Con estrema riverenza e gratitudine, lโho fatto; ho appoggiato le mani su quelle gambi che in confronto alle mie erano colossali.
La pelle era calda liscia e squisitamente morbida; le ossa e i muscoli subito sotto la pelle erano spaventosamente duri, sembravano fatti di metallo.
<<Un giorno te le farรฒ provare queste gambe. Ora abbiamo altro da fare perรฒ.>> il ragazzo ha indicato i calzini che mi aveva fatto prendere <<Iniziamo con quelli.>>
Io lโho guardato un poโ stranito โฆ mi stava chiedendo di aprire un pacchetto di calzini per poterli provare, cosa che non potevo fare prima di comprarli perรฒ.
<<Oh โฆ giusto.>> ha detto lui, comprendendo le mie preoccupazioni <<Prendi il tuo telefono dalla mia tasca.>> io ho subito obbedito <<E compra le calze.>>
Lรฌ ricordo di aver esitato un pochino; quanti soldi mi erano rimasti nella carta? Di sicuro bastavano per comprare quel pacco di calzini, ma come avrei fatto per il resto?
Ignorando quel pensiero ho usato il telefono per scansionare il codice qr dei calzini, e quando mi รจ arrivato il messaggio che mi chiedeva se volevo davvero procedere con lโacquisto del prodotto ho premuto su โsรฌโ.
Ricordo che papร mi ha detto che quando era piccolo le cose nei negozi si compravano tramite una cassa, e mi ha anche detto che alla cassa cโera un uomo che scansionava i prodotti per i clienti, il โcassiereโ โฆ ora quel lavoro viene svolto dai nostri telefoni.
<<Mettimeli.>> ha ordinato lui, e io non me lo sono fatto ripetere due volte; ho sfilato via con reverenza uno dei suoi calzini neri e sudati, e lโho guardato, chiedendomi se avrei avuto il permesso di annusare anche quello โฆ ma lui mi ha concesso di meglio.
<<Mettitelo in bocca.>> mi ha detto <<Tanto a me non serve piรน.>>
Ho obbedito; il calzino era in parte giร umido, e sapeva di โฆ di โฆ piccante.
La mia bocca stava prendendo fuoco, ma non mi faceva male.
<<Anche lโaltro.>> ha detto lui, muovendo il piede che aveva ancora il calzino, ed io ho obbedito nuovamente.
Una volta con la bocca gonfia come quella di uno scoiattolo gli ho messo le calze che gli avevo da poco comprato; erano bianche e nere, e gli stavano divinamente.
<<Dammi i jeans adesso.>>
Glieli ho passati, e ho atteso che lui se li mettesse prima di poterlo aiutare con la cintura; poi รจ giunto il momento della maglia e infine della giacca, il puffer che anche suo fratello mi aveva chiesto di comprargli.
Vestirlo รจ stato molto meno eccitante di svestirlo, perรฒ devo dire che anche quellโesperienza mi รจ piaciuta: mi sono sentito โฆ utile.
In quel frangente lโho anche visto per la prima volta senza il cappellino; i suoi capelli erano scuri e mossi, ma alcuni ciocchi erano visibilmente rossi โฆ di un rosso sangue e cristallino.
Lui si รจ guardato allo specchio per un poโ, dopodichรฉ ha annuito con soddisfazione e rimettendosi il cappellino mi ha guardato e ha detto: <<Compra tutto.>>
Io, con mano un poโ tremanti, ho obbedito; ho comprato i pantaloni, poi la giacca e infine la maglietta; ogni acquisto รจ stato un successo, cosa strana considerando che il mio conto sarebbe giร dovuto essere arrivato a 0.
<<Perchรฉ quella faccia?>> ha sorriso leggermente il ragazzo <<La tua รจ una carta di credito. Una per ricchi poi. Anche se non ci sono soldi scommetto che potresti comunque comprarti tutte le cose del negozio.>>
Io ho deglutito. Aveva ragione. Mi stavo indebitando per fare quegli acquisti, ecco perchรฉ potevo pagare anche se avevo il conto a 0 โฆ
Lui mi ha dato una carezza sulla testa ormai completamente rasata <<Non pensarci troppo.>> mi ha detto <<Andiamo. Non ho finito, manca la parte migliore.>>
Raccogliendo da terra i suoi vecchi vestiti e portandoli scomodamente in mano, ci siamo diretti verso il prossimo negozio, ovvero quello di scarpe.
Erano tutte in vetrina, e per poterle provare bisogna prima pagare 10โฌ; puรฒ sembrare un furto dover pagare solo per provare delle scarpe, ma mi รจ stato spiegato che in passato le persone le provavano gratuitamente fino a quando non trovavano quelle giuste, per poi andarle a comprare online ad un prezzo minore.
Per potersi difendere da quella pratica i negozi hanno iniziato a mettere le prove a pagamento.
Il ragazzo si รจ messo nel lato piรน estremo del negozio, dopodichรฉ mi ha guardato con un sorrisetto leggermente diabolico sul volto <<Sai che le proveremo tutte, vero? Voglio assicurarmi di prendere quella giusta.>>
Ho sentito il mio stomaco contorcersi a quelle parole โฆ provarle tutte significava far sanguinare il mio conto di altri 500 euro, forse di piรน.
Non potevo farlo โฆ non me lo potevo assolutamente permettere โฆ eppure non riuscivo a dire di no.
Non volevo dire di no.
<<Iniziamo con queste. Giร so che non mi piacciono, perรฒ โฆ non si sa mai.>>
Con le lacrime agli occhi, mi sono messo al lavoro; ho pagato la prova col telefono, ho tirato fuori le scarpe dalla vetrina, ho cercato quelle con la taglia adatta, poi mi sono chinato davanti a lui e di fronte a tutti i presenti e con calma gli ho nuovamente tolto una scarpa per poterla sostituire con quella che voleva provare.
Ho fatto tutto io, lui si รจ limitato a guardare con in mano il suo telefono.
Mi sentivo lo sguardo degli altri addosso, ma facevo di tutto per ignorarlo e concentrarmi sul mio lavoro.
Dopo avergli messo la scarpa ho alzato lo sguardo in attesa di un suo giudizio; lui neanche si รจ degnato di osservarla, ha semplicemente scosso la testa e detto: <<La prossima.>>
Sospirando, sono tornato al lavoro.
Siamo stati dentro quel negozio per un sacco di tempo. Il fratello di Gio aveva una pazienza incredibile, ma fortunatamente non le abbiamo provate davvero tutte quante.
Lui dopo le prime tre si รจ messo seduto su una poltroncina dedicata ai clienti, incrociando le gambe con il piede appoggiato per la caviglia su una sua coscia, cosรฌ da darmi la possibilitร di testare le scarpe senza dover muovere un singolo muscolo โฆ
Devo dire che se non fosse stato per il costante sguardo dei presenti, lโintera situazione sarebbe stata incredibilmente eccitante; ero per terra davanti a lui, lo guardavo dallโalto verso il basso mentre gli toglievo e rimettevo le scarpe, il tutto con lui che mi ignorava completamente โฆ non so il perchรฉ, ma tutta quella situazione mi stava piacendo davvero tanto.
<<Queste le prendo.>> mi ha detto lui dopo la quindicesima prova <<Comprale.>>
Si trattava di scarpe bianche e nere, sportive ma non troppo.
In totale quel giorno ne ha comprate tre di paia: le seconde che scelse erano decisamente sportive, tutte nere; erano dello stesso tipo di quelle che ho comprato a Gioele.
Le terze erano tutte bianche invece; si trattava comunque di scarpe sportive ma piรน eleganti rispetto a quelle precedenti, adatte anche per abbinarle a completi leggermente piรน formali.
Nel mentre che io continuavo a fare le prove perรฒ, un pensiero angosciante diventava sempre piรน opprimente. Quanti soldi stavano sparendo dal mio conto? Di quanto mi stavo indebitando? Piรน ci pensavo piรน sentivo il petto indurirsi e lo stomaco stringersi.
Certo, era bello stare lร sotto ai suoi piedi, godermi il suo odore e quella visuale pazzesca, giocare a fare il cane davanti a degli sconosciuti โฆ mi stava eccitando da morire, ma allo stesso tempo sapevo che quel gioco mi stava costando davvero tanto.
Per quanto sarei andato avanti? Quando gli avrei chiesto di smettere? Il mio corpo, per qualche motivo, non voleva proprio farlo. Obbedire ai suoi ordini mi stava uscendo naturale, quasi istintivo โฆ il piacere che provavo era molto piรน che del banale eccitamento sessuale, era un piacere quasi primordiale.
Non volevo smettere. Piรน mi indebitavo, meno me ne importava. Mi sentivo come se fossi in viaggio verso lโinferno โฆ il percorso era divertente, ma sapevo che una volta arrivato a destinazione non mi sarei divertito piรน.
Ho semplicemente sperato che quel viaggio non finisse mai quindi, ignorando tutte le brutte sensazioni che provavo e concentrandomi solo su quelle belle.
<<Va bene, basta cosรฌ.>> ha detto lui dopo un poโ, alzandosi e stiracchiandosi <<Ho fame. Seguimi.>>
Sono uscito da quel negozio con tre scatole di scarpe in mano (oltrechรฉ i suoi vestiti), e lโho seguito fino al bar del centro commerciale dove si รจ fermato a prendersi una bibita e un panino.
Lui si รจ seduto ad un tavolino per due, ma al posto di far sedere anche me ha utilizzato la seconda sedia come poggiapiedi, lasciandomi senza posto; ricordo di aver provato ad appoggiare le sue cose a terra per far riposare un poโ le braccia, ma lui mi ha fermato dicendo che non voleva sporcare nulla, nemmeno le scatole, costringendomi a tenere tutto in mano per tutta la durata del suo pasto.
Lui ha mangiato con estrema calma ovviamente; ogni morso era lento, e ogni sorso era fastidiosamente piccolo; si stava godendo quella pausa guardando un video su internet, mentre io sentivo le braccia e le gambe iniziare a cedere alla stanchezza.
Nel frattempo i passanti ci lanciavano sguardi straniti, alcune volte curiosi, altre volte perplessi โฆ chissร cosa stavano pensando di noi.
Quando, dopo quasi una mezzโora di attesa, il fratello di Gio ha finito di mangiare si รจ alzato e stiracchiandosi mi ha detto: <<Cosa manca ora โฆ? Ah, giusto. Il tuo collare. Seguimi, ti porto in posto bellissimo.>>
“Bellissimo” quel posto non era, perรฒ devo dire che mi ha stupito: era un negozio dedicato specificatamente alle attivitร sessuali, e a causa di ciรฒ era nascosto alla vista del pubblico; chi entrava nel centro commerciale doveva sapere esattamente dove cercare per trovarlo, altrimenti lo avrebbe mancato.
<<O mio Dio, che ci fai di nuovo qui tu?>> aveva esclamato un uomo non appena ci ha visti.
A prima vista pareva una persona normale, ma aveva un mazzo di chiavi magnetiche appese al collo, quindi ho intuito che fosse una sorta di aiutante o magazziniere.
<<Ho trovato un altro cane randagio per strada โฆ voglio mettergli un collare.>> รจ stata la risposta del ragazzo.
Lโuomo si รจ lasciato sfuggire un lungo sospiro <<Dio mio โฆ รจ la quinta volta questo mese. Gli altri che fine hanno fatto?>>
<<Stanno bene. Questo qui รจ di mio fratello poi, non รจ mio.>>
<<In effetti รจ un poโ troppo piccolo per essere uno dei tuoi โฆ.>> lโuomo ha fatto una mezza smorfia <<Quanti anni ha comunque? ร maggiorenne almeno?>>
<<Ha importanza?>>
Lโuomo ha fatto spallucce <<Dimmi cosa vuoi. Il solito?>>
<<Giร lo sai.>>
Lโuomo ha sospirato <<Mi chiedo da dove diavolo tiri fuori i soldi per permetterti tutti questi anelli comunque.>> ha poi borbottato prima di allontanarsi.
A quel punto il fratello di Gio mi ha fatto cenno di seguirlo allโinterno del negozio, che per quanto piccolo era pieno di strumenti โฆ โinteressantiโ: catene, fruste, frustini, lacci, bavagli, manette โฆ gabbie?
Mentre osservavo, il ragazzo mi ha appoggiato una mano sulla nuca ed ha iniziato ad accarezzarmi la testa lentamente.
<<Come ti fa sentire sapere che un giorno vivrai dentro una di quelle?>> mi ha chiesto, indicando una gabbietta metallica piuttosto piccola.
Io non ho risposto, anche perchรฉ non potevo farlo; avevo ancora la bocca bloccata dai suoi calzini, e sono anche abbastanza certo che lui non avrebbe gradito sentire la mia voce.
Lโuomo รจ tornato da noi poco dopo, con in mano una scatolina della stessa grandezza di quelle usate per contenere degli auricolari <<Ecco qui.>> ha detto, consegnando la scatolina al fratello di Gio <<Carta o contanti?>>
<<Carta.>>
Uscito da quel negozio, mi sono sentito svuotato.
Non solo non avevo piรน un soldo, ma mi ero anche indebitato โฆ e quel debito sarebbe solo cresciuto se non lโavessi ripagato subito, e lโunico modo che avevo per farlo era chiedere a papร , cosa che volevo assolutamente evitare.
Mentre pensavo a ciรฒ il fratello di Gio si รจ diretto verso il bagno, portandomi con sรฉ; lโho seguito a cervello spento inizialmente, ma una volta allโinterno del bagno lui ha indicato una cabina.
<<Entra.>> mi ha detto, riportando la mia attenzione su di lui.
Sono entrato nella cabina, e lui mi ha seguito chiudendosi la porta dietro.
La prima cosa che fece il ragazzo fu abbassarsi i pantaloni e pisciare dritto nella tazza; la sua urina era molto chiara, pareva acqua, perรฒ fumava e aveva rilasciato nellโaria un pungente odore di piscio piccante.
Fatto ciรฒ il ragazzo ha aperto la scatolina che aveva comprato e voltandosi verso di me mi ha mostrato il suo contenuto: un anello โฆ un anello strano perรฒ, piรน grande di quelli normali, dallโaspetto metallico e dal colore rossastro
<<Si chiama โanello di castitร โ.>> ha spiegato lui <<Credo tu giร sappia dove vada infilato.>>
Io ho deglutito.
Anello della castitร ? Sapevo di cosa si trattava โฆ era uno strumento utilizzato nelle attivitร pornografiche, impediva lโeiaculazione e per tanto permetteva ai maschi di avere relazioni sessuali incredibilmente prolungate. Ma aveva anche un bel difetto: impediva totalmente lโorgasmo, quindi chi lo utilizzava poteva fare sesso anche per giorni interi ma non avrebbe mai trovato alcuna soddisfazione nel farlo.
Quellโanello รจ un arma a doppio taglio: ti fa durare di piรน a letto, ma ti toglie il motivo per cui a letto ci vai.
<<Sai come funziona?>> mi ha chiesto il ragazzo guardandomi dritto negli occhi; io ho scosso la testa in segno di diniego <<Una volta messo ti impedirร di venire, ma potrai comunque pisciare e avere erezioni. E si puรฒ togliere solo con una chiave magnetica โฆ>> ha spiegato mentre si avvicinava a me <<Hai detto che volevi essere il cane di Gioele, no?>> mi ha chiesto guardandomi dritto negli occhi.
Ho esitato per qualche secondo.
Il cane di Gioele โฆ volevo davvero essere quello?
Ho scosso la testa.
<< โฆ No? Hai cambiato idea?>>
Io a quel punto ho sputato fuori i calzini dalla bocca, ormai dolorante, e gli ho detto:
<<Voglio essere il tuo cane.>>
Lui si รจ lasciato sfuggire un sorrisetto a metร tra il divertito e il soddisfatto <<I cani non parlano.>> e detto ciรฒ si รจ abbassato, e con sรฉ ha abbassato anche i miei pantaloni.
Io non mi sono mosso.
Non ho fiatato.
Il mio organo genitale era in perfetta erezione, e lui, per la prima volta, lo ha toccato; mi ha letteralmente preso per le palle ed ha infilato lโanello al mio pene, che si รจ subito stretto adattandosi alla sua grandezza.
Ha sigillato lโanello con la chiave, dopodichรฉ me lโha mostrata.
<<Questa รจ mia.>> mi ha detto <<La condividerรฒ con Gio. Sarai il nostro cane da oggi.>>
Il mio cuore stava battendo forte. Fortissimo.
Una parte di me si stava domandando il cosa stessi facendo, il come avessi fatto ad arrivare fino a quel punto โฆ lโaltra invece era in estasi.
Mi sentivo โฆ come in caduta libera. Spaventato, euforico, divertito โฆ e consapevole del fatto che una volta toccato il terreno sarei morto.
Non mi ero mai sentito cosรฌ.
Il fratello di Gio nel frattempo ha ripreso i suoi vecchi calzini da terra, poi con delicatezza me li ha rimessi dentro la bocca; mi ha poi rialzato i pantaloni, e infine ed รจ uscito dalla cabina facendomi segno di seguirlo.
Ho immediatamente obbedito.
Lโinferno era vicino.
Quando i miei genitori mi hanno visto senza capelli sono letteralmente impazziti; hanno urlato, mi hanno guardato come se fossi una sorta di mostro โฆ mia madre ad un certo punto si รจ anche messa a parlare di possibili parrucche da farmi utilizzare per il matrimonio.
Mio padre era livido. Voleva punirmi. E cosรฌ ha deciso di portarmi via la carta di credito, pensando che ci fosse ancora qualcosa dentro; la sua punizione era quella di lasciarmi senza soldi per un poโ.
Io ho subito le loro urla senza dire nulla, in silenzio, poi quando papร mi ha ricacciato in camera ci sono andato senza farmelo ripetere due volte.
Mi sono lasciato cadere sul letto ad acqua, facendomi coccolare dalla sua calda morbidezza.
Ero esausto. Sfinito.
Il fratello di Gio non scherzava.
Una volta tornati a casa dal centro commerciale mi ha fatto denudare, poi mi ha messo al lavoro come se fossi uno schiavo: ho sistemato le sue nuove scarpe e pulito tutte quelle vecchie, sia sue che di Gioele; ho passato piรน di due ore in bagno a strofinarle e lucidarle tutte.
Lui poi รจ dovuto uscire, quindi ha collegato una catena allโanello di castitร e ha attaccato quella catena ad una parete della camera, tenendomi cosรฌ incatenato al muro per il pene, impossibilitato ad allontanarmi troppo da esso; lโho atteso, sdraiato a terra, per ore.
Quando la porta della camera si รจ riaperta, ad entrare รจ stato Gioele con una ragazza.
Ricordo che lei si era inizialmente spaventata, ma lui lโha tranquillizzata dicendole di ignorarmi, che ero lรฌ per mia scelta e che stavo solo โgiocandoโ.
Inizialmente lei era nervosa, ma poi si รจ abituata.
Ero cosรฌ stanco che non ho seguito molto le conversazioni tra loro due. Ricordo solo che ad un certo punto sono usciti di lรฌ, lasciandomi nuovamente da solo in camera.
Ho atteso di nuovo ore.
Scesa la sera, il fratello di Gio รจ entrato con una ciotola in mano; lโha appoggiata sul pavimento, e dentro cโera quella che pareva una minestra.
<<La cena.>> aveva detto rimanendo lรฌ a guardarmi <<Mangia.>>
Ero affamato quindi mi ci sono fiondato subito; non avendo posate di alcun genere e non voleno usare le mani, ho solamente usato la lingua, proprio come farebbe un cane; era davvero una minestra โฆ e non aveva un cattivo sapore.
Ho leccato la ciotola fino a pulirla completamente, quindi il fratello di Gio mi ha accarezzato la testa con soddisfazione.
<<Hai sete?>> mi ha chiesto, e io ho annuito.
Ha portato la ciotola in bagno e lโha riempita con dellโacqua, e tornando da me lโha lasciata al mio fianco.
<<Ecco qui. Dovrebbe bastare fino a domani.>>
E detto ciรฒ รจ uscito nuovamente dalla stanza, lasciandomi ancora una volta lรฌ da solo.
Si era fatto buio nel frattempo, e avevo iniziato anche ad avere freddo.
Per un attimo ho pensato che non sarei piรน tornato a casa, ma per qualche motivo quel pensiero non mi spaventava, anzi mi rassicurava โฆ non volevo assolutamente affrontare le conseguenze delle azioni che avevo compiuto quel giorno.
Dopo un poโ, nel buio e nel silenzio della stanza, mi sono addormentato.
Sono stato svegliato dalla luce della stanza che si accendeva perรฒ.
Gioele e la ragazza di prima erano tornati, mezzi ubriachi; lei mi ha indicato ed รจ scoppiata a ridere, lui per tutta risposta lโha buttata sul letto e se lโรจ scopata.
Io ricordo solo tanta confusione; ero mezzo assonnato, mezzo addormentato, troppo stanco per fare caso a tutto ciรฒ.
La mattina dopo mi sono svegliato quando quei due giร erano andati via.
A liberarmi della catena per poter andare in bagno fu il fratello di Gio, che mi ha anche concesso la possibilitร di tornare a casa per non allarmare troppo i miei genitori.
<<Ma ti rivoglio qui domani, capito?>>
Ho fatto colazione in cucina con loro, per terra perรฒ, bevendo il latte dalla ciotola per cani; loro due erano seduti al tavolo e stavano mangiando come persone normali, parlando come se io non ci fossi; io da lรฌ sotto non potevo fare altro che vedere le loro gambe o le loro schiene โฆ ed era una sensazione strana, ma bella.
Quando sono tornato a casa ho ripensato a lungo a quella giornata, sdraiato sul mio caldo e comodo letto.
Cosa mi stava succedendo?
Perchรฉ mi stavo comportando cosรฌ?
Perchรฉ piรน ci ripensavo piรน mi piaceva?
E cosa diavolo era quel profumo che proveniva dal corpo del fratello di Gio?
Comunque il mio ritorno a casa non fu cosรฌ brutto. Le urla di mamma le ho semplicemente ignorate, mentre la punizione di papร non mi era sembrata una gran cosa, considerando che la mia carta era comunque inutilizzabile.
E cosรฌ, non avendo nientโaltro da perdere, il giorno dopo ho fatto esattamente quello che mi aveva detto di fare il fratello di Gio.
Sono andato a scuola e mi sono comportato come il solito studente che ero.
Ma al ritorno non ho preso il treno. Sono salito sullโautobus, e sono sceso alla stessa fermata di Gio.
Lui era lรฌ ad aspettarmi, e quando mi sono avvicinato mi ha sorriso e mi ha allungato il suo zaino.
Io lโho preso senza fiatare, e lui mi ha accarezzato la testa in risposta.
<<Brava cagna.>>
Io ho sorriso, contento di quel complimento.
Ero ancora in caduta libera. Allโinferno ancora non ci ero arrivato.
Ma io non lo sapevo, ed ero felice cosรฌ.
Ancora non sapevo quello che mi aspettava.
Al matrimonio al quale ero stato forzatamente portato รจ venuta anche la mia ragazza; quella era la prima volta che mi vedeva con il mio nuovo taglio di capelli, ed รจ rimasta negativamente colpita dal mio nuovo โlookโ.
Sembrava piรน arrabbiata dei miei genitori, e decisamente piรน offesa; quei giorni lโavevo โignorataโ secondo lei โฆ e in effetti era vero, non le scrivevo piรน di mia iniziativa, avevo perso lโinteresse di farlo.
Rivederla lo ha risvegliato perรฒ: si era vestita divinamente per quel matrimonio, ed era molto piรน bella del solito; mi sono genuinamente chiesto il come avessi fatto a trovarmi una ragazza cosรฌ carina.
Parlando con lei mi sono scusato per lโassenza di quei giorni, ma lei ci ha messo un poโ a perdere il broncio.
<<Fammi indovinare>> mi ha detto ad un certo punto <<nuova cameriera?>>
<<Ancora con questa storia? Non ci parlo piรน con Lena.>>
lei ha scosso la testa, ma continuando a parlarci sono riuscito a sbloccarla, e alla fine le ho anche promesso che il giorno dopo lโavremmo passato insieme. Lei mi ha quindi โperdonatoโ, e ricordo solo che il resto della giornata รจ stata abbastanza piacevole.
Quella sera mi sono sentito diverso โฆ rilassato. ร stato bello parlare tranquillamente e liberamente con lei, e quando mi sono buttato sul mio letto ricordo di essermi addormentato senza neanche aver pensato una singola volta a Gioele o a suo fratello โฆ era la prima volta dopo tanto tempo che riuscivo a dormire senza prima aver pensato a loro.
Il giorno dopo le cose non sono andate come previsto perรฒ.
Come ogni mattina, stavo aspettando lโapertura del cancello scolastico insieme ai miei amici di scuola quando Gio mi ha inaspettatamente approcciato.
<<Ehi cagna>> mi ha detto, incurante dei presenti <<che fine hai fatto ieri?>>
Io ricordo di essermi congelato dalla paura; i miei amici erano lรฌ, e stavano ascoltando.
Non sapevo bene il come rispondere per salvarmi la faccia, cosรฌ ho fatto finta di non capire scuotendo semplicemente la testa.
<<Non lo sai? Ti hanno rapito gli alieni?>>
<<I-io non>>
<<Se vuoi essere il mio cane non puoi decidere tu quando venire o no a casa mia. Ti dico io quando puoi prenderti una pausa. E ieri non mi pare di avertela data.>>
Io ho deglutito; stavo sudando freddo e mi sentivo lo sguardo sconcertato dei miei amici addosso; da giorni giravano voci sul fatto che io avessi comprato delle cose sia a lui che al fratello, ma io ero sempre riuscito a negarle facendo finta di nulla e cercando di ignorare Gioele il piรน possibile โฆ ma quella discussione ha completamente rovinato tutto, e come se non bastasse il mio organo genitale si stava indurendo, concentrando il sangue lรฌ sotto piuttosto che al cervello.
<<Vieni.>> mi ha ordinato lui dopo alcuni attimi di silenzio <<Considerati in punizione. Ti terrรฒ al guinzaglio finchรฉ non ti fai perdonare . E se vuoi parlare con i tuoi amici mi dovrai chiedere il permesso.>>
<<I-io>>
<<Zitto e vieni.>> ha tagliato corto lui prendendomi per un braccio <<Ti presenterรฒ alla mia mia compagnia. Sarai la nostra troia. Ti piacerร .>> e detto ciรฒ mi ha trascinato via.
Io mi sono lasciato trasportare senza opporre resistenza; da una parte, oppormi a Gioele mi era ormai praticamente impossibile โฆ la sua presenza mi rendeva stupido e debole, e lโastinenza sessuale a cui mi aveva costretto accentuava di troppo quella cosa.
Ma cโรจ anche un altro motivo per cui mi sono lasciato trascinare via cosรฌ facilmente: ero certo che dopo quella discussione non sarei piรน riuscito a sopportare gli sguardi dei miei amici, quindi per me quella รจ stata piรน una fuga che altro.
Il gruppo di Gio era il classico gruppo di teppisti e bulletti comunque, composto principalmente da maschiacci, metร dei quali fumatori; lui mi ha presentato come la nuova โcagnaโ del gruppo, ma loro a malapena mi hanno degnato di uno sguardo.
<<Lui รจ quello che paga, vero?>> ha chiesto uno di loro.
<<Sรฌ. ร un portafoglio vivente.>> ha ridacchiato Gio.
<<Figo.>>
Quello fu lโunico vero commento. Mi aspettavo una reazione un poโ piรน aggressiva, o comunque curiosa e sfottente โฆ invece mi hanno per lo piรน ignorato, parlando tra di loro come se io non esistessi.
Ho passato tutta la giornata scolastica con loro. Gio mi ha messo seduto affianco a sรฉ, usandomi come appoggio per i suoi piedi e come strumento per prendere appunti al posto suo mentre lui giocava col cellulare; ogni tanto i suoi amici mi chiedevano cose relative alla scuola, e io ho cercato di essere il piรน utile possibile.
ร stata durante lโora di matematica che hanno capito il come sfruttarmi a dovere โฆ o meglio, che Gio ha capito il come sfruttarmi.
Quando la professoressa di matematica ha assegnato dei compiti da fare a casa per la settimana successiva, Gio mi ha ovviamente detto che sarei stato io a farli al posto suo, ma nel sentirlo un suo amico si รจ voltato verso di me e mi ha chiesto di fare anche i suoi di compiti.
In quel momento un lampo diabolico รจ passato negli occhi di Gioele โฆ gli era appena venuta unโidea.
ร stato al telefono per quasi tutta lโora di matematica, e al termine della lezione mi ha informato che avevo ben 22 ragazzi diversi a cui dover fare dei compiti. Persone che non conoscevo e non avevo mai visto, alunni di classi diverse e di etร diverse โฆ persone con cui Gioele si era messo dโaccordo in quel momento.
A scuola esiste una chat โsegretaโ dove gli studenti si offrono di fare compiti, ripassi, lezioni private e ricerche agli altri in cambio di soldi. Entrando a mia volta nella chat, ho subito trovato il suo annuncio.
โPer 5 euro faccio esercizi di matematica, fisica, chimica, letteratura e storia! Ho un sacco di tempo libero ma non accetterรฒ tutti, quindi se sei interessato scrivimi in privato adessoโ.
A quanto pare 22 alunni avevano letto quellโannuncio e gli avevano scritto โฆ lui si era appena fatto 110 euro, io invece 110 ore di studio aggiuntivo.
Comunque gli amici di Gioele mi avevano fatto una buona impressione quel giorno.
Sembravano un normale gruppo di amici; qualcuno di loro si drogava, qualcun altro organizzava risse e atti di vandalismo, ma tutto sommato nessuno di loro era esageratamente strano o sopra le righe.
Lโunico evento particolare รจ avvenuto durante la pausa: uno di loro mi ha casualmente chiesto dei soldi per pagarsi la merenda; io gli ho risposto che non ne avevo, quindi lui ha svogliatamente infilato la sua mano nelle mie tasche alla ricerca del portafoglio.
Ho avuto lโimpulso di ribellarmi allโinizio, ma un suo semplice e infastidito โstai fermoโ mi ha bloccato ed eccitato al tempo stesso; ho sentito la sua mano raggiungere il mio portafoglio e prenderlo, ma quando lo ha aperto ha visto che in effetti non cโera nulla lรฌ dentro.
<<Ma non hai un cazzo.>> รจ stata la reazione di quel ragazzo.
<<T-te lโho detto โฆ o-ora sono al verde โฆ>>
Lui mi ha rilanciato il portafogli addosso <<Chiamami appena torni a essere utile.>> ha detto sbuffando con fastidio, ed รจ poi tornato ad ignorarmi.
Durante le ore finali ho notato che quasi tutti gli alunni tendevano a lanciarmi sguardi di soppiatto, alcuni divertiti altri solo curiosi; ero seduto allโultimo banco, con i piedi di Gioele sopra alle cosce intento a lucidargli le scarpe con una salviettina, ma sono certo non fosse quello lโunico motivo dei loro sguardi.
Probabilmente le voci di ciรฒ che era successo quella mattina si erano sparse, oppure iniziavano a rendersi conto del modo strano in cui venivo trattato dai ragazzi che mi circondavano.
Gli amici di Gioele non mi ignoravano proprio del tutto alla fine; una di loro ad esempio mi ha lanciato delle cartacce, chiedendomi di buttarle nel cestino al posto suo; unโaltro ha schiacciato una zanzara con le mani, e se le รจ pulite sulla mia maglietta come se fossi un pezzo di carta, mentre al termine della giornata scolastica unโaltro ancora mi ha lasciato lo zaino facendomi capire di doverlo portare al posto suo.
Ho cosรฌ portato tre zaini; il mio, quello di Gio e quello di un suo amico.
Avere tutto quel peso tra le mani era davvero faticoso, ma lโidea di star venendo trattato come uno schiavo in modo cosรฌ naturale e pubblico mi stava riempiendo di viscido piacere โฆ mi sentivo umiliato, perรฒ mi piaceva.
Arrivati allโautobus, loro si sono seduti mentre io sono rimasto in piedi a reggere gli zaini, e quando gli amici di Gio sono scesi lasciando lรฌ sopra solo noi due, lui ha occupato le sedie libere con il suo zaino e i suoi piedi, facendomi capire che non potevo sedermi.
Il potere che ormai aveva su di me era incredibile, e credo che la colpa della mia totale sottomissione sia in larga parte dovuta al fratello di Gioele, al suo odore e allโanello.
E parlando di quell’anello โฆ beh, non cโรจ molto da dire, funzionava alla perfezione; il mio organo genitale era completamente insensibile, sembrava finto come una protesi, e tutta quella astinenza sessuale mi stava distruggendo a livello mentale.
Solo Gioele e suo fratello potevo darmi sollievo โฆ loro avevano la chiave, e questo mi rendeva obbediente e stupido in loro presenza; ero peggio di un cane ormai, ero uno zombie.
<<Oggi vado a cena.>> mi ha detto ad un certo punto lui mentre guardava il telefono <<Ho conosciuto una tipa un poโ snob e la voglio portare in un ristorante di lusso. Mi ha detto che gli piacciono i cagnolini quindi verrai anche tu.>>
Nel sentire quelle parole ho esitato un poโ prima di rispondere, ma dopo alcuni secondo mi sono deciso.
<<Non posso.>>
<<Eh?>> lui mi ha lanciato uno sguardo rapido.
Ho deglutito nel riflettere sul cosa dirgli; non solo quella sera avevo un appuntamento, ma ero anche a corto di soldi โฆ tra le due cose perรฒ, ho pensato che dirgli dellโappuntamento fosse meglio. Non volevo rivelargli di essere al verde, non volevo rischiare di essere visto come โinutileโ anche da lui.
<<Ho un appuntamento.>> gli ho detto alla fine.
<<E quindi?>>
<<Q โฆ quindi non posso venire.>>
Lui si รจ lasciato sfuggire un mezzo sorriso divertito <<Bella battuta.>>
<<D-devo vedermi con la mia ragazza, รจ da un sacco di tempo che non usciamo insieme.>> ho tentato di dirgli <<Quindi davvero, io oggi non>>
<<Ragazza?>> mi ha interrotto lui <<I cani non hanno ragazze. Amano solo il loro padrone.>>
Io ho sospirato abbassando la testa; avevo lโorgano genitale durissimo in quel momento, tentare di oppormi a lui era davvero difficile, la voglia di arrendermi e fare come voleva era troppo alta โฆ perรฒ sapevo che era anche impossibile.
<<Non ho piรน soldi.>> gli ho detto alla fine <<Papร mi ha preso la carta per punizione.>>
<<Eh? E perchรฉ?>>
<<Per โฆ i capelli.>>
Lui mi ha squadrato per un poโ, poi mi ha fatto una domanda insolita.
<<Quanto รจ lontana casa tua? Dalla scuola intendo.>>
<<Ehm โฆ non troppo, se prendo il treno.>>
<<E i tuoi โฆ? Sono a casa ora?>>
<<Ora โฆ uhm โฆ credo che ci sia mia madre in casa.>>
Lui ha annuito <<Perfetto. Ho unโidea allora. Stasera forse ci divertiremo.>>
Non saprei dire se lโidea di Gioele mi piaceva o meno, ma una cosa era certa: mi spaventava.
<<Quindi tu abiti qui?>> queste furono le sue parole, quando vide per la prima volta casa mia.
Era una villetta di modeste dimensioni, ma con una gran quantitร di comfort moderni; pareti a temperatura regolabile, idromassaggio nei bagni, piscina nel giardino, porte ad apertura e chiusura automatica โฆ
<<Sรฌ.>> gli ho risposto io, un poโ incerto; eravamo arrivati qui a piedi dopo aver pranzato.
<<Wow. Il giardino รจ sintetico?>>
<<No purtroppo.>>
Lui ha annuito <<Va bene. Dai, fammi entrare. Fammi una sorta di โฆ giro turistico. Voglio proprio vedere come ve la spassate voi riccastri.>>
<<V โฆ va bene, ci provo.>>
Lโho portato fino allโingresso, e una volta dentro ho iniziato col giro: atrio, cucina, salotto, seminterrato โฆ lui si รจ fermato spesso a guardare le foto della mia famiglia, la collezione di alcolici di mia madre, e altri vari elementi come i grossi schermi al plasma delle televisioni o i divani ad acqua.
<<Cazzo โฆ>> ha detto lui buttandosi sopra uno di quei divani <<ma รจ morbidissimo! Sembra di stare su una nuvola!>>
<<Giร โฆ anche i letti sono cosรฌ.>> ho risposto io <<Anzi, sono piรน morbidi perchรฉ non cโรจ il cuoio.>>
<<Figo! E la temperatura dellโacqua si puรฒ regolare vero?>>
<<Sรฌ. Acqua fredda dโestate e calda lโinverno โฆ E anche il pavimento รจ regolabile, infatti se vuoi puoi anche camminare scalzo come fai a casa tua.>>
Lui ha lanciato uno sguardo al pavimento: era pulito, ma ammetto che era ben lontano dal livello di lucentezza del suo.
<<Ti piacerebbe, eh?>> ha poi detto con un sorriso sfottente <<Avete dei domestici?>> ha poi chiesto, cambiando discorso.
<<Un paio.>>
<<Dove sono?>>
<<Ora sono a casa. Una viene di mattina, fa le pulizie quando non cโรจ nessuno in casa. Lโaltro il fine settimana, รจ il giardiniere tipo.>>
<<E non avete cuochi?>>
<<A mamma piace cucinare, quindi ci pensa lei.>> ho risposto io.
<<Capito.>> si รจ alzato dal divano <<Fammi vedere la piscina.>>
Il giardino interno della casa era molto piรน vasto di quello esterno, e ovviamente conteneva la piscina per cui sono diventato famoso, una piscina dalla temperatura regolabile e quindi utilizzabile in qualsiasi stagione.
<<Se premi quel tasto puoi schermarla.>>
<<Schermarla?>> ha chiesto Gioele, guardandomi.
<<Sรฌ โฆ nel caso dovesse piovere.>>
<<E in che senso si โschermaโ?>>
<<Dai bordi escono dei paletti che poi si aprono e si collegano. ร come stare sotto a un ombrellone gigante. Ed รจ trasparente, quindi puoi pure goderti la pioggia senza che ti dia fastidio.>>
<<Wow โฆ certo che non sapete proprio cosa farvene coi soldi, eh?>> ha commentato Gio con un mezzo sorriso <<Voglio vedere camera tua ora.>>
Lโho quindi portato al piano superiore, nella stanza in cui dormivo.
Lui รจ entrato dentro guardandosi intorno con leggero stupore; quella camera era quasi grande quanto il suo intero appartamento; cโerano due librerie, una piena di fumetti e libri e lโaltra piena di videogiochi e DVD; cโera unโenorme televisione collegata a tre diverse console, una grossa scrivania dotata di un computer con ben tre schermi, un letto matrimoniale ad acqua, tre armadi e un sistema dโilluminazione personalizzato; il pavimento era coperto da un materiale morbido e setoso, pensato per assorbire lโumiditร .
<<Wow.>> ha commentato lui <<Niente male. Dovrรฒ venire qui piรน spesso.>> si รจ buttato sul letto per tastarne la morbidezza, poi ha lanciato uno sguardo lungo i miei scaffali e ha notato le vecchie scarpe che mi aveva regalato <<Oddio โฆ le hai in bella vista, eh? Le hai leccate cosรฌ tanto che sembrano nuove.>> ha ridacchiato.
<<G โฆ giร .>>
<<Comunque spogliati.>>
<<Come?>>
<<Hai capito.>> ha detto lui, alzandosi in piedi <<Via i vestiti. Fanno schifo. Ti voglio elegante per stasera.>>
<<Ah โฆ okay.>>
Lui si รจ diretto verso i miei armadi e aprendoli ha personalmente scelto lโoutfit che avrei dovuto indossare.
<<Guarda quanto sei bello.>> mi ha poi detto, dopo avermi vestito a dovere <<Sembri quasi una persona normale.>>
<<G-grazie.>>
Lui mi ha squadrato per qualche secondo prima di continuare a parlare, poi ha detto:
<<Dovresti iniziare a chiamarmi โpadroneโ sai?>>
Io ho deglutito <<Oh โฆ ehm โฆ va bene. Padrone.>>
Lui ha sorriso leggermente e mi ha accarezzato la testa <<Che carino che sei. Dovโรจ tua madre comunque? Avevi detto che stava a casa.>>
<<In camera sua probabilmente โฆ starร dormendo.>>
<<Aspettiamo che si svegli allora.>> e detto ciรฒ si รจ voltato verso la televisione, accendendola e accendendo anche una console.
Si รจ messo seduto sulla mia sedia a sacco, che รจ comodamente collegata col pavimento; aveva le scarpe ancora ai piedi, e la voglia di buttarmi lรฌ sotto a leccargliele stava rapidamente salendo โฆ ma appena ci ho provato, mettendomi a quattro a zampe, lui mi ha fermato.
<<Non ti ho dato il permesso di fare il cane.>> mi ha interrotto lui lanciandomi un rapido sguardo <<Sei ancora la mia guida turistica. Anzi no โฆ sei il mio maggiordomo ora. Quindi rimani in piedi lรฌ dietro e stai in attesa di ordini. Ti potrai sedere solo quando te lo concedo.>>
Ho annuito subito <<Sรฌ.>>
<<Sรฌ?>>
<<Sรฌ padrone.>> mi sono corretto.
<<Bravo. E portami qualcosa da bere.>>
Gioele ha continuato a giocare alla mia console fino a quando mia madre non mi ha chiamato dalla cucina; era lโora della merenda.
<<Si รจ alzata finalmente.>> ha detto Gio, balzando in piedi <<Dai, andiamo. Gli devo parlare.>>
Lโabbiamo trovata in cucina davanti al tavolo, su cui era stata messa la merenda; pane appena sfornato, prosciutto crudo, formaggio pregiato, rucola fresca, accompagnato da una caraffa di succo di frutta artigianale.
<<Wow! Qui si mangia bene, eh?>> ha esclamato Gioele, stupendo mia madre che non si aspettava di vedere qualcun altro oltre a me in casa.
<<Oh โฆ ehm, ciao! Non pensavo avessimo ospiti.>> รจ stata la sua risposta.
<<Salve.>> ha salutato Gioele con educato sorriso <<Li hai fatti tu questi panini?>>
<<Sรฌ, per merenda โฆ Tu come ti chiami?>>
<<Gioele. Sono un suo compagno di classe.>> si รจ presentato lui <<Lei รจ la madre giusto? Volevo chiederle una cosa.>>
<<A โฆ a me? Certo, che succede?>>
<<Io e lui volevamo fare unโuscita a coppia, perรฒ non avendo i soldi per mangiare fuori abbiamo deciso di farla qui. Non รจ un problema vero? La casa รจ bella grossa.>>
Mia madre ci ha messo un poโ a elaborare quelle parole, poi mi ha lanciato uno sguardo abbastanza eloquente <<Non lo so โฆ devo sentire mio marito โฆ>>
<<Non dobbiamo mica fare una festa>> ha insistito Gioele <<รจ solo unโuscita a coppie. Saremo solo in quattro. Io, lui e le nostre ragazze. Ci comporteremo bene, ci siamo anche vestiti bene, guardi!>>
<<Uhm, v โฆ va bene, devo comunque sentire mio marito ma credo che anche lui non abbia problemi. Basta che non โฆ insomma, che vi comportiate bene come hai detto.>>
Lui ha sorriso <<Perfetto.>> detto ciรฒ ha indicato il cibo presente sul tavolo <<Posso?>>
<<Uh? Certo! Ne ho fatto abbastanza per tutti, non ti preoccupare, mangia pure. Anzi, ora faccio un altro paio di panini per sicurezza.>>
Lui non se l’รจ fatto ripetere due volte, ma quando ho provato ad imitarlo mi ha subito fermato con lo sguardo, incurante della presenza di mia madre; mi ha guardato dritto negli occhi senza dire nulla, ricordandomi che senza il suo permesso non potevo mangiare.
Ho capito, e sono stato fermo.
Gioele ha parlottato ancora un poโ con mia madre, complimentandosi del cibo preparato e poi vantandosi del fatto che anche lui sapeva cucinare molto bene, dopodichรฉ ci siamo portati la merenda in camera, e mentre lui giocava alla console io lo imboccavo come avrebbe fatto uno schiavo dellโantico Egitto; quello era solo uno dei tanti giochetti da servo che mi faceva fare.
Finito di imboccarlo mi ha concesso la possibilitร di togliergli le scarpe e massaggiargli i piedi; sono rimasto sotto di lui fino a quando non mi ha fatto capire che dovevo alzarmi con un improvviso calcio.
<<Tra poco dobbiamo andare a prendere la tipa. Hai detto che avevi la macchina, no?>>
<<Sรฌ padrone.>> ho confermato io.
Lui ha assunto un’espressione leggermente perplessa <<Perchรฉ non te lโho mai vista?>>
<<N โฆ non รจ mia. ร di mia madre. Perรฒ possiamo usarla quando lei รจ a casa.>>
<<Ah, capisco. Ma tu non hai la patente, vero?>>
<<No padrone.>>
<<Quindi รจ una macchina automatica al 100%?>>
<<Sรฌ padrone.>>
Ci siamo preparati per uscire, dopodichรฉ lโho accompagnato nel garage di casa dove gli ho mostrato la macchina di cui parlavo; grande abbastanza per cinque persone, era sprovvista di volante, totalmente elettrica, e pesantemente imbottita; in caso di incidente non si sarebbe fatto male nessuno.
<<Carina>> ha commentato lui <<perรฒ dovreste pulirla piรน spesso. Odio la polvere.>>
<<Hai ragione, scusa padrone.>>
<<Dai, salta su. O faremo tardi.>>
Durante il viaggio Gio si รจ messo seduto davanti a me; non mi ha permesso di togliergli le scarpe, ma mi ha permesso di stare ai suoi piedi per leccargliele, cosa che ovviamente ho fatto mentre lui se ne stava al telefono.
Dopo un poโ la mia fidanzata mi ha chiamato, ma lui mi ha vietato di rispondere e si รจ fatto consegnare il telefono, rispondendo al posto mio.
<<Pronto?>> lโho sentito dire, mentre il cuore iniziava a battere forte <<Sono un suo amico. Mi chiamo Gioele. โฆ Senti no, non puรฒ venire a prenderti. Tu puoi venire per conto tuo? Hai una macchina? โฆ Lui ora รจ occupato โฆ no non richiamare, รจ occupato, parla con me se vuoi โฆ no, non puรฒ parlarti โฆ ascolta puoi venire da sola o no? Sรฌ? E allora ci vediamo dopo โฆ sรฌ, hai capito bene โฆ significa che ci vedremo, che altro cโรจ da capire? โฆ Ci vediamo a casa sua โฆ sรฌ, a casa sua โฆ Senti, ci vediamo dopo, ora devo andare, ciao.>> e detto ciรฒ ha spento il telefono, poi mi ha lanciato uno sguardo <<La tua tipa ha una bella voce.>> ha detto <<Se ha anche qualcosโaltro di bello me la scopo.>>
Ho sentito lo stomaco contorcersi a quelle parole โฆ ma non sapevo se si fosse contorto per il piacere o la paura.
Arrivati a destinazione, a salire in macchina รจ stata una ragazza piรน alta di me, estremamente atletica, e dallโaspetto un poโ piรน grande del previsto; forse aveva la stessa etร del fratello di Gio.
Era vestita in modo molto elegante, con tanto di scarpe coi tacchi; capelli lunghi, rossetto, sembrava una modella; il suo profumo aveva riempito istantaneamente lโauto, ma sinceramente lo trovavo fastidioso perchรฉ copriva lโodore naturale di Gioele, che seppur non profumato come quello del fratello era comunque un odore di cui ormai non potevo piรน fare a meno.
<<Bella macchina.>> รจ stata la prima cosa che ha detto salendo <<ร lui lo schiavo?>> ha poi domandato, avendomi visto ai suoi piedi.
<<Sรฌ.>>
<<Carino.>> ha ridacchiato con malizia <<Dove ci porta?>>
<<A casa sua.>>
<<A casa sua?>> a giudicare dal tono sembrava delusa <<Pensavo mi avresti portato in centro!>>
Gioele ha fatto spallucce <<Cambio di programma, casa sua รจ meglio. Abita in una villa. Ha anche la piscina.>>
<<Uhm โฆ non รจ ancora stagione per la piscina perรฒ.>>
<<La sua ha lโacqua calda.>>
<<Davvero?>>
<<Sรฌ.>>
<<Oh โฆ interessante.>>
<<Perรฒ ci saranno anche i genitori. Dovrai comportarti bene.>>
<<Uhm โฆ uffi โฆ!>>
Lui lโha baciata <<Tranquilla, ti farรฒ divertire io.>> ha aggiunto, facendola ridacchiare.
Con lei a bordo siamo tornati a casa mia.
Quei due non sembravano davvero fidanzati, parlavano e si provocavano a vicenda ma le loro non erano discussioni come quelle che io facevo alla mia fidanzata. Non parlavano di amici in comune, di scuola, del loro futuro, dei loro progetti โฆ parlavano di cose generiche e per lo piรน noiose, infatti appena poteva Gioele ributtava lo sguardo sul suo telefono mentre la faceva stare zitta con qualche complimento o bacio improvviso.
Una volta tornati a casa ho trovato la mia ragazza ad attenderci lรฌ; quando lโho vista, in piedi davanti al portone, avevo subito capito che era furiosa.
Ho provato lโimpulso di correre verso di lei e chiederle scusa, ma la presenza di Gioele mi ha bloccato; mi serviva la sua autorizzazione per allontanarmi da lui, motivo per cui รจ stato lui il primo a parlare con lei.
Lโha salutata ignorando il suo umore, dopodichรฉ ha introdotto la sua ragazza.
<<Sรฌ, ciao.>> si รจ limitata a dire lei, con palese stizza.
Io ci ho parlato per ultimo, ma lei era cosรฌ arrabbiata che ha messo il broncio e neanche mi ha risposto.
Si aspettava delle scuse probabilmente, e delle attenzioni aggiuntive, altrimenti non sarebbe mai venuta fin lรฌ solo per rimanere in silenzio e fare lโoffesa โฆ voleva che io mi scusassi e mi facessi perdonare, ma purtroppo per lei le cose non sono andate cosรฌ; le mie attenzioni non le ha ricevute perchรฉ Gioele mi ha come tenuto al guinzaglio, facendomi capire che era lui lโunico a cui dovevo dare attenzioni.
Una volta rientrati in casa Gio ha salutato con una certa sicurezza anche mio padre, che non aveva preso bene la sua presenza allโinizio; oltre allโessere ancora arrabbiato con me per il fatto dei capelli, mio padre non vedeva di buon occhio le persone come Gioele โฆ lui era un poveraccio, e a mio padre non piaceva stare intorno a loro.
Gio si รจ comportato molto bene comunque; ha ignorato lโovvia ostilitร di mio padre e si รจ buttato in cucina a socializzare con mia madre, offrendosi di aiutarla con la cena.
<<Sono bravissimo a cucinare>> gli aveva detto <<io e mio fratello siamo i cuochi migliori del nostro quartiere!>>
Mentre ciรฒ accadeva, la sua fidanzata e la mia si sono messe a parlare; quella di Gioele aveva chiesto della piscina, e la mia, notando che non le stavo dando molte attenzioni, ha deciso di accompagnarla fin lรฌ.
Io sono rimasto con Gio; lo osservavo muoversi e parlare con estrema naturalezza con i miei genitori, entrambi colpiti dalle sue effettive doti culinarie; maneggiava coltelli e pentole con precisione incredibile, e sapeva esattamente cosa fare e quando farlo.
La prima ad essere stata โconquistataโ fu mia madre; Gio emanava un fascino incredibile, la faceva ridere, ed era anche vestito piรน elegantemente del solito, cosa che lo rendeva meno spaventoso ma piรน attraente.
Sentirli parlare con cosรฌ tanta leggerezza mi faceva sentire strano; mia madre non parlava in quel modo neanche con me.
Ad un certo punto lui ha detto: <<Visto che sono stato io a cucinare, a pulire i piatti dovrร essere lui.>> e nel dirlo mi ha indicato con la testa.
Mia madre mi ha lanciato uno sguardo, poi ha sorriso leggermente divertita <<Ottima idea! Almeno quello sfaticato fa qualcosa di utile.>>
Una volta pronta la cena abbiamo mangiato tutti insieme.
Io e la mia fidanzata abbiamo continuato ad ignorarci, cosa che ha inevitabilmente incentrato lโattenzione sullโunica persona interessante della stanza, Gioele.
In un modo o nellโaltro, era riuscito a conquistare anche la simpatia di mio padre perchรฉ ad un certo punto li ho visti parlare tranquillamente di argomenti sportivi e politici.
Il loro discorso รจ poi virato su un argomento particolare โฆ il poker. Mio padre รจ un giocatore dโazzardo, a lui piace moltissimo il poker, ed รจ cosรฌ che da giovane ha ingrandito la sua fortuna.
Gioele ha iniziato a vantarsi dicendo di essere molto bravo nel poker, e mio padre ha ingenuamente abboccato allโamo; i due hanno discusso delle regole, hanno iniziato a parlare di casi ipotetici e strategie, e infine si sono sfidati.
Papร ha voluto essere gentile con Gio, e ha lanciato una sfida piuttosto magnanima, pensando di vincere facilmente.
<<Se perdi, cucinerai anche la cena di domani. Questi piatti erano buonissimi.>> ha detto ridacchiando <<Se vinci invece โฆ ti offrirรฒ una cena io.>>
<<Una cena?>>
<<Sรฌ. Dimmi un ristorante, e ti pago una serata lรฌ con la tua ragazza. Che ne dici?>>
<<Ci sto.>>
Mio padre su una cosa aveva ragione: la cena รจ stata davvero buonissima, Gioele sapeva cucinare divinamente. Per il resto perรฒ โฆ ci aveva visto corto.
Finito di mangiare tutti sono usciti dalla cucina, chi per giocare a carte chi per starsene nel giardino โฆ ma io no; a me toccava lavare i piatti.
<<Ma no! Scherzavamo! A quelli ci pensa Lena tanto.>> ha subito detto mia madre, ma Gio lโha fermata.
<<Lena?>> ha chiesto Gioele a quel punto.
<<ร la nostra donna delle pulizie.>> ha risposto mia madre <<Domani verrร e pulirร tutto, non cโรจ bisogno che lo faccia lui ora.>>
<<Sรฌ che cโรจ nโรจ bisogno invece, perchรฉ lโaccordo era che io cucinavo e che lui puliva.>> ha ribattuto Gioele <<Giusto?>>
Io ho annuito <<S-sรฌ! Non cโรจ problema! Li pulisco io.>>
<<Perfetto allora.>> ha sorriso Gioele con compiacimento.
Mia madre non era molto convinta della cosa, e infatti ha deciso di rimanere in cucina ad aiutarmi.
Nel mentre che lavavamo insieme si รจ lasciata sfuggire un commento particolare su Gioele perรฒ.
<<Certo che รจ davvero interessante il tuo amico โฆ e poi รจ bellissimo. Dove lo hai conosciuto?>>
<<A scuola.>> mi sono limitato a dire io.
<<Fagli i complimenti da parte mia. Cucina davvero bene. Sarร sicuramente un marito fantastico.>>
Dopo aver lavato tutti i piatti, lei mi ha detto che potevo anche andare in salotto con gli altri; alle pentole avrebbe pensato lei. Ho provato a insistere sul fatto che volevo essere io a pulirle, ormai ero abituato, ma lei non ha voluto sentire storie e cosรฌ l’ho ascoltata.
Entrando nel salotto ho assistito ad una scena che forse mi aspettavo, ma che mi ha comunque sorpreso: Gioele con in mano duecento euro in taglie da 50, e mio padre con in mano delle carte da poker.
Ho notato che cโerano anche le due ragazze lรฌ, e avvicinandomi ho provato a chiedere alla mia fidanzata il cosa stesse accadendo, ma lei non mi ha risposto perchรฉ piรน arrabbiata di prima; a rispondere รจ stata la tipa di Gio perรฒ.
<<Tuo padre ha perso cinque volte di fila. Dopo la prima volta ha iniziato a scommettere soldi veri.>>
Ho lanciato uno sguardo a papร ; aveva un’espressione molto concentrata.
Ho spostato lo sguardo su Gioele; era rilassato, e aveva un sorrisetto spavaldo sul volto.
<<Sicuro di volerlo rifare? Te lโho detto, sono bravo in questi giochi qui. Dadi, poker, freccette โฆ sono troppo forte in questo tipo di giochi. Non posso perdere.>>
<<Zitto e gioca.>>
<<Uh, okay โฆ il vecchio fa sul serio.>> si รจ voltato verso la mia fidanzata <<Ora tocca a te fare da dealer. Mi raccomando fai come prima, che mi hai dato una mano pazzesca!>>
Lei ha sorriso leggermente <<Va bene.>>
Io ho osservato in piedi la sesta vittoria di Gioele, e sedendomi mi sono goduto anche la sua settima, fino alla decima; mia madre ha assistito solo alle ultime due partite.
<<Bah โฆ certo che hai un culo che fa davvero schifo tu.>> ha commentato papร dopo lโultima sconfitta, mentre Gio รจ scoppiato a ridere.
<<Te lโho detto โฆ sono troppo forte.>>
<<Bah! La prossima volta faremo una partita vera, con regole normali. Ora perรฒ sono stanco.>> ha detto mio padre, alzandosi pesantemente dal tavolo <<Ci vediamo domani.>>
<<In effetti รจ tardi. Mi sa che vado anche io. Voi fate i bravi, eh?>> ha aggiunto mia madre, cosรฌ da poterlo raggiungere e forse consolare.
Gio si era appena guadagnato 450 euro, ma la serata non era finita lรฌ. Si รจ messo a parlare sia con la sua fidanzata che con la mia, lasciandomi completamente in disparte; ogni tanto mi ordinava di portare da bere, e io obbedivo istantaneamente.
<<Andiamo in piscina signori?>> ha chiesto ad un certo punto.
<<Non abbiamo il costume.>> ha risposto la sua fidanzata.
<<E allora?>> lui si รจ tolto la camicia e i pantaloni <<Andiamo cosรฌ.>>
<<Tu sei pazzo! Non voglio bagnarmi.>>
<<Quanto siete noiose.>> Gioele mi ha guardato <<Spogliati bello. Non fare la fighetta anche tu.>>
Quello era piรน un ordine che un invito, e cosรฌ senza dire troppo mi sono tolto i vestiti e lasciato solo le mutande; mi sono reso conto troppo tardi che forse non avrei dovuto farlo davanti alla mia fidanzata, perchรฉ una volta mezzo nudo sarร stato impossibile per lei non mettere a paragone i nostri due fisici.
Io estremamente secco e magro, ma con la pancia piรน gonfia del dovuto; lui snello e atletico, scolpito come una statua.
Ho iniziato a bruciare dalla vergogna โฆ il solo stare vicino ad un fisico come il suo mi stava umiliando.
<<Fraโ, dovresti proprio andare in palestra.>> ha ridacchiato Gio mentre mi avvicinavo a lui, poi si รจ voltato verso la mia ragazza <<A proposito, sei vergine tu?>>
<<Eh? ma che domande sono?>> รจ stata la reazione della mia ragazza; anche io sono rimasto interdetto da quellโimprovvisa domanda.
<<Sono solo curioso.>> ha continuato Gio, con tono innocente <<Non credo voi due abbiate scopato, cioรจ โฆ a parte che รจ lโanti-sesso, lui ha anche un pisello troppo piccolo, non puรฒ averti sverginato con quello.>>
<<Piccolo? Tu che ne sai? Non devi giudicare solo dalla copertina, magari lo ha piรน lungo di te.>>
Lui a questo punto si รจ lasciato sfuggire una risata <<Questo significa che non avete mai scopato allora. Non lโhai mai visto tutto nudo. Lui ha il pisello lungo quanto un dito,>>
<<E tu che ne sai?>> รจ stata la rapida risposta <<Lo hai visto per caso?>> ha aggiunto, con tono di sfida.
<<Sรฌ che lโho visto.>>
Lei a quel punto รจ rimasta interdetta <<A-ah sรฌ?>> era ovvio che non si aspettava quella risposta <<E โฆ quando?>>
<<Da quando รจ diventata la mia cagna.>>
<<Eh?>>
Lui ha ridacchiato divertito <<Il tuo ragazzo รจ la mia cagna personale. Mi ha dato tipo โฆ dieci mila euro, o qualcosa del genere, in meno di un mese.>>
Lei ha assunto un’espressione perplessa <<Ma che โฆ che dici?>> poi si รจ voltata verso di me, sforzandosi di fare un sorriso incredulo <<Il tuo amico รจ matto โฆ>> ha detto con poca convinzione.
<<Non sto scherzando, รจ vero. Lโho anche messo al guinzaglio.>> Gio si รจ voltato verso di me, e ha fatto un cenno eloquente con la testa <<Giรน i pantaloni. Fagli vedere il tuo guinzaglio.>> ha ordinato, e senza esitazione ho obbedito.
La mia ragazza ha assunto un’espressione inorridita e indignata; il fatto che io gli stessi obbedendo in modo cosรฌ meccanico lโaveva disgustata, ma poi la sua attenzione รจ stata presa da qualcosโaltro โฆ qualcosa che io avevo sul pene.
<<E quello cosโรจ?>> ha chiesto lei, guardandomi lโanello rosso.
<< Il guinzaglio.>> ha risposto Gioele con un largo sorriso <<Ti piace?>>
Lei a quel punto รจ scattata in piedi lanciando a tutti i presenti degli sguardi orripilati <<Fate schifo.>> ha detto, dopodichรฉ ha preso la sua borsa e si รจ diretta verso la porta di casa.
<<E-ehi, aspetta! Non vuoi paragonare il suo uccellino al mio?>>
Ma lei non ha risposto e se nโรจ andata.
Gioele a quel punto ha fatto spallucce.
<<Vorrร dire che me la scoperรฒ un altro giorno.>> si รจ limitato a dire <<Dai, tutti in piscina. Anche tu! Non me ne frega un cazzo se ti bagni.>>
Quando mi sono svegliato, ero incredibilmente rilassato; il divano del salotto era molto meglio del pavimento su cui di solito dormivo quando passavo la notte a casa di Gioele.
Era stata mamma a svegliarmi, che mi aveva anche chiesto il cosa ci facessi lรฌ.
<<Ehm โฆ G-Gio รจ in camera mia โฆ>> รจ stata la mia risposta.
<<E allora? Il letto รจ grande per entrambi.>>
<<Sรฌ ma voleva stare da solo con la sua tipa โฆ quindi โฆ>>
<<Ma che significa? Dai alzati e vatti a lavare, che รจ tardi! E dรฌ al tuo amico che se vuole stare da solo con la sua fidanzata puรฒ farlo a casa sua, non qui! Non puรฒ farti dormire sul divano!>>
Io non ho detto nulla, mi sono semplicemente tirato su e sono andato al piano superiore, pronto a farmi la doccia โฆ ma prima di entrare nel bagno mi sono ricordato di una delle tante regole che mi erano state imposte dai due fratelli.
โIl bagno non รจ per i caniโ. Giusto, se volevo usarlo dovevo prima chiedere il permesso.
Sono cosรฌ passato prima in camera mia, dove ho trovato Gio e la sua ragazza nudi sopra al mio letto; stavano dormendo beatamente, incuranti dellโorario.
Il mio sguardo si รจ istintivamente portato sul corpo della ragazza, magnifico da nudo; poi si รจ naturalmente spostato sul corpo di Gioele, e su ciรฒ che nascondeva tra le gambe.
Era la prima volta che glielo vedevo in modo cosรฌ chiaro e nitido; lโho visto spesso nudo, ma in genere non ci facevo troppo caso.
Il suo pene era โฆ normale? Sopra la media sicuramente, probabilmente sui 20 centimetri, perรฒ in linea con quello che mi immaginavo avesse. Niente di paragonabile al mio ovviamente, che rimane ben al di sotto della media e ancora inutilizzabile a causa dellโanello.
Nel guardarlo, il mio organo genitale รจ tornato ad agitarsi, e cosรฌ mi sono di nuovo immerso nel mio ruolo da โcaneโ; ho piegato i suoi vestiti e quelli della ragazza, dopodichรฉ sono andato nel bagno e ho preparato la vasca affinchรฉ potesse utilizzarla, e infine sono andato a svegliarlo.
Lui ha sbadigliato, si รจ stiracchiato, si รจ tirato su con aria fresca e rilassata e nel guardarmi mi ha accarezzato la testa sorridendo.
<<Questo letto รจ divino>> ha detto <<si dorme proprio bene qui. Mio fratello deve assolutamente provarlo.>> detto quello si รจ voltato verso la tipa e ha svegliato anche lei <<Ehi, io devo andare a scuola. Alzati, che ti lasciamo in centro.>>
Lei ha mugugnato qualcosa e poi ha iniziato a muoversi.
<<Lui puรฒ stare qua?>> ha chiesto dopo avermi notato.
<<ร il mio cane, certo che puรฒ stare qua. Dorme sempre ai miei piedi. O per terra.>> ha risposto Gioele con naturalezza <<Questa volta lโho lasciato sul divano per punizione.>> mi ha lanciato uno sguardo <<Gli avevo detto di pulire i piatti. Tutti i piatti. E invece ha lasciato le pentole.>>
<<Capisco โฆ>> lei si รจ tirata su e si รจ stiracchiata <<dovresti punirlo meglio perรฒ.>>
<<Ci penso io a lui. Ora vieni in bagno, non abbiamo tutta la mattina.>>
Io li ho accompagnati in bagno per aiutarli ad impostare la doccia, e nel farlo ho assistito ad una scena a dir poco โฆ incredibile; Gioele, nudo e completamente incurante, si รจ messo davanti al gabinetto a pisciare dicendo alla sua tipa:
<<Vieni e fa il tuo lavoro.>>
Lei non se l’รจ fatto ripetere due volte; si รจ buttata in ginocchio alle sue spalle, ha affondato la testa tra le sue chiappe โฆ e ha iniziato a leccare, con incredibile vigore.
Gio stava pisciando mentre una modella gli leccava letteralmente il culo.
Ho assistito alla scena come rapito, in silenzio.
Non proverรฒ mai quella sensazione in vita โฆ essere nudo senza consapevole di avere un aspetto impeccabile, liberarmi la vescica mentre una bellissima ragazza si divorava il mio culo come se da lรฌ uscisse cioccolato โฆ vivrรฒ tutta la mia vita senza mai godere una singola volta di privilegi simili.
Quando Gio ha finito di pisciare si รจ tranquillamente diretto verso la doccia, seguito dalla ragazza che ha gattonato pur di continuare ad avere la testa attaccata a lui; una volta lร dentro Gio ha preso la tipa per i capelli e voltandosi gli ha infilato il pisello in bocca, per poi lasciarla in quella posizione mentre apriva lโacqua e iniziava ad insaponarsi la testa.
Dal momento che non mi era stato dato nessun ordine sono rimasto silenziosamente in attesa, godendomi quello spettacolo.
Gioele si รจ fatto la doccia migliore del mondo probabilmente, perchรฉ la ragazza non si รจ limitata a succhiarglielo, ma si รจ anche messa a insaponarlo e pulirlo, baciandogli diverse parti del corpo nel processo; lo stava adorando come un dio, coccolando come un re โฆ e nel mentre si lavava anche lei con lโacqua che scivolava via dal corpo del ragazzo.
Li ho attesi a lungo, forse troppo; ho iniziato a preoccuparmi di star facendo troppo tardi per la scuola.
Quando Gio รจ finalmente uscito da lรฌ io lโho accolto come sempre, ovvero con asciugamano posto ai suoi piedi e un altro tra le mie mani.
Questa volta perรฒ la scena era diversa. Dietro a Gioele, in ginocchio come me, cโera la ragazza; stava ancora con la testa tra le sue chiappe, intenta a leccare.
Lโespressione di Gio era molto piรน spavalda e divertita del solito, ma anche piรน rilassata e compiaciuta; si stava davvero godendo il momento.
<<Prendi lโasciugamano.>> ha ordinato alla ragazza, e lei si รจ subito messa al lavoro.
Io non avevo mai avuto lโonore di asciugarlo dopo una doccia; lโavevo imboccato, avevo dormito ai suoi piedi, mi ero fatto usare come tappeto e poggiapiedi โฆ avevo fatto tante cose per lui, ma non mi era mai stata data lโopportunitร di asciugarlo dopo un bagno, o di toccarlo se non sui piedi.
<<Il tuo cagnolino รจ invidioso โฆ>> ho sentito dire dalla ragazza, con vocina maliziosa e sorrisetto divertito.
Gio a quel punto ha abbassato lo sguardo su di me <<Sei invidioso?>> mi ha chiesto, guardandomi dritto negli occhi.
Io ho annuito piano <<Sรฌ padrone.>>
<<Perchรฉ sei invidioso?>>
Dopo tanto tempo, ho risentito lโimpulso di esitare โฆ ma lโho combattuto facilmente e ho risposto con sinceritร alla sua domanda.
<<Voglio asciugarti.>>
<<Vuoi โฆ asciugarmi?>> ha chiesto lui incrinando di lato la testa.
<<Sรฌ.>>
<<Non mi faccio asciugare dai cani.>> รจ stata la sua risposta <<Ma ora come ora mi sento piuttosto gentile โฆ se vuoi posso farti un regalino.>>
Io ricordo di aver deglutito; avevo lโacquolina in bocca.
<<Sรฌ โฆ per favore.>>
Lui si รจ lasciato sfuggire un sorrisetto malizioso e divertito <<Va bene. Rimani fermo cosรฌ. Chiudi gli occhi e apri la bocca.>>
Sarรฒ sincero, mi sono un poโ spaventato, ma ho comunque obbedito ai suoi comandi.
<<Aprila di piรน. E stai fermo. Non muoverti, capito?>> mi ha detto lui dopo un poโ <<Non muoverti โฆ>>; ho obbedito ancora, dopodichรฉ ho sentito qualcosa appoggiarsi sul mio volto โฆ e poi, con mia enorme sorpresa, ho sentito qualcosa entrarmi con forza e violenta in bocca โฆ qualcosa di gigantesco, ma non solido nรฉ liquido.
Gas.
Gioele aveva rilasciato unโenorme, fortissima e improvvisa bomba di gas dritta nella mia bocca; la mia reazione fu quasi istantanea, mi sono allontanato tossendo con violenza, ma ormai il gas era passato โฆ ho chiaramente sentito lโaria violarmi la gola e proseguire giรน.
<<Cazzo, questa mi รจ venuta proprio bene.>> ha detto il ragazzo con un sorriso divertito, mentre la ragazza รจ scoppiata a ridere <<Te lโho spedita dritto nello stomaco!>>
E mentre quei due sghignazzavano, io stavo letteralmente avendo dei conati di vomito; il mio corpo voleva liberarsi dei suoi gas in tutti i modi possibili, e tossire non bastava.
<<Comunque ti avevo detto di stare fermo.>> ha continuato a dirmi Gio dopo un poโ, con tono un poโ piรน serio.
<<S โฆ scu โฆ scusami โฆ>> sono riuscito a dire io, mentre combattevo con tutte le mie forze la voglia di vomitare.
Lui ha fatto una smorfia <<Mi sa che devo addestrarti ancora un poโ โฆ comunque ora vado a vestirmi. Quando scenderร in cucina, la colazione deve essere giร pronta e sul tavolo. Capito?>>
<<S โฆ sรฌ padrone.>>
Quei due sono usciti, sghignazzando e lasciandomi sul pavimento del bagno da solo.
Mi sentivo debole come dopo un pestaggio, perรฒ alla fine mi sono comunque tirato su per fare il mio lavoro.
La colazione era lโunico pasto che mi era concesso di preparare; io non sapevo cucinare a differenza dei fratelli, perรฒ loro non mangiavano cose particolari la mattina, un bicchiere di latte con qualche biscotto bastava.
Quella mattina รจ andata meglio del previsto perchรฉ cโera anche mia madre, che mi ha aiutato a preparare una colazione un poโ piรน interessante del solito.
ร stato strano fare colazione insieme a Gioele stando seduto al tavolo con lui; in genere sono seduto per terra in queste occasioni, tra i piedi dei due fratelli cosรฌ da dargli la possibilitร di lanciarmi qualche biscotto ogni tanto.
Dopo aver mangiato abbiamo usato la macchina di mia madre per riportare la ragazza in centro cittร e andare a scuola; la macchina รจ poi ritornata a casa da sola.
Quel giorno Gioele lo ha passato senza zaino, dato che non se lo era portato a casa mia, e sono stato io a prendere gli appunti per lui; quando uno dei suoi amici se ne accorto mi ha detto che anche lui voleva i miei appunti, e io non ho potuto fare altro che annuire.
Devo dire che i suoi amici si sono abituati alla mia presenza nel loro gruppo in modo piuttosto rapido.
Finita la scuola, Gio non mi ha portato a casa sua bensรฌ a casa di un suo amico.
Si trattava di un appartamentino in periferia, niente di particolare o moderno, perรฒ comunque comodo; dentro cโerano un sacco di persone (una dozzina di ragazzi e qualche ragazza), ma non mi avevano portato lรฌ per conoscermi o fare amicizia.
Ero stato presentato come โla cagna del gruppoโ e mi hanno messo in salotto, sul tavolino che si trova davanti al divano; mi hanno fatto sedere lรฌ per terra, dopodichรฉ Gio mi ha detto che non mi sarei potuto alzare se non per andare in bagno โฆ il motivo? Avevo centinaia di esercizi e compiti scolastici da fare, e lรฌ avrei fatti lรฌ, sotto la supervisione della sua compagnia di amici.
Non era necessaria la presenza di Gioele infatti โฆ loro avevano il compito di tenermi a bada, che lui ci fosse o meno. E in caso di comportamento negativo da parte mia, Gio gli aveva detto di non aver paura ad usare la forza su di me.
<<Lasciatelo lavorare, ha un sacco di compiti da fare. Ma per il pranzo o cose cosรฌ potete usarlo, non รจ un problema. Basta che non perda troppo tempo, va bene?>> gli ho sentito dire ad un paio di loro.
Allโinizio non capivo il perchรฉ mettermi seduto davanti a quel tavolino comunque, potevo tranquillamente sedermi su un tavolo normale, ma poi mi รจ stato tutto piรน chiaro: prima di tutto i tavoli normali li usavano loro e immagino non volessero avermi tra le scatole โฆ ma poi, seduto lรฌ per terra al tavolino del divano, mi sono ritrovato spesso con i loro piedi ad un passo dal mio volto.
Gli amici di Gio che si sedevano sul divano usavano il tavolino come poggiapiedi, questo mi portava ad avere le loro scarpe e in alcuni casi anche i loro piedi proprio davanti al muso.
Loro fumavano, bevevano, parlavano e scherzando; alcuni giocavano al telefono o a una console portatile, altri li vedevo โcombattereโ e fare dei veri e propri incontri di boxe tra di loro (in modo amichevole ovviamente) โฆ io invece sono stato tutto il tempo a lavorare, incessantemente, spesso con delle scarpe o dei calzini sudati che mi sfioravano le guance.
Ogni tanto mi perdevo a guardare i loro piedi, godendomi quello spettacolo โฆ ma ogni volta che smettevo di apparire indaffarato, uno di loro mi ricordava che ero lรฌ per lavorare.
Per rimettermi in riga delle volte urlavano, delle volte fischiavano o schioccavano le dita โฆ in tutti i casi mi sono sempre sentito come un vero e proprio prigioniero; erano solo ragazzi, ma quando parlavano con me erano incredibilmente seri e autoritari. Non โscherzavanoโ โฆ e lo percepivo.
Ad un certo punto ricordo che il mio telefono รจ squillato, ma uno di loro si รจ subito precipitato su di me per dirmi cosa rispondere e come farlo; erano molto attenti a queste cose per essere solo un normale gruppetto di adolescenti.
Comunque non ho perso troppo tempo a guardarmi intorno perchรฉ avevo piรน di 22 persone a cui fare i compiti, ed ognuna di loro avrebbe dato 5 euro a Gioele per quel servizio; mi sentivo usato e sfruttato come un vero schiavo, perรฒ la sola idea di star in qualche modo pagando Gio anche senza la mia carta di credito mi eccitava.
Quel ragazzo aveva trovato il modo di spremermi anche se la mia carta era vuota.
Oltre ai compiti ho dovuto fare anche altri lavoretti. Verso le quattro del pomeriggio ad esempio, due di loro mi hanno portato in cucina e mi hanno detto di lavare i piatti โฆ una MAREA di piatti. Sono rimasto lรฌ fino alle cinque, quando mi hanno permesso di andare in bagno e poi mi hanno rimesso a lavorare sui compiti.
Gio non era lรฌ comunque; dopo avermi portato da loro era uscito, ed รจ tornato solo quando il sole era tramontato da un poโ, dopo lโora di cena.
<<Sono venuto a riprendermi il cane>> aveva detto <<si รจ comportato bene?>>
<<Sรฌ, รจ stato bravo. ร obbediente e tutto ma dovresti fare come tuo fratello e comprargli un guinzaglio un vero da mettergli al collo. Cosรฌ possiamo attaccarlo al tavolo la prossima volta, o al muro. Almeno siamo sicuri che non si muove.>>
<<Ci penserรฒ. Posso riprendermelo o โฆ?>>
<<Se si regge ancora in piedi ci sarebbero i piatti da pulire.>>
<<Va bene.>>
Gioele รจ cosรฌ venuto da me e mi ha detto che coi compiti potevo smettere perchรฉ cโera altro lavoro da fare; mi hanno riportato in cucina, e lรฌ si sono messi a parlare tra di loro e a bere mentre io, con le mani tremanti e la testa che esplodeva dal dolore, mi sono messo a pulire unโaltra pila di piatti e pentole sporche โฆ inferiore a quella precedente fortunatamente.
Ricordo solo che una volta finito mi sentivo sullโorlo dello svenimento. Non avevo MAI faticato cosรฌ tanto in vita mia.
Mi sono voltato verso Gio e il suo amico, alto e tarchiato quasi quanto il fratello.
Lโamico mi ha guardato dritto negli occhi; aveva i capelli cortissimi (taglio militare), e degli occhi chiari; godeva di un volto spigoloso, severo, squadrato ma decisamente attraente.
<<Bel lavoro>> mi ha detto <<sei un bravo cagnolino. Vuoi un premio?>>
<<Direi che se lo merita considerando quanto รจ stato bravo.>> รจ intervenuto Gioele.
<<Giร . Apri la bocca.>>
Deglutendo, ho obbedito; ho aperto la bocca, e lui ha sputato al suo interno senza troppi preamboli.
La sua saliva sapeva di birra e qualcosโaltro โฆ aveva un sapore decisamente disgustoso se confrontata con la saliva del fratello di Gio.
Ho ingoiato con grandissima fatica, ed รจ stato ancor piรน faticoso nascondere il conato di vomito che mi รจ venuto dopo.
Lโamico di Gio รจ rimasto a fissarmi per qualche secondo, poi si รจ voltato verso Gioele.
<<Non mi sembra molto allenato.>> ha commentato.
<<In queste cose no.>>
<<Non mi sembra neanche educato.>>
Gioele a quel punto si รจ rivolto a me <<Cosa si dice a qualcuno che ti ha fatto un regalo?>>
<<G โฆ grazie.>> ho risposto io a quel punto.
<<Giร .>> ha annuito lโamico di Gio <<Riproviamoci, magari va meglio questa volta. Apri la bocca.>>
Ho preso un bel respiro, quindi ho obbedito nuovamente; lโamico ha bevuto un piccolo sorso dalla bottiglia che teneva in mano, si รจ sciacquato la bocca con quel sorso, dopodichรฉ lโha interamente sputato nella mia.
Questa la saliva sapeva decisamente di birra.
Ho ingoiato con maggiore velocitร di prima per evitare altre ripercussioni, e ho subito ringraziato.
<<Meglio.>> lโamico mi ha dato uno schiaffetto sul volto <<Aspetta il tuo padrone nellโatrio. In ginocchio. Testa sul pavimento.>>
<<Sรฌ.>>
Non ho dovuto attendere a lungo fortunatamente. Gioele รจ venuto a prendermi dopo pochi minuti, e sono tornato a casa sua quel giorno.
Una volta lรฌ dentro mi sono spogliato nudo e mi sono subito buttato ai piedi del fratello di Gio, che non vedevo da quasi tre giorni ormai; tornare ad assaporare il suo profumo ha avuto un impatto simile al tornare avere sensazioni sul pene.
Lui mi ha accarezzato e salutato come se fossi un vero cane, dopodichรฉ mi ha messo in ginocchio e mi ha consegnato la cena su una ciotola.
Quella notte ho dormito lรฌ, affianco al letto di Gio, affinchรฉ potesse usarmi come tappeto durante il suo risveglio.
I giorni dopo sono stati tutti abbastanza “normali”, se di normalitร si puรฒ parlare.
Li ho passati a studiare e โlavorareโ per Gioele, incessantemente; andavo a scuola, prendevo appunti per lui e la sua comitiva, poi uscivo da scuola e facevo i loro e i compiti di tutti quelli disposti a pagare per farseli fare; i soldi che Gio guadagnava con il mio sudore li spendeva in cene, alcol, serate e feste.
Anche i suoi amici mi usavano come servo ormai.
<<Me lo puoi prestare lui oggi?>> mi ricordo di aver sentito dire da un amico di Gio.
<<Certo. Che devi farci?>>
<<Ieri ho fatto una festa e i miei tornano stasera. Non ho ancora pulito un cazzo.>>
<<Va bene. Tutto tuo. Non fargli male perรฒ.>>
<<Tranquillo. Te lo riporto โฆdopo cena. Al parco. Va bene?>>
<<Sรฌ.>>
E cosรฌ mi รจ capitato di dover pulire le loro case o le loro camere, e mi assicuravo anche di pulire e lucidare le loro scarpe ogni volta che potevo.
Dei video avevano iniziato a circolare a scuola dopo un poโ. Video di me che pulivo le scarpe di qualcuno, o che facevo i compiti di qualcun altro mentre dei ragazzi usavano la mia nuca come poggiapiedi โฆ video abbastanza โinnocentiโ per quanto umilianti e denigratori โฆ video che ormai avevano cementato la mia fama di โtipo stranoโ.
Anche i professori avevano iniziato a rivolgersi a me in modo strano e darmi meno importanza โฆ che avessero anche loro visto quei video? O forse erano solamente delusi dalle mie ultime performance scolastiche?
Da quando sono diventato lo schiavo a tempo pieno di Gio, i miei voti sono calati drasticamente; facevo i compiti di tutti tranne i miei, e anche se studiavo molto non lo facevo per le materie che mi servivano.
In tutto ciรฒ avevo anche perso del tutto i contatti con i miei vecchi amici, che ormai mi evitavano e mi prendevano in giro, e la mia fidanzata mi aveva lasciato senza neanche scrivermi un messaggio, mi aveva semplicemente bloccato.
Gioele, il fratello e i suoi amici erano tutto ciรฒ che mi rimaneva. Quando ero a casa sua mi spogliavo e facevo il cagnolino obbediente: pulivo, lavavo, massaggiavo i piedi โฆ ogni tanto venivo usato anche come sacco da boxe, preso a pugni fino a quando non raggiungevo il limite.
Quando ero a casa mia, invece, mi concentravo sui compiti che dovevo fare per i giorni dopo; Gio si assicurava di tenermi in riga con messaggi vocali costanti, che mi ricordavano di rimanere concentrato sui miei doveri.
I momenti piรน belli di tutto quel periodo arrivavano quando Gio o il fratello decidevano di togliermi lโanello perรฒ.
Succedeva raramente, e in concomitanza con specifici eventi.
Una volta ad esempio sono stato denudato in presenza di Gio e altri suoi amici, sono stato legato e poi mi รจ stato tolto lโanello. Avevano fatto una scommessa tra di loro: ognuno mi avrebbe dato un pugno o un calcio a testa e a rotazione, e il primo che mi avrebbe fatto venire avrebbe vinto dei soldi.
Sono venuto al 6ยฐ colpo, ma dato che ero durato troppo poco loro hanno continuato a colpirmi fino a farmi venire una seconda volta โฆ non so quanti pugni mi diedero, ricordo solo che alla fine di quella scommessa mi sentivo cosรฌ stanco e distrutto che il solo pensare mi causava dolore.
Di eventi simili ne sono accaduti quei giorni, che perรฒ proseguivano per lo piรน normalmente e monotonamente.
E il tempo, alla fine, รจ passato.
La scuola stava giungendo al suo termine โฆ e io ricordo che ho addirittura provato paura, paura di non rivedere piรน Gioele una volta finito lโanno scolastico perchรฉ a causa del peggioramento della mia media il rischio di essere bocciato era davvero molto alto.
Non sapevo che in realtร il bello doveva ancora venire.
Quellโestate sarebbe stata โฆ infernale.
Le vacanze estive sono iniziate nel peggior modo possibile.
Per prima cosa papร si รจ reso conto del debito che mi ero fatto nella mia personale carta di credito; speravo che non lo avrebbe mai notato, ma alla fine quel giorno รจ arrivato.
Quel debito, unito al fatto che ogni mio voto si รจ piรน che dimezzato e al fatto che ormai stavo piรน a casa di Gioele che a casa mia, hanno portato i miei genitori a pensare che io mi stessi drogando.
Papร si era convinto che io stessi frequentando una compagnia di delinquenti e spacciatori, e che mi stessi intossicato con qualcosa. Aveva addirittura ricollegato il fatto che mi fossi tagliato i capelli a questa sua teoria.
A dargli credito รจ stato anche il fatto che in effetti io ero intossicato. Stare troppo tempo lontano a Gioele e suo fratello mi causava effetti simili allโastinenza, specie in quel periodo in cui loro erano i miei unici contatti sociali, e questo ha portato mio padre ad insospettirsi ancora di piรน.
Inoltre avevo ancora lโanello di castitร addosso, quello non aiutava per niente con la mia โdipendenza!. Ammetto di aver anche provato a togliermelo โฆ ma niente. ร irremovibile, sembra fuso con la mia pelle per quanto รจ appiccicato. Senza chiave non si puรฒ togliere.
Comunque, pochi giorni dopo il termine della scuola papร mi ha informato che io quellโanno sarei stato bocciato se non fosse stato per il suo intervento; non so il come abbia fatto a convincere i professori, ma alla fine sono stato ammesso allโanno successivo.
A causa di tutto ciรฒ, papร aveva preso la drastica decisione di annullare la vacanza estiva che aveva programmato per me e di tenermi in punizione.
Della vacanza a me non importava nulla a dire il vero, anzi ero felice di non dovermi allontanare da Gioele โฆ il problema era la punizione perรฒ.
Come prima cosa avrei dovuto ripagare il debito che mi ero fatto con le mie mani, e per farlo papร mi aveva messo a lavorare insieme a lui; passavo gran parte delle mie giornate nel suo studio come assistente dโufficio.
Come seconda cosa non potevo piรน uscire di casa liberamente, nรฉ potevo piรน portarmi soldi dietro quando lo facevo, e ogni volta che lasciavo la mia casa o ero insieme a papร o insieme a mamma.
E infine anche le mie interazioni sociali tramite apparecchi digitali sono state compromesse; non potevo piรน navigare su internet senza che papร sapesse in quali siti andassi, addirittura chiamate e messaggi erano stati messi sotto controllo; ogni mio movimento era monitorato.
Potrebbero sembrare provvedimenti leggermente esagerati a prima vista, ma va preso in considerazione il fatto che io avevo ancora a disposizione tutti i miei videogiochi; lโessere spiato durante la navigazione online significava solo il non poter piรน visitare siti porno (non che ne facessi piรน uso ormai), mentre il non poter uscire di casa significava il dover passare le giornate piรน calde in piscina.
La parte piรน dura di quella punizione era il dovermi svegliare ogni mattina alle sei per seguire papร a lavoro; le giornate lavorative duravano fino alle diciotto, delle volte anche fino alle venti, ed erano assurdamente noiose e ripetitive per me.
E poi cโera il fattore Gioele ovviamente. In quei giorni il non poterlo vedere fu una vera e propria tortura. Potevo ancora scrivergli ovviamente, papร non leggeva i messaggi che mandavo ma solo a chi li mandavo, perรฒ Gio non era interessato molto al chattare con me.
Ogni mattina lo salutavo con un โbuongiornoโ, continuavo augurandogli una buona colazione, poi un buon pranzo, una buona cena, e finivo con una buonanotte; lui non mi rispondeva quasi mai perรฒ.
Ogni tanto provavo ad aprire delle conversazioni, ma lui lasciava i miei messaggi sul โvisualizzatoโ per poi rispondere ore dopo con banali monosillabi โฆ e piรน il tempo passava piรน sembrava che si stesse dimenticando di me.
Dopo il primo mese di vacanza Gioele neanche li leggeva piรน i miei messaggi; li visualizzava giorni dopo che li spedivo.
Sono stati momenti davvero tragici per me quelli. Da capogiro. Non potevo masturbarmi perchรฉ avevo lโanello, nรฉ potevo interagire con Gioele e il fratello perchรฉ ero chiuso in casa โฆ e non cโera niente che potesse aiutarmi ad alleviare la โcrisi dโastinenzaโ che provavo.
Videogiochi, film, video, stream โฆ niente riusciva a soddisfarmi. Io volevo solo stare sotto ai piedi di Gioele, imbevermi dellโodore del fratello, e non pensare ad altro che a loro.
Alla fine, non resistendo, ho chiesto a Gioele di venirmi a trovare.
Lui mi ha risposto un paio di giorni dopo, chiedendomi il perchรฉ, e io gli ho spiegato che non riuscivo piรน a resistere senza di lui e che mi serviva assolutamente una piccola pausa dallโanello.
โVieni tuโ fu la sua semplice risposta.
โNon posso, ti ho detto che mio padre non mi fa uscire di casa senza permessoโ ho provato a spiegargli io.
โVieni lo stesso. Lui sarร tuo padre ma sono io il tuo padrone.โ
Quel messaggio mi bruciรฒ completamente il cervello, e mi convinse a disobbedire a papร .
Ho atteso il fine settimana per farlo, perchรฉ sabato e domenica non si lavorava e quindi potevo assentarmi senza farlo notare; per ingannare papร ho fatto colazione insieme a lui, dopodichรฉ sono andato a chiedere a Nala una mano.
Lei la vedo solo il finesettimana perchรฉ lavora solo di mattina, perรฒ ogni tanto ci parlo: รจ una ragazza sui 25 anni, fin troppo bella per fare solo la donna delle pulizie; viene dallโEst Europa, e da quello che so lavora per noi solo perchรฉ papร la paga molto bene.
Le ho chiesto di fare finta di vedermi in camera, portandomi lรฌ il pranzo e poi buttandolo nel gabinetto per fare finta che io lo abbia mangiato; lei inizialmente ha rifiutato, non voleva avere problemi con mio padre, ma sono riuscita a convincerla facendogli gli occhi dolci e promettendogli di ripagarla con un regalino.
Fatto ciรฒ sono sgattaiolato fuori di casa, diretto verso quella di Gioele, a piedi.
Ci avrei messo quasi due ore a raggiungerlo usando i mezzi, e molti tratti di strada li avrei dovuti fare sotto allโinfernale sole estivo โฆ ma me andava bene; ad ogni passo che facevo il mio cuore batteva sempre piรน forte, ed ero cosรฌ emozionato che mi sembrava quasi che la strada si allungasse sotto i miei piedi.
Quando sono arrivato a casa sua perรฒ, ad aspettarmi fu la sua porta chiusa.
Lui era uscito, e neanche suo fratello cโera; gli ho mandato un messaggio, ma come al solito non ha visualizzato; ho cosรฌ provato a controllare dalle finestre, ma sembrava ovvio che la casa fosse vuota.
Ricordo che stavo sudando come se fossi in una sauna. Stare sotto al sole dโestate รจ davvero brutale, rischioso addirittura, e quel giorno non avevo idea del dove ripararmi se non dentro casa di Gioele.
Potevo provare ad andare al parco dove Gio si allenava di solito, ma lui non poteva essere lรฌ, faceva troppo caldo per stare lรฌ โฆ e cosรฌ, anche se sapevo che lo avrei disturbato, ho deciso di chiamarlo.
Sembrerร strano, ma non lo avevo mai chiamato. Non ci avevo mai neanche pensato.
<<Pronto?>>
<<Padrone โฆ>> ho detto io, emozionato nel risentire la sua voce dopo cosรฌ tanti giorni.
<<Che vuoi?>> รจ stata la sua risposta seccata.
<<S-scusa se disturbo โฆ ma sono davanti casa tua โฆ>>
<<E quindi?>>
<<Ehm โฆ ecco โฆ tu dove sei?>>
<<Non a casa.>>
<<C โฆ cosa? Ma avevo detto che venivo oggi.>>
<<Lo so. Non soffro di alzheimer, me le ricordo le cose.>>
Sono rimasto un attimo in silenzio dopo quella sua risposta, poi ho deglutito e ho continuato a parlare <<Q โฆ quando pensi di tornare?>>
<<Tu aspettami lรฌ. Quando torno mi vedrai.>>
<<Io posso stare qui fino alle sei di sera perรฒ …>>
<<Tu stai lรฌ fino a quando non mi vedi. A dopo.>>
E detto ciรฒ, ha interrotto la telefonata.
Inutile dire che รจ stato tremendo.
Ogni minuto che passava, mi saliva la voglia di tornarmene a casa. Stare lรฌ fuori con un caldo soffocante e senza nulla da fare mi stava letteralmente uccidendo; non potevo neanche abusare troppo del mio telefono perchรฉ la mia batteria non aveva piรน di due ore di autonomia.
Durante lโattesa ho provato a scrivergli, ma non rispondeva; ho provato anche a richiamarlo, ma l’ha rifiutata. E la cosa peggiore era il fatto che sono rimasto per tutto il tempo a pancia vuota, perchรฉ ero uscito di casa senza soldi.
Stavo morendo di caldo, di fame e di sete. Pura sofferenza.
Ricordo che in giro non cโera nessuno. Sembrava di essere in un quartiere desolato post-apocalittico.
Faceva troppo caldo.
Alla fine mi sono seduto davanti alla porta di casa sua, e lรฌ mi sono accasciato in attesa del ritorno di uno dei miei due padroni; il tempo passava cosรฌ lentamente che mi capitava di addormentarmi, fare sogni lunghi una vita, e svegliarmi dieci minuti piรน tardi.
Una parte di me continuava a chiedersi se tutto quello aveva senso. Lโaltra parte di me continuava a rispondergli di sรฌ. Per Gioele avevo fatto di peggio dopotutto: avevo leccato le scarpe di una dozzina di ragazzi diversi, avevo pulito centinaia di piatti e decine di case, avevo fatto migliaia di esercizi scolastici e mi ero preso una marea di sputi, pugni e umiliazioni varie โฆ se ero riuscito a sopportare quello, potevo sopportare una giornata intera sotto al sole.
Verso le sette di sera il mio telefono si รจ messo a squillare, facendomi rinsavire dal torpore a cui mi ero abbandonato per tutto il giorno.
Per un attimo ho creduto che la chiamata fosse del mio padrone e il cuore mi si รจ subito acceso di emozione, ma a chiamare non era Gioele bensรฌ papร : aveva scoperto che non ero a casa e voleva sapere dove fossi e il perchรฉ fossi uscito senza avvertire.
<<Torno subito.>> mi sono limitato a dire io, poi perรฒ ho subito chiuso la chiamata, ben consapevole di essere nei guai; ci avrei messo due ore a tornare a casa โฆ e ancora non avevo visto Gio.
Dato che ormai il danno era fatto, ho ignorato tutte le telefonate successive e ho continuato ad attendere il ritorno del mio padrone; sono rimasto lรฌ, con la pancia che bruciava dalla fame, fino allโora di cena โฆ fino a quando il sole รจ finalmente tramontato โฆ e anche oltre.
Alla fine mi sono accasciato davanti alla porta di casa, leggermente disperato, e ricordo soltanto che ad un certo punto ho chiuso gli occhi e quando li ho riaperti avevo davanti a me i piedi di Gio; indossava delle infradito sporche di sabbia, sabbia presente anche sulle sue gambe muscolose.
Ho alzato lo sguardo e lโho finalmente rivisto, nel mentre che il cuore rischiava di uccidermi dallโemozione; Gioele era davanti a me, telefono in una mano e chiavi di casa nellโaltra; i miei occhi si sono fissati sul suo volto, ma lui sembrava ignorarmi โฆ stava guardando e parlando con qualcuno alla sua sinistra, qualcuno di piรน basso e magro โฆ un ragazzino, anche lui con le infradito ai piedi.
<<P โฆ padrone โฆ>> ho provato a dire mentre provavo a spostarmi da lรฌ per permettergli di entrare, ma a qual punto รจ successo qualcosa che mi ha spiazzato; il ragazzino mi ha piazzato un piede sulla pancia non appena ho iniziato a muovermi, bloccandomi sul posto.
Io non mi sono bloccato a causa della forza del piccoletto o qualcosa del genere, mi sono paralizzato per lo piรน per lo stupore โฆ la naturalezza con cui il ragazzino mi aveva messo il piede in pancia, facendomi capire di non dovermi muovere, non me l’aspettavo proprio.
Se prima tutte le mie attenzioni erano rivolte a Gioele, le ho improvvisamente spostate su quel ragazzino: aveva un aspetto molto atletico, abbronzato, con la pelle della faccia leggermente bruciata dal sole; teneva in mano un gelato per metร finito.
Stava parlando con Gioele di un videogioco, nel mentre che il ragazzo cercava tra le sue tasche le chiavi di casa.
Io sono rimasto a terra, assonnato e stordito, senza sapere cosa dire o fare; spostarmi era fuori questione, ma neanche parlare era una buona idea perchรฉ non volevo interrompere la loro discussione.
Mi stavano totalmente ignorando โฆ e quel fattore mi ha spinto giรน ancora di piรน.
Gli amici di Gio mi avevano fatto abituare alla sensazione di stare sotto ai piedi di qualcuno, ma era la prima volta che mi accadeva con qualcuno di cosรฌ giovane โฆ la sensazione che stavo provando era nuova e strana, ma decisamente piacevole.
Mi sono accasciato al suolo lasciandoli parlare in pace; Gioele si รจ messo le mani in tasca e ha tirato fuori da lรฌ le chiavi di casa, e dopo aver aperto la porta il ragazzino si รจ sfilato le infradito e si รจ messo sopra di me con entrambi i piedi.
ร rimasto lรฌ per un poโ continuando a parlare di quel videogioco, poi perรฒ ha abbassato lo sguardo su di me e ha fatto un’espressione leggermente perplessa.
<<Stai dormendo?>>
Sono rimasto cosรฌ stordito da quellโimprovvisa domanda che ci ho messo qualche secondo prima di elaborarla.
<<E โฆ ehm โฆ s-stai parlando con โฆ con me?>>
<<Cโรจ qualcun altro qui sotto?>> fu la sua risposta leggermente piccata <<Sbrigati che sono stanco.>>
Le mie mani si sono mosse da sole, in automatico; ho usato la maglietta che indossavo per ripulire i suoi piedi dalla sabbia il meglio possibile, dopodichรฉ lui รจ entrato dentro casa come se niente fosse, sbadigliando.
Gioele lo ha imitato, ma quando mi รจ salito ho sentito il mio intero corpo contrarsi sotto al suo peso. Resistere allโimpulso di urlare dal dolore รจ stato incredibilmente difficile.
<<Ehi cagna>> ha detto lui una volta sopra di me <<ricordati di pulire le infradito prima di entrare. Non voglio vedere neanche un granello di sabbia a terra.>>
<<S โฆ sรฌ, capo.>>
<<Capo?>>
<<Padrone.>> mi sono subito corretto io.
Lui ha fatto un mezzo sorriso sfottente, ha atteso che finissi di pulirgli i piedi, dopodichรฉ รจ entrato in casa anche lui.
<<E rimani lรฌ.>> ha aggiunto <<Mio fratello deve ancora tornare. Un tappeto gli farร comodo.>>
Sono rimasto in attesa, estasiato dallโaver nuovamente rivisto Gioele. Dopo tutto quel tempo, risentire la sua voce mi ha seriamente rallegrato.
Sono rimasto in attesa per circa venti minuti, sdraiato davanti alla porta dellโappartamento di Gioele; fortunatamente loro vivevano in quei condomini a ingresso esterno dove ogni appartamento ha lโingresso rivolto verso un cortile centrale, quindi non rischiavo di infastidire nessuno stando sdraiato davanti a quella porta.
Qualcuno perรฒ mi passava di lato, lanciandomi delle occhiate stranite e perplesse.
Dopo circa venti minuti la porta di casa si รจ riaperta, e con mio stupore da lรฌ รจ uscito il ragazzino; รจ salito sopra la mia pancia con noncuranza, come se sotto ai piedi avesse davvero un tappeto, e chinandosi ha preso le sue infradito da terra.
<<Ma non le hai pulite.>> ha poi detto, guardandomi.
Io ho deglutito, preso alla sprovvista <<S โฆ scusa, s-stavo aspettando il fratello di Gioele.>>
Lui ha sospirato e si รจ voltato verso il mio volto <<Vabbรจ, faccio io.>> ha detto leggermente svogliato, dopodichรฉ ha portato un infradito dritta sulla mia testa e ha iniziato a strofinare la suola sui miei capelli, usandoli come spugna.
Ricordo solo di essere rimasto talmente stordito e impressionato da non essere riuscito neanche a muovere un muscolo; la naturalezza e nonchalance con cui quel ragazzino stava si รจ messo a pulire le infradito sulla mia testa mi avevano completamente spiazzato; era come se io non fossi neanche un essere umano per lui.
Unโaltra cosa che ricordo รจ il suo odore corporeo: era molto salino, dovuto probabilmente dal suo ritorno da un giorno passato in spiaggia, perรฒ aveva un nonsochรฉ di esotico con un retrogusto pizzicante.
Mentre strofinava la suola delle sue infradito sui miei capelli, i miei occhi hanno concentrato la loro attenzione sul suo volto, leggermente bruciacchiato dal sole; sembrava un ragazzino sui dodici o al massimo quattordici anni.
<<Apri la lingua.>> ha detto ad un certo punto, portando la mano libera a stringermi le guance; io ho obbedito in automatico, ormai ero diventato molto bravo in quello <<Tira fuori la lingua. Tutta.>> ho obbedito ancora, e lui non ha esitato un secondo ad usarmela per completare la pulizia delle sue infradito.
Ha strofinato sulla mia lingua i bordi, per lucidarli, dopodichรฉ si รจ assicurato di togliere tutti i granelli di sabbia rimasti incastrati sulle suole; ogni volta che la lingua diventava troppo sporca per essere usata, lui mi ordinava semplicemente di ingoiare, e io obbedivo subito โฆ anche se dopo al secondo โingoiaโ avevo giร le lacrime agli occhi e sentivo un fortissimo bisogno di vomitare.
<<Pulisci anche le mie!>> ho sentito dire da lontano da Gioele.
Il ragazzino lo ha ascoltato senza troppi problemi; ha preso le sue infradito e si รจ seduto a gambe incrociate sopra al mio petto, prendendosi il suo tempo per ogni singola ciabatta โฆ ed รจ stato proprio in quel momento che รจ arrivato il fratello di Gio.
Non appena lo ho visto il mio cuore ha ripreso a battere allโimpazzata; nell’aria ha subito iniziato a girare un odore piccante, mentre i miei occhi non sono riusciti a trattenersi dal guardarlo con stupore.
Era abbronzato, e molto meglio di quanto ricordassi; scolpito, muscoloso, enorme โฆ incredibile; a differenza degli altri due non aveva delle infradito ai piedi, bensรฌ delle scarpe da ginnastica.
Il ragazzino lo ha salutato rapidamente, dopodichรฉ โฆ il solo ricordo mi causa dolore. Il fratello di Gio si รจ sfilato le scarpe come fa ogni volta prima di rientrare in casa, ed รจ salito sopra di me senza neanche guardarmi.
Era cosรฌ dannatamente pesante che ho letteralmente sentito un suo piede sprofondare nella mia carne e comprimere a secco le mie interiora; non potevo vedere, ma ciรฒ che ho provato mi ha fatto pensare che il suo piede mi avesse bucato la pancia, trapassandomi e arrivando a toccare il pavimento sotto di me.
Non sono neanche riuscito ad urlare, specie perchรฉ il ragazzino stava tenendo a bada la mia lingua con le infradito.
Fortunatamente quel dolore รจ durato poco; il fratello di Gio mi ha solo usato come gradino dโingresso. Ma io stavo comunque lacrimando e tremando dal dolore e la spossatezza quando si รจ tolto, ciรฒ che provavo era talmente accecante che non riuscivo piรน neanche a pensare.
Sono rimasto sul pavimento in silenzio con la testa che pulsava terribilmente dal dolore e la lingua che mi veniva spietatamente raschiata per qualche altro minuto, dopodichรฉ il ragazzino si รจ alzato; aveva in mano quattro infradito che sembravano nuove di zecca per quanto erano state lucidate.
<<A quelle ci pensi tu.>> mi ha detto, indicando le scarpe del fratello di Gio <<Quando hai finito rimettile a posto.>> e senza dire altro รจ tornato dentro casa, accostandosi la porta dietro; non mi ha neanche degnato di uno sguardo, mi aveva semplicemente usato come strumento per le pulizie.
Non ricordo esattamente cosa ho provato in quel momento โฆ ma una cosa รจ certa, mi sentivo morire. Avevo la gola in fiamme e la lingua insensibile, e tutto il corpo vibrava per la stanchezza e la debolezza che provavo.
Sono rimasto lรฌ a terra per un poโ, immobile.
Ero troppo stanco per pensare, quindi mi sono limitato a guardare il soffitto.
Avevo improvvisi conati di vomito, ma niente da vomitare.
Poi, dopo non so quanto tempo, mi sono tirato su.
Non avevo piรน saliva in bocca, ma avevo comunque due scarpe da pulire.
E cosรฌ, lentamente, le ho pulite.
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