Bianco – 4/5

Durata lettura: corta

N° 3 
Era certo che non ci fosse nulla su quella parte di muro, e invece è proprio lì che la porta si è aperta. Una porta scorrevole e probabilmente automatica che però non aveva notato.
Osserva l’uscita con cautela però. A differenza degli altri, che si avventano subito verso lo spiraglio di luce, lui si comporta in modo più cauto e intimorito. Non si fida neanche un po’ di quello che sta succedendo, sospetta di essere stato rapito da qualcuno e ha visto troppi film horror per sentirsi “sollevato” dall’apertura di una porta che pochi secondi fa neanche c’era.
L’apertura delle porte non è veloce comunque, è lenta, e questo gli da la possibilità di spostarsi di lato in modo da evitare di farsi subito vedere da chiunque ci sia dall’altra parte.
Il cuore gli batte fortissimo, il suo corpo sta generando una quantità esorbitante di adrenalina e i suoi muscoli sono tesi come le corde di un violino: è pronto a scattare e a scappare, anche a combattere se necessario, tanto è abituato a tutte e tre le cose.
Aguzza le orecchie, anch’esse abituate a origliare, e sente che effettivamente c’è qualcuno lì fuori.
<<Ehi!>> dice una voce agitata che non ha mai sentito prima. È una voce giovane all’apparenza, molto giovane. Apparterrà a un ragazzo della sua stessa età probabilmente.
<<Ehi.>> segue un’altra voce, un po’ più profonda e tranquilla della prima, ma comunque giovane <<Ciao.>>
<<Ciao …>>
<<Ma … che cazzo …?>>
<<Ma perché siamo tutti nudi?>>
<<Eh … ehi?>>
<<E quei numeri?>>
<<Sì, infatti, perché avete quei numeri?>>
<<Io non li ho.>>
<<Come no? Sì che lo hai. Il numero sei.>>
<<Anche tu lo hai.>>
<<Mi sa che lo hanno tutti allora.>>
Le voci continuano a presentarsi e iniziano a mischiarsi tra di loro. Sembra che un gruppo di ragazzi si sia riunito nell’altra stanza, ma pare che nessuno di loro si conosca. E da quello che dicono sembra chiaro che tutti loro sono nella sua stessa situazione: nudi, inconsapevole di ciò che sta accadendo e intrappolati.
Brutto, brutto segno.
La porta si sta allargando un po’ troppo comunque, e dato che la stanza è circolare non ci sono angoli dietro ai quali nascondersi. Il Numero Tre decide dunque di esporsi; farsi vedere subito dagli altri ragazzi è meno pericoloso che tentare di rimanere nascosti per poi essere comunque beccati più avanti.
<<Ehi ragazzi.>> dice uscendo fuori dalla sua stanza, e davanti a sé trova una scena davvero poco rassicurante: nove ragazzi apparentemente coetanei e completamente nudi che si stanno guardando con la stessa identica espressione di confusione e incomprensione.
Ciò che lo preoccupa di più è il fatto che questa nuova stanza è simile alla prima, ma solo più grande: è bianca, è luminosa, ed è vuota. Oltre ai ragazzi non c’è nient’altro.
Ora il Numero Tre ha anche più paura di prima.
<<Eccone un altro.>> sente dire da un ragazzo.
<<Il numero che mancava, il tre.>>
<<Ma quandi quanti siamo?>>
<<Dovremmo essere dieci … credo.>>
Il Numero Tre avanza lentamente verso di loro senza capire bene di cosa stanno parlando, ma dopo un po’ i suoi occhi si posano sui tatuaggi che ognuno dei ragazzi ha sulla fronte e nota con angoscia che rappresentano dei numeri.
Istintivamente si tocca la sua di fronte, ma ovviamente non sente nulla. Uno di loro però ha suggerito il fatto che il suo fosse il numero tre.
Per esserne sicuro conta i numeri degli altri presenti, e in effetti nota che l’unico numero a mancare è proprio quello tra il due e il quattro.
Si lancia una rapida occhiata alle spalle, ma la porta da cui è uscito sembra essere scomparsa. Oppure si sta solo confondendo con le pareti innaturalmente bianche di quest’altra stanza?
Non lo sa. E non vuole saperlo. La sua mente ha altri pensieri al momento.