Bianco – 5/5

Durata lettura: corta

N° 6 
Nove ragazzi, tutti giovani come lui.
N°6 li sta studiando, uno dopo l’altro. Non sa il perché si trova qui, né sa il perché loro si trovano qui, ma il fatto che tutti abbiano un fisico così allenato e definito lo sta innervosando.
Il più basso tra di loro è N°3. Il più alto invece è N°7, che è anche quello con la quantità maggiore di muscoli in corpo. N°5 e 2 hanno un’altezza e un fisico molto simile, allenato e definito, con l’unica differenza che il N°5 ha dei polpacci più grandi dell’altro.
Il N°8, 1 e 9 non hanno un addome visibilmente scolpito, proprio come lui. Mentre il N°10 sembra il classico modello di fitness perfetto in tutti i sensi: alto, snello, scolpito come una statua con tanto di volto armonico e simmetrico.
Il N°4 è quello che attira di più le attenzioni del N°6 però, perché sebbene sembri a disagio come il N°2, non possiede il suo fisico: è magro, all’apparenza fragile, e sembra non volersi far vedere nudo dagli altri. Sta cercando di coprirsi i genitali senza però farlo notare, e si sta tenendo leggermente a distanza dal gruppo.
Anche il N°3, che è quello che si è avvicinato per ultimo e con un’espressione terrorizzata, sembra molto più a suo agio di lui. Questo provoca nella mente del N°6 sensazioni particolari, ed è l’unico che le sta provando al momento, così come è l’unico che sta cercando di capire chi tra di loro è il più forte o debole a livello fisico.
Non lo fa con un’intenzione ben specifica in mente in realtà, sta semplicemente agendo d’istinto. Il suo corpo è abituato a fare questo tipo di analisi, ormai gli escono naturali considerando il posto in cui è cresciuto.
<<Beh, ehm … mi sa che siamo tutti. Siamo in dieci.>> la voce del N°10 cattura le sue attenzioni, e così come gli altri ragazzi si volta a guardare per sentire cosa vuole dire.
<<Quindi?>> domanda il N°1 <<Che si fa ora?>>
<<Io non vi ho mai visto prima.>> interviene il N°2.
<<E non sei l’unico fra’, neanche io vi ho mai visto prima.>> continua il N°1 <<Però siamo tutti qua. Che dobbiamo fare?>>
<<Credo che … dovremmo provare a capire cosa sta succedendo.>> suggerisce il N°10 <<Tipo … non lo so, iniziamo con le cose semplici. Presentiamoci. Sapete … come vi chiamate?>>
I presenti si lanciano sguardi abbastanza eloquenti, quindi il N°6 capisce che neanche gli altri si ricordano il loro nome, proprio come lui.
<<Oh … cazzo.>> sente dire dal N°2 con voce ansiosa <<Nessuno di voi lo sa?>>
<<Ehm …>> il N°7 si gratta la testa <<mi sa di no.>>
<<Cazzo, ma che sta succedendo?>> continua il N°2 <<Perché siamo qui, nudi, con un … un tatuaggio addosso … non ha senso.>>
<<Sì …>> il N°5 sospira <<non capisco neanche io. Cioè non so che … che dovremmo fare.>>
<<Ve l’ho detto, cerchiamo di capire cosa sta succedendo prima, poi vediamo cosa fare.>> parla ancora il N°10.
<<Sì ma come facciamo a capire che succede? Nessuno qui sa un cazzo.>> ribatte il N°1 con fastidio.
<<E poi non c’è niente qua.>> parla il ragazzo che ha tatuato sul petto il numero 8 <<Questo posto è … è troppo strano.>>
<<Siamo stati rapiti dagli alieni!>> esclama il N°4 all’improvviso.
<<Sì … tua madre è stata rapita dagli alieni!>> gli risponde subito il N°1 <<E infatti sei nato tu.>>
<<Ehi!>> è l’immediata protesta del N°4, seguita però da qualche sorriso divertito degli altri ragazzi e da un sorrisone ancora più grande del N°1.
<<Scherzo fra’.>> gli dice <<Se ci avessero rapito gli alieni saremmo nella merda comunque.>>
<<Anch’io pensavo di essere stato rapito.>> ammette a questo punto il N°3 <<Non dagli alieni però.>>
<<Beh … siamo nudi e qualcuno ci ha tatuato questo numero sul petto.>> parla a questo punto il N°6 <<È palese che siamo stati rapiti. Io questo tatuaggio non me lo sono mai fatto.>>
I ragazzi annuiscono e iniziano a proporre teorie su ciò che sta accadendo per poi passare a parlare di possibili vie d’uscita. Sono tutti agitati e nervosi, ma il poter parlare tra di loro ha abbassato il livello di stress di tutti, anche di quelli più timidi tra i presenti.
Arrivati a questo punto credo che sia giunto il momento di dare il via alle selezioni in modo ufficiale.
<<Oh! Guardate!>> il N°3 indica verso l’alto ciò che ha appena visto, è stato il primo a notarlo <<Cos’è, un orologio?>>
Il N°6 alza lo sguardo insieme agli altri e vede dei numeri neri scritti sul soffitto che prima era bianco e vuoto tanto quanto le altre pareti.
<<Cosa … ma c’era prima?>>
<<No, non c’era.>>
<<Che significa?>>
<<È un timer.>> sentenzia il N°4 <<Vedete? Un timer di ventiquattro ore.>>
<<Un conto alla rovescia.>> annuisce il N°9 guardandolo, e le sue parole sembrano avere più effetto di quelle dell’altro ragazzo <<Tra un giorno succede qualcosa.>>
<<E tu che ne sai?>> protesta il N°6; un senso di fastidio gli sta lentamente crescendo nel petto, e credo sia colpa del fatto che sta avendo molta poco rilevanza all’interno del gruppo, quando in genere è abituato a essere quello che parla più di tutti.
<<Beh non l’avrebbero messo se non significasse nulla, no?>> continua il N°9.
<<Appunto.>> dice il 10 <<Mi sa che lui ha ragione. Dobbiamo aspettare e vedere che succede.>>
<<E se tra ventiquattro ore ci uccidono tutti?>> protesta ancora il N°6.
<<E allora che vuoi fare?>> lo provoca a questo punto il N°1 <<Non abbiamo molta scelta. Aspettiamo e vediamo che succede. Se ci ammazzano tutti … beh, peccato.>>
<<Se volevano ucciderci potevano farlo prima.>> dice il N°3.
<<Potrebbero volerci uccidere lentamente, tipo torturandoci.>> dice ancora il N°6, spinto dalla voglia di dire qualcosa di utile e che venga approvato.
<<E devono aspettare ventiquattro ore per farlo?>> commenta ancora il N°1 <<Secondo me dobbiamo solo aspettare.>> e queste sue parole terminano la discussione perché e gli altri annuiscono e decidono di seguire questo consiglio.
Decidono di aspettare.